di A.V. - 24 dicembre 2014
'Lei non sostiene Di Matteo? Allora sta dall'altra parte. E' vergognoso quello che avete fatto'. Siparietto con toni molto accesi quello di ieri mattina a Ca' Farsetti tra i rappresentanti di 'Agende Rosse' e il commissario
Vittorio Zappalorto (nella foto, ndr). L'ex consigliere del Movimento Cinque Stelle
Gianluigi Placella e la consigliera di municipalità
Enrica Berti hanno atteso pazienti che la conferenza stampa sul restauro dei Giardinetti Reali si concludesse, con oltre un'ora di ritardo. Poi hanno 'circondato' il commisario sulla porta dello studio rosso. 'Volevamo sapere perché avete deciso di togliere dalle finestre del municipio la foto e l'appello per il giudice Di Matteo minacciato dalla mafia', ha chiesto serio Placella, 'Perché finché ci sono io alle finestre si espongono solo le bandiere', ha risposto secco Zappalorto.
I toni si sono subito scaldati. 'Lei non può ignorare la volontà della città e una delibera approvata dal consiglio comunale'. 'Voi non siete la città e il Consiglio comunale non c'è più'. Placella insiste: 'Proprio adesso che si scopre che il tritolo destinato a quel coraggioso magistrato è partito da Venezia, non è bello quello che avete fatto. Lo dica almeno che è solidale con Di Matteo'.
Zappalorto perde la pazienza. 'E io dovrei fare dichiarazioni perché lo volete voi? Dico che quello è un magistrato coraggioso, ma ce ne sono altri che vengono minacciati. Dovremmo avere le finestre lunghe un chilometro'. 'Non è la stessa cosa', lo blocca insistente la consigliera Berti, 'qui c'era una delibera del Consiglio comunale che va rispettata anche se il Consiglio è stato sciolto. Non finisce qui'.
A.V. (fonte: La Nuova Venezia, 24 dicembre 2014)
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