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Bimbi rubati, Gentiloni vuole colpo di spugna. Scelto giudice gradito a Marco Griffini PDF Stampa E-mail
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Scritto da Fabrizio Gatti   
Giovedì 23 Febbraio 2017 22:30

di Fabrizio Gatti - 22 febbraio 2017

Laura Laera
è un ottimo giudice. È l'attuale presidente del Tribunale per i minorenni di Firenze. Ed è la moglie del procuratore di Milano, Francesco Greco, la cui storia personale parla da sé. A sua insaputa, però, ed evidentemente contro ogni sua responsabilità, la dottoressa Laera è anche la candidata preferita da Marco Griffini per la carica di vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), affinché il magistrato antimafia Silvia Della Monica sia rimossa e le sue inchieste siano fermate. Il fatto sconvolgente è che il premier Paolo Gentiloni ha accolto i desiderata di Griffini e si appresta a nominare Laura Laera al posto di Silvia Della Monica e il sottosegretario a Palazzo Chigi, Maria Elena Boschi, a presidente della Cai. Un cambio che viene visto dal fondatore e padrone di "Aibi-Amici dei bambini" come l'atteso colpo di spugna alle indagini che lo riguardano: per aver omesso di denunciare una organizzazione di trafficanti di bambini tra il Congo e l'Italia, per aver ritardato di segnalare lo sfruttamento dei piccoli ospiti di un orfanotrofio in Bulgaria come attori di film pedopornografici e molto altro ancora. Uno scandalo, che "L'Espresso" sta seguendo e raccontando da tempo, ripreso lunedì sera anche dalla trasmissione di Raitre "Presa diretta".


 

Il tweet che anticipa la decisione di Gentiloni


Il tweet che anticipa la decisione di Gentiloni: sono le 14.10 di martedì



LE TALPE A PALAZZO CHIGI

Con le dovute proporzioni e la premessa che né Griffini né Aibi sono indagati per associazione mafiosa, per capirci è come se il boss Matteo Messina Denaro chiedesse da mesi la sostituzione del procuratore nazionale antimafia perché troppo severo e le istituzioni accogliessero la richiesta di Messina Denaro scegliendo un nome apparentemente a lui gradito. Laura Laera e la sua alta professionalità dimostrata in anni di lavoro ovviamente non c'entrano nulla con le aspettative di Griffini. Soltanto i vertici di Aibi possono sapere perché il presidente del Tribunale per i minorenni fiorentino, a sua insaputa, sia fonte di così ampia fiducia. Ma una circostanza è evidente. Il presidente di Aibi, ente autorizzato dal governo a rappresentare lo Stato italiano nelle adozioni internazionali, ha accesso a notizie riservate della presidenza del Consiglio: cioè l'ente controllato sa in anticipo cosa l'istituzione che lo controlla sta per decidere. Già martedì 21 febbraio Griffini ha anticipato sulla sua pagina Twitter e poi sul sito della sua agenzia di informazioni Aibinews l'imminente cambio alla guida delle adozioni internazionali deciso da Gentiloni: «Scelti i vertici Cai: manca solo annuncio ufficiale», ha scritto Griffini, battendo in velocità perfino le segreterie di Palazzo Chigi che dichiaravano di non saperne nulla. Nel pomeriggio di oggi, 22 febbraio, Aibi è tornata sull'argomento che più le interessa, rilanciando su Twitter una notizia in uscita su "Panorama": «Laura Laera presidente Tribunale minori Firenze nuova vicepresidente Cai».


IL RITORNO DEL SOTTOSEGRETARIO
 

Griffini è stato accontentato anche nella nomina della presidente della Commissione: Gentiloni ha deciso di restituire l'incarico al suo sottosegretario Maria Elena Boschi, già presidente dell'autorità di controllo sulle adozioni negli ultimi mesi del governo di Matteo Renzi. L'ex ministro alle Riforme non ha mai sostenuto pubblicamente le indagini del magistrato Della Monica e questo dall'ente sotto inchiesta è sempre stato interpretato come un atteggiamento non ostile. L'assegnazione dell'incarico alla Boschi dovrebbe essere formalizzata nella riunione del consiglio dei ministri di domani, giovedì 23 febbraio. Ed è il primo passo per la successiva investitura nelle prossime settimane di Laura Laera come vicepresidente della Cai.


GLI APPELLI IGNORATI
 

Gentiloni ha quindi fatto carta straccia degli appelli dei genitori adottivi: mamme e papà chiedevano al premier di rinnovare l'incarico a Silvia Della Monica perché potesse portare avanti l'inchiesta e continuare a proteggere vittime e testimoni dei traffici mai denunciati da Aibi. Al presidente del Consiglio le famiglie hanno anche segnalato le continue pressioni di Griffini, definite vere e proprie minacce, come l'annuncio di voler avviare cause di risarcimento contro quanti hanno firmato le denunce. Nelle ultime ore si è aggiunto l'appello di Silvia Della Monica al governo. L'attuale vicepresidente della Cai ha avvertito che un cambio in corsa del vertice ora darebbe un forte segnale di impunità all'ente sotto inchiesta, perché è esattamente quanto Griffini e una schiera di parlamentari a lui vicini chiedono da mesi: «È come se si stesse svolgendo in questo momento un processo di mafia. A un certo punto il giudice che si occupa del processo deve lasciare. Che cosa significa? Che il processo in quel momento si ferma e forse non si rimetterà mai più in moto», ha detto il magistrato Della Monica lunedì mattina in un'intervista a Controradio. Gentiloni però non ha voluto rispondere alle vittime dei trafficanti. Dando così alle famiglie l'idea che il premier abbia preferito schierare tutto il governo dalla parte dei ladri di bambini. E di quanti, come Griffini e il suo staff, hanno omesso di denunciare i traffici.


IL PASSO INDIETRO
 

Le verifiche sui singoli casi intanto proseguono. Poiché la sede legale di Aibi è a San Giuliano in provincia di Milano, il fascicoli potrebbero presto confluire alla Procura di Francesco Greco. Così, se Laura Laera venisse nominata da Gentiloni vicepresidente della Cai, ci troveremmo nella curiosa situazione di indagini penali da parte della Procura e di inchieste amministrative da parte della Cai da decidere tutte in famiglia. Anche per questo le decine di coppie adottive che hanno denunciato Aibi confidano in un passo indietro da parte del presidente del Tribunale per i minorenni di Firenze. E soprattutto da parte del governo: «Gentiloni può ancora cambiare idea», dicono alcuni genitori: «Lui, il governo, i ministri che lo rappresentano non possono accogliere le richieste di Griffini dando così la conferma che sia Aibi a decidere per conto dello Stato. Il premier rinnovi l'incarico al magistrato Della Monica e dia pubblico sostegno all'inchiesta, al nostro impegno e al coraggio dei nostri bambini, perché nelle adozioni internazionali torni la legalità. Altrimenti l'Italia verrà considerata nel mondo il porto sicuro, il covo, il nascondiglio protetto dei ladri di bambini. E noi famiglie adottive italiane tutto questo non ce lo meritiamo».



Fabrizio Gatti (http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/)




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