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A Bologna con l'Agenda Rossa rivolta al cielo PDF Stampa E-mail
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Scritto da Massimiliano Travaglini   
Mercoledì 25 Marzo 2015 17:32
di Massimiliano Travaglini - 24 marzo 2015

Sabato 21 marzo 2015, nel primo giorno di “Primavera”, si è tenuta a Bologna la “Giornata della memoria e dell’impegno” promossa dalle associazioni “LIBERA” di Don Luigi Ciotti ed “AVVISO PUBBLICO” nel ricordo delle oltre ottocento (800!) Vittime innocenti di mafia e di terrorismo. Alla manifestazione ha preso parte ufficialmente anche l’Associazione delle “Agende Rosse” di Salvatore Borsellino con i propri iscritti/attivisti confluiti da tutt’Italia. Obiettivo della partecipazione del Movimento Agende Rosse è stato anche quello di esprimere pubblicamente il proprio sostegno a tutti i Magistrati, Forze dell’Ordine ed Investigatori impegnati nelle indagini sui rapporti tra mafie e potere. In particolare, gli aderenti al Movimento hanno espresso la propria vicinanza al PM palermitano Nino Di Matteo destinatario di un progetto di morte già emanato da “cosa nostra” (mafia) e a tutti i rappresentanti dello Stato vittime di campagne di delegittimazione oltre che a rischio della stessa vita per aver scelto di rendere viva la Costituzione nella propria professione.
Dopo una lunga, notturna, ma intensa attesa dell’orario di partenza, anche dall’Abruzzo e, precisamente da Pescara, è partito un pullman alla volta di Bologna, altri partecipanti alla manifestazione si sono aggiunti a Montesilvano e Silvi.  Sullo stesso pullman si sono ritrovati soprattutto ragazze e ragazzi degli Scout, coordinati dalle referenti Carla e Silvia di Silvi, oltre che altre persone aderenti a “Libera” ed al movimento delle “Agende Rosse”.
Arrivati a Bologna di primo mattino nei pressi dello stadio dall’Ara (quanti ricordi!) e precisamente in via Costa, dove c’era il ritrovo, si iniziano ad intravvedere le centinaia di pullman giunti da tutt’Italia e le migliaia di persone, soprattutto ragazze e ragazzi, che iniziavano a confluire nel corteo. Io, insieme ad altri amici ed amiche, ho raggiunto tutti gli altri presenti delle Agende Rosse e dopo averli riabbracciati e salutati ci siamo messi in cammino dietro agli striscioni dei singoli gruppi di tutt’Italia che seguivano quello di apertura del gruppo di Bologna. Alle nostre spalle primeggiava in alto un gigantesco “lenzuolo bianco” portato faticosamente dagli aderenti del gruppo delle Agende Rosse di Torino che recitava: “TORINO E’ CON NINO DI MATTEO”. GRUPPO AGENDE ROSSE “PAOLO BORSELLINO”. Quante emozioni, quante riflessioni, quanti ricordi durante il tragitto…….. Ma soprattutto quante e quanti ragazze e ragazzi, studenti di tutte le scuole d’Italia presenti. E, molti di Loro, al nostro passaggio, esclamavano: “……. ma chi sono questi con il libro rosso alzato al cielo?”. “…. Io questi li ho visti su facebook ma non ricordo chi sono”. “Professore……… ma leggendo gli striscioni vedo che vengono da tutt’Italia”. E qualche ragazzo più informato: “………. Ma sono le Agende Rosse di Borsellino, io le conosco, mia sorella è iscritta con loro! “. E un Docente che spiegava Loro: “………. Ragazzi dovete capire che nel luglio del 1992, quando Voi non eravate ancora nati, in Italia, a Palermo, in una strage sono stati uccisi dalla mafia un Magistrato che si chiama Paolo Borsellino assieme alla Sua scorta della Polizia di Stato: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina e Vincenzo Li Muli. Tutte queste persone che sono presenti con l’Agenda Rossa in mano e rivolta al cielo di Bologna sono qui per ricordarli. Loro si ritrovano ogni anno il 18 e 19 luglio anche a Palermo, l’Agenda Rossa è il Loro simbolo che rappresenta quella di Borsellino, sulla quale c’erano scritte cose molto importanti, che però è sparita dopo l’attentato……”. E così via. Durante il percorso nelle vie di Bologna, quando il nostro gruppo era situato all’inizio di via Indipendenza, dagli altoparlanti, sistemati su tutto il percorso, le voci di ragazze e ragazzi che si alternavano, iniziano a scandire, uno per uno, il cognome ed il nome di tutte le Vittime di mafia e di terrorismo. Quanti ne abbiamo ascoltati: tanti, troppi, che hanno dovuto sacrificare, purtroppo, la Loro vita anche per noi. Poi quando sono stati letti tre Nomi, e precisamente: Attilio Manca, Nino Agostino e sua moglie Ida Castelluccio, forse anche perché ho avuto modo di conoscere personalmente la Signora Angela, madre di Attilio ed i coniugi Agostino, Vincenzo ed Augusta, genitori di Nino, nonostante parlassi con un’agenda rossa di Torino, mi sono commosso….. Che dire, quando giunti in piazza VIII Agosto è apparsa ai nostri occhi un’oceanica folla in attesa dei discorsi che avrebbero tenuto, di lì a poco, un familiare delle Vittime e Don Luigi Ciotti. Moniti ed inviti lanciati a tutti: ai ragazzi d’oggi, uomini e donne del domani, per un’Italia migliore e più giusta sempre alla ricerca di Verità e Giustizia. Ai tanti politici (politicanti!) che, nonostante tutto, continuano imperterriti a far finta di nulla. Ai familiari delle Vittime, sedute nelle prime file della piazza, così come era visibile dallo schermo gigante, è stato detto di avere comunque coraggio, speranza e fiducia. A conclusione delle prolusioni, assieme a due amici delle Agende Rosse, su mia insistenza, ma solo perché sentivo l’obbligo ed il dovere di andare a stringere la mano personalmente a Vincenzo Agostino ed agli altri familiari che avevo conosciuto di persona in altre occasioni,  abbiamo cercato a fatica, in virtù della enorme massa di persone che defluiva contro di noi, di recarci in prossimità del palco. Ma quando siamo giunti a destinazione, purtroppo, era troppo tardi, in quanto erano già andati via tutti. Anche se, orgogliosamente, ho avuto modo di vedere, a distanza ravvicinata, il Dr. Antonio Ingroia (accanto alla Sua Scorta) al quale sono grato per essere stato presente anche in Abruzzo a Lanciano (CH) circa un anno fa (febbraio 2014) in due incontri nelle scuole organizzati dal movimento Agende Rosse ed insieme a lui, il Dr. Giancarlo Caselli. Uno dei pochi rimasti fra la gente di Bologna e d’Italia è stato il Sindaco di Messina, Renato Accorinti che, gentilmente, ci ha accolto e con il quale abbiamo interloquito. Poi, tornati indietro, seppur stremati dal sonno, dalla fame e dalla stanchezza, tutti insieme ci siamo seduti, distesi e riposati nei pressi dell’ingresso del parco-giardini della Montagnola. Nel mentre, mai cosa fu più gradita, alla mia sinistra, è comparsa la gentile signora Carmelina Mirachi, del gruppo di Torino, che ha voluto offrirci un piccolo ma opportuno bicchiere di succo d’ananas. Poi ci siamo confrontati sui vari temi a noi molto cari: Giustizia, Legalità, trattativa stato-mafia, CSM (Ciechi Sordi Muti da: il fattoquotidiano/Travaglio), sui tanti politicanti e sui pochi veri Politici del momento, ecc. Con l’invito reciproco di rivederci a Palermo nei giorni 18 e 19 luglio prossimi. Mentre credevo di essere a conclusione della giornata, in quanto avevamo appuntamento per le ore 15,30 nei pressi della stazione di Bologna per il rientro, giunto presso la stessa, ho deciso di entrare nella sala d’attesa di quel maledetto “2 agosto del 1980”, come sono solito fare quando capito alla stazione di Bologna, per dire una preghiera al cospetto della targa marmorea che riporta, purtroppo, dall’alto verso il basso gli ottantacinque (85!) cognomi, nomi ed età dei morti e per ricordare anche i duecento (200!) feriti e “sopravvissuti” sparsi in tutt’Italia. Così come ho pensato e pregato per il mio conterraneo Tonino (Antonio) Braccia di Altino (Chieti), già Assistente della Polizia di Stato, Superstite e grande invalido per terrorismo della tragica ed inspiegabile “strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980”. Tonino che, negli ultimi mesi, così come lo sarà nei prossimi, su mia espressa richiesta e, a nome del nostro gruppo  Agende Rosse “Falcone e Borsellino” della provincia di Chieti,  è stato sempre disponibile a recarsi anche nelle scuole della nostra provincia per far conoscere ai più Giovani, direttamente dalla Sua voce, tale strage. Poi alcuni organizzatori, contraddistinti dal pass di “Libera”, alla presenza di alcuni Uomini della Polizia di Stato, si apprestavano a dare disposizioni ad un ragazzo e ad un addetto delle Ferrovie dello Stato (FS) su come e dove posizionare/installare l’impianto acustico per la cerimonia di commemorazione che da li a poco ci sarebbe stata. Non sapevo di quest’altro particolare, in quanto non avevo proprio letto il programma pomeridiano in virtù della nostra partenza anticipata. Ma poi, quando dinanzi a me si è materializzato un viso noto, quello del Dr. Paolo Bolognesi, Presidente nazionale dell’Associazione dei Familiari delle Vittime della strage di Bologna, ho deciso di salutarlo andandogli incontro. Mi sono presentato, come mio solito fare, stringendo la mano e dicendo di conoscere l’Amico in comune Tonino Braccia. Ci siamo scambiati qualche parola ed avendo visto che doveva rispondere al telefono ho annuito con un gesto che ci saremmo sentiti dopo. Nel frattempo ho informato tempestivamente Carla, la responsabile degli scout, pensando subito ai ragazzi e dicendole che sarebbe stato giusto ed opportuno che anche i circa quaranta ragazzi del nostro pullman fossero presenti alla cerimonia commemorativa. Ed avendo in mano la mia Agenda Rossa, oltretutto con dedica personale di Salvatore Borsellino, ho deciso di consegnarla, a nome di Salvatore e di tutte le Agende Rosse d’Italia, al Dr. Bolognesi che nel frattempo aveva finito di parlare al telefono e si apprestava di lì a poco a prendere la parola nella commemorzione. In seguito, quando nella sala d’attesa sono arrivati il Dr. Caselli e Don Luigi Ciotti, preceduti dalle scorte e dagli Uomini e Donne della Polizia di Stato, un silenzio surreale è calato d’improvviso. Ho osservato Don Luigi, profondamente segnato e commosso, che si è soffermato anch’egli dinanzi alla lapide dei nomi a pregare, per poi raggiungere la postazione. Dapprima Bolognesi, poi Caselli ed infine Don Luigi, hanno pronunciato parole che rimarranno indelebili nelle nostre menti ed ancor più nei nostri cuori. Verità e Giustizia su tutte le stragi di mafia e di terrorismo in cui, inevitabilmente, ripetutamente ed inspiegabilmente, come emergono dagli atti dei processi, sono coinvolti anche uomini e donne dello stato che, purtroppo, si sono prodigati ed adoperati per ignobili quanto impronunciabili accordi fra le organizzazioni criminali stesse e pezzi dello stato deviato. Ho osservato attentamente i volti e gli occhi bagnati di lacrime di molti dei presenti, soprattutto ragazzi come quelli di uno scout del mio gruppo al quale ho dato uno spontaneo, simbolico ed incoraggiante schiaffetto, di lì a poco, ho saputo chiamarsi Emanuel. Mentre la folla iniziava a defluire dalla sala d’attesa, stracolma all’inverosimile, ho avuto la possibilità di incontrare il Dr. Caselli al quale ho stretto la mano e detto grazie per tutto quanto fatto nel nome della Giustizia. Poi conclusa veramente la giornata a Bologna, ci siamo riavviati, stanchi sì, ma appagati e pieni di energia e vogliosi di continuare nelle nostre lotte quotidiane, verso il nostro pullman sul quale, ripresi i rispettivi posti, quasi tutti ci siamo addormentati. Ad un certo punto del viaggio, quell’umile ed intelligente ragazzo scout, Emanuel, che già mi aveva educatamente salutato all’andata, mi è venuto a cercare chiamandomi per nome e per dirmi di essere anche un bravo “Poeta” e chiedendomi se poteva leggermi una sua poesia che era appropriata alla giornata appena trascorsa parlando della tristezza. Dopo averlo ascoltato ed essermi congratulato con lui ho accolto la sua richiesta di farla pubblicare sul nostro sito nazionale delle Agende Rosse www.19luglio1992.com.                                                                                                                                  

Massimiliano Travaglini - Casoli (Chieti), 24 marzo 2015                                                     .

 

LA TRISTEZZA

Le lacrime di una donna
sono chiare e pensierose,
un ventre di indicazioni sfiorate
che danzano su di essa,
un marchio d’amore
che cattura la sua bellezza
in un vento di primo mattino,
tanto caldo o tanto freddo.
La cometa, lacrima celeste,
è luminosa e posata
come la luce che sfiora la sua figura
in un fior di eccezione.

Emanuel Gatta












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