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Ingroia indagato per calunnia. 'Il pm di Viterbo è un analfabeta' PDF Stampa E-mail
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Scritto da Giuseppe Pipitone   
Martedì 25 Novembre 2014 16:18

Ingroia indagato per calunnia<br>”Il pm di Viterbo è un analfabeta”di Giuseppe Pipitone - 25 novembre 2014

Caso Manca: l’avvocato della famiglia aveva accusato i magistrati della procura laziale di essere autori di “depistaggi, inerzie e coperture”, per la conclusione dell’indagine sulla morte dell’urologo di Barcellona, bollato come tossicodipendente. La replica dell’ufficio giudiziario non si è fatta attendere. Ora l’ex pm annuncia: ”Denuncerò Petroselli al Csm e forse anche penalmente”

La procura di Viterbo ha iscritto Antonio Ingroia, avvocato di parte civile della famiglia di Attilio Manca, nel registro degli indagati per calunnia. L’ex pm di Palermo aveva accusato i pm della procura viterbese di  essere non solo responsabili di  ”inerzie e coperture” nell’indagine sul caso dell’urologo trovato morto l’11 febbraio del 2004, ma anche di essere autori di un vero e proprio ”depistaggio”. Ora è arrivata la replica dell’ufficio giudiziario del Lazio. ”Avevo fiducia nella magistratura – ha detto stamane Ingroia convocando una conferenza stampa al centro Biotos di Palermo – per questo pensavo che il tam tam della procura di Viterbo fosse da collegare alla riapertura delle indagini sul caso Manca”. Ma non è stato così:  Ingroia sarà interrogato il prossimo 1 dicembre. Il fatto è senza precedenti, sottolinea l’ex pm, per la prima volta un avvocato viene denunciato per quello che ha detto nel processo.

Durissimo Ingroia nei confronti degli ex colleghi della procura viterbese: ”Un avviso di garanzia così lo può fare solo un analfabeta del diritto o chi è in malafede. Prima il pm Renzo Petroselli (dovrebbe essere laureato, ma da quello che scrive non sembrerebbe) ha chiesto l’esclusione dei familiari dal processo, poi è arrivata la novità. La procura di Viterbo ha trovato il colpevole del caso Manca: il sottoscritto”. Alcune settimane fa il tribunale di Viterbo aveva rigettato la richiesta di costituzione di parte civile presentata dai familiari, dato che il reato d’omicidio colposo (che pesava su Monica Mileti, la presunta spacciatrice di Manca) è caduto in prescrizione.

Ingroia ha quindi concluso: ”Accusarmi di calunnia è esso stesso un atto di calunnia. A Viterbo si sta celebrando un processo-farsa. Manca è stato diffamato dalla procura di Viterbo che lo ha bollato come tossicodipendente. Non si possono perseguire le cose che le parti dicono nel processo. Io ho solo ripetuto quello già detto dalla trasmissione ”Chi l’ha visto”: ho cioè smascherato la relazione della Mobile che negava la presenza di Manca a Marsiglia, e invece la presenza di Attilio a Marsiglia è certificata dai fogli di presenza”.

Chi è il dirigente della squadra mobile di Viterbo? E’ Salvatore Gava, condannato a 3 anni per i fatti della Diaz. ”Firmava false informative – ha ricordato Ingroia -sulla presenza di molotov alla Diaz”.  Ingroia ha annunciato che denuncerà il pm Petroselli ”non so se solo al Csm o anche penalmente”.

Alla conferenza stampa era presente  anche Angela Manca, madre dell’urologo che ha detto: ”Siamo stati ostacolati in tutti i modi nella nsotra ricerca della verità. C’è una cappa nei giornali: le grosse testate non parlano mai di mio figlio”.

Ingroia ha chiesto che la procura di Palermo apra un fascicolo sul caso Manca, perché la morte dell’urologo ”è collegata alla latitanza di Provenzano”. E ha aggiunto: ”Abbiamo una relazione del Ros che segnala la presenza di Provenzano a Barcellona, ma non ci hanno mai dato l’integrale”.

“Lancio un appello alla presidente Bindi – ha concluso Ingroia – che, dopo la visita a Barcellona Pozzo di Gotto, si è detta certa che quello di Manca è un delitto di mafia e ha assicurato l’apertura di un’indagine. Chiedo allora di essere sentito su questa mostruosità giuridica e allo stesso tempo chiedo al procuratore capo facente funzioni di Palermo, Leonardo Agueci, un’audizione”. Per l’ex pm antimafia, infatti, ci sono “tutte le ragioni perché la Procura del capoluogo siciliano apra un fascicolo sul caso Manca, collegato alla copertura della latitanza di Provenzano e all’indagine sulla trattativa Stato-mafia, entrambe di competenza dei magistrati di Palermo”.

Il cadavere dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto fu trovato nella sua abitazione di Viterbo: nudo, il naso fratturato, due fori sul braccio sinistro e una siringa priva d’impronte sul pavimento, per gli investigatori si sarebbe trattato di overdose di eroina, nonostante il medico fosse notoriamente mancino. Secondo la famiglia, invece, il giovane fu assassinato, dopo aver operato Provenzano in una clinica di Marsiglia nel 2003 per un intervento di prostata.  Una tesi confermata di recente dal pentito dei Casalesi Giuseppe Setola: che però ha poi ritrattato le sue dichiarazioni.

“Lancio un appello alla presidente Bindi – ha concluso Ingroia – che, dopo la visita a Barcellona Pozzo di Gotto, si è detta certa che quello di Manca è un delitto di mafia e ha assicurato l’apertura di un’indagine. Chiedo allora di essere sentito su questa mostruosità giuridica e allo stesso tempo chiedo al procuratore capo facente funzioni di Palermo, Leonardo Agueci, un’audizione”. Per l’ex pm antimafia, infatti, ci sono “tutte le ragioni perché la Procura del capoluogo siciliano apra un fascicolo sul caso Manca, collegato alla copertura della latitanza di Provenzano e all’indagine sulla trattativa Stato-mafia, entrambe di competenza dei magistrati di Palermo”.

da: LOraQuotidiano.it

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