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Sonia Alfano: "Tenuta all'oscuro delle minacce di Totò Riina contro di me" PDF Stampa E-mail
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Scritto da Piero Messina   
Mercoledì 01 Ottobre 2014 23:37
alfano-c-giorgio-barbagallo-2013-3di Piero Messina - 30 settembre 2014

Il boss dal carcere: "Io facevo prepare i cioccolatini..." Il Comitato per l'ordine e la sicurezza di Palermo si è riunito per decidere se elevare il grado di protezione nei confronti dell'ex presidente della commissione antimafia europea

Un velo di silenzio è sceso sino a questo momento sulla posizione di Sonia Alfano. Che ha scoperto di questi riferimenti oscuri alla sua persona soltanto a settembre di quest’anno. Ecco come. Il caso Alfano è stato oggetto di un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Palermo dello scorso 3 settembre. Al centro di quella riunione – ai lavori ha preso parte anche l’ex presidente della commissione europea antimafia – c’erano le due pagine di intercettazioni effettuate in carcere in cui Totò Riina attribuiva a Bernardo Provenzano la responsabilità dell’omicidio di Beppe Alfano, giornalista ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto l’8 gennaio del 1993 e padre dell’ex eurodeputata.

“Da quelle trascrizioni – racconta Sonia Alfano – spuntava fuori anche il mio nome. Ma quel che più mi ha impressionato è il fatto che oltre a quei documenti presentati al comitato, ho scoperto, soltanto qualche giorno fa, l’esistenza di altre tre pagine di trascrizioni, con Lorusso e Riina che parlano di me. Per più d’un anno sono stata tenuta all’oscuro di quei dialoghi che mi riguardano in prima persona”.


Quegli stralci non sono mai stati trasmessi in modo formale alla Prefettura di Palermo. Il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica del capoluogo siciliano attende ora la mossa degli uffici giudiziari, per decidere se elevare il grado di protezione nei confronti dell’ex presidente della commissione antimafia europea.

Riina ha lanciato l’anatema contro Sonia Alfano dal carcere milanese di Opera, il 9 settembre dell’anno scorso: la minaccia è tra le righe dei dialoghi del capomafia corleonese con il compagno d’ora d’aria, Alberto Lorusso, personaggio legato alla mafia pugliese, esponente del narcotraffico di quell’area e assurto, in quei mesi del 2013, al ruolo di “confessore” del padrino siciliano.

Perché Lorusso e Riina si preoccupano così tanto dell’attività dell’ormai ex parlamentare europea? La trascrizione contenuta nei verbali della Dia di Palermo non lascia dubbi: il peccato originale di Sonia Alfano è aver ficcato il naso nel “Protocollo Farfalla”, il documento - finito al centro del processo sulla Trattativa Stato-Mafia - che descrive le procedure occulte tra il Dap (il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria) e il Sisde (il servizio segreto civile ora sostituito con l’Aisi) per la gestione del flusso di informazioni dal carcere proveniente dall’entourage mafioso ed estromettere, al tempo stesso, la magistratura proprio da quel flusso.
E’ Lorusso a entrare nell’argomento nel cortile del carcere. Rivolgendosi a Riina chiede: “Questa Sonia, questa Sonia, Sonia... Sonia Alfano”. Riina risponde affermativamente e Lorusso incalza: “Alla televisione disse che c’era un patto... lo disse alla televisione”. Il boss corleonese replica: “Questa è figlia dell’avvocato... Quello che hanno ucciso a Barcellona (in realtà Sonia Alfano è la figlia del giornalista Beppe, ucciso dalla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, l’8 gennaio del 1993, ndr).

riina-trasferimento-manette Lorusso intuisce che Riina è disposto a parlare e continua il suo monologo sulla trattativa Stato Mafia: “Eh... disse però, che c’è, alla televisione… che c’è uno scontro, una guerra tra la Procura e i Servizi segreti, e c’è questo, come si chiama, questo coso si chiama protocollo farfalla, una cosa segreta, segreta che ci sono duecento duecentocinquanta guardie dei servizi segreti che tengono i detenuti per fare in modo che non escono le notizie che non vanno alla Procura... Poi ci sono quelli della Procura che tentano di carpire notizie all’interno nostro. Quindi che c’è una guerra tra i Servizi segreti e la Procura all’interno delle carceri… però tutti per… carpire notizie su questa vicenda… l’ha detto, l’ha detto questa Alfano”.

La prima risposta di Riina è incomprensibile. Lorusso insiste e colloca temporalmente le dichiarazioni dell’allora deputata europea a un mese prima di quel dialogo in carcere, datato settembre 2013. E in effetti i tempi coincidono: a giugno del 2013, Sonia Alfano, durante una puntata di “Servizio pubblico” rilascia dichiarazioni sull’esistenza del “Protocollo Farfalla”. Sonia Alfano è il primo politico a parlare di quel protocollo.
Il dialogo tra Toto’ il corleonese e Lorusso continua. Riina, come risulta dai verbali di quella discussione registrata dalla Dia, sosterrà che “i servizi segreti hanno spalle ovunque… ne hanno avuto assai... i servizi segreti... informazioni”. Riina sosterrà pure di aver fatto dei colloqui. Il boss si riferisce alle due visite in carcere compiute a maggio 2010 e maggio 2011 da Sonia Alfano? Proprio sul ruolo dell’eurodeputata continua il dialogo tra i due carcerati. Ed arrivano le minacce.

Dopo avere parlato dei “colloqui”, Lorusso afferma che “non si vende la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato”. Quella frase ha un effetto magico su Riina che, dopo aver citato la Alfano, inizia un monologo sul ruolo delle donne: “Perché io scrivo subito… vieni giorno diciassette neanche per disturbare… gliela faccio leggere... neanche per disturbare… perché io facevo preparare i cioccolatini…”. Non è la prima volta che Riina minaccia l’ex eurodeputato. Nel primo incontro in carcere, il boss di Corleone le si rivolse così: ”Onorevole Alfano, a lei e agli altri politici io vi fucilerei a tutti". Una minaccia formulata di fronte a un drappello di guardie carcerarie.

“C’è un aspetto che mi spaventa più d’ogni altra cosa – racconta Sonia Alfano – ed è il fatto che Riina sia stato praticamente indotto a parlare di me da Lorusso. Non abbiamo certezze sul ruolo di Lorusso. Di sicuro, in carcere, è stata una presenza inquietante al fianco di Riina. Come è finito accanto al boss corleonese? E come mai la Procura di Palermo non ha informato la Prefettura delle minacce contro di me?”.

Tratto da: espresso.repubblica.it

Foto © Giorgio Barbagallo

Nella speranza che vengano presi al piu presto i giusti provvedimenti dagli organi preposti alla sicurezza, l'abbraccio e la solidarietà a Sonia Alfano da parte di tutta la redazione di Antimafia Duemila

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da: AntimafiaDuemila.com

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