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Solidarietà al PM Di Matteo: le Agende Rosse di Venezia scrivono al Commissario Zappalorto PDF Stampa E-mail
Editoriali - Lettere Aperte
Scritto da Gianluigi Placella   
Mercoledì 19 Novembre 2014 23:01
di Gianluigi Placella - 18 novembre 2014

Preg.mo Commissario
 
nel ruolo di referente territoriale del movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino, "Gruppo Walter Eddie Cosina", chiedo di essere ricevuto a colloquio con la S.V. allo scopo di riproporre l'esposizione sui balconi di Ca' Loredan di uno striscione che esprime la solidarietà della città di Venezia al magistrato Antonino Di Matteo ed ai suoi colleghi minacciati di morte dalla mafia.
 
Questa richiesta si fonda innanzitutto sul fatto che l'esposizione di tale striscione perdurata dall'aprile 2013  a giugno 2014 (epoca in cui Ella è entrato nella carica di amministratore della città in virtù della nomina a Commissario Governativo) fu espressione di una deliberazione del Consiglio Comunale allora in carica.
 
Tale deliberazione raccoglieva le preoccupazioni della cittadinanza che, attraverso i suoi legittimi rappresentanti, intendeva a quel tempo esprimere solidarietà e vicinanza ai magistrati.
 
Oltre alla considerazione testé esposta, l'opportunità  di esporre nuovamente tale striscione deriva dal cotesto attuale  in cui, nello stesso momento in cui tali minacce vengono reiterate in forme preoccupantemente credibili, assistiamo all'inerzia delle più alte Istituzioni dello Stato che non hanno preso iniziative concrete a  protezione dei magistrati, né quanto meno espresso pubblicamente solidarietà.
 
La città di Venezia non vuole sentirsi associata a questo silenzio che rende complice e perciò chiede che la sua posizione  venga resa esplicita ed inequivoca dai balconi del Palazzo Comunale.
 
In questo silenzio di mezzi di informazione e delle Istituzioni che isola ancora di più i magistrati, si stanno riproducendo gli stessi contesti e le stesse atmosfere di delegittimazione, di accuse di protagonismo e spettacolarizzazione che precedettero gli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
 
Non vogliamo più accettare che il silenzio di oggi diventi commemorazione domani. 
 
Vogliamo sostenere questi onesti e coraggiosi Servitori dello Stato  finché sono in vita e non vedere più spargere lacrime ipocrite in funerali di Stato
 
E' già accaduto perciò può ancora accadere.
 
Mantenendo assoluta fiducia nella sensibilità personale ed istituzionale della S.V. attendo risposta a questa mia istanza.
 
Distinti ossequi


 
Gianluigi Placella










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