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La felicità della legalità - San Lazzaro di Savena (BO), 21/03/2016 PDF Stampa E-mail
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Scritto da Danilo Di Lorenzo   
Giovedì 24 Marzo 2016 08:06
di Danilo Di Lorenzo - 24 marzo 2016

In occasione della giornata della memoria dedicata alle vittime di mafia, come gruppo del Movimento Agende Rosse “Attilio Manca” di Bologna siamo stati ospiti, insieme a Pippo Giordano, del Consiglio Comunale ragazzi di San Lazzaro di Savena.
All’evento hanno partecipato gli alunni delle scuole elementari e medie del comune emiliano.
Dopo i saluti iniziali da parte della Preside dell’Istituto, dell’Assessore alla Scuola e del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Falciatore, moderatore dell’incontro, la parola è passata agli ospiti.
L’ex ispettore della DIA, Pippo Giordano, ha parlato  della sua storia personale, del suo rapporto lavorativo con i magistrati Falcone e Borsellino, ma soprattutto ha voluto ricordare i propri colleghi caduti per mano mafiosa, Lillo Zucchetto, Ninni Cassarà, Roberto Antiochia, Beppe Montana, Natale Mondo.
Successivamente, in qualità di coordinatore del Gruppo delle Agende Rosse “Attilio Manca”, ho presentato il nostro movimento e quindi,  partendo dalla strage di via d’Amelio e dalla sparizione dell’agenda personale del giudice, sono passato ad illustrare i nostri obiettivi e le nostre attività sia su scala nazionale che locale. Ho  parlato anche di Attilio Manca, a cui è intitolato il nostro gruppo, e di come, nella sua vicenda, gli interessi di Stato e mafia siano stati scandalosamente convergenti.  Ne ho approfittato anche per  mandare un saluto alla sua famiglia che da anni ormai aspetta verità e giustizia (e noi con loro).
La parola è poi passata ai ragazzi, i quali hanno potuto rivolgere le proprie domande e riflessioni agli ospiti. È importante sottolineare come, grazie all’ottima organizzazione dell’incontro, sono stati affrontati vari argomenti: dalle stragi del 1992, all’impegno antimafia, alla storia del PM Di Matteo ed alla trattativa Stato mafia, ai rapporti tra mafia e politica, fino ad arrivare alle infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna.
All’ispettore Giordano i ragazzi hanno chiesto in particolare di descrivere cosa si provasse in quegli anni a Palermo, che persone fossero Borsellino e Falcone e se ha mai pensato che non ne valesse la pena lottare contro la mafia.
Domande che andavano dal semplice “ispettore aveva paura di morire?” fino ad arrivare a riflessioni più profonde e significative come “Io pagherei il pizzo perché ho paura e lo Stato non mi protegge”. Pensieri, questi ultimi, che hanno evidenziato come anche in terra emiliana i bambini non soltanto percepiscano la presenza mafiosa, ma al contempo non si sentano protetti. Assenza dello Stato che è da sempre uno dei fattori predisponenti la conquista da parte della criminalità, non tanto di attività e territori, quanto della mentalità dei cittadini. 
L’ispettore Giordano per tutta risposta ha affermato senza mezzi termini che non ha mai pensato che non ne valesse la pena, che la paura c’era ma che, come diceva Falcone, non bisogna farsi condizionare da essa, che non bisogna mai cedere al ricatto mafioso e che, in merito alle faccende locali, gli emiliani hanno scoperto la mafia con colpevole ritardo.
Personalmente mi è stato chiesto soprattutto cosa ne pensassi dell’attuale interesse dei cittadini verso ila lotta alla mafia, del perché gli stessi cittadini dovrebbero attivarsi  e di descrivergli la trattativa Stato mafia di cui (fortunatamente, aggiungerei io) avevano già sentito parlare. Grazie alle loro domande ho quindi potuto parlare del PM Di Matteo e dei magistrati di Palermo che portano avanti il loro lavoro isolati dalle istituzioni ma ho cercato di soffermarmi soprattutto sul radicamento delle organizzazioni criminali in Emilia e sulla necessità di una pronta risposta dei cittadini ancora prima che delle istituzioni, cercando di far loro comprendere che la mafia esiste anche senza le bombe e come, il fatto di riconoscere l’Emilia come una terra di mafia, sarebbe un primo passo per affrontare il problema.
Durante l’incontro alcuni ragazzi hanno letto i propri pensieri e le proprie riflessioni, alcune delle quali sono state regalate all’ispettore Giordano.
Emozionante è stato vedere una bambina di quarta elementare consegnare a Pippo un disegno raffigurante la sua idea di mafia, ossia una chioma di capelli. La piccola , emozionatissima, si è avvicinata all’ispettore Giordano dicendogli: “Pippo questo è il regalo per te, i capelli scuri rappresentano i capi della mafia e gli altri tutti i mafiosi". Tra gli applausi generali ed il volto emozionato di Pippo, le abbiamo regalato l’agenda rossa di Paolo per ringraziarla del dolce pensiero.
La giornata si è conclusa tra sguardi emozionati, occhi languidi ma anche tanti sorrisi. La felicità della legalità, si perché la legalità rende felici. In questa giornata i bambini sono stati “grandi” e tali sono stati i loro pensieri, mentre io, innanzi alla loro grandezza, mi sono sentito piccolo.
Ne approfitto per ringraziare l’ispettore Giordano non solo una grande servitore dello Stato ma anche una grande persona che rappresenta una risorsa per noi tutti, i docenti organizzatori dell’incontro ma soprattutto i ragazzi, unici veri protagonisti della giornata.
In questa giornata ho avuto la possibilità di comprendere fino in fondo la speranza che Paolo Borsellino riponeva nelle future generazioni. Pertanto  mi sento di asserire cari Giovanni e Paolo che qui a San Lazzaro i ragazzi fanno il tifo per voi.
 
Danilo Di Lorenzo





 




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