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22° Anniversario strage di via D'Amelio: video e rassegna stampa PDF Stampa E-mail
Video - Reportages
Scritto da Redazione 19luglio1992.com   
Giovedì 31 Luglio 2014 16:56
di Redazione 19luglio1992.com - 31 luglio 2014
 
Raccogliamo in questo post i video e la rassegna stampa relativi alla 3 giorni di Palermo dedicata al 22° anniversario della strage di Via D'Amelio. Ringraziamo calorosamente Salvo Mandarà per la raccolta dei video (presi in diretta) e Maria Pecoraro per la rassegna stampa.

Cogliamo l'occasione per un particolare ringraziamento ad Aurelio Licata e a tutto lo staff  di LP service per il prezioso lavoro svolto che è andato ben oltre il rapporto fornitore cliente.

RASSEGNA STAMPA


 
Il capo della polizia Alessandro Pansa ha commemorato a Palermo gli agenti di scorta vittime delle stragi di mafia. L'ha fatto nel giorno del 22/mo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio, deponendo una corona d'alloro davanti alla lapide posta nel Reparto Scorte della caserma Pietro Lungaro. Pansa parteciperà anche alla funzione religiosa che si terrà nella cappella della caserma. Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime, hanno partecipato autorità civili e militari.
 
Ciancimino.
 «Sono uno dei pochi che ha il coraggio di venire qui, sono io ad aver portato i responsabili di quella strage alla sbarra». Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, imprenditore condannato per riciclaggio e detenzione di esplosivo e indagato in diversi procedimenti penali, anche per concorso esterno alla mafia, che è arrivato in bici in via D'Amelio, salutato con un caloroso abbraccio da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e da alcuni attivisti delle agende rosse. «Mio figlio sta iniziando a capire tutto, è stato il motore delle mie decisioni, io ho due date fondamentali, le più importanti della mia vita - dice Ciancimino mostrando due tatuaggi sul braccio - una è la data della sua nascita, l'altra quella della strage di via D'Amelio che ho tatuato - per la prima volta vedo tremare i potenti dinanzi alle domande del giudice Di Matteo, mi sembra che questo castello di menzogne verrà meno anche se in quell'aula come imputati sono ancora in tanti a mancare». «Gli slogan contro mio padre nel 1992? - continua Ciancimino rispondendo alle domande dei giornalisti - erano giusti. Non sono mai stato orgoglioso di mio padre per quello che ha fatto, ho fatto la mia scelta perchè mio figlio sia orgoglioso di me».

In 150 hanno colorato via D'Amelio
 con cartelloni, giochi e attività. Sono i giovani dai 6 ai 14 anni dei quartieri Zen, Cep, Borgo Nuovo e centro storico arrivati con i pullman messi a disposizione dalla Guardia di Finanza per ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta uccisi 22 anni fa in via D'Amelio. A promuovere l'iniziativa, come ogni anno, gli attivisti del Laboratorio Zen insieme. «Proviamo a trasmettere loro un messaggio di legalità - spiega Mariangela Di Gangi, presidente dell'associazione - specialmente in quei quartieri popolari dove spesso neanche la scuola riesce ad arrivare». In tanti hanno rivolto domande a Rita e Salvatore Borsellino su mafia, pizzo, criminalità.

Il capo dello Stato.
 «Alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l'auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all'intero Paese». Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22 anniversario dell' attentato di via d'Amelio, in un messaggio ha inviato a Manfredi Borsellino.

Familiari vittime via Georgofili. «Nel giorno del ventiduesimo anniversario dalla sua morte, ricordiamo il Giudice Paolo Borsellino» che ha «portato avanti la sua battaglia contro la mafia stragista» consapevole «del fatto che vi era in atto una trattativa voluta dallo Stato con la mafia» per l'annullamento del bis. Lo scrive in una nota l'associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Il 41 bis è «quel carcere duro, severo ma necessario che oggi si vuole con forza abolire per Bernardo Provenzano - aggiunge la nota - Paolo Borsellino ha tenuto testa a quanti nelle istituzioni hanno favorito Cosa nostra sia pure, in un primo momento, per fermare le stragi».

La figlia del giudice.
 «A ventidue anni di distanza dalla strage di Via D'Amelio la presenza di mio padre è ancora viva, la presenza dell'uomo prima che del magistrato, perchè abbiamo avuto un padre meraviglioso, molto presente, che ci è bastato per farci andare avanti sereni. Una serenità che, devo ammettere, sul piano personale non ho più recuperato e che credo non recupererò mai, perchè in certi momenti il nome che portiamo è più un peso che non un onore. E lo dico con estrema consapevolezza». Lo ha detto Lucia Borsellino, la figlia del giudice Paolo Borsellino, che per la prima volta rompe il tradizionale silenzio che l'ha sempre contraddistinta, dalla strage di 22 anni fa.

Il fratello Salvatore.
 «Oggi Falcone e Borsellino sono degli eroi ma allora erano osteggiati. Dobbiamo stringerci attorno a magistrati come Di Matteo che oggi tentano di condurci alla verità e che subiscono lo stesso trattamento di Paolo e Giovanni 20 anni fa». Lo ha detto sul palco di via D'Amelio Salvatore Borsellino durante le manifestazioni per il 22esimo anniversario dell'uccisione del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della scorta. «Le stragi sono servite ad alzare il prezzo di quella trattativa e su questa trattativa c'è stato un silenzio che è durato 20 anni e su cui solo ora si comincia a vedere qualche incrinatura - ha aggiunto il fratello del giudice ucciso dalla mafia - I magistrati che oggi cercano di arrivare alla verità lo fanno a rischio della loro vita».

Il pm Di Matteo.
 «Dal progredire delle nostre indagini sappiamo che in molti, anche all'interno delle istituzioni, sanno ma continuano a preferire il silenzio, certo che quel silenzio, quella vera e propria omertà di Stato continuerà esattamente, come è avvenuto finora, a pagare, con l'evoluzione di splendide carriere e con posizioni di sempre maggiore potere acquisite proprio per il merito di avere taciuto, quando non anche sullo squallido ricatto di chi sa e utilizza il suo sapere per piegare le istituzioni alle proprie esigenze». Così il pm Antonino Di Matteo nel suo intervento dal palco di via D'Amelio. «Sono qui per dirvi che voi avete il sacrosanto diritto di continuare a chiedere tutta la verità sulla strage di via D'Amelio e noi magistrati il dovere etico e morale di continuare a cercarla anche nei momenti in cui, come questo che stiamo vivendo, ci rendiamo conto di quanto quel cammino costi, sempre più, lacrime e sangue a chi non ha paura di percorrerlo anche quando finisce per incrociare il labirinto del potere». «Borsellino ci ha insegnato a non avere mai paura della verità - dice ancora - Quella di via D'Amelio non fu soltanto una strage di mafia e il movente non era certamente esclusivamente legato a una vendetta mafiosa nei confronti del giudice».

Il capo della polizia.
 «In questi anni sono stati fatti tantissimi passi avanti nella lotta alla criminalità organizzata in, particolare in Sicilia». Lo ha detto il Capo della Polizia, Alessandro Pansa a margine delle commemorazioni per la strage di via D'Amelio alla caserma Lungaro a Palermo. «I risultati conseguiti sono notevoli - dice Pansa - sicuramente sul piano militare sono stati dati dei colpi sostanziali alle organizzazioni mafiose siciliane e anche gli aspetti economici vengono seguiti con grandissimo impegno».

Il sindaco di Palermo. «Il ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta, al di là delle doverose commemorazioni, interroga ciascuno di noi, interroga tutte le istituzioni sull'impegno quotidiano di contrasto a mafia e mafiosità, ricorda quanto sia necessario in sede giudiziaria, storica e politica fare verità e giustizia sulla ignobile trattativa Stato Mafia». Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando nel giorno dell'anniversario della strage di via D'Amelio.


Sabato 19 Luglio 2014 - 13:25
Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Luglio - 15:57

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19/07/2014 -

 

ROMA. «È indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza». Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22  anniversario del barbaro attentato di via d'Amelio, in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino.

Nel messaggio, Napolitano rende «commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita». «Paolo Borsellino - prosegue il presidente della Repubblica - univa all'eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell'opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione». «È pertanto indispensabile - si legge ancora nel messaggio - non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza. Come ho ricordato in occasione dell'anniversario della strage di Capaci, alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l'auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all'intero Paese».

«Con questo spirito - conclude Napolitano - e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani». 

 
 
 
19/07/2014 -
 
PALERMO. Sono parole cariche di commozione quelle che ieri Manfredi Borsellino ha voluto rivolgere al padre Paolo, ucciso nella strage di via D'Amelio del 19 luglio 1992 e pronunciate in occasione della cerimonia organizzata dall’Anm nell’aula magna del Tribunale di Palermo. Come riportato nelle pagine del Giornale di Sicilia in edicola, Manfredi ha parlato del padre augurandosi che "ci sia spazio per il suo sorriso e le sue battute in questo Tribunale". Parlando anche a nome anche delle sorelle Lucia e Fiammetta, il figlio del giudice ha sostenuto con fermezza di non pensare al padre come un ricordo: "Noi a casa non parliamo di lui al passato". Ad intervenire anche Rodolfo Sabelli, presidente nazionale dell’Anm: "Queste commemorazioni dovrebbero essere un momento di riflessione seria e di assunzione di responsabilità". Alla fine della cerimonia, il ricordo passa anche attraverso le parole di Salvo Piparo e Costanza Licata, protagonisti di un monologo che ricorda le stragi ma che offre anche una descrizione nuda e cruda di Palermo. Intervento che si è chiuso così: "Meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino". 
 
 
 
19/07/2014 -
Strage di via D'Amelio, centinaia in piazza: «Dopo 22 anni, vogliamo la verità»

Sit-in delle «agende rosse» davanti a Palazzo di Giustizia e poi corteo fino alla Facoltà di Giurisprudenza. Oggi gran parte delle iniziative in via D’Amelio
 
di PAOLA PIZZO


PALERMO.
 Hanno alzato le agende rosse e marciato per le vie del centro di Palermo. Hanno urlato il nome di Paolo Borsellino, ma anche quello del pm Nino Di Matteo: ieri, nel primo dei tre giorni dedicati alla commemorazione della strage di via D'Amelio (di cui oggi cade il ventiduesimo anniversario). Uomini e donne di Scorta civica e del Movimento agende rosse, ieri pomeriggio si sono riuniti in sit-in davanti al palazzo di Giustizia, per poi muoversi in corteo fino alla facoltà di Giurisprudenza di via Maqueda, dove si è svolto un incontro organizzato da Antimafia2000. 

 

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19/07/2014 -
 

PALERMO. Il capo della polizia Alessandro Pansa ha commemorato a Palermo gli agenti di scorta vittime delle stragi di mafia. L'ha fatto nel giorno del 22esimo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio, deponendo una corona d'alloro davanti alla lapide posta nel Reparto Scorte della caserma Pietro Lungaro. Pansa parteciperà anche alla funzione religiosa che si terrà nella cappella della caserma. Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime, hanno
partecipato autorità civili e militari.

 

A 22 anni dalla strage di via D'Amelio, la lotta contro la mafia registra «grandi passi avanti», aggiunge. Alla domanda se tutta la verità è venuta fuori sulla stagione delle stragi, Pansa ha detto che «spetta alla magistratura il compito di andare fino in fondo per svelare eventuali altre verità».  

 
 
 
19/07/2014 -
 
 PALERMO.  «Pensiamo che non sia opportuno che in via D'Amelio vengano le persone che hanno perso il diritto di ricordare Paolo, è una polemica che non ho voluto, ma qui deve venire chi sente il bisogno di farlo, anche se sono poche persone. Non ho mai attaccato le istituzioni, semmai sono le persone che talvolta occupano dei ruoli da cui dovrebbero essere allontanate». Lo ha detto Rita Borsellino, intervenendo in via D'Amelio dove sono iniziate le manifestazioni in ricordo della strage in cui furono uccisi 22 anni fa il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

«Parliamo di quello che è accaduto in questi 20 anni, quando la verità sembrava a portata di mano e invece è stata occultata per costruirne un'altra, a chi interessava e perché? - dice Borsellino - Siamo vicini ai magistrati che lavorano su un terreno minato. Bisogna stare molto attenti, ma non alimentare polemiche create ad arte - ha aggiunto Borsellino - per distogliere l'attenzione dalle cose importanti». 

 
 
 
 
19/07/2014 -
 
 

CAGLIARI.  «Sono passati 22 anni dalla morte di mia sorella, 22 anni che aspettiamo di conoscere la verità, ma io sono fiduciosa, prima o poi arriverà». Sono le parole di Claudia Loi, sorella della poliziotta Emanuela Loi morta insieme agli altri componenti della scorta e al giudice Paolo Borsellino nella strage di via D'Amelio il 19 luglio del 1992.   

Claudia e il fratello Marcello erano presenti questa mattina a Sestu alla cerimonia di commemorazione delle vittima della strage, accanto a loro i giovani dell'associazione «Libera» arrivati appositamente dal campo di volontariato creato a Gergei in un terreno confiscato a una organizzazione criminale. Proprio ai ragazzi di «Libera» ha rivolto la sua omelia don Massimiliano, cappellano della Questura di Cagliari, sottolineando l'importanza del volontariato come missione e impegno. Agli stessi giovani Claudia Loi ha voluto parlare, raccontando la sua storia e quella di Emanuela, «una ragazza semplice che amava i bambini».   

La donna, che ha pianto mentre i ragazzi passavano davanti alla tomba di Emanuela per lasciare una rosa bianca, non ha nascosto la sua amarezza per le indagini sulla strage. «Ci sono ancora tante incertezze - ha detto - e ancora poca chiarezza in tutta la vicenda. Io sono una persona ottimista e mi aspetto che un giorno o l'altro qualche cosa si saprà». Una speranza che coltivano anche i volontari di «Libera». «Questi giovani sono testimoni della giustizia - ha sottolineato Gian Piero Farru referente di Libera Sardegna - vogliono la verità sulla strage che ancora dopo 22 anni non c'è. Oggi siamo qui per ricordare le vittime di quel terribile giorno».   

Alla manifestazione ha preso parte anche una rappresentanza della Questura di Cagliari e il sindaco di Sestu. Sempre per ricordare le vittime di via D'Amelio il Movimento Sociale Sardo Destra Regionale ha organizzato per questa sera alle 19 una fiaccolata che partirà proprio da piazza Flacone e Borsellino a Cagliari.

 
 
 
 
 
L'ANNIVERSARIO

Palermo ricorda Borsellino "Non vogliamo avvoltoi"

Mercoledì 16 Luglio 2014 - 14:18 

Il ricordo della strage di via D'Amelio. Non mancano le polemiche.

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PALERMO- Palermo si prepara a ricordare, 22 anni dopo quel 19 luglio, la strage di via D'Amelio, in cui furono uccisi il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina - con una serie di iniziative organizzate dal movimento delle Agende Rosse insieme al "Fatto Quotidiano" e al periodico "Antimafia Duemila". Si comincia domani alle 21, a Villa Savoia, a Monreale, con la manifestazione "XX Legami di memoria", con, tra gli altri, Rita Borsellino, Domenico Gozzo, Vittorio Teresi. Si prosegue l'indomani con il sit-in di Scorta Civica alle 18 davanti al Palazzo di Giustizia. Dalle 20.30 nell'atrio della facoltà di Giurisprudenza si terrà la conferenza "Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D'Amelio", con, tra gli altri, Salvatore Borsellino, fondatore del movimento Agende Rosse e fratello di Paolo, i sostituti procuratori di Palermo Antonino Di Matteo e Francesco Del Bene, di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l'ex pm Antonio Ingroia, Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella di Salvatore e Giuseppe Asta, uccisi nella strage di Pizzolungo.

Sabato in via D'Amelio, dalle 9.30 alle 13, le iniziative degli studenti. Dalle 15.30 si alterneranno gli interventi dei familiari vittime delle stragi. Alle 16 un flash mob e alle 16.58, ora dell'attentato, ci sarà un minuto di silenzio. Alle 21 sarà la volta dei dibattiti sul palco su "depistaggi e trattative" con Fabio Repici, legale dei familiari vittime di mafia, e "Romanzo Quirinale", con Marco Travaglio. Domenica 20 luglio le conclusioni con, alle 9, la salita al Castello Utveggio da via D'Amelio e, alle 18, all'ex fonderia reale, dibattito su "Commissione antimafia: parole o fatti?", con Giulia Sarti (M5S), Beppe Lumia (Pd), Claudio Fava (gruppo misto) e il deputato 5 stelle all'Ars Giorgio Ciaccio. A seguire la proiezione del Docufilm "Fuori la mafia..."

"Non vogliamo avvoltoi"
"Sono qui per lottare per la giustizia. Quei magistrati che stanno cercando la verità su via D'Amelio, una strage di Stato e non solo di mafia, oggi vengono ostacolati anche dai gradi più alti delle istituzioni, forse perché il processo sulla trattativa ha spezzato una congiura del silenzio della quale purtroppo è stata complice larga parte delle istituzioni". Lo ha detto il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, intervenendo a Palermo alla presentazione delle iniziative in programma per ricordare la strage di Via D'Amelio. "La seconda Repubblica - ha concluso - ha le fondamenta bagnate di sangue. Noi non disponiamo di grandi navi della legalità proprio perché non vogliamo una sfilata di avvoltoi e personaggi politici che non hanno il diritto di parlare di Paolo e di quella strage o di portare corone di fiori in via D'Amelio". 
"Con molta amarezza potrei dire che da quel 19 luglio non è cambiato niente ma non sono una pessimista a oltranza. Oggi c'è una consapevolezza che prima non c'era". Lo ha detto Rita Borsellino durante la presentazione delle iniziative in programma in occasione del 22esimo anniversario della strage di via D'Amelio, che cominceranno domani e si concluderanno sabato. "Paolo - ha proseguito - ha insegnato il rispetto delle istituzioni ma, senza generalizzare, non vogliamo in via D'Amelio quelle persone che, come diceva proprio Paolo, occupano abusivamente quelle istituzioni". "Ho avuto grandi momenti di stanchezza e scoraggiamento - ha aggiunto - ma quelli sono proprio i momenti in cui si stringono i denti e si va avanti. Paolo non ha mai mollato, farlo sarebbe tradire lui e la sua famiglia. La fiducia nella giustizia ci deve essere, poi io ho sempre distinto tra magistratura e magistrati".

(Fonte ANSA) 
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Ultima modifica: 16 Luglio ore 14:19
 
 
 
 

A 22 anni da via D'Amelio, il ricordo in città. Salvatore Borsellino abbraccia Ciancimino


PALERMO
 
Sabato 19 Luglio 2014 - 17:25 

Nel 22esimo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio Palermo ha ricordato il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Dibattiti e manifestazioni in città culminati con la consueta fiaccolata. Abbraccio fra Salvatore Borsellino e Massimo Ciancimino. Rosy Bindi contestata dalla Agende Rosse. VIDEO, Di Matteo: "Dobbiamo lavorare affinchè si faccia chiarezza".

 
 
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Salvatore Borsellino sul palco allestito in via D'Amelio (foto Sefy Aiello)

 

LA LUNGA DIRETTA DI LIVESICILIA DEL 19 LUGLIO


21:49 Con l'arrivo in via d'Amelio si è conclusa la fiaccolata in ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta.

21:31 Sono migliaia le persone che hanno partecipato alla Fiaccolata partita da Piazza Vittorio Veneto in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. In testa al corteo il tradizionale striscione "Paolo Vive" del coordinamento "Comunità '92". "Vogliamo simbolicamente colorare di tricolore la Fiaccolata - dice Davide Gentile portavoce del Forum XIX Luglio - perché Paolo Borsellino amava e serviva la patria ed il popolo italiano. Per essa è morto, prima ancora che per quelle istituzioni che gli voltarono le spalle". Molti giovani indossavano delle magliette che riportano lo storico motto del Fronte della Gioventù "Meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino", una risposta alla presenza del figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo alle commemorazioni di via D'Amelio.

21:25 "La contestazione di oggi al presidente della commissione antimafia Rosy Bindi e' stata sbagliata e incomprensibile. Se è giusto chiedere verità sulla trattativa stato mafia e auspicare che il processo in corso possa chiarire accaduto e eventuali responsabilità penali. Non è usando la commemorazione di Borsellino per dividere chi lotta quotidianamente contro la mafia che si aiuta la giustizia e la ricostruzione delle responsabilità politiche e penali. Il sacrificio di Borsellino e degli uomini della sua scorta non appartengono ad una parte ma a tutte le persone oneste di questo paese che solo unite possono sconfiggere le mafie." Lo dichiara il sen. Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione Antimafia.

21:09 "Non è vero ciò che tutti indistintamente affermano e falsamente rivendicano, sulla volontà di fare piena luce sulle stragi. La realtà è un'altra. Questo intendimento è rimasto patrimonio di pochi, spesso isolati e malvisti, servitori dello Stato". Lo ha detto il pm Nino Di Matteo intervenendo alle commemorazioni sulla strage di via D'Amelio. "Dal progredire delle nostre indagini - ha aggiunto - sappiamo che in molti anche all'interno delle istituzioni, sanno ma continuano a preferire il silenzio, certi che quel silenzio, quella vera e propria omertà di Stato, continuerà esattamente come è avvenuto fino ad ora, a pagare, con l'evoluzione di splendide carriere e posizioni di sempre maggior potere acquisite proprio per il merito di aver taciuto, quando non anche sullo squallido ricatto di chi sa e utilizza il suo sapere per piegare le Istituzioni alle proprie esigenze".

20:30 La fiaccolata è in corso di svolgimento, migliaia le presenze come ogni anno lungo via Libertà.

20:20 In Piazza Vittorio Veneto ci si prepara per la fiaccolata che percorrerà le vie principali della città fino a via D'Amelio.

19:06  "Sono venuta in Via D'Amelio per onorare il sacrificio di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, così come il 23 maggio ero a Palermo per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta che avevano perso la vita a Capaci". Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi oggi a Palermo per le commemorazioni organizzate in occasione dell'anniversario della strage di via D'Amelio. "Uomini e donne che hanno servito le istituzioni e lottato, con rigore e coraggio contro Cosa Nostra in difesa dello Stato democratico. - ha aggiunto - Una memoria dolorosa e viva che non deve dividere: Falcone e Borsellino sono di tutta l'Italia e solo dalla collaborazione di tutte le istituzioni sarà possibile accertare la verità sulla loro morte e fare giustizia".

18:45  Gli organizzatori della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino esprimono "sdegno per la presenza questa mattina in via D'Amelio di Massimo Ciancimino, accolto quasi come un eroe da alcuni manifestanti provenienti da altre regioni italiane". "Da palermitani proviamo profondo rammarico - dice Davide Gentile portavoce del Forum XIX Luglio - per la presenza di Massimo Ciancimino in via D'Amelio. Non solo la storia del padre ma anche quella sua personale è incompatibile con la memoria di Paolo Borsellino. La sacrosanta richiesta di giustizia non può trasformare Ciancimino in icona della legalità. Massimo Ciancimino - chiude - stia lontano dalla nostra manifestazione, per nessuno e soprattutto per lui sono ammesse passerelle il 19 luglio". La tradizionale Fiaccolata partirà alle 20:30 da Piazza Vittorio Veneto (Statua della libertà). Il corteo percorrerà via libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D'Amelio dove verrà deposto un tricolore e intonato l'inno nazionale. Prevista la partecipazione di giovani da tutta la Sicilia.

18:20  "Dedico questo premio ai magistrati onesti. Nel giorno dell'anniversario di Via D'Amelio mi sento di farlo. Solitamente non amo i premi, ma questo è un premio importante in una terra importante per me". Lo ha detto il cantautore romano Antonello Venditti al quale l'Ischia Global fest ha assegnato il William Walton Award in memoria del grande compositore inglese che scelse di vivere sull'isola campana. Venditti ha dichiarato di essere "da sempre molto legato a Ischia così come a Napoli". Ha poi parlato dei valori dell'amicizia e di un'Italia "che non deve più perdere tempo. Speriamo che si riesca a far uscire la cultura italiana fuori dalla melma, il fatto che nelle nostre scuole non si studi più la storia dell'arte è una ferita che non si rimargina. Eppure in Italia ci sono tanti geni, come il regista Paolo Sorrentino, con il quale andrei in capo al mondo, ed i geni servono proprio a risvegliarci, risvegliare le bellezze assopite. Speriamo in una Italia che non venga comprata e dove tutti facciano il loro dovere con semplicità" ha concluso Venditti che si è dichiarato cinefilo e che compare anche in un cameo de 'La grande bellezza'.

18:00  "Tanti episodi di minacce e avvertimenti sono la conferma che gli incivili mafiosi si agitano perchè non hanno consensi e non governano Palermo. Sono nervosi e hanno paura. Quando la mafia governava Palermo erano i cittadini ad avere paura ora è il contrario". Così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in via D'Amelio per il 22esimo anniversario dell'uccisione di Paolo Borsellino, ha commentato ai giornalisti l'episodio di intimidazione di cui è stato vittima ieri.

"Ricordare Paolo Borsellino e gli agenti della scorta al di là delle doverose commemorazioni serve ad interrogarci se facciamo fino in fondo la nostra parte e soprattutto cosa facciamo per evitare che la mafia possa tornare a governare Palermo. Oggi la mafia è una tessera mostruosa dentro il mosaico Palermo che rischia con la mafiosità diffusa e il clientelismo di tornare a governare". Lo ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando presente in via D'Amelio durante le manifestazioni per il 22esimo anniversario dell'uccisione del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta. "Oggi mi ha chiamato Rita Borsellino - ha aggiunto - ma sono venuto fra i cittadini e me ne torno fra loro".

17:30 "Voglio ringraziare quei cittadini che si pongono a scudo di tanti valori che furono propri anche del giudice Paolo Borsellino, contro i tanti che anche nella politica continuano a calpestare quei valori con l'arroganza dei prepotenti e degli impuniti". Lo ha detto il sostituto procuratore Nino Di Matteo, intervenuto sul palco di via D'Amelio in occasione delle manifestazioni di ricordo del 22/mo anniversario della strage. Di Matteo ha parlato anche di un "muro di gomma e di indifferenza istituzionale", e del "pericolo di un clima di delegittimazione che si nutre di silenzi colpevoli, ostacoli e tranelli disposti per arginare quell'ansia di verità rimasta patrimonio di pochi". "Noi magistrati - ha aggiunto Di Matteo - abbiamo il dovere etico e morale di cercare la verità anche se ci rendiamo conto che quel cammino costa lacrime e sangue, specie quando incrocia il labirinto del potere, ma occorre soprattutto rispettare la verità e non avere paura a declamarla anche quando ciò può sembrare sconveniente".

"Affermano il falso i tanti che per strumentale interesse ripetono che i processi celebrati a Caltanissetta hanno portato a un nulla di fatto: - ha spiegato - ignorano o fingono di ignorare che 22 persone sono state condannate per concorso in strage e che il movente non era esclusivamente legato a una vendetta mafiosa nei confronti del giudice. In molti anche all'interno delle istituzioni sanno ma continuano a preferire il silenzio,certi che quell'omertà continuerà a pagare magari con l'evoluzione di splendide carriere. Il cammino di liberazione dalla mafia è rimasto a metà del guado, mentre ai ladri e ai corrotti si assicura la sostanziale impunità". Di Matteo ha poi criticato la "riforma attuata sull'ordinamento giudiziario a quella in cantiere sulla responsabilità civile dei giudice". "Non si può assistere in silenzio a questi tentativi di ridurre la magistratura a vuota espressione formale, svuotando l'autonomia del pubblico ministero e trasformando il magistrato inquirente in un semplice burocrate", ha concluso.

17:15 "Quando sono arrivato in via D'Amelio il 19 luglio di 22 anni fa c'era l'inferno, cercavo mio fratello, avevo da poco saputo che quel giorno era in turno nella scorta del giudice Paolo, non ci aveva informati per ragioni di sicurezza. Era una persona solare, splendida". È il ricordo commosso di Luciano e Giusi Traina, fratelli dell'agente Claudio Traina ucciso nella strage di Via D'Amelio il 19 luglio di 22 anni fa. "Sono anche io un poliziotto - ha aggiunto Luciano - e vorrei ringraziare tutti quelli che ogni anno ricordano la strage e si battono per la verità". In via D'Amelio, nel giorno del 22/mo anniversario della strage in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta sono arrivati anche il presidente del tribunale di Palermo, Leonardo Agueci, Fabio Granata, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Poi il minuto di silenzio all'ora esatta della strage, le 16.58, in ricordo delle vittime.

17:05   "Ancora oggi, a 22 anni dalla strage di Via D'Amelio, le ombre che attorniano le vicende del sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino sono tante. É più che mai necessario per la Sicilia, che i poteri dello Stato accelerino senza tregua nella ricerca di quella verità che tutti noi siciliani aspettiamo. E' quanto lo Stato deve alle loro famiglie e a tutti i cittadini onesti". Lo dice il presidente della Commissione regionale Antimafia Nello Musumeci, che stamattina ha rappresentato l'Assemblea regionale siciliana a Palermo, alla caserma Lungaro, nella cerimonia in omaggio ai caduti della scorta del magistrato Paolo Borsellino.

17:00  "Chiediamo di istituire una sottocommissione specialistica sulla trattativa Stato mafia, non esiste un comitato per le stragi del '92-93, le sovrapposizioni tra mafia e Stato sono il vero problema di questo Paese. Una commissione antimafia senza il supporto di questa sottocommissione è vuota". È la richiesta fatta da Salvatore Borsellino, affiancato dalla sorella Rita, alla presidente della commissione antimafia Rosy Bindi arrivata in Via D'Amelio.

"Finora la posizione della commissione antimafia - ha risposto Rosy Bindi - è dipesa dalla preoccupazione di non volere interferire con i processi in corso a Caltanissetta e a Palermo, il che non vuol dire che ci sia disinteresse su questi fatti ma si tratta di un orientamento preciso per il rispetto dei rapporti tra le istituzioni". La Bindi ha poi risposto a chi le chiedeva conto di aver fatto accordi con Berlusconi "da parte mia mai fatti accordi con Berlusconi". "Del resto, - ha concluso Bindi - il primo atto della commissione dal suo insediamento è stato quello di venire a Palermo e di incontrare il giudice Di Matteo". L'incontro a tre si è concluso con una stretta di mano e il reciproco impegno di approfondire questi temi. In via D'Amelio sono poi arrivati i magistrati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita, Di Matteo ha salutato la Bindi ringraziandola per la sua presenza.

16:58 Si commemora un minuto di silenzio nel momento della strage di via D'Amelio.

16:45 In via D'Amelio arriva anche il magistrato Antonio Di Matteo.

16:30  All'arrivo della presidente della commissione antimafia Rosy Bindi in via D'Amelio c'è stata una breve contestazione. Prima un attivista le ha mostrato un opuscolo intitolato "Colle center" e un altro consigliere comunale del M5s di Pescara le ha detto: "La sua presenza serve a poco se fate gli accordi con Berlusconi". Quando Bindi è arrivata davanti all'Ulivo ai piedi dell'abitazione le agende rosse le hanno rivolto le spalle e alzato le agende rosse in mano.

16:12  Le parole del Presidente Napolitano che ci ricorda che non dobbiamo dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza sono, per il Silp-Cgil, il miglior modo per ricordare chi ha perso la vita 22 anni fa in Via D'Amelio. Si legge in una nota del sindacato. "Oltre a Paolo Borsellino - ricorda il segretario del Silp-Cgil Daniele Tissone- morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, (prima donna a far parte di una scorta e prima agente della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni". Si trattava di "servitori dello Stato - aggiunge - che, come tanti altri loro colleghi rischiano la vita ogni giorno per difendere le istituzioni, la democrazia e i cittadini". "Ricordarli oggi, insieme ai tanti che hanno pagato un pesante tributo in difesa dei valori che ispirano la nostra società - conclude Tissone - deve farci riflettere sullo straordinario contributo di migliaia di operatori che, nonostante i disagi e le condizioni di vita e lavoro quotidiane, assicurano al nostro Paese la sicurezza e la normale convivenza".

16:10 "Massimo Ciancimino è un uomo che cerca di uscire da un certo tipo di mondo, noi abbiamo avviato una raccolta fondi per coprire i costi della pubblicità delle manifestazioni in programma il 19 luglio e Massimo Ciancimino ha fatto una donazione 'semplice' per un importo che rientra nei 300 euro". A dirlo è Angelo Garavaglia, del direttivo nazionale delle Agende Rosse che, parlando con alcuni giornalisti, ha spiegato il rapporto che si è instaurato tra Ciancimino e il movimento. "In totale attraverso una piattaforma di fundraising sono stati raccolti 3000 euro in un mese che sono serviti per la cartellonistica a Palermo, - ha aggiunto - e altri mille circa sono arrivati da donazioni private per finanziare sponsorizzazioni a pagamento su Facebook, gli altri costi per l'organizzazione della giornata sono stati coperti da donazioni che arrivano durante tutto l'anno. La donazione più cospicua ammonta a 750 euro e viene da una persona che preferisce restare anonima". In totale gli iscritti al movimento delle agende rosse in Italia sono circa seimila, ma gli attivisti sono meno di 300.

15:38 A 22 anni dalla scomparsa di Paolo Borsellino l'Agenzia Nazionale per i Giovani ricorda l'insegnamento che il magistrato italiano ha lasciato ai giovani italiani esortandoli a seguire la strada del senso civico e del servizio allo Stato. "In qualità di ente pubblico abbiamo il dovere di sensibilizzare i cittadini, in particolare i giovani, sul significato di essere cittadini attivi, responsabili e impegnati civilmente e socialmente. Ricordare personaggi della caratura di Borsellino - dichiara Giacomo D'Arrigo, Direttore Generale dell'Agenzia Nazionale per i Giovani - è un atto dovuto nei confronti delle nuove generazioni affinché non vadano mai persi con il tempo esempi solidi da seguire".

15:36  La scuola "non dimentica Paolo Borsellino e la sua scorta, avanti con l'educazione alla legalità nelle classi". E' il tweet del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, nel giorno del 22/mo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio.

15:22 "La strage di via D'Amelio è una ferita ancora aperta che sanguina nel corpo vivo della nostra democrazia. Questa ferita può essere curata facendo verità e giustizia, non avendo paura di portare alla luce anche le più amare e terribili verità di quegli anni". Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione parlamentare Antimafia, ricordando il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992. "Chiedo al Parlamento - aggiunge - di organizzare una sessione dedicata ad approvare quei provvedimenti utili per far fare un salto di qualità alla lotta alle mafie. Mi riferisco, in particolare, all'aumento delle pene per tutti i reati di stampo mafioso, all'introduzione del reato di autoriciclaggio nel nostro ordinamento giuridico, ad un migliore riutilizzo a fini sociali e produttivi dei beni confiscati. Provvedimenti che potrebbero essere inseriti nel programma del semestre europeo per allargare così lo spazio giuridico antimafia e colpire le organizzazioni criminali su scala internazionale".

15:00 "Oltre a Paolo Borsellino, nell'attentato di via d'Amelio morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, servitori dello stato che, come tanti altri loro colleghi rischiano la vita ogni giorno per difendere le istituzioni, la democrazia e i cittadini". Lo sottolinea il segretario del Silp-Cgil Daniele Tissone. "Ricordarli oggi, insieme ai tanti che hanno pagato un pesante tributo in difesa dei valori che ispirano la nostra società - per Tissone - deve farci riflettere sullo straordinario contributo di migliaia di operatori che, nonostante i disagi e le condizioni di vita e lavoro quotidiane, assicurano al nostro Paese la sicurezza e la normale convivenza". "Alle tante donne e uomini in divisa - conclude il segretario del Silp - va pertanto riconosciuta dignità e rispetto che, a partire dal riconoscimento del proprio difficile compito, appaiono, oggi, ancora un obiettivo lontano nell'indifferenza di chi, a parole, ne riconosce i meriti ma non fa seguire i fatti con provvedimenti finalizzati a migliorarne le condizioni di vita e professionali".

14:45 ''Nel giorno del ventiduesimo anniversario dalla sua morte, ricordiamo il Giudice Paolo Borsellino'' che ha ''portato avanti la sua battaglia contro la mafia stragista'' consapevole ''del fatto che vi era in atto una trattativa voluta dallo Stato con la mafia'' per l'annullamento del bis. Lo scrive in una nota l'associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Il 41 bis è ''quel carcere duro, severo ma necessario che oggi si vuole con forza abolire per Bernardo Provenzano - aggiunge la nota - Paolo Borsellino ha tenuto testa a quanti nelle istituzioni hanno favorito Cosa nostra sia pure, in un primo momento, per fermare le stragi''.

13:27  "Il ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta, al di là delle doverose commemorazioni, interroga ciascuno di noi, interroga tutte le istituzioni sull'impegno quotidiano di contrasto a mafia e mafiosità, ricorda quanto sia necessario in sede giudiziaria, storica e politica fare verità e giustizia sulla ignobile trattativa Stato Mafia". Lo ha detto il sindaco Leoluca Orlando nel giorno dell'anniversario della strage di via D'Amelio.

13:17 "Il dolore causato dalla strage di Via D'Amelio non si attenua mai. Ricordare il giudice Borsellino significa non solo commemorare, ma anche impegnarsi concretamente per non vanificare il suo sacrificio, adottando tutti i provvedimenti idonei a contrastare la criminalità organizzata, ma anche in grado di sostenere il futuro dei giovani, attraverso azioni che creino occupazione e sviluppo e rendano la pubblica amministrazione impermeabile all'illecito senza penalizzare l'impresa". Lo afferma Francesco Cascio, coordinatore regionale del Ncd ricordando il giudice Paolo Borsellino, e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.

13:11 In 150 hanno colorato via D'Amelio con cartelloni, giochi e attività. Sono i giovani dai 6 ai 14 anni dei quartieri Zen, Cep, Borgo Nuovo e centro storico arrivati con i pullman messi a disposizione dalla Guardia di Finanza per ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta uccisi 22 anni fa in via D'Amelio. A promuovere l'iniziativa, come ogni anno, gli attivisti del Laboratorio Zen insieme. "Proviamo a trasmettere loro un messaggio di legalità - spiega Mariangela Di Gangi, presidente dell'associazione - specialmente in quei quartieri popolari dove spesso neanche la scuola riesce ad arrivare". In tanti hanno rivolto domande a Rita e Salvatore Borsellino su mafia, pizzo, criminalità. Tra le attività più partecipate in via D'Amelio il gioco del 'Cruciverba della legalità' e la lettura del fumetto sceneggiato da Luca Salici e intitolato 'Non è finito tutto' su Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia con l'affissione, alla presenza dell'autore, di alcune tavole lungo le inferriate che delimitano via D'Amelio. A sostenere le attività delle associazioni che durante tutto l'anno portano avanti campagne di sensibilizzazione sulla lotta alle mafie è la direzione generale dello Studente del Miur che ha curato un protocollo di intesa con il centro studi Borsellino che ogni anno bandisce un concorso esteso a tutte le scuole del territorio nazionale intitolato "Quel fresco profumo di libertà".

12:48 "Sono uno dei pochi che ha il coraggio di venire qui, sono io ad aver portato i responsabili di quella strage alla sbarra". Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, imprenditore condannato per riciclaggio e detenzione di esplosivo e indagato in diversi procedimenti penali, anche per concorso esterno alla mafia, che è arrivato in Via D'Amelio nel giorno della commemorazione della strage in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta. Giunto in bici, Ciancimino è stato salutato con un caloroso abbraccio da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e da alcuni attivisti delle agende rosse. "Mio figlio sta iniziando a capire tutto, è stato il motore delle mie decisioni, io ho due date fondamentali, le più importanti della mia vita - dice Ciancimino mostrando due tatuaggi sul braccio - una è la data della sua nascita, l'altra quella della strage di via D'Amelio che ho tatuato - per la prima volta vedo tremare i potenti dinanzi alle domande del giudice Di Matteo, mi sembra che questo castello di menzogne verrà meno anche se in quell'aula come imputati sono ancora in tanti a mancare". "Gli slogan contro mio padre nel 1992? - continua Ciancimino rispondendo alle domande dei giornalisti - erano giusti. Non sono mai stato orgoglioso di mio padre per quello che ha fatto, ho fatto la mia scelta perché mio figlio sia orgoglioso di me".

12:02 "Oggi noi ricordiamo un eroe laico della nostra società Paolo Borsellino. Questo sono gli eroi che noi vogliamo ricordare anche per il futuro". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Messina. ''Noi abbiamo seguito - ha aggiunto - la strada di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e il fatto che in una sede scientifica come l'Università di Messina si approfondisca il tema dei beni confiscati significa che qualcosa ha funzionato molto bene poiché la strategia d'insieme di sequestri e confische di patrimoni criminali ha avuto un tale successo da porre un problema di gestione. Se non ci fosse questo problema tutta la strategia avrebbe avuto poco successo''.

11:45 L'assistente di Polizia Eddie Walter Cosina, componente della scorta del giudice Paolo Borsellino ucciso in servizio a Palermo il 19 luglio 1992, è stato ricordato oggi con una cerimonia ufficiale a Muggia, la sua città. Il cappellano provinciale della Polizia di Stato, don Paolo Rakic, ha officiato una Santa Messa di suffragio nel duomo alla quale hanno partecipato i famigliari di Cosina, il prefetto Francesca Adelaide Garufi, il Questore Giuseppe Padulano, e una rappresentanza dell'Associazione Nazionale Polizia di Stato con il labaro. Al termine della cerimonia è stata deposta una corona d'alloro sulla tomba di Cosina nel cimitero di Muggia.

11:30  "Sono passati 22 anni dalla morte di mia sorella, 22 anni che aspettiamo di conoscere la verità, ma io sono fiduciosa, prima o poi arriverà". Sono le parole di Claudia Loi, sorella della poliziotta Emanuela Loi morta insieme agli altri componenti della scorta e al giudice Paolo Borsellino nella strage di via D'Amelio il 19 luglio del 1992. Claudia e il fratello Marcello erano presenti questa mattina a Sestu alla cerimonia di commemorazione delle vittima della strage, accanto a loro i giovani dell'associazione "Libera" arrivati appositamente dal campo di volontariato creato a Gergei in un terreno confiscato a una organizzazione criminale. Proprio ai ragazzi di "Libera" ha rivolto la sua omelia don Massimiliano, cappellano della Questura di Cagliari, sottolineando l'importanza del volontariato come missione e impegno. Agli stessi giovani Claudia Loi ha voluto parlare, raccontando la sua storia e quella di Emanuela, "una ragazza semplice che amava i bambini". La donna, che ha pianto mentre i ragazzi passavano davanti alla tomba di Emanuela per lasciare una rosa bianca, non ha nascosto la sua amarezza per le indagini sulla strage. "Ci sono ancora tante incertezze - ha detto - e ancora poca chiarezza in tutta la vicenda. Io sono una persona ottimista e mi aspetto che un giorno o l'altro qualche cosa si saprà". Una speranza che coltivano anche i volontari di "Libera".

"Questi giovani sono testimoni della giustizia - ha sottolineato Gian Piero Farru referente di Libera Sardegna - vogliono la verità sulla strage che ancora dopo 22 anni non c'è. Oggi siamo qui per ricordare le vittime di quel terribile giorno".  Alla manifestazione ha preso parte anche una rappresentanza della Questura di Cagliari e il sindaco di Sestu. Sempre per ricordare le vittime di via D'Amelio il Movimento Sociale Sardo Destra Regionale ha organizzato per questa sera alle 19 una fiaccolata che partirà proprio da piazza Flacone e Borsellino a Cagliari.

11:10 "Pensiamo che non sia opportuno che in via D'Amelio vengano le persone che hanno perso il diritto di ricordare Paolo, è una polemica che non ho voluto, ma qui deve venire chi sente il bisogno di farlo, anche se sono poche persone. Non ho mai attaccato le istituzioni, semmai sono le persone che talvolta occupano dei ruoli da cui dovrebbero essere allontanate". Lo ha detto Rita Borsellino, intervenendo in via D'Amelio dove sono iniziate le manifestazioni in ricordo della strage in cui furono uccisi 22 anni fa il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

11:00  A 22 anni dalla strage di via D'Amelio, la lotta contro la mafia registra "grandi passi avanti", dice il capo della Polizia Alessandro Pansa, a Palermo per commemorare le vittime dell'eccidio in cui morì il magistrato Paolo Borsellino. Alla domanda se tutta la verità è venuta fuori sulla stagione delle stragi, Pansa ha detto che "spetta alla magistratura il compito di andare fino in fondo per svelare eventuali altre verità".

10:55 "E' indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d'Amelio, in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino.

Nel messaggio, Napolitano rende "commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita". "Paolo Borsellino - prosegue il presidente della Repubblica - univa all'eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell'opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione".

"Con questo spirito - conclude Napolitano - e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani".

10:50 Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, uccisi nell’attentato di via D’Amelio ventidue anni fa. Una manifestazione giunta alla sua diciottesima edizione, la più partecipata tra le manifestazioni antimafia a Palermo, che anche quest’anno ha avuto l’adesione di oltre quaranta sigle: associazioni culturali e di volontariato, movimenti giovanili, sindacati, gruppi studenteschi. Prevista anche la presenza di numerose delegazioni dalle altre città siciliane. A patrocinare la manifestazione il Comune e l’Università degli Studi di Palermo. Come ogni anno parteciperà alla manifestazione Giorgia Meloni, Presidente nazionale di Fratelli d’Italia.

La Fiaccolata partirà alle ore 20:30 da piazza Vittoria Veneto, percorrerà via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove sarà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

10:45 "Il nostro Capo dello Stato deve andare a testimoniare al processo sulla trattativa a Palermo, deve venire a raccontare la verità di cui è custode". Lo ha detto l'ex pm Antonio Ingroia, intervenuto ieri a tarda sera, alla conferenza 'Un Paese senza verità' organizzato da Antimafia Duemila in occasione del 22/mo anniversario della strage di via D'Amelio in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

Ingroia ha contestato il presidente del Consiglio, Renzi "il rottamatore che non ha speso una parola in difesa dei magistrati condannati a morte da Riina" e ha criticato la mancanza di "un progetto legislativo a sostegno della magistratura, mentre c'è un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, non è questo - ha detto - quello che volevamo da questo parlamento. Sarebbe servita anche una Commissione sulle stragi seria che non avesse paura di approfondire la verità".

Poi l'ex magistrato è tornato a commentare il processo sulla trattativa Stato-mafia: "In quell'aula bunker le gabbie sono vuote perché i responsabili di quelle stragi sono all'esterno. Quei magistrati sono circondati da uno Stato colpevole che ha depistato per salvare solo se stesso. Non si potrà andare fino in fondo contro silenzi e omertà fino a quando non cambierà lo Stato, ma il cambiamento non potrà mai venire da questo Csm che si spartisce i posti in base al peso delle correnti. Un Csm così non farà mai procuratore aggiunto un Nino Di Matteo o un Francesco Del Bene, non lo farà fino a quando a presiederlo sarà un uomo come Giorgio Napolitano. Si può pensare che ci sia una questione personale con lui, so che per ingraziarselo si scrivono libri che giustificano la trattativa - ha aggiunto Ingroia riferendosi al saggio del giurista Fiandaca e dello storico Lupo - ma non è cosi, è una questione di democrazia. Certi uomini che hanno difeso la ragione di Stato hanno fatto molta carriera, come è accaduto a personaggi come Bruno Contrada o Mario Mori, uno condannato in via definitiva e l'altro imputato al processo trattativa e per la mancata cattura di Provenzano. Occorre dare una spallata al conformismo politico e giudiziario e all'opportunismo di carriera di alcuni professori, solo allora potremo dire di esserci meritati il sangue di Paolo Borsellino".

10:42  Il capo della polizia Alessandro Pansa ha commemorato a Palermo gli agenti di scorta vittime delle stragi di mafia. L'ha fatto nel giorno del 22/mo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio, deponendo una corona d'alloro davanti alla lapide posta nel Reparto Scorte della caserma Pietro Lungaro. Pansa parteciperà anche alla funzione religiosa che si terrà nella cappella della caserma. Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime, hanno partecipato autorità civili e militari.

10:30 "Noi familiari delle vittime di mafia siamo stanchi di verità parziali. Paolo Borsellino difendeva quello stesso Stato che forse non sta dicendo fino in fondo la verità. A quella parte di Stato dobbiamo chiedere più coraggio e coerenza. Basta con le connivenze". Lo ha detto Margherita Asta, che nella strage di Pizzolungo, il 2 aprile del 1985, perse la madre e i due fratelli di 6 anni in un attentato destinato al giudice Carlo Palermo.

La donna ieri a tarda sera ha parlato nell'atrio della facoltà di Giurisprudenza, a Palermo, durante una conferenza organizzata da Antimafia Duemila per ricordare la strage di via D'Amelio. "Trovo vergognoso - ha aggiunto - che questo Stato non si ricordi di un magistrato come Carlo Palermo e non so ancora perché a 10 anni sono stata costretta a vivere privata dell'affetto di mia madre. Eppure, nonostante il processo si sia aperto dopo 17 anni, ho fiducia nella magistratura".

"Inizialmente gli esecutori materiali individuati già nel 1987 furono condannati e poi assolti - ha continuato Margherita Astra - ma la cosa più vergognosa è che nell'altra sentenza di condanna che individuò Riina e Virga come mandanti delle stragi è scritto che non si comprendono le motivazioni della sentenza di assoluzione degli esecutori materiali, che a seguito della sentenza passata in giudicato non possono più essere condannati per questo reato. Noi familiari siamo stanchi di verità parziali".

Alla conferenza intitolata 'Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D'Amelio', erano presenti anche il sostituto procuratore a Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l'ex magistrato Antonio Ingroia, Salvatore Borsellino, il giudice argentino Juan Alberto Rambaldo e il sostituto procuratore di Palermo Francesco Del Bene.

"È questo - ha detto Del Bene riferendosi al processo sulla trattativa - il momento più alto in cui lo Stato deve processare sè stesso. O scopriamo ora la verità o sarà sempre più difficile".

"L'importanza del processo si evince dai nomi degli imputati che sono chiamati a rispondere di certi reati - ha continuato - e si dimostra anche della qualità dei testimoni che udienza dopo udienza vengono citati. Ci sono state delle barriere e sono venute dagli apparati dello Stato che per proteggere sé stessi e il potere gestito fino a quel momento hanno sollevato degli ostacoli. Sono apparati difficili da estirpare e che per legittimarsi si riciclano con forme diverse, perché il potere non vuole processare sé stesso".

La diretta della commemorazione per la strage di via D'Amelio a distanza di 22 anni.

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16 luglio 2014 - Aggiornato alle 16.20
Strage divia D'Amelio, i fratelli di Borsellino: "No alla sfilata degli avvoltoi"

Rita e Salvatore chiedono verità e giustizia sull'attentato in cui morì il magistrato. A Palermo tutto pronto per il ventiduesimo anniversario. Polemica con Maria Falcone, sorella di Giovanni, che ribatte: "Ognuno ha le sue idee. Io rispetto le itituzioni"

16 luglio 2014
 

La strage di via d'Amelio a Palermo "Da più di vent'anni non c'è verità e giustizia e i magistrati che la cercano, piuttosto di essere appoggiati, vengono ostacolati anche dai più alti gradi delle istituzioni. Noi saremo in via D'Amelio per impedire che persone non degne, avvoltoi, vengano a portare corone. Non faremo altra contestazione che sollevare in alto un'agenda rossa e girare le spalle così come abbiamo fatto gli altri anni". Lo ha detto Salvatore Borsellino, presentando a Palermo le manifestazioni per ricordare le vittime della strage del 19 luglio 1992. "Credo non si debba mai generalizzare - ha aggiunto Rita Borsellino -. Le istituzioni, lo diceva Paolo, sono sacre. Purtroppo molto spesso ci sono uomini che le occupano abusivamente, a loro diciamo di stare lontani da via D'Amelio".

Parole dalle quali prende le distanza la sorella di Giovanni Falcone, Maria: "Non ho nulla da ribattere a Salvatore Borsellino che non è nuovo a queste dichiarazioni, ognuno ha le sue idee. Io rispetto le istituzioni, a prescindere dai politici...". Una polemica scaturita dalle parole di Salvatore Borsellino: "Noi - ha detto il fratello del giudice ucciso - non disponiamo di grandi navi della legalità proprio perché non vogliamo una sfilata di avvoltoi e personaggi politici che non hanno il diritto di parlare di Paolo e di quella strage o di portare corone di fiori in via D'Amelio". Ogni anno, per il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, Maria Falcone organizza le navi della legalità facendo arrivare a Palermo migliaia di studenti e tanti politici e forze di polizia per ricordare il fratello Giovanni Falcone.

In questo clima Palermo si prepara a ricordare, 22 anni dopo quel 19 luglio, la strage di via D'Amelio, in cui furono uccisi il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina - con una serie di iniziative organizzate dal movimento delle Agende Rosse insieme al "Fatto Quotidiano" e al periodico "Antimafia Duemila".

Si comincia domani alle 21, a Villa Savoia, a Monreale, con la manifestazione "XX Legami di memoria", con, tra gli altri, Rita Borsellino, Domenico Gozzo, Vittorio Teresi. Si prosegue l'indomani con il sit-in di Scorta Civica alle 18 davanti al palazzo di giustizia. Dalle 20.30 nell'atrio della facoltà di Giurisprudenza si terrà la conferenza "Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D'Amelio". Parteciperanno, tra gli altri, Salvatore Borsellino, fondatore del movimento Agende Rosse e fratello di Paolo, i sostituti procuratori di Palermo Antonino Di Matteo e Francesco Del Bene, di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l'ex pm Antonio Ingroia, Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella di Salvatore e Giuseppe Asta, uccisi nella strage di Pizzolungo.

Sabato in via D'Amelio, dalle 9.30 alle 13, le iniziative degli studenti. Dalle 15.30 si alterneranno gli interventi dei familiari vittime delle stragi. Alle 16 un flash mob e alle 16.58, ora dell'attentato, ci sarà un minuto di silenzio. Alle 21 sarà la volta dei dibattiti sul palco su "depistaggi e trattative" con Fabio Repici, legale dei familiari vittime di mafia, e "Romanzo Quirinale", con Marco Travaglio. Domenica 20 luglio le conclusioni con, alle 9, la salita al Castello Utveggio da
 via D'Amelio e, alle 18, all'ex fonderia reale, dibattito su "Commissione antimafia: parole o fatti?", con Giulia Sarti (M5S), Beppe Lumia (Pd), Claudio Fava (gruppo misto) e il deputato 5 stelle all'Ars Giorgio Ciaccio. A seguire la proiezione del Docufilm "Fuori la mafia...".

 
 
 
 
Il lungo giorno di Paolo Borsellino: dibattiti, spettacoli e un concerto 

Il capo della polizia Alessandro Pansa deporrà una corona di fiori al reparto scorte della caserma Lungaro. Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso: "Da 22 anni aspettiamo verità e giustizia"

di GIORGIO RUTA

19 luglio 2014

 

Sit in di Scorta civica per l'anniversario della strage in cui morì Paolo Borsellino (foto di Igor Petyx)  Quando oggi l'orologio segnerà le 16 e 58, calerà il silenzio su via D'Amelio. Un minuto per ricordare Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.  "Da ventidue anni non c'è verità e giustizia e i magistrati che la cercano vengono ostacolati anche dai più alti gradi delle istituzioni - spiega il fratello del magistrato ucciso, Salvatore Borsellino - , noi saremo in via D'Amelio per impedire che persone non degne, avvoltoi, vengano a portare corone". Così, come ogni anno, non ci sarà nessun appuntamento ufficiale, nessun ministro nel luogo della strage. Angelino Alfano sarà all'università di Messina a ricordare l'anniversario. Invece, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, alle 9 e 15, deporrà una corona di fiori al Reparto scorte, nella caserma Lungaro.

Oggi sarà una lunga giornata in via D'Amelio, con il movimento delle Agende rosse. In mattinata, nel luogo dell'esplosione, ci sarà un momento dedicato ai bambini. Poi, alle 15 e 30, sul palco saliranno i familiari delle vittime di mafia. Dopo il minuto di silenzio, interverranno i magistrati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita. Si andrà avanti fino alla sera: previsti due spettacoli e una riflessione sulla trattativa Stato-mafia con Marco Travaglio, Rossella Guadagnini, Fabio Repici e Valentina Lodovini. Onoreranno l'anniversario anche i musicisti dell'Orchestra Sinfonica Siciliana che suoneranno, alle 21 e 30, in piazza Ruggero Settimo e le organizzazioni di destra che hanno organizzato una fiaccolata da piazza Vittorio Veneto fino a via D'Amelio.

Le commemorazioni sono iniziate ieri mattina. Nell'aula magna della Corte di Appello di Palermo, l'Associazione nazionale magistrati ha ricordato la strage con Manfredi Borsellino, figlio di Paolo. C'era anche il presidente nazionale dell'Anm, Rodolfo Sabelli: "Questi incontri dovrebbero essere un momento di riflessione seria e di assunzione di responsabilità. Una riflessione su quello che è accaduto per assumere degli impegni di responsabilità sul presente". Nella caserma Lungaro, invece, è stata depositata una corona di fiori davanti alla lapide che ricorda gli agenti della scorta uccisi il 19 luglio del '92.

Anche ieri sono state numerose le iniziative organizzate dalle Agende rosse. Alle 18, gli attivisti di Scorta civica hanno tenuto un sit-in davanti al Palazzo di Giustizia. Da lì un corteo di centinaia di persone ha sfilato fino alla facoltà di Giurisprudenza, dove si è tenuto un convengo, organizzato dalla rivista"Antimafia 2000". Gli appuntamenti dedicati a Borsellino si concluderanno domani con la salita al Castello Utveggio e con un convegno, alle 18, all'ex Fonderia Reale, a cui parteciperanno Giulia Sarti e Giorgio Ciaccio del M5S, Beppe Lumia del PD e Claudio Fava del gruppo misto. 

 
 
 
Salerno celebra Paolo Borsellino nel 22° anniversario della strage di via D’Amelio

Pubblicato il 20 luglio 2014.


tradizione e futuro_borsellino

Ancora una volta, grazie all’impegno dell’associazione Tradizione Futuro insieme con l’associazione Salerno Futurista, la città di Salerno ha rinnovato il ricordo del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta uccisi da Cosa nostra con la ormai tradizionale commemorazione. Dopo un breve corteo partito alle ore 16:45 dal Trincerone ferroviario (lato via dei Principati) per poi arrivare in piazza Falcone e Borsellino alleore 16:58, ossia l’ora esatta dell’attentato compiuto in via D’Amelio.

“Una manifestazione che ormai appartiene non solo a noi ma alla città intera – è quanto riporta una nota degli organizzatori – che si rinnova ogni anno nella memoria di un uomo che si è distinto per impegno, passione, abnegazione, rispetto delle Istituzioni. Una battaglia in favore della legalità che dobbiamo avere il coraggio di rinnovare ogni giorno, ognuno nel proprio cuore e col proprio, seppur piccolo, esempio.”

20 luglio 2014
 
 



GLI APPUNTAMENTI
 
Sabato 19 Luglio 2014 - 21:13 

Avvenimenti previsti per domenica 20 luglio in Sicilia.

Avvenimenti previsti per domenica 20 luglio in Sicilia:

1) PALERMO - Via Mariano d'Amelio, Ore 09:00 Nell'Ambito della commemorazione del 22/mo anniversario della Strage di via D'Amelio, un corteo si recherà al Castello Utveggio.

2) TRAPANI - lungomare Dante Alighieri, ore 11:30 Manifestazione aerea Fly For Peace 2014. L'Air Show vedrà la partecipazione di velivoli acrobatici civili e quelli militari dell'Aeronautica Militare che daranno vita a circa 3 ore di spettacolo in volo.

3) PALERMO - Teatro Brancaccio, Via San Ciro 15, ore 17:00 In occasione del XXI Anniversario della strage di via D'Amelio, l'Ass.ne Funima International delle Marche in collaborazione con il Centro di Accoglienza Padre Nostro, porta in scena lo spettacolo teatrale "l'Arte Uccide la Mafia". 


4) PALERMO - Ex Fonderia Reale (Piazza Fonderia), Ore 18:00 Nell'Ambito della commemorazione del 22/mo anniversario della Strage di via D'Amelio, convegno su "Commissione Antimafia: parole o fatti?". Seguirà dibattito con Giulia Sarti (M5S), Beppe Lumia (Pd), Claudio Fava (G. Misto), Giorgio Ciaccio (M5S - Ars) a seguire proiezione Docufilm "Fuori la mafia..." di Mauro Baldelli e Mirko Preatoni.

5) ERICE (TP) - teatro "Gemel Hamed", ore 18:30 Rappresentazione teatrale, dedicata a Galileo Galilei e ad Urbano VIII, "Il silenzio e lo sguardo" a cura della Compagnia teatrale "Lunae Dies", regia di Giovanni Barbera, testo di Eugenio De Martino.

6) NOTO (SR) - Piazza del Municipio, ore 21:30 Noto Premia l' Eccellenza, III edizione, ricevono il premio, Pivio & Aldo De Scalzi - vincitori quest'anno del David di Donatello, del Globo d'Oro e del Nastro d'Argento per le musiche del film "Song'e Napule" .

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultima modifica: 19 Luglio ore 21:24

 
 

PALERMO, 22 ANNI DOPO IN VIA D'AMELIO PER PAOLO BORSELLINO E TUTTE LE VITTIME DI MAFIA

 
SABATO 19 LUGLIO 2014 09:47
Palermo, 22 anni dopo in Via D'Amelio per Paolo Borsellino e tutte le vittime di mafia

Commemorazione 22° anniversario della strage di via D'amelio a Palermo. Sarà dedicato un minuto di religioso silenzio a tutte le vittime di mafia; alla manifestazione prenderanno parte civili e poliziotti, in segno di protesta e ricordo per una sana legalità e giustizia. 

19 Luglio 1992, ore 16.58, PalermoPaolo Borsellinoe gli agenti della scorta Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli ed Agostino Catalano vengono brutalmente fatti saltare in aria, per uccidere quelle giuste coscienze che soltanto con la violenza barbarica hanno creduto poter far tacere; ma gli stolti hanno solo impresso un grido di giustizia che insaziabile richiamerà ad alta voce, per sempre, la legalità delle memorie di questi eroi, di tutte le vittime di mafia e di una legalità che risale sempre più, sebbene sia un diritto, purtroppo come un'incessante necessità laddove quello che è giusto viene preferito a quello che conviene.

19 Luglio 2014, ore 16.58 a Palermo, sarà dedicato alle vittime di mafia, in via D'amelio, un minuto di silenzio dalle associazioni 100 x 100 in Movimento di Piacenza, Movimento Agende Rosse fondato da Salvatore Borsellino e SIAP, Sindacato Italiano Appartenenti Polizia Segreteria Provinciale Palermo. Si stringeranno tutti insieme attorno a quell'albero che simboleggia la libertà e la speranza ed oggi come allora una sola richiesta viene espressa: fuori la mafia dallo stato.

A seguire, per il programma della 22ª commemorazione della strage di via D'Amelio, l'intervento di Nino di Matteo, Giovanni Airò Farulla, Sebastiano Ardita e della poetessa Marilena Monti che reciterà "Giudice Paolo". Inoltre, in serata, verrà trattato il tema "Depistaggi e trattative" a cura di Rossella Guadagnini che intervisterà Fabio Replici, rappresentante legale familiari vittime di mafia.

Diffuso per l'occasione anche il video #VadoInViaDAmelioPerché.

Le manifestazioni permarranno fino a domani, 20 Luglio, con il convegno "Commissione Antimafia: parole o fatti?" che si terrà presso l'ex Fonderia Reale di Palermo.

Fonte foto: comunicato stampa

Giuseppina Adriana Macrì Di Bella

 


 
 

VENTIDUESIMO ANNIVERSARIO STRAGE DI VIA D’AMELIO

 

Palermo. Questa sera un centinaio di persone ha partecipato al sit-in del movimento delleAgende Rosse davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo, per ricordare il ventiduesimo anniversario della strage del 19 luglio 1992 in via D’Amelio, in cui vennero barbaramente ammazzati dalla mafia, il giudice Paolo Borsellino ed i membri della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.

Questi uomini vennero disintegrati in pochi istanti, ma il loro ricordo non potrà sparire nelle coscienze civili degli italiani onesti, desiderosi di lottare in difesa della legalità.

Dopo il sit-in si è formato un corteo diretto al Dipartimento di Giurisprudenza per la conferenza “Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D’Amelio”, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e fondatore delle Agende Rosse.

Nel corso della manifestazione i partecipanti, che indossavano magliette a sostegno di Agnese Borsellino, moglie di Paolo, hanno intonato cori a favore del magistrato Nino Di Matteo e contro il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tanti gli striscioni presenti in piazza Vittorio Emanuele Orlando, sui quali si leggeva: Napoli non lascia solo Di Matteo”, “Fuori la mafia dallo Stato”, “Via D’Amelio strage di Stato”.

Salvatore Borsellino, prendendo la parola ha detto:“Non mi piace parlare di quella strage come di un ricordo cristallizzato. Siamo qui per lottare per la verità e la giustizia, che attendiamo ancora dopo 22 anni. Non solo, ma chi tenta di arrivarci viene ostacolato in tutti i modi”.

Poi Borsellino è tornato a chiedere che si apra un processo sull’agenda che il fratello portava sempre con sé.

Sebastiano Di Mauro
18 luglio 2014

 
 
 

18 luglio 13:27 2014

Dopo il consueto striscione “Paolo Vive” sarà un lungo tricolore di 25 metri quest’anno ad aprire la Fiaccolata di domani sera a Palermo in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.

Nel 22° anniversario della strage di via D’Amelio le sigle che promuovono l’ormai tradizionale manifestazione – “Comunità ‘92” (coordinamento che unisce le varie anime della destra siciliana) e “Forum XIX Luglio” (cartello che raggruppa oltre quaranta tra associazioni e movimenti) – hanno voluto caratterizzare l’edizione 2014 della Fiaccolata “tingendola” con i colori nazionali.

«Non è stata una scelta casuale – dichiara Davide Gentile portavoce del Forum XIX Luglio – in quanto vogliamo rendere omaggio al Paolo Borsellino vero, non quello costruito a tavolino da quanti vogliono strumentalizzarlo politicamente. Come racconta la stessa signora Agnese, nel suo libro, Paolo Borsellino amava profondamente l’Italia. Il suo è stato un patriottismo moderno ma anche ribelle. Una ribellione sia da giovane che da magistrato. Si ribellò al potere mafioso che permeava ogni ambito della società, persino le istituzioni».

I promotori della Fiaccolata scenderanno in piazza anche per chiedere giustizia e verità sulla strage di via D’Amelio sulla quale ci sono ancora molte ombre.

«Siamo convinti, pur aspettando le sentenze dei processi, che pezzi dello Stato voltarono le spalle a Borsellino. Tuttavia il suo sacrificio non è stato vano perché Borsellino è morto prima di tutto per la patria e gli italiani. Le carte costituzionali e le istituzioni, di cui Borsellino era fedele servitore, vengono dopo la patria che preesiste a queste forme umane. Patria come entità spirituale e materiale, nazione e popolo da amare e servire. Questo è il testimone che ci ha lasciato Borsellino».

La Fiaccolata partirà domani alle ore 20:30 da Piazza Vittorio Veneto (Statua della libertà). Il corteo percorrerà via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove verrà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

Prevista la partecipazione di giovani da tutta la Sicilia.

 
 
   
 
 
 
Ad oltre 20 anni di distanza dal giorno in cui Cosa Nostra uccise il giudice Paolo Borsellino, ad appena poche settimane di distanza dall’omicidio dell’amico e collega Giovanni Falcone, la strage di Via d’Amelio è ancora avvolta dal mistero. Depistaggi, pentiti taroccati, investigatori infedeli, servizi segreti hanno infatti inquinato la scena del delitto e, negli anni, i vari processi che si sono susseguiti. In attesa e nella speranza di arrivare a far luce su una delle pagine più buie della storia recente del nostro Paese, l’Italia ricorda il giudice assassinato con una serie di iniziative.

Napolitano: opporsi all'acquiescenza con la mafia - "E' indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza", scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d'Amelio, in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino. "Alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l'auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all'intero Paese", ha scritto ancora.

Bindi: Falcone e Borsellino appartengono a tutti - Rosi Bindi, presidente della Commissione antimafia, ha detto di essere "venuta in Via D'Amelio per onorare il sacrificio di Paolo Borsellino" e degli agenti della scorta, ha detto nominandoli uno per uno. E ha aggiunto - mentre è stata contestata dalle Agende rosse - che Falcone e Borsellino sono "una memoria dolorosa e viva che non deve dividere: sono di tutta l'Italia e solo dalla collaborazione di tutte le istituzioni sarà possibile accertare la verità sulla loro morte e fare giustizia". 

Salvatore Borsellino: una commissione d'inchiesta sulla Trattativa Stato-mafia - "Chiediamo di istituire una sottocommissione specialistica sulla trattativa Stato mafia, non esiste un comitato per le stragi del '92-93, le sovrapposizioni tra mafia e Stato sono il vero problema di questo Paese. Una commissione antimafia senza il supporto di questa sottocommissione è vuota". È la richiesta fatta da Salvatore Borsellino, affiancato dalla sorella Rita, alla presidente della commissione antimafia Rosy Bindi arrivata in Via D'Amelio.

Pansa e Alfano a Palermo - Il capo della Polizia di Stato, Alessandro Pansa, sarà oggi a Palermo, per commemorare Borsellino e gli uomini della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Pansa deporrà una corona di fiori al Reparto scorte della questura, che si trova all'interno della caserma Pietro Lungaro. E a Palermo sarà anche il ministro dell’interno Angelino Alfano che, in mattinata, interverrà all’università in un’altra cerimonia di ricordo del magistrato ucciso dalla mafia. In via D'Amelio alle 16 e 58 ci sarà un minuto di silenzio. Iniziative sono previste a Palermo per tutto il giorno. 

La strage - La strage Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via d'Amelio, dove viveva sua madre. Lì, una Fiat 126 imbottita di tritolo, che era parcheggiata sotto l'abitazione della madre del giudice, esplose al passaggio del magistrato uccidendo, oltre Borsellino, anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.

I funerali - Cinque giorni dopo, il 24 luglio, circa diecimila persone parteciparono ai funerali privati di Borsellino (i familiari rifiutarono il rito di Stato; la moglie Agnese Borsellino accusava il governo di non aver saputo proteggere il marito, e volle una cerimonia privata senza la presenza dei politici), celebrati nella chiesa di Santa Maria Luisa di Marillac, disadorna e periferica, dove il giudice era solito sentir messa, quando poteva, nelle domeniche di festa. L'orazione funebre fu pronnunciata da Antonino Caponnetto, il vecchio giudice che diresse l'ufficio di Falcone e Borsellino: "Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi".

Borsellino sapeva - Pochi giorni prima di essere ucciso, durante un incontro organizzato dalla rivista MicroMega, così come in un'intervista televisiva, Borsellino aveva parlato della sua condizione di "condannato a morte". Sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra e sapeva che difficilmente la mafia si lascia scappare le sue vittime designate. Antonino Caponnetto, che subito dopo la strage aveva detto, sconfortato, "Non c'è più speranza...", intervistato anni dopo da Gianni Minà ricordò che "Paolo aveva chiesto alla questura – già venti giorni prima dell'attentato – di disporre la rimozione dei veicoli nella zona antistante l'abitazione della madre. Ma la domanda era rimasta inevasa. Ancora oggi aspetto di sapere chi fosse il funzionario responsabile della sicurezza di Paolo, se si sia proceduto disciplinarmente nei suoi confronti e con quali conseguenze".

19 luglio 2014

Redazione Tiscali
 
 
 
 
 
Libera Biella ha ricordato la strage in cui morirono Paolo Borsellino e la sua scorta

Sabato scorso Libera Biella ha ricordato il 22° anniversario della strage di via D'Amelio. Con il Giudice Paolo Borsellino, morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Libera Biella, facendo propria una frase sulla mafia che Borsellino pronunciò durante un'assemblea studentesca: "Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene" da cinque anni commemora questa data. A differenza degli anniversari precedenti, dove sono sempre stati promossi a Biella momenti pubblici, questa volta il Presidio di Libera "Springer Azoti" ha deciso di dedicare una giornata intera alla formazione e alla discussione interna nella gradevole cornice di Villa Berlanghino a Cossato.

Il tema principale della giornata di lavoro ha riguardato la presenza delle mafie in Piemonte, soprattutto alla luce delle ultime vicende che riguardano la nostra Provincia.

"Il sequestro preventivo, nella zona di Vallemosso, di beni del valore di circa 700.000 euro, riconducibili a due fratelli indagati per associazione mafiosa - spiega Domenico Cipolat -, conferma, anche per la nostra Provincia, quanto emerso dall'operazione Minotauro del 2011 e dagli esiti dei processi a questa collegati: la 'ndrangheta è presente in tutto il territorio piemontese".

In più di un'occasione Libera Biella aveva sottolineato che il Biellese non poteva ritenersi immune dal rischio di "interessamento" da parte della criminalità organizzata, esortando alla conoscenza del fenomeno e quindi alla vigilanza, primi elementi fondamentali per prevenirlo.

"Essersi cullati nel sogno di un territorio "'isola felice" - continua Cipolat - ha causato, di fronte ad un'operazione di così largo raggio e portata, un brusco risveglio, trovando impreparato il territorio ed il tessuto sociale nell'affrontare e contrastare la penetrazione mafiosa: la criminalità è organizzata, la società civile no. L'essere Biella una Provincia "periferica" e "tranquilla" sono proprio le prerogative che la mafia ricerca per investire e ripulire i propri proventi illegali".

La formazione continua, l'informazione puntuale e documentata su una piaga che il nostro Paese non è ancora stato in grado, o non ha voluto, sanare, continuano ad essere, oggi ancor di più, elementi basilari di quell'impegno che Libera da vent'anni porta avanti per creare una società formata da cittadini veramente responsabili.

 


 

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/
Palermo
 / Cronaca

«Ecco Perché In Via DAmelio ho Abbracciato Ciancimino Jr»
L’INTERVISTA A SALVATORE BORSELLINO
ph.Ansa
 Ingegnere Salvatore Borsellino, l’accoglienza che lei ha riservato a Massimo Ciancimino in via D’Amelio, il 19 luglio, giorno dell’anniversario della strage di suo fratello Paolo, ha provocato polemiche... «Ho accettato la richiesta di Massimo Ciancimino di venire in via D’Amelio con il figlio Vito Andrea, e l’ho abbracciato, per la decisione coraggiosa che ha preso: Massimo avrebbe potuto godersi i soldi, che può avergli lasciato il padre Vito, e invece ha fatto una scelta precisa dicendo ciò di cui era a conoscenza al processo sulla trattativa Stato-mafia. Ho abbracciato il Massimo Ciancimino-uomo in segno di solidarietà per le conseguenze che sta subendo, senza tirarsi indietro anche davanti alla prospettiva di doversi forzatamente allontanare dal figlio. Quel figlio che, da quanto mi ha detto, è il motivo principale della sua scelta. Massimo Ciancimino mi ha detto che ha deciso di collaborare con la Giustizia perché suo figlio non debba in futuro vergognarsi del cognome che porta…».

Ciancimino junior, però, ha anche una condanna per riciclaggio dei soldi del padre mafioso; è imputato per calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia, Gianni De Gennaro (l’accusa è di aver manipolato alcuni documenti prodotti in Procura a Palermo proprio nel processo sulla Trattativa) ed è indagato per un affare legato ad una discarica di rifiuti in Romania... È il Ciancimino dalle due facce quello che le rimproverano di aver abbracciato in via D’Amelio... 
«Per il Ciancimino-imputato aspetto quello che deciderà la magistratura, dato che ancora non ci sono sentenze sull’accusa a De Gennaro né sulla storia della discarica in Romania: non posso condannare un uomo prima che lo faccia la magistratura. Si chiede di essere garantisti nei confronti di personaggi che hanno un passato e un presente più torbido di quello di Massimo Ciancimino e non si può essere garantisti con lui? Io rispetto le scelte di Ciancimino-uomo. Per il Ciancimino-imputato aspetto il giudizio della magistratura».

E per il Ciancimino condannato per riciclaggio dei soldi del padre?
«Si tratta di una condanna ancora non definitiva e per quanto mi riguarda non sposta i termini della questione. Condannerò Ciancimino riciclatore quando e se questo reato verrà definitivamente accertato dalla Giustizia».

E se dovessero condannarlo per aver manipolato i documenti che tirano in ballo De Gennaro? O si dimostrasse che la sua collaborazione non è stata totale?
«Io al momento, lo ripeto, continuo a rispettare la scelta di Ciancimino-uomo che tramite la sua collaborazione ha permesso di dare inizio al processo di Palermo che altrimenti non si sarebbe mai celebrato. Per me sono più spregevoli coloro i quali per venti anni sono stati in silenzio sulla trattativa Stato-mafia benché ne fossero a conoscenza: una trattativa che ha portato alla morte mio fratello Paolo e i cinque poliziotti della scorta e ha provocato altre stragi in Italia. E, per rispondere alla domanda: il caso di condanna eventuale riguarderà Massimo Ciancimino e la giustizia italiana».

Altra critica: gli aderenti alle Agende Rosse hanno girato le spalle all’arrivo della presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, che pure era con il pm Nino Di Matteo.
«Noi, anche quest’anno, abbiamo protestato civilmente pure se apprezziamo il coraggio di quelle istituzioni che si presentano in via D’Amelio, dato che è raro che le istituzioni lo facciano. Adottiamo da anni una contestazione silenziosa, alziamo l’Agenda rossa e giriamo le spalle, perché dalle istituzioni aspettiamo giustizia e verità e non solo omaggi fini a se stessi a Paolo Borsellino e ai poliziotti uccisi. La nostra contestazione ha una doppia valenza, nei confronti dell’istituzione dalla quale ci aspettiamo Giustizia e Verità e non sterili omaggi, e nei confronti della persona che rappresenta quell’Istituzione quando riteniamo che non la rappresenti in maniera adeguata».

Lei, insieme a sua sorella Rita sabato però ha avvicinato la Bindi... 
«Io sono andato a chiedere alla Bindi, guardandola negli occhi, che l’ Antimafia istituisca un comitato per arrivare a una verità sulle stragi. La sua risposta è stata: “Non si voleva interferire con i processi in corso...”. Ma siccome, dico io, le interferenze ci sono già state, allora le ho chiesto di andare avanti come Commissione Antimafia. Tra l’altro, domenica sera, durante un convegno organizzato dalle Agende Rosse a Palermo, hanno auspicato questa soluzione tre componenti della commissione Antimafia: Claudio Fava, Giulia Sarti e Giuseppe Lumia, Seppure con la precisazione, da parte del vicepresidente Fava, che non di un comitato dovrebbe trattarsi ma del plenum della Commissione Antimafia. Ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti».

Ingegnere Borsellino, tante critiche anche per il contribuito economico che Massimo Ciancimino ha dato alle Agende Rosse.
«Noi non accettiamo né sollecitiamo aiuti da partiti o istituzioni. Abbiamo aperto una sottoscrizione pubblica per coprire le spese necessarie per le manifestazioni per l’anniversario della strage di via D’Amelio. Massimo Ciancimino ha fatto una donazione, peraltro anonima, di cento euro. Solo dall’esame delle distinte bancarie abbiamo capito trattarsi di lui e lo abbiamo noi stessi dichiarato, forse sbagliando dato che l’anonimato doveva essere garantito. Dire che noi ci facciamo finanziare dalla mafia è vergognoso e passibile di azioni giudiziarie. Non ci risulta che Massimo Ciancimino sia mai stato condannato per associazione mafiosa».

22 luglio 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Umberto Lucentini
 
 
 
 
A 22 ANNI DALLA STRAGE DI VIA D’AMELIO

Pm Di Matteo attacca il premier: «Fa accordi con un condannato»

Il pm antimafia in occasione della commemorazione della strage di via D’Amelio si scontra con Giorgio Napolitano: «Tentativo di trasformare un pm in un burocrate»

di Redazione online
 

«Non si può assistere in silenzio al tentativo di trasformare il pm in un burocrate sottoposto alla volontà del proprio capo». Il giorno della memoria diventa il giorno dello scontro. Con il pm Nino Di Matteo, mente storica dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, che tuona contro il presidente della Repubblica, accusato di condizionare il Csm, e contro Renzi, reo di fare le riforme con un politico condannato.

 
Repliche dei politici

Alle durissime parole pronunciate dal magistrato dal palco allestito in via D’Amelio, dove il 19 luglio di 22 anni fa un’autobomba fece saltare aria il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, arrivano a stretto giro le repliche di tutto il centrodestra. Con Luca d’Alessandro (FI) che definisce il pm palermitano «esempio della parte peggiore della magistratura, che approfitta di ogni occasione per svolgere un ruolo politico», e Fabrizio Cicchitto (Ncd) che definisce Di Matteo «un mediocre imitatore di Ingroia. È inquietante che un tipo del genere abbia per le mani indagini delicatissime e ovviamente uno dei suoi scopi è quello di andare addosso al Presidente della Repubblica». Secco anche Andrea Mazziotti, di Scelta Civica, che invita il pm a indagare «seriamente e in silenzio».

 
Via D'Amelio: il pm Di Matteo attacca Renzi

Video: http://www.corriere.it/cronache/14_luglio_19/pm-matteo-attacca-premier-fa-accordi-un-condannato-cd66b3ae-0f7e-11e4-a021-a738f627e91c.shtml

 
Il discorso dal palco: attacca Renzi e Napolitano

Reazioni pesanti, quelle dei politici, che seguono al durissimo discorso di Di Matteo. «Non si può ricordare Paolo Borsellino - ha detto dal palco - ed assistere in silenzio ai tanti tentativi in atto - dalla riforma già attuata dell’Ordinamento Giudiziario a quelle in cantiere sulla responsabilità civile dei giudici, alla gerarchizzazione delle Procure anche attraverso sempre più numerose e discutibili prese di posizione del Csm - finalizzate a ridurre l’indipendenza della magistratura a vuota enunciazione formale con lo scopo di comprimere ed annullare l’autonomia del singolo Pubblico Ministero». Poi il riferimento al capo dello Stato. «Non si può assistere in silenzio - dice - all’ormai evidente tentativo di trasformare il pm in un semplice burocrate inesorabilmente sottoposto alla volontà, quando non anche all’arbitrio, del proprio capo; di quei dirigenti degli uffici sempre più spesso nominati da un Csm che rischia di essere schiacciato e condizionato nelle sue scelte di autogoverno dalle pretese correntizie e politiche e da indicazioni sempre più stringenti del suo Presidente». E ancora la bacchettata al premier Renzi, accusato di essersi seduto al tavolo delle riforme con Berlusconi. «Oggi un esponente politico, dopo essere stato definitivamente condannato per gravi reati, discute - ha detto il pm - con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella Costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all’ultimo suo respiro».

 
Il ricordo delle stragi

Nel discorso di Di Matteo non sono mancati i riferimenti alla verità ancora da accertare sulle stragi. Concetto su cui era intervenuto, nel ricordare Borsellino, anche Giorgio Napolitano che in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino ha auspicato «che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all’intero Paese». «È indispensabile - ha quindi aggiunto il capo dello Stato - non dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza».

 
L’abbraccio

Via D’Amelio, poco prima che Di Matteo intervenisse, è stata anche teatro di un abbraccio. L’abbraccio ostentato, che ha stretto Massimo Ciancimino, imputato di mafia e figlio di un mafioso di rango, e Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato. Due persone con storie distanti anni luce che si ritrovano vicine da quando Ciancimino jr ha cominciato a raccontare i segreti del padre, don Vito, le sue relazioni con pezzi delle istituzioni e delle forze dell’ordine e il suo ruolo nella cosiddetta trattativa Stato-mafia. «Sono uno dei pochi che ha il coraggio di venire qui», ha detto il testimone-imputato mostrando il braccio con tatuata la data del 19 luglio 1992, quando alle 16:58 un’autobomba imbottita di tritolo uccise Borsellino e gli agenti della sua scorta. E la presenza del figlio di don Vito non imbarazza neppure gli esponenti del movimento «Agende Rosse» che - rivelano senza esitazione - da Ciancimino jr hanno anche avuto una donazione in denaro. Meno indulgente l’atteggiamento dell’organizzazione verso gli esponenti delle istituzioni invitati anche quest’anno a disertare le cerimonie. Un invito che deve avere dissuaso molti a partecipare visto che solo la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi si è presentata in via D’Amelio (il capo della polizia Pansa aveva ricordato le vittime deponendo una corona alla caserma Lungaro). Quelli delle «Agende Rosse» le hanno voltato le spalle alzando il diario scomparso di Borsellino divenuto loro simbolo ed emblema di una verità negata sulle stragi. (di Lara Sirignano/Ansa)

19 luglio 2014 | 22:16
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Fratelli Borsellino: «Alla commemorazione non vogliamo avvoltoi e abusivi delle istituzioni»

Parole dure da Rita e Salvatore: lo scorso anno le Agende Rosse voltarono le spalle ai politici presenti al ricordo della strage del 19 luglio
 

PALERMO – «Sono qui per lottare per la giustizia. Quei magistrati che stanno cercando la verità su via D'Amelio, una strage di Stato e non solo di mafia, oggi vengono ostacolati anche dai gradi più alti delle istituzioni, forse perché il processo sulla trattativa ha spezzato una congiura del silenzio della quale purtroppo è stata complice larga parte delle istituzioni». Così il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, intervenendo a Palermo alla presentazione delle iniziative in programma per ricordare la strage di Via D'Amelio. «La seconda Repubblica - ha detto ancora- ha le fondamenta bagnate di sangue. Noi non disponiamo di grandi navi della legalità proprio perché non vogliamo una sfilata di avvoltoi e personaggi politici che non hanno il diritto di parlare di Paolo e di quella strage o di portare corone di fiori in via D'Amelio».

GIUSTIZIA
 - Sulla stessa linea Rita Borsellino. «Con molta amarezza potrei dire che da quel 19 luglio non è cambiato niente – dice - ma non sono una pessimista a oltranza. Oggi c'è una consapevolezza che prima non c'era». «Paolo - ha proseguito - ha insegnato il rispetto delle istituzioni ma, senza generalizzare, non vogliamo in via D'Amelio quelle persone che, come diceva Paolo, occupano abusivamente quelle istituzioni». «Ho avuto grandi momenti di stanchezza e scoraggiamento – ha aggiunto - ma quelli sono proprio i momenti in cui si stringono i denti e si va avanti. Paolo non ha mai mollato, farlo sarebbe tradire lui e la sua famiglia. La fiducia nella giustizia ci deve essere, poi io ho sempre distinto tra magistratura e magistrati». 

LO SCORSO ANNO -
 Durante le iniziative di commemorazione dello scorso anno un gruppo di esponenti del Movimento Agende Rosse, animato da Salvatore Borsellino, voltò le spalle al presidente del Senato Piero Grasso, al presidente della Regione Rosario Crocetta e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando come gesto simbolico per contestare le «verità negate».


16 luglio 2014

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LE ULTIME NOTIZIE

Mafia: Grasso, a 22 anni da via D'Amelio abbiamo fame e sete di giustizia

Roma, 19 lug. (Adnkronos) - "Quando penso a Paolo Borsellino la mia mente si perde in un caleidoscopio di emozioni, pensieri, ricordi, frammenti di vita vissuti assieme: i suoi consigli, il sostegno umano e professionale, la sua brillante intelligenza, quel sorriso in grado di sciogliere la tensione dei momenti più difficili. Paolo era una persona semplice, ironica, estroversa: ricordo le sue fughe dalla scorta, l'aspirazione di vivere una vita normale, di poter fare quello che tutti quanti fanno, in quei pochi attimi di libertà e di evasione dalla vita blindata cui era costretto. Amava le cose semplici, era animato da una passione viscerale per il proprio lavoro e da un insopprimibile desiderio di giustizia". E quanto scrive il presidente del Senato Pietro Grasso sul suo profilo Facebook, nel 22° anniversario della strage di via d'Amelio. "Credeva nei giovani, sentiva l'approvazione dei siciliani e questo -prosegue Grasso- gli dava la forza di andare avanti, sempre, a qualunque costo. Quando Giovanni Falcone fu ucciso dalla mafia si assunse la responsabilità di raccoglierne la pensante e pericolosa eredità professionale. Paolo era consapevole di ciò che gli sarebbe accaduto ma non ebbe mai paura e andò avanti, con tutto se stesso. Non era segno di incoscienza ma l'accettazione del pericolo connaturato al lavoro che svolgeva: questa la sua più grande lezione. Sono passati 22 anni da quel maledetto pomeriggio in cui fu ucciso insieme a Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, i 'generosissimi ragazzi della scorta', come era solito chiamarli". "Il mio pensiero -continua il presidente del Senato- va a tutti loro e ad Agnese, che ci ha lasciato poco più di un anno fa e che non ha mai smesso di lottare per la verità. Ancora oggi abbiamo fame e sete di giustizia su quegli eccidi e su tutti i misteri non svelati. A dispetto del tempo che passa il ricordo di Paolo rimane uno dei miei approdi sicuri, non soltanto nel giorno della ricorrenza del suo estremo sacrificio. Il suo esempio -conclude- mi aiuta a resistere nei momenti critici, quando sembra di dover ricominciare tutto daccapo, dopo che hai invano dato tutto te stesso per raggiungere l'obiettivo in cui credi".

(19 luglio 2014 ore 10.16)

 
 
 
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Attentato di via D'Amelio, ferita da curare con verità e giustizia

pubblicato il 19 luglio 2014
 

''La strage di via D'Amelio è una ferita ancora aperta, che sanguina nel corpo vivo della nostra democrazia. Questa ferita può essere curata facendo verità e giustizia, non avendo paura di portare alla luce anche le più amare e terribili verità di quegli anni''. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, ricordando il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta Emanuela LoiAgostino CatalanoWalter Cosina,Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992. 

''Chiedo al Parlamento - aggiunge - di organizzare una sessione dedicata al fine di approvare quei provvedimenti utili per far fare un salto di qualità alla lotta alle mafie. Mi riferisco, in particolare, all'aumento delle pene per tutti i reati di stampo mafioso, all'introduzione del reato di autoriciclaggio nel nostro ordinamento giuridico, ad un migliore riutilizzo a fini sociali e produttivi dei beni confiscati ecc. Provvedimenti che potrebbero essere inseriti nel programma del semestre europeo per allargare così lo spazio giuridico antimafia e colpire le organizzazioni criminali su scala internazionale''. ''E' questo - conclude l'esponente del Pd - il modo migliore per commemorare chi ha perso la vita nella lotta alle mafie''.

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La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Pina Picierno, responsabile Legalità della segreteria del PD ha voluto ricordare le parole di Paolo Borsellino, "noi qui si continua a cercarla con un sacco si ostinazione, quella bellezza - ha commentato su Facebook Picierno - . Ci capita di arrabbiarci per troppe cose che non vanno come vorremmo, qualche volta di avere paura, altre di chiederci se siamo degni dei tuoi insegnamenti. Ci capita spesso di pensarti, insomma, e ogni volta di maledire il 19 luglio di 22 anni fa".

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Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d'Amelio, ha inviato al figlio di Paolo Borsellino, Manfredi Borsellino, un messaggio nel quale rende "commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita". 

"Paolo Borsellino - scrive il Presidente Napolitano - univa all'eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell'opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione. 

E' pertanto indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza. 

Come ho ricordato in occasione dell'anniversario della strage di Capaci - ha aggiunto il Capo dello Stato - alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l'auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all'intero Paese. Con questo spirito - conclude Napolitano nel messaggio a Manfredi Borsellino - e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani".

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"Quando penso a Paolo Borsellino la mia mente si perde in un caleidoscopio di emozioni, pensieri, ricordi, frammenti di vita vissuti assieme: i suoi consigli, il sostegno umano e professionale, la sua brillante intelligenza, quel sorriso in grado di sciogliere la tensione dei momenti più difficili. Paolo era una persona semplice, ironica, estroversa: ricordo le sue fughe dalla scorta, l'aspirazione di vivere una vita normale, di poter fare quello che tutti quanti fanno, in quei pochi attimi di libertà e di evasione dalla vita blindata cui era costretto. 
Amava le cose semplici, era animato da una passione viscerale per il proprio lavoro e da un insopprimibile desiderio di giustizia". 
E quanto scrive il presidente del Senato Pietro Grasso sul suo profilo Facebook, nel 22° anniversario della strage di via d'Amelio. 

"Credeva nei giovani, sentiva l'approvazione dei siciliani e questo - prosegue Grasso - gli dava la forza di andare avanti, sempre, a qualunque costo. Quando Giovanni Falcone fu ucciso dalla mafia si assunse la responsabilità di raccoglierne la pensante e pericolosa eredità professionale. Paolo era consapevole di ciò che gli sarebbe accaduto ma non ebbe mai paura e andò avanti, con tutto se stesso. Non era segno di incoscienza ma l'accettazione del pericolo connaturato al lavoro che svolgeva: questa la sua più grande lezione. Sono passati 22 anni da quel maledetto pomeriggio in cui fu ucciso insieme a Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, i 'generosissimi ragazzi della scorta', come era solito chiamarli". "Il mio pensiero -continua il presidente del Senato- va a tutti loro e ad Agnese, che ci ha lasciato poco più di un anno fa e che non ha mai smesso di lottare per la verità. Ancora oggi abbiamo fame e sete di giustizia su quegli eccidi e su tutti i misteri non svelati. A dispetto del tempo che passa il ricordo di Paolo rimane uno dei miei approdi sicuri, non soltanto nel giorno della ricorrenza del suo estremo sacrificio. 

Il suo esempio - conclude - mi aiuta a resistere nei momenti critici, quando sembra di dover ricominciare tutto daccapo, dopo che hai invano dato tutto te stesso per raggiungere l'obiettivo in cui credi".


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22.mo strage via D’Amelio. Don Stabile: la memoria non sia rituale


“Alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l’auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi”. Così scrive il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al figlio di Paolo Borsellino, Manfredi, nel 22.mo anniversario della strage di via D’Amelio in cui, insieme al magistrato, persero la vita cinque agenti di scorta. Una commemorazione senza “le persone che hanno perso il diritto di ricordare Paolo”, ha spiegato la sorella del giudice assassinato, Rita Borsellino, che, insieme al fratello Salvatore, chiede verità sulla strage. Il servizio di Alessandra Zaffiro:

“Non vogliamo una sfilata di avvoltoi e personaggi politici che non hanno il diritto di parlare di Paolo e di quella strage, o di portare corone di fiori in via D’Amelio” – aveva chiarito subito alla presentazione delle iniziative, il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, cui oggi fa eco la sorella Rita, secondo la quale la verità sull’eccidio “è stata occultata per costruirne un’altra”. “Sulla strage c’è stata una congiura del silenzio durata vent’anni – ha dichiarato il fratello del magistrato ucciso -  Nella ricerca della verità ci sono stati dei passi avanti, nonostante sia mancato quel necessario appoggio da parte delle istituzioni che era invece meritato. Sono convinto che la strage di via D’Amelio sia stata una strage di mafia dove sono intervenuti pezzi deviati dello Stato”. Anche quest’anno in via D’Amelio sono stati gli studenti, con i loro ideali e i loro striscioni colorati, a ricordare Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Emanuela Loi, Walter Cosina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Nel pomeriggio gli interventi dei familiari delle vittime delle stragi e alle 16.58, ora dell’attentato, un minuto di silenzio. “Dal processo Borsellino quater – sostiene ancora il fratello del magistrato - mi aspetto di sapere la verità  sui depistaggi avallati anche dalla magistratura, ma il nucleo della verità  sui mandanti lo attendo dal processo sulla trattativa Stato - mafia, causa della accelerazione della messa in atto della strage”. Nel capoluogo siciliano il capo della polizia, Alessandro Pansa, ha ricordato gli agenti che hanno perso la vita con il giudice Borsellino, deponendo un corona di fiori presso il Reparto Scorte della Questura.

 

Sul significato di questa giornata, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco il parroco della chiesa di San Giovanni Bosco a Bagheria, don Francesco Michele Stabile:

R. – E’ una memoria forte, quella che noi facciamo per Borsellino e per tutti quelli che hanno dato la vita. C’è un senso profondo che noi cogliamo: si può dare la vita. E quindi io credo che sia un messaggio cristiano che però ha un valore civile, perché viene capito da tutti. Dobbiamo consegnare alle nuove generazioni questo nostro impegno, un impegno del presente. Non è rituale, ricordare questi morti …

D. – Questi morti, questi testimoni continuano a dare, ancora oggi, un messaggio di vita contrario, invece, al messaggio di morte dato da alcuni vivi, dai mafiosi. Contro questa logica del male, della mafia, si è scagliato il Santo Padre. Le parole del Papa aiutano ad avere maggiore fermezza, nella società, tra i sacerdoti, il clero…

R. – Non c’è dubbio. Ma bisogna passare dalla condanna della morte ad una costruzione di vita. Io credo che le parole del Papa debbano essere costruttive nel senso di una pastorale che deve concretizzarsi. Finora, noi abbiamo detto che la mafia, la ‘ndrangheta sono anti-evangeliche. E va benissimo. Ora dobbiamo dire: ma dove dobbiamo noi impegnarci come Chiesa? Il fatto che è accaduto, delle devozioni popolari o di queste tradizioni – processioni, congregazioni – è impegnativo. E impegnativo per i vescovi, per il clero, per i preti ma non tutti i preti prendono coscienza. Quindi, ci sono problemi che ora, dal punto di vista pastorale, devono tradurre questo impegno del Papa, questa condanna, in cose concrete: bisogna applicarla alle nostre situazioni, per creare una coscienza diversa nel nostro popolo cristiano. Non sono cose estranee: noi abbiamo bisogno di un cristianesimo di fede, non di un cristianesimo formale, di tradizioni. Credo che in questo dobbiamo mediare tra la tradizione e l’impegno della fede. In questo senso è vita la memoria che noi portiamo avanti di queste persone che sono morte …

 
 

Corriere della Sera

La commemorazione per il 22esimo anniversario della strage di via D’Amelio, il 19 luglio 1992: nella foto il cippo che ricorda il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta uccisi. Tra le persone che hanno versato del denaro per le commemorazioni quest’anno c’è anche Massimo Ciancimino: Angelo Garavaglia, del direttivo dell’associazione Agende Rosse, ha raccontato che ha versato un contributo che rientra nei 300 euro a sostegno dell’iniziativa. Ciancimino «è un uomo che cerca di uscire da un certo tipo di mondo» ha spiegato Garavaglia (foto fotogramma)
 
 

 
ROMA CAPITALE NEWS – quotidiano online
 
 

Sono passati 22 anni dal giorno in cui la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, ma la strage di Via d’Amelio è ancora avvolta dal mistero. Negli anni, i vari processi che si sono susseguiti, non hanno ancora restituito la verità. L’Italia oggi ricorda il giudice assassinato con una serie di iniziative.

Il capo della Polizia di Stato, Alessandro Pansa, ha commemorato le vittime di mafia con una corona al Reparto scorte della questura, che si trova all’interno della caserma Pietro Lungaro. Pansa ha reso omaggio in particolare agli uomini della scorta di Borsellino, morti insieme a lui nell’attentato: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.

In via D’Amelio alle 16 e 58 ci sarà un minuto di silenzio., poi la tradizionale fiaccolata che partirà alle 20.30 da Piazza Vittorio Veneto per concludersi in via D’Amelio, casa dell’abitazione della madre del magistrato, dove verrà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

 

 
 
Mercoledì 23 Luglio 2014


VENTIDUE ANNI FA VENIVANO UCCISI IL GIUDICE BORSELLINO E LA SCORTA

Palermo, in via D'Amelio per non dimenticare

19 Luglio, 2014 - 11:58

Palermo, in via D'Amelio per non dimenticare

Nel giorno della memoria l'ex pm Nino Di Matteo attacca Colle: "Condiziona il Csm". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: Processi facciano piena luce"

Il giorno della memoria diventa il giorno dello scontro. Con il pm Nino Di Matteo, mente storica dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, che tuona contro il presidente della Repubblica, accusato di condizionare il Csm, e contro Renzi, reo di fare le riforme con un politico condannato. Alle durissime parole pronunciate dal magistrato dal palco allestito in via D'Amelio, dove il 19 luglio di 22 anni fa un'autobomba fece saltare aria il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, arrivano a stretto giro le repliche di tutto il centro-destra. Con Luca d'Alessandro (FI) che definisce il pm palermitano "esempio della parte peggiore della magistratura, che approfitta di ogni occasione per svolgere un ruolo politico", e Fabrizio Cicchitto (Ncd) che definisce Di Matteo "un mediocre imitatore di Ingroia. E' inquietante che un tipo del genere abbia per le mani indagini delicatissime e ovviamente uno dei suoi scopi e' quello di andare addosso al Presidente della Repubblica". Secco anche Andrea Mazziotti, di Scelta Civica, che invita il pm a indagare "seriamente e in silenzio". Reazioni pesanti, quelle dei politici, che seguono al durissimo discorso di Di Matteo. "Non si può ricordare Paolo Borsellino - ha detto dal palco - ed assistere in silenzio ai tanti tentativi in atto - dalla riforma già attuata dell'Ordinamento Giudiziario a quelle in cantiere sulla responsabilità civile dei giudici, alla gerarchizzazione delle Procure anche attraverso sempre più numerose e discutibili prese di posizione del Csm - finalizzate a ridurre l'indipendenza della magistratura a vuota enunciazione formale con lo scopo di comprimere ed annullare l'autonomia del singolo Pubblico Ministero". Poi il riferimento al capo dello Stato. "Non si può assistere in silenzio - dice - all'ormai evidente tentativo di trasformare il pm in un semplice burocrate inesorabilmente sottoposto alla volontà, quando non anche all'arbitrio, del proprio capo; di quei dirigenti degli uffici sempre più spesso nominati da un Csm che rischia di essere schiacciato e condizionato nelle sue scelte di autogoverno dalle pretese correntizie e politiche e da indicazioni sempre più stringenti del suo Presidente". E ancora la bacchettata al premier Renzi, accusato di essersi seduto al tavolo delle riforme con Berlusconi. "Oggi un esponente politico, dopo essere stato definitivamente condannato per gravi reati, discute - ha detto il pm - con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella Costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all'ultimo suo respiro". Nel discorso di Di Matteo non sono mancati i riferimenti alla verità ancora da accertare sulle stragi. Concetto su cui era intervenuto, nel ricordare Borsellino, anche Giorgio Napolitano che in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino ha auspicato "che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all'intero Paese". "E' indispensabile - ha quindi aggiunto il capo dello Stato - non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza". Via D'Amelio, poco prima che Di Matteo intervenisse, è stata anche teatro di un abbraccio. L'abbraccio ostentato, che ha stretto Massimo Ciancimino, imputato di mafia e figlio di un mafioso di rango, e Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato. Due persone con storie distanti anni luce che si ritrovano vicine da quando Ciancimino jr ha cominciato a raccontare i segreti del padre, don Vito, le sue relazioni con pezzi delle istituzioni e delle forze dell'ordine e il suo ruolo nella cosiddetta trattativa Stato-mafia. "Sono uno dei pochi che ha il coraggio di venire qui", ha detto il testimone-imputato mostrando il braccio con tatuata la data del 19 luglio 1992, quando alle 16:58 un'autobomba imbottita di tritolo uccise Borsellino e gli agenti della sua scorta. E la presenza del figlio di don Vito non imbarazza neppure gli esponenti del movimento Agende Rosse che - rivelano senza esitazione - da Ciancimino jr hanno anche avuto una donazione in denaro. Meno indulgente l'atteggiamento dell'organizzazione verso gli esponenti delle istituzioni invitati anche quest'anno a disertare le cerimonie. Un invito che deve avere dissuaso molti a partecipare visto che solo la presidente dell'Antimafia Rosy Bindi si è presentata in via D'Amelio (il capo della polizia Pansa aveva ricordato le vittime deponendo una corona alla caserma Lungaro). Quelli delle Agende Rosse le hanno voltato le spalle alzando il diario scomparso di Borsellino divenuto loro simbolo ed emblema di una verità negata sulle stragi.

 
 
 
 

San Prisco. Strage di via D'Amelio, politici e cittadini alla cerimonia dell'associazione Noi Valori

Sabato sono stati ricordati il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta uccisi dalla mafia

 
Redazione in Attualita'  
Mar, 22/07/2014 - 07:55
 

SAN PRISCO - Semplice, intensa, commovente! In questi tre aggettivi c'è il senso della cerimonia che si è svolta sabato sera in occasione del 22° anniversario della strage di Via D'Amelio in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta e che si è tenuta, davanti a numerosi concittadini accorsi, presso la sede dell’Associazione NOI VALORI di San Prisco. Dapprima uno speciale omaggio agli agenti della scorta è stato fatto da 5 giovani che hanno dato lettura di una breve biografia dei poliziotti.

Nella semplicità di questo gesto l'attenzione di tutta una comunità verso servitori dello Stato che con il loro sacrificio sono un esempio per tutti ma anche l'espressione della volontà comune di voler riaffermare il principio della legalità. Particolare momento di commozione ed intensa suggestione nelle parole dell’avvocato Angelo Raucci, Presidente della Camera Penale del Foro di Santa Maria Capua Vetere, che ha sottolineato il perché sia importante scoprire la verità, tutta la verità sulle stragi affinché il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e di quanti sono morti nella lotta alla mafia, per una società dei diritti e della legalità, non sia stato vano e il voto di scambio politico-mafioso è un segno tangibile della riconoscenza del Paese a questi due e a tutti gli altri Eroi civili caduti per mano della malavita organizzata.

Significativo ed accorato intervento della Senatrice Vilma Moronese che ha affermato che Paolo Borsellino non può essere ricordato un solo giorno all'anno! Non deve essere una semplice deposizione di corone in loro memoria, ma una richiesta di rifiuto per la via “facile” dell’accomodamento. Ogni Amministratore prima di prendere una importante decisione dovrebbe ricordare che essere un politico ed amministrare una Città, vuol dire farlo in modo legale, trasparente e per tutti, dimenticandosi destra o sinistra. Inoltre le è stata consegnata, da parte del Presidente, Francesco Paolino, un documento in cui si chiede, a tutti i Parlamentari della Provincia di Caserta, di valutare la possibilità di avanzare proposta di legge, ai sensi dell’art. 71, comma 1 della Costituzione italiana, al fine di posizionare presso ogni edificio scolastico, di ogni ordine e grado, l’immagine dei Giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, icone di legalità e di lotta alla criminalità organizzata universalmente riconosciuti,  analoga a quella che campeggia al di fuori della sede della brillante Associazione NOI VALORI.

Un deferente ringraziamento va, oltre che ai cittadini presenti, al sindaco di Casapulla e al suo Vice, Michele Sarogni e Luigi Bosco, al Consigliere comunale di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Campochiaro e all’Associazione Nazionale Polizia di Stato – Sez. di Santa Maria Capua Vetere presieduta dall’Ispettore Michele Tavano, a dimostrazione del fatto che sia un onore e un dovere per ogni cittadino combattere per la giustizia e l’onestà. San Prisco sabato ha voluto testimoniare la volontà di voler continuare a respirare “il fresco profumo della libertà”, e che anche in futuro NOI VALORI proseguirà con questi appuntamenti incentrati sulla legalità.

 
 
 

Sonia è una ragazza impegnata nel sociale con l'Associazione Funima International che accompagna il gruppo Our Voice nei vari spettacoli, per l'anniversario della Strage di Via D'Amelio ha partecipato agli eventi organizzati dal movimento Agende Rosse a Palermo, all'interno dei quali si sono esibiti anche i ragazzi di Our Voice. Riportiamo di seguito un suo scritto dove esprime l'emozione provata in quello stesso posto in cui 22 anni prima una bomba dilaniò sette uomini giusti.

19 luglio in Via D'Amelio. Mancano pochi secondi all'esibizione del gruppo Our Voice, sono sotto il palco.
Occhi chiusi e orecchie aperte, il respiro si fa affannoso. Per un istante immagino il terrificante boato della strage che falciò la vita a Paolo Borsellino e alla sua scorta... 22 anni dopo sono lì.
Riapro gli occhi e mentre le giovani artiste salgono sul palcoscenico i miei battiti si sintonizzano al ritmo del ballo Cento Passi. 
Sonia Tabita nelle vesti di Peppino Impastato mi travolge e con una grinta indiscussa grida al cielo di Palermo: “Mio padre, la mia famiglia, il mio Paese, io voglio fottermene, io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda, io voglio gridare!!!”
La potenza di quelle parole mi fa chiudere placidamente gli occhi, questa volta quelli dell’anima che vedono la musica e le loro voci materializzarsi e prendere forma.
Così, in quel momento, immagino il gruppo come una mandria di cavalli bianchi che galoppa contro corrente su questa bellissima e disgraziata terra, come la definiva Paolo.
Cavalli bianchi, simbolo di libertà ma anche di forza e determinazione. La forza di accorciare le distanze tra gli uomini e la determinazione di portare un messaggio profondo, un grido di giustizia. E mentre i loro piedi sbattono contro il palco, in queste 8 giovani neo artiste, come 8 sono le lettere che compongono il loro nome, intravedo un simbolo, quello dell'infinito.
Infinite sono le vie per abbattere le distanze, infinite sono le vie per emozionare e scuotere le coscienze. Grazie Our Voice.

Sonia De Marco - 23 luglio 2014

 
 
 
 

Via D’Amelio, Di Matteo: “Indicazioni del presidente condizionano il Csm"

Il pm antimafia ha parlato alla commemorazione della strage del 19 luglio 1992 in via D'Amelio: "Non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere ai tanti tentativi in atto, dalla riforma dell’ordinamento giudiziario, a quella in cantiere sulla responsabilità civile dei giudici, alla gerarchizzazione delle Procure anche attraverso sempre più numerose e discutibili prese di posizione del Csm". Che è presieduto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il magistrato punta il dito anche contro il premier Renzi e la scelta di fare le riforme con Berlusconi, "definitivamente condannato per gravi reati".

"Non si può assistere in silenzio al preminente tentativo di trasformare il magistrato inquirente in un semplice burocrate inesorabilmente sottoposto all’arbitrio del proprio capo, di quei dirigenti degli uffici sempre più spesso, purtroppo, nominati da un Csm che rischia di essere schiacciato e condizionato nelle sue scelte di autogoverno dalle pretese correntizie e politiche e dalle indicazioni sempre più strigenti del suo presidente”. Che è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo ha detto il pm antimafia Antonino Di Matteo intervenendo in via D’Amelio alla commemorazione della strage in cui il 19 luglio 1992 perse la vita Paolo Borsellino

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 luglio 2014

 
 

 “Non si può assistere in silenzio al preminente tentativo di trasformare il magistrato inquirente in un semplice burocrate inesorabilmente sottoposto all’arbitrio del proprio capo, di quei dirigenti degli uffici sempre più spesso, purtroppo, nominati da un Csm che rischia di essere schiacciato e condizionato nelle sue scelte di autogoverno dalle pretese correntizie e politiche e dalle indicazioni sempre più strigenti del suo presidente”. Che è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo ha detto il pm antimafia Antonino Di Matteo intervenendo in via D’Amelio alla commemorazione della strage in cui il 19 luglio 1992 perse la vita Paolo Borsellino

E’ una presa di posizione netta, quella del magistrato impegnato in prima linea sulla trattativa Stato-mafia: “Non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere ai tanti tentativi in atto, dalla riforma dell’ordinamento giudiziario, a quella in cantiere sulla responsabilità civile dei giudici, alla gerarchizzazione delle Procure anche attraverso sempre più numerose e discutibili prese di posizione del Csm – ha detto ancora il pubblico ministero – non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere in silenzio a questi tentativi finalizzati a ridurre l’indipendenza dei magistrati a vuota enunciazione formale con lo scopo di annullare l’autonomia del singolo pm”.

“Voglio ringraziare tutti quei cittadini che si pongono a scudo di tanti che, anche nella politica, continuano a calpestare quei valori che furono di Paolo Borsellino, contro l’arroganza deiprepotenti e degli impuniti“, ha detto ancora Di Matteo. “Le commemorazioni – dice – hanno un senso solo se sostenute dal coraggio che dovremo dimostrare da domani”. E sulla strage Borsellino Di Matteo rilancia: “C’è il dovere etico e morale di cercare verità, anche se ci rendiamo conto che quel cammino costi sempre di più lacrime e sangue, per continuare a cercare la verità è necessario innanzitutto con onestà intellettuale rispettare la verità e non avere mai paura a declamarla anche se può apparire sconveniente”. Di Matteo ha parlato anche di un “muro di gomma e di indifferenza istituzionale”, e del “pericolo di un clima di delegittimazione che si nutre di silenzi colpevoli, ostacoli e tranelli disposti per arginare quell’ansia di verità rimasta patrimonio di pochi”. 

“Affermano il falso i tanti che, qualcuno per strumentale interesse, continuano a ripetere che i processi delle stragi hanno portato a un nulla di fatto – attacca ancora il pm – fingono di ignorare che 22 persone sono state definitivamente condannate per concorso in strage. In molti anche all’interno delle istituzioni sanno ma continuano a preferire il silenzio, certi che quell’omertà continuerà a pagare magari con l’evoluzione di splendide carriere. Il cammino di liberazione dalla mafia è rimasto a metà del guado, mentre ai ladri e ai corrotti si assicura la sostanziale impunità”.

Il magistrato punta il dito anche contro il premier Matteo Renzi e la sua decisione di fare le riforme con Silvio Berlusconi: “In una sentenza definitiva della Corte di Cassazione è accertato che un partito politico, divenuto forza di governo nel 1994, ha poco prima annoverato tra i suoi ideatori e fondatori un soggetto da molto tempo colluso con gli esponenti di vertice di Cosa nostra e che da molti anni fungeva da intermediario consapevole dei loro rapporti con l’imprenditore milanese che di quel partito divenne esponente apicale. Oggi questo esponente politico (Silvio Berlusconi, ndr), dopo essere stato definitivamente condannato per altri gravi reati, discute con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella Costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all’ultimo respiro”. “E’ necessario non perdere la capacità di indignarsi e trovare la forza di reagire – ha detto ancora Di Matteo – tutti abbiamo il dovere di evitare che anche da morto Paolo Borsellino debba subire l’onta di vedere calpestato il suo sogno di giustizia”.

Giorgio Napolitano aveva inviato un messaggio a Manfredi Borsellino, figlio del giudice, in occasione dell’anniversario: “E’ indispensabile non dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza”, scrive il Presidente della Repubblica. ”Come ho ricordato in occasione dell’anniversario della strage di Capaci (in cui il 23 maggio 1992 persero la vita Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, e tre agenti della scorta, ndr) alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia – spiega Napolitano – deve accompagnarsi l’auspicio che i processi ancora in corso possanofare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all’intero Paese”.

Non tardano ad arrivare le reazioni del mondo politico. “Se Di Matteo sa parli, oppure continui ad indagare. O fa i nomi o continua silente le indagini. Cui prodest far sapere che anche lui sa e non parla?”, domanda Stefania Prestigiacomo, di Forza Italia. ”Questa di Di Matteo sembra più una sortita politica che non quella di un magistrato inquirente che dovrebbe parlare non con i comizi ma con le prove acquisite attraverso le indagini”, ha detto Fabrizio Cicchitto, del Nuovo centrodestra, presidente della commissione Esteri della Camera. ”Ieri abbiamo avuto l’esempio della parte migliore e maggioritaria della magistratura (con l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby, ndr). Oggi a Palermo un pubblico ministero, salendo su un palco, ha dato l’esempio della parte peggiore della magistratura, che approfitta di ogni occasione per svolgere un ruolo politico e per usare la toga in battaglie che non dovrebbero appartenergli”, attacca Luca D’Alessandro, di Forza Italia, segretario della commissione Giustizia della Camera.

 
 

 
sabato 19 luglio 2014
 

Nel 22esimo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio Palermo ricorda il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Dibattiti e manifestazioni in città che culmineranno con la fiaccolata di questa sera. Il presidente della Repubblica Napolitano: "Indispensabile ricordare la figura di Borsellino".

 

11:10 "Pensiamo che non sia opportuno che in via D'Amelio vengano le persone che hanno perso il diritto di ricordare Paolo, è una polemica che non ho voluto, ma qui deve venire chi sente il bisogno di farlo, anche se sono poche persone. Non ho mai attaccato le istituzioni, semmai sono le persone che talvolta occupano dei ruoli da cui dovrebbero essere allontanate". Lo ha detto Rita Borsellino, intervenendo in via D'Amelio dove sono iniziate le manifestazioni in ricordo della strage in cui furono uccisi 22 anni fa il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.
11:00  A 22 anni dalla strage di via D'Amelio, la lotta contro la mafia registra "grandi passi avanti", dice il capo della Polizia Alessandro Pansa, a Palermo per commemorare le vittime dell'eccidio in cui morì il magistrato Paolo Borsellino. Alla domanda se tutta la verità è venuta fuori sulla stagione delle stragi, Pansa ha detto che "spetta alla magistratura il compito di andare fino in fondo per svelare eventuali altre verità".

10:55 "E' indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d'Amelio, in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino.

Nel messaggio, Napolitano rende "commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita". "Paolo Borsellino - prosegue il presidente della Repubblica - univa all'eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell'opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione".

"Con questo spirito - conclude Napolitano - e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani".

10:50 Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, uccisi nell’attentato di via D’Amelio ventidue anni fa. Una manifestazione giunta alla sua diciottesima edizione, la più partecipata tra le manifestazioni antimafia a Palermo, che anche quest’anno ha avuto l’adesione di oltre quaranta sigle: associazioni culturali e di volontariato, movimenti giovanili, sindacati, gruppi studenteschi. Prevista anche la presenza di numerose delegazioni dalle altre città siciliane. A patrocinare la manifestazione il Comune e l’Università degli Studi di Palermo. Come ogni anno parteciperà alla manifestazione Giorgia Meloni, Presidente nazionale di Fratelli d’Italia.

La Fiaccolata partirà alle ore 20:30 da piazza Vittoria Veneto, percorrerà via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove sarà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

10:45 "Il nostro Capo dello Stato deve andare a testimoniare al processo sulla trattativa a Palermo, deve venire a raccontare la verità di cui è custode". Lo ha detto l'ex pm Antonio Ingroia, intervenuto ieri a tarda sera, alla conferenza 'Un Paese senza verità' organizzato da Antimafia Duemila in occasione del 22/mo anniversario della strage di via D'Amelio in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

Ingroia ha contestato il presidente del Consiglio, Renzi "il rottamatore che non ha speso una parola in difesa dei magistrati condannati a morte da Riina" e ha criticato la mancanza di "un progetto legislativo a sostegno della magistratura, mentre c'è un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, non è questo - ha detto - quello che volevamo da questo parlamento. Sarebbe servita anche una Commissione sulle stragi seria che non avesse paura di approfondire la verità".



Poi l'ex magistrato è tornato a commentare il processo sulla trattativa Stato-mafia: "In quell'aula bunker le gabbie sono vuote perché i responsabili di quelle stragi sono all'esterno. Quei magistrati sono circondati da uno Stato colpevole che ha depistato per salvare solo se stesso. Non si potrà andare fino in fondo contro silenzi e omertà fino a quando non cambierà lo Stato, ma il cambiamento non potrà mai venire da questo Csm che si spartisce i posti in base al peso delle correnti. Un Csm così non farà mai procuratore aggiunto un Nino Di Matteo o un Francesco Del Bene, non lo farà fino a quando a presiederlo sarà un uomo come Giorgio Napolitano. Si può pensare che ci sia una questione personale con lui, so che per ingraziarselo si scrivono libri che giustificano la trattativa - ha aggiunto Ingroia riferendosi al saggio del giurista Fiandaca e dello storico Lupo - ma non è cosi, è una questione di democrazia. Certi uomini che hanno difeso la ragione di Stato hanno fatto molta carriera, come è accaduto a personaggi come Bruno Contrada o Mario Mori, uno condannato in via definitiva e l'altro imputato al processo trattativa e per la mancata cattura di Provenzano. Occorre dare una spallata al conformismo politico e giudiziario e all'opportunismo di carriera di alcuni professori, solo allora potremo dire di esserci meritati il sangue di Paolo Borsellino".

10:42  Il capo della polizia Alessandro Pansa ha commemorato a Palermo gli agenti di scorta vittime delle stragi di mafia. L'ha fatto nel giorno del 22/mo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio, deponendo una corona d'alloro davanti alla lapide posta nel Reparto Scorte della caserma Pietro Lungaro. Pansa parteciperà anche alla funzione religiosa che si terrà nella cappella della caserma. Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime, hanno partecipato autorità civili e militari.

10:30 "Noi familiari delle vittime di mafia siamo stanchi di verità parziali. Paolo Borsellino difendeva quello stesso Stato che forse non sta dicendo fino in fondo la verità. A quella parte di Stato dobbiamo chiedere più coraggio e coerenza. Basta con le connivenze". Lo ha detto Margherita Asta, che nella strage di Pizzolungo, il 2 aprile del 1985, perse la madre e i due fratelli di 6 anni in un attentato destinato al giudice Carlo Palermo.

La donna ieri a tarda sera ha parlato nell'atrio della facoltà di Giurisprudenza, a Palermo, durante una conferenza organizzata da Antimafia Duemila per ricordare la strage di via D'Amelio. "Trovo vergognoso - ha aggiunto - che questo Stato non si ricordi di un magistrato come Carlo Palermo e non so ancora perché a 10 anni sono stata costretta a vivere privata dell'affetto di mia madre. Eppure, nonostante il processo si sia aperto dopo 17 anni, ho fiducia nella magistratura".

"Inizialmente gli esecutori materiali individuati già nel 1987 furono condannati e poi assolti - ha continuato Margherita Astra - ma la cosa più vergognosa è che nell'altra sentenza di condanna che individuò Riina e Virga come mandanti delle stragi è scritto che non si comprendono le motivazioni della sentenza di assoluzione degli esecutori materiali, che a seguito della sentenza passata in giudicato non possono più essere condannati per questo reato. Noi familiari siamo stanchi di verità parziali".

Alla conferenza intitolata 'Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D'Amelio', erano presenti anche il sostituto procuratore a Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l'ex magistrato Antonio Ingroia, Salvatore Borsellino, il giudice argentino Juan Alberto Rambaldo e il sostituto procuratore di Palermo Francesco Del Bene.

"È questo - ha detto Del Bene riferendosi al processo sulla trattativa - il momento più alto in cui lo Stato deve processare sè stesso. O scopriamo ora la verità o sarà sempre più difficile".

"L'importanza del processo si evince dai nomi degli imputati che sono chiamati a rispondere di certi reati - ha continuato - e si dimostra anche della qualità dei testimoni che udienza dopo udienza vengono citati. Ci sono state delle barriere e sono venute dagli apparati dello Stato che per proteggere sé stessi e il potere gestito fino a quel momento hanno sollevato degli ostacoli. Sono apparati difficili da estirpare e che per legittimarsi si riciclano con forme diverse, perché il potere non vuole processare sé stesso".

La diretta della commemorazione per la strage di via D'Amelio a distanza di 22 anni.

 


Via D’Amelio 22 anni dopo Ciancimino jr abbraccia Borsellino

 Dibattiti, spettacoli, concerti e persino un flash mob per ricordare a Palermo Paolo Borsellino nel  22esimo anniversario della strage di Via D’Amelio in cui morirono,  oltre al giudice, cinque agenti della sua scorta. Le manfestazioni  hanno preso il via ieri sera con un sit delle ‘Agende rosse’ davanti  al Palazzo di giustizia di Palermo, alla presenza di Salvatore  Borsellino, in serata un convegno organizzato da Antimafia Duemila.  Questa mattina i bambini saranno in via D’Amelio con Rita Borsellino.  E di pomeriggio un flash mob prima del minuto di silenzio.

In mattinata, il capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, è arrivato alla caserma Lungaro di Palermo dove ha deposto una corona di fiori in onore delle vittime delle stragi mafiose. Ad accoglierlo è stato il prefetto Francesco Cannizzo, in compagnia del questore Maria Rosaria Maiorino. Presenti i vertici delle forze dell’ordine e delle autorità civili.

CIANCIMINO JR ABBRACCIA SALVATORE BORSELLINO

È arrivato in bici in via d’Amelio Massimo Ciancimino con suo figlio ed è andato a salutare Salvatore Borsellino abbracciandolo. “Sono uno dei responsabili di quello che è successo qui, e sono uno dei pochi responsabili che ha la faccia e il coraggio di venire – ha detto ai giornalisti il figlio di Vito Ciancimino – Ho portato mio figlio che sta iniziando a capire tutto, ho due date tatuate addosso, la data di nascita di mio figlio e il 19 luglio del 1992, sono le date più importanti della mia vita”.

“Per la prima volta vedo i potenti tremare – ha aggiunto a proposito del processo sulla Trattativa – davanti le domande di Nino Di Matteo, credo che quel castello di menzogne sta crollando, ma sono ancora in tanti a mancare in quell’aula. Non sono mai stato orgoglioso di mio padre per quello che ha fatto, ho portato alla sbarra i potenti perche’ mio figlio possa essere orgoglioso di me, perche’ credo che questa sia la cosa piu’ importante”.

CONTESTATA ROSY BINDI

Rosy Bindi, presidente della Commissione nazionale antimafia è stata contestata in via D’Amelio da alcuni attivisti in via D’Amelio, fino a quando non sono arrivati Salvatore e Rita Borsellino a ‘scortarla’ fino al palco, all’altezza dell’ulivo simbolo della strage. I militanti delle Agende Rosse in silenzio hanno alzato le agende dando le spalle alla presidente, in chiaro segno di non approvazione della sua presenza. Chiedono che venga fatta giustizia sulle stragi. Si leva un urlo “di Matteo non sei isolato: sei tu il nostro Stato”.

DI MATTEO: “NON FU SOLO UNA STRAGE DI MAFIA”

“Prendere la parola oggi in questo luogo e nella stessa ora in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della scorta e’ un onore e una grande responsabilita’”. Lo ha detto il pm antimafia di Palermo, Nino di Matteo, intervenendo dal palco di via D’Amelio, durante le manifestazioni per il 22esimo anniversario dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta.

“La ricerca della verita’ – ha aggiunto – ha un senso solo se sostenuti dall’impegno della societa’ civile, sento di dover ringraziare i cittadini che danno prova di essere innamorati della giustizia, della democrazia e della costituzione del nostro Paese. Voglio ringraziare tutti quei cittadini che si pongono a scudo di tanti che, anche nella politica, continuano a calpestare quei valori che furono di Paolo Borsellino, contro l’arroganza dei prepotenti e degli impuniti; quei cittadini che vogliono difendere chi lotta per la verita’ tra ostacoli e tranelli. Avete il sacrosanto diritto di chiedere la verita’ sulle stragi e noi magistrati abbiamo l’obbligo etico di cercarla anche se costa lacrime e sangue. Per continuare a cercare la verita bisogna rispettare la verita’, Paolo Borsellino ci ha insegnato a non avere mai paura della verita’”.

“Sono in tanti che continuano a dire – ha proseguito Di Matteo - che i processi di Caltanissetta hanno portato ad un nulla di fatto, ignorando le 22 persone finite in carcere. Sono tanti e concreti gli elementi che ci portano a dire che non fu solo una strage di mafia quella di via d’Amelio e che il movente non era solo una vendetta mafiosa, dobbiamo imparare il rispetto della verita’. La volonta’ di fare piena luce e’ intendimento di pochi servitori dello Stato rimasti. Dal progredire delle indagini sappiamo che in molti sanno dentro le istituzioni ma rimangono in silenzio, perche’ il potere aumenta se si tace. Dobbiamo gridare la nostra rabbia”. “Non si puo’ ricordare Paolo e rimanere silenti rispetto a cio’ che accade nel nostro paese e assistere ai tanti tentativi gia’ in atto come la riforma della giustizia, e quella in cantiere sulla responsabilita’ civile sui magistrati finalizzati a ridurre l’autonomia dei magistrati. Non si puo’ rimanere in silenzio rispetto alla volonta’ di ridurre l’azione di un magistrato ad un mero burocrate. Non si puo’ fingere di commemorare Paolo quando si sta tradendo il suo pensiero e il suo intendimento. Oggi a distanza di 22 anni qualcosa e’ cambiato ma non certamente in meglio. E’ necessario non perdere la capacita’ di indignarsi e trovare la forza di reagire, anche da morto Paolo non puo’ e non deve subire l’onta. Allora non vigilammo, non ci scandalizzammo e subimmo come subiamo oggi il potere di chi vuole ostacolare l’indipendenza della magistratura”.

NAPOLITANO: “PIENA LUCE DAI PROCESSI”

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d’Amelio, ha inviato a Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende “commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita. Paolo Borsellino univa all’eccezionale competenza professionale e al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia, la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell’opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione”.

“È pertanto indispensabile – prosegue Napolitano – non dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza. Come ho ricordato in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l’auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all’intero Paese. Con questo spirito, e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarieta’ di tutti gli italiani”.

CROCETTA: “NON SIA UN GIORNO DI RETORICA”

“Il giorno di Borsellino – ha detto il presidente della  Regione siciliana, Rosario Crocetta, parlando dell’anniversario della strage di Via D’Amelio – non può essere un giorno come tanti altri, dove si esprime la retorica e  basta. Per me è un giorno di sofferenza e di dolore, di ricerca della verità e di rabbia”.

“La rabbia che dopo tanti anni non si conosce la verità -  continua ancora Crocetta – Una verità che va cercata e perseguita  accuratamente. Quella verità che deve portare alla identificazione di quell’intreccio che c’è stato tra mafiosi e alcuni settori deviati  delle istituzioni. Quella verità che spesso ancora non riusciamo ad  avere in molti processi di mafia che non riescono ad arrivare a quel  livello che tutti aspettiamo di conoscere”.

“Chi sono i mandanti – chiede Crocetta – chi c’è dietro le  stragi? Una verità che probabilmente potrebbe dare una lettura  attenta di un fenomeno che non solo ha prodotto vittima ma che  continua a opprimere l’isola, un’isola che si vuole liberare. Il  giorno di Borsellino voglio dire che sono vicino ai familiari ma anche ai familiari degli agenti di scorta. Dico loro che gli voglio bene e  che la loro sofferenza è la mia sofferenza”.

GRASSO: “ABBIAMO FAME E SETE DI GIUSTIZIA

“Quando penso a Paolo Borsellino - scrive il presidente del Senato Pietro Grasso sul suo profilo Facebook – la  mia mente si perde in un caleidoscopio di emozioni, pensieri, ricordi, frammenti di vita vissuti assieme: i suoi consigli, il sostegno umano  e professionale, la sua brillante intelligenza, quel sorriso in grado  di sciogliere la tensione dei momenti più difficili. Paolo era una  persona semplice, ironica, estroversa: ricordo le sue fughe dalla  scorta, l’aspirazione di vivere una vita normale, di poter fare quello che tutti quanti fanno, in quei pochi attimi di libertà e di evasione  dalla vita blindata cui era costretto. Amava le cose semplici, era  animato da una passione viscerale per il proprio lavoro e da un  insopprimibile desiderio di giustizia”.

“Credeva nei giovani, sentiva l’approvazione dei siciliani e  questo -prosegue Grasso- gli dava la forza di andare avanti, sempre, a qualunque costo. Quando Giovanni Falcone fu ucciso dalla mafia si  assunse la responsabilità di raccoglierne la pensante e pericolosa  eredità professionale. Paolo era consapevole di ciò che gli sarebbe  accaduto ma non ebbe mai paura e andò avanti, con tutto se stesso. Non era segno di incoscienza ma l’accettazione del pericolo connaturato al lavoro che svolgeva: questa la sua più grande lezione. Sono passati 22 anni da quel maledetto pomeriggio in cui fu ucciso insieme a Vincenzo  Li Muli, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina e  Claudio Traina, i ‘generosissimi ragazzi della scorta’, come era  solito chiamarli”.

“Il mio pensiero -continua il presidente del Senato- va a tutti  loro e ad Agnese, che ci ha lasciato poco più di un anno fa e che non  ha mai smesso di lottare per la verità. Ancora oggi abbiamo fame e  sete di giustizia su quegli eccidi e su tutti i misteri non svelati. A dispetto del tempo che passa il ricordo di Paolo rimane uno dei miei  approdi sicuri, non soltanto nel giorno della ricorrenza del suo  estremo sacrificio. Il suo esempio -conclude- mi aiuta a resistere nei momenti critici, quando sembra di dover ricominciare tutto daccapo,  dopo che hai invano dato tutto te stesso per raggiungere l’obiettivo  in cui credi”.

LA FIACCOLATA

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Una manifestazione giunta alla sua diciottesima edizione, la più partecipata tra le manifestazioni antimafia a Palermo, che anche quest’anno ha avuto l’adesione di oltre quaranta sigle: associazioni culturali e di volontariato, movimenti giovanili, sindacati, gruppi studenteschi. Prevista anche la presenza di numerose delegazioni dalle altre città siciliane. A patrocinare la manifestazione il Comune e l’Università degli Studi di Palermo. Come ogni anno parteciperà alla manifestazione Giorgia Meloni, Presidente nazionale di Fratelli d’Italia. Partenza prevista per le 20,30 da piazza Vittoria Veneto, lungo via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove sarà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

 

 

Anniversario della strage di Via D’Amelio, oggi il giorno della memoria

via d'amelioSono passati 22 anni dalla strage di Via D’Amelio in cui morirono Paolo Borsellino e i 5 agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina e Vincenzo Li Muli eppure ancora oggi tanti sono gli interrogativi su esecutori e mandanti.

Magistrati coraggiosi si battono per la verità ancora oggi e a loro va tutta la nostra riconoscenza. Noi il 19 Luglio non vogliamo “commemorare” le vittime della strage perché questo siamo convinti va fatto ogni giorno ispirandoci al loro esempio nelle nostre vite quotidiane. Noi il 19 Luglio invece saremo in Via D’Amelio per ricordare allo Stato, alle istituzioni e all’Italia intera che vogliamo ancora verità e giustizia per i caduti in nome di questo paese e che Palermo non ha mai dimenticato il loro sacrificio.

Associazioni, singoli e cittadini liberi sono tutti invitati a partecipare: esserci è un dovere morale!

PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE

Venerdì 18 LUGLIO

ore 18.00 – Sit-in scorta civica Palazzo di Giustizia (Piazza V. E. Orlando)
ore 19.00 – Corteo Palazzo di Giustizia – Facoltà di Giurisprudenza (via Maqueda n. 172):
ore 20.30 – Convegno Antimafia2000 (Giurisprudenza): Un Paese senza verità: continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di Via D’Amelio ‘. Con interventi di: Salvatore Borsellino, Antonino Di Matteo, Francesco Del Bene, Antonio Ingroia, Saverio Lodato, Margherita Asta, Giorgio Bongiovanni e Anna Petrozzi.

Sabato 19 LUGLIO

Palermo, via Mariano D’Amelio

ore 9.00/13.00 – Laboratorio ZEN Insieme: Animazione per bambini e percorsi di legalità
ore 15.30 – Interventi Familiari vittime della strage
ore 16.58 – Minuto di silenzio / Inno di Mameli
ore 17.00 – Marilena Monti recita “Giudice Paolo”
dalle 17.10
Interventi Nino di Matteo, Sebastiano Ardita, Giovanni Airò Farulla
a seguire
“Un Valzer per Paolo Borsellino” – spettacolo di musica e teatro realizzato dai bambini dell’Orchestra sinfonica infantile “Falcone e Borsellino”
“L’arte uccide la mafia” spettacolo teatrale di Our Voice (composto e interpretato da bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni)
ore 19.30 – Partenza biciclettata “le loro idee camminano sui nostri pedali” – Ruota Libera

ore 21.00
- “Depistaggi e trattative” – Rossella Guadagnini (giornalista di MicroMega e socia di LeG) intervista Fabio Repici (legale familiari vittime di mafia)
- “Romanzo Quirinale”: Valentina Lodovini e Marco Travaglio, protagonisti dello spettacolo teatrale “E’ Stato la mafia”, leggono e raccontano le intercettazioni dello scandalo Mancino-Napolitano-D’Ambrosio

Domenica 20 LUGLIO

ore 9.00 – Salita Castello Utveggio (partenza da Via Mariano d’Amelio)
ore 17.30 – Convegno “Commissione Antimafia: parole o fatti?” – Dibattito con i parlamentari in Commissione antimafia: Giulia Sarti (M5S), Beppe Lumia (PD), Claudio Fava (ex SEL), Giorgio Ciaccio (M5S – ARS)
a seguire proiezione Docufilm “Fuori la mafia…” di Mauro Baldelli e Mirko Preatoni.

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Via D’Amelio, Palermo ventidue anni dopo

Sono passati 22 anni dall’attentato al magistrato Paolo Borsellino. Era il 19 luglio del 1992 quando un’auto bomba esplose in via D’Amelio a Palermo in un pomeriggio d’estate uccidendo il procuratore aggiunto di Palermo e gli agenti si scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. Ogni anno Palermo e tutta l’Italia rinnovano la memoria di questo evento. Anche il capo della Polizia Alessandro Pansa ha preso parte alla cerimonia di commemorazione della strage deponendo una corona di fiori al reparto scorte della caserma Lungaro. Fare la “guerra” alla mafia è stato l’impegno istituzionale, sociale e morale intrapreso dal giudice Borsellino e dal suo amico e collega Giovanni Falcone assassinato solo 57 giorni prima, nella strage di Capaci.

Pansa Orlando

Questa sera a Palermo, alle 20, una fiaccolata è partita da piazza Vittorio Veneto per attraversare via Libertà e percorrere via Autonomia Siciliana prima di raggiungere Via D’Amelio, luogo dell’attentato. Qui è stato deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale. Ogni anno migliaia di persone si incontrano e sfilano silenziosamente partecipando ad una cerimonia sobria, tramandata negli anni e nei cuori di chi lotta per la libertà e per onorare uomini di Stato che per lo Stato hanno pagato con il sacrificio più grande: la vita.

 
 

 
 

(ANSA) - PALERMO, 19 LUG - "Il nostro Capo dello Stato deve andare a testimoniare al processo sulla trattativa a Palermo, deve venire a raccontare la verità di cui è custode". Lo ha detto l'ex pm Antonio Ingroia, intervenuto ieri a tarda sera, alla conferenza 'Un Paese senza verità' organizzata da Antimafia Duemila in occasione del 22/mo anniversario della strage di via D'Amelio. Ingroia ha contestato Renzi "il rottamatore che non ha speso una parola in difesa dei magistrati condannati a morte da Riina". Ingroia ha criticato la mancanza di "un progetto legislativo a sostegno della magistratura, mentre c'è un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, non è questo - ha detto - quello che volevamo da questo parlamento. Sarebbe servita anche una Commissione sulle stragi seria che non avesse paura di approfondire la verità". Poi l'ex magistrato è tornato a commentare il processo sulla trattativa Stato-mafia: "In quell'aula bunker le gabbie sono vuote perché i responsabili di quelle stragi sono all'esterno. Quei magistrati sono circondati da uno Stato colpevole che ha depistato per salvare solo se stesso. 
   

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VADO IN VIA D'AMELIO PERCHE'... RICORDO DI PAOLO BORSELLINO E GLI UOMINI DELLA SCORTA 19 LUGLIO 2014

Antimafia Duemila & Terzo Millennio

Sabato 19 Luglio 2014 - 00:41

il 19 luglio tutti in via D'Amelio la strada dove perse la vita il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta! 
Diteci i motivi per cui andrete alla commemorazione utilizzando sui social l'hastag #VadoInViaDAmelioPerché
Facciamolo per ricordarlo e per far sì che non accadano più fatti del genere... e non dimenticate che l'indifferenza rende complici!

 

UN PAESE SENZA VERITA' 18 LUGLIO

Antimafia Duemila & Terzo Millennio

Venerdì 18 Luglio 2014 20:54
 DIRETTA DA PALERMO

Palermo, venerdì 18 luglio 2014 ore 20:30, presso l'Atrio della Facoltà di Giurisprudenza (Via Maqueda, 172) avrà luogo la conferenza "Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D'Amelio"organizzata dall'Associazione culturale Falcone e Borsellino in collaborazione con le associazioni Contrariamente eRete Universitaria Mediterranea, in occasione del 22° anniversario della strage di via D'Amelio.

Quel 19 luglio '92 una 126 imbottita di tritolo esplose portandosi via le vite del giudice Paolo Borsellino e degli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. La strage fu opera del braccio armato di Cosa nostra e dei corleonesi di Totò Riina. Dopo oltre un ventennio, però, non è stata ancora ristabilita la verità su chi, appartenente ad ambienti di potere ben più alti e indicibili, volle e ordinò la condanna a morte del magistrato che si era posto di traverso per impedire la trattativa in corso tra lo Stato e la mafia.

 
 
 
 

Addiopizzo > RUBRICHE > ACCADE IN CITTÀ > XXII ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI VIA D’AMELIO

Pubblicato il 17 luglio, 2014 alle 8:40 pm.

via-damelio

A 22 anni di distanza, Palermo ricorda la strage di via D’Amelio in cui il 19 luglio 1992 furono uccisi il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Emanuela LoiAgostino CatalanoVincenzo Li MuliClaudio Traina eEddie Walter Cosina.

La manifestazione, organizzata dal Movimento Agende Rosse, si articolerà in tre giorni ricchi di iniziative con l’obiettivo di chiedere verità e giustizia sulle stragi del ‘92-93 e sostenere tutti i servitori dello Stato che nel corso di questi anni hanno fatto del loro meglio affinché la nostra Costituzione fosse tradotta in fatti.

 

Borsellino, #VadoInViaDAmelioPerché: in un video il ricordo 22 anni dopo la strage

 
NEWS 19/07/2014 

Un video e un hashtag per ricordare la strage di via d’Amelio e per promuovere le iniziative organizzate dalle Agende Rosse, da il Fatto Quotidiano e da ‘Antimafia 2000‘ in occasione del 22° anniversario della strage che uccise il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Cittadini, artisti, musicisti e giornalisti spiegano perché andranno in via d’Amelio il 19 luglio, utilizzando l’hastag #vadoinviadAmelioperché. Da chi spiega di andarci perché “non dimenticherà mai Monte Pellegrino piena di fumo”, a chi ci andrà “perché vuole sostenere in vita il pm Nino Di Matteo”. Nel video anche Salvatore Borsellino: “Vado in via d’Amelio – dice – perché voglio impedire che vengano degli avvoltoi per controllare che Paolo sia davvero morto in modo da non dargli fastidio”

 
 
 

Di Redazione IBTimes Italia | 15.07.2014 11:50 CEST

 

A cinque giorni dal 22esimo anniversario della strage di via d'Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, nuova udienza del processo Borsellino quater in corso di svolgimento a Caltanissetta. A deporre Fausto Cardella, oggi procuratore a L'Aquila, nel 1992 applicato proprio nella città nissena.

 

"Sapevamo che Borsellino aveva una borsa ma non sapevamo dove era finita. La trovarono, abbandonata su una poltrona, a Palermo, nell'ufficio del capo della Squadra Mobile, Arnaldo La Barbera. Posso escludere che al suo interno ci fosse l'agenda rossa". In poche parole i protagonisti di una pagina oscura della trattativa stato-mafia. L'agenda rossa, scomparsa dal luogo della strage, contenuta nella borsa del magistrato che qualcuno tirò fuori dai rottami dell'auto. Borsa poi 'abbandonata' nell'ufficio di Arnaldo La Barbera. Chi è La Barbera? 

All'epoca vicequestore di Palermo, capo della squadra Mobile, nel capoluogo siciliano dal 1988, già collaboratore di Falcone e coinvolto nelle indagini su via d'Amelio. Prima di Palermo aveva diretto la Squadra Mobile di Venezia (1976-1988). Nel 1994 viene messo a capo della Questura del capoluogo siciliano. Nel 1997 a Napoli, due anni dopo a Roma, poi a capo dell'UCIGOS (Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali), indicato come uno dei responsabili del blitz alla scuola Diaz durante il G8 di Genova ("ero d'accordo sul blitz, ma giunto sul posto lo sconsigliai per lo stato di tensione che ho percepito" dichiarerà nei giorni successivi), muore nel 2002.

Già nel settembre del 1992 la Procura di Caltanissetta, guidata all'epoca da Giovanni Tinebra, riteneva di aver chiuso il cerchio sui responsabili della strage per merito del presunto pentito Vincenzo Scarantino, un delinquente di piccolo cabotaggio, ritenuto addirittura uno degli esecutori materiali. Tesi sostenuta dal pool investigativo guidato da La Barbera. Nonostante le evidenti contraddizioni, la scarsa caratura criminale di Scarantino e le ritrattazioni, sulle sue dichiarazioni viene scritta una presunta verità giudiziaria che regge fino in Cassazione. Quindici anni dopo arrivano le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, uomo dei Graviano, che sbugiarda definitivamente Scarantino, il quale ammette il depistaggio e accusa La Barbera di aver "costruito tutto" (leggi) 

Torniamo alle dichiarazioni del magistrato Cardella ieri in Aula, riportate da Antimafia Duemila. "Sulla presenza nell'ufficio di La Barbera della borsa di Paolo, ne parlammo proprio con lui. Ma il capo della mobile disse che se l'era ritrovata lì e non sapeva come ci fosse arrivata. All'interno c'era sicuramente un'agenda marrone, di quelle appartenenti ai carabinieri. C'era poi un'agenda con alcuni numeri di telefono ma l'agenda rossa non c'eraRicordo degli approfondimenti investigativi sulla presenza di Bruno Contrada nel luogo della strage, cosa che poi non fu confermata, e ricordo che ci confrontammo anche con i colleghi di Palermo sull'omicidio del maresciallo Guazzelli. Non pensavamo ad un collegamento diretto con la strage di via d'Amelio ma si riteneva che potesse costituire un tassello importante per capire quel che era avvenuto. In particolare però ci concentrammo sugli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino, su tutta la vicenda dell'interrogatorio di Mutolo e della visita del giudice al ministero degli Interni".

Giuliano Guazzelli era il maresciallo dei Carabinieri a cui Calogero Mannino, uno degli imputati del processo trattativa che si svolge a Palermo, confidò subito dopo la sentenza della Cassazione sul maxiprocesso "ora uccidono me o Lima". Il 12 marzo tocca proprio al collega di partito, assassinato a Mondello. Il 4 aprile viene ucciso anche Guazzelli, sulla strada che da Agrigento conduce a Porto Empedocle.  

L'ipotesi dell'inchiesta palermitana è che il maresciallo sia stato ucciso come "ulteriore avviso" a Mannino. Il 18 maggio 2012 Riccardo Guazzelli (figlio del maresciallo, un passato da consigliere provinciale di Agrigento, proprio nella DC di Mannino) testimonia davanti alla quarta sezione del Tribunale di Palermo chiamata a giudicare il generale Mario Mori e il colonello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento a Cosa Nostra (poi assolti). Guazzelli conferma: "Mio padre mi raccontò di avere incontrato Mannino prima dell'omicidio Lima, e questi gli disse: o uccidono me o uccidono Lima. Dopo l'assassinio di Lima, invece, in un altro incontro Mannino gli disse: hanno ammazzato Lima, potrebbero ammazzare anche me" (leggi) 

A proposito dei falsi pentiti Scarantino, Candura e Andriotto, Cardella dichiara: "Quando arrivammo a Caltanissetta noi trovammo già queste persone in cella, sapevo che erano state arrestate inizialmente per un motivo e poi c'è stata una microspia in cella che portò ad una nuova imputazione. Non posso dire se vi fosse una strategia. Io ricordo che partecipai ad un interrogatorio a Milano di Salvatore Candura. Escludo comportamenti anomali da parte di chi era presente oltre a noi pm. Candura aveva elementi che destavano perplessità sia per la sua caratura criminale sia per il suo rapporto di parentela con la proprietaria della 126, poi utilizzata come autobomba nella strage di via d'Amelio. Gli davamo credibilità per via della microspia che era collocata nella sua cella". 


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Il blog di Chiara Salvini
 
 
 

ORE 22:37 DA PALERMO TODAY: LA COMMEMORAZIONE – DOPO 22 ANNI–DELL’ASSASSINIO DI PAOLO BORSELLINO– IL DISCORSO DEL PM NINO DI MATTEO QUI E’ ACCORCIATO, FORSE PER FAR POSTO AGLI ALTRI PARTECIPANTI—LA FIDUCIA DI CHI VUOLE LA VERITA’ PARE CONCENTRARSI SU —NINO DI MATTEO — E –FRANCESCO DEL BENE // TENIAMOCELI A MENTE PER SEGUIRLI SUI GIORNALI!

 
Pubblicato il 20 luglio 2014 da Chiara Salvini
 
DA PALERMO TODAY
 
Palermo nel ricordo di Borsellino, Di Matteo: “Un dovere cercare la verità”

Ecco gli interventi che hanno portato alla memoria l’impegno ed il sacrificio del magistrato e degli agenti della scorta assassinati nel ’92. Contestata dalle Agende Rosse il presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi ( il movimento o associazione delle “Agende Rosse”  è stato fondato dal fratello di Paolo, Salvatore Borsellino.
La prima marcia “ufficiale” è partita il 19\072009 verso il castello Utvegio.
é assolutamente apolitico, tanto da allontanare con forza i rappresentanti politici che tentano invano di adescarci in ogni momento e manifestazione specie nelle commemorazioni dei grandi magistrati.. 
Alle 16.58 il minuto di silenzio

Redazione 19 Luglio 2014
 

ORE 18.20 – Dopo il pm Di Matteo prende la parola il procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita: “Oggi Paolo si chiederebbe cosa trattenga chi vuole cercare la verità e si stupirebbe nel vedere che chi ha continuato sulla sua strada debba ancora lottare per farlo.Faremo di tutto – ha aggiunto – per fare in modo che Paolo non venga ucciso una seconda volta, inseguendo quegli ideali di verità e giustizia di cui lui vorrebbe che fossimo sacerdoti”;

 

ORE 17.40 - Sul palco è la volta del pm Nino Di Matteo: ” Voglio dire grazie a tutti i cittadini che proteggono i valori che furono di Paolo Borsellino, calpestati dall’arroganza dei prepotenti e degli impuniti. Queste manifestazioni – ha proseguito – hanno senso solo se vengono sostenute con coraggio. Abbiamo il dovere etico e morale di cercare la verità, anche se ci rendiamo conto che quel cammino potrà costare sempre più lacrime e sangue. Per cercare la verità è necessario farlo con onestà intellettuale, rispettando la verità e non temendo mai di declamarla, anche se può apparire sconveniente e impopolare”;

 

ORE 16.58 - Dopo gli interventi dei vari protagonisti della giornata, è arrivato il momento del“minuto di silenzio” in memoria del giudice Borsellino e degli agenti della scorta. In tanti si sono abbandonati al pianto, prima di lanciarsi in un lungo e sentito applauso;

 

ORE 16.35 - Arriva nel luogo della commemorazione Nino Di Matteo. Il pm è stato accolto da un fragoroso applauso e numerosi incitamenti:

 

“Nino continua così, non sei solo!”;

 

ORE 16.22 - In via D’Amelio compare il presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi. L’accoglienza dei rappresentati delle Agende Rosse, però, non è stata delle migliori: le hanno voltato le spalle alzando in alto le agende rosse. Un modo, forse, per dire no alla presenza delle istituzioni nel luogo della strage. Poi, dialogando con Rita e Salvatore Borsellino, il presidente della Commissione antimafia ha spiegato: “Valuteremo se aprire una commissione d’inchiesta per le stragi mafiose del ’92. Fino ad ora – ha proseguito – non lo abbiamo fatto perché ci sono tre processi in corso e non vogliamo interferire con l’autorità giudiziaria”. Secca la risposta di Salvatore Borsellino: “Parla di interferenze che, però, ci sono già state. Lo stesso presidente Napolitano che non vuole testimoniare al processo per la trattativa, mi lascia allibito”, aprendo poi ad un barlume di fiducia nel lavoro che Rosy Bindi potrà svolgere;

ORE 12.25 – Anche Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito, è arrivato in via D’Amelio al fianco del proprio figlio. Dopo un caloroso abbraccio con Salvatore Borsellino, il collaboratore di giustizia ha dichiarato: “In questo luogo ho le mie responsabilità, ma sono uno dei pochi che ha la faccia ed il coraggio di venire – poi ha aggiunto -. Ho portato mio figlio che sta iniziando a capire tutto. Per la prima volta vedo i potenti tremare davanti alle domande del pm Antonino Di Matteo.

 

Credo – ha concluso – che quel castello di menzogne stia per crollare, ma sono ancora tanti quelli che mancano in quell’aula”;

“Il ricordo di Borsellino evoca l’esigenza di verità e giustizia – ha detto il sindaco Leoluca Orlando– E’ un’occasione per ricordare lui ed il suo impegno nel contrasto alla mafia, per ricordare l’importanza di fare luce su quell’ignobile trattativa tra Stato e mafia”. Nel frattempo si è conclusa la mattinata per i 150 bambini giunti dalle periferie per conoscere la storia del giudice Paolo in un percorso ludico alla scoperta dei simboli dell’antimafia;

ORE 11.50 – Anche la figlia del giudice Borsellino, Lucia, è intervenuta durante la commemorazione spezzando il tradizionale silenzio che l’ha sempre contraddistinta: “Sento ancora viva la presenza di mio padre. Il nostro silenzio non è stato fine a se stesso – ha dichiarato dopo la messa che si è tenuta alla caserma Lungaro -, ma è un silenzio che parla, perché la nostra è una responsabilità quotidiana. Così i nostri genitori avrebbero voluto che continuassimo ad alimentare quei valori che ci hanno nutrito, con senso di responsabilità e lontano dai riflettori”;

Da via D’Amelio, invece, ha parlato Rita Borsellino: “La verità sulle stragi sembrava a portata di mano, e invece è stata occultata per costruirne un’altra. A chi interessava? Esprimiamo solidarietà ai magistrati che lavorano su un campo minato. E’ meglio – ha aggiunto – non alimentare polemiche create ad hoc per distogliere l’attenzione dai temi importanti”;

ORE 11.10 – “Oggi deve partecipare solo chi sente il bisogno di farlo, anche se fossero poche persone – ha dichiarato Rita Borsellino, sorella del magistrato trucidato dal tritolo, intervenendo all’inizio della manifestazione -. Non è opportuno che in via D’Amelio venga chi ha perso il diritto di ricordare Paolo. Non ho mai attaccato le istituzioni – ha proseguito -. Piuttosto dico che alcuni occupano dei ruoli da cui dovrebbero essere allontanati”. La lotta alla mafia, secondo il capo della polizia Alessandro Pansa, ha registrato “grandi passi avanti”. E sulla verità relativa alla stagione delle stragi ha aggiunto: “Tocca alla magistratura andare fino in fondo per svelare eventuali altre verità”;

ORE 9.30 - Circa 150 bambini provenienti dalle periferie di Zen, Cep, Borgo Nuovo, hanno partecipato ad alcune attività ludiche organizzate con il “Laboratorio Zen insieme”, mirate al ricordo del giudice Borsellino e alla conoscenza della storia della mafia e dell’antimafia;

IERI SERA - Giorgio Napolitano deve andare a testimoniare al processo sulla trattativa Stato-mafia”. Queste le parole di Antonio Ingroia, intervenuto al dibattito organizzato da Antimafia Duemila in occasione del ventiduesimo anniversario della strage di via D’Amelio.

 

Ingroia ha parlato di uno “Stato colpevole che ha depistato le indagini per tutelarsi. Il cambiamento – ha proseguito – non arriverà mai da parte di questo Csm che si spartisce i posti in base al peso delle correnti. Un Csm così non farà mai procuratore aggiunto un Nino Di Matteo o un Francesco Del Bene, almeno fino a quando a presiederlo sarà un uomo come Giorgio Napolitano. Occorre dare una spallata – ha concluso – al conformismo politico e giudiziario ed all’opportunismo di carriera di alcuni professori”.

 

A dare il via alla manifestazione sono state le Agende Rosse, quando un centinaio di persone hanno partecipato al sit in davanti al Palazzo di Giustizia prima di spostarsi in corteo verso la Facoltà di Giurisprudenza per il dibattito “Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D’Amelio”, organizzato da Antimafia Duemila. Alle 16,58, orario in cui scoppiò la bomba, spazio al minuto di silenzio. Nella mattinata, alele ore 9.30, alla caserma Lungaro, è intervenuto il capo della polizia Alessandro Pansa che ha deposto una corona di fiori presso il Reparto scorte della Questura.

 
 
 
 
NEL CAPOLUOGO SICILIANO

di Redazione. Categoria: CronacaSicilia

 

A 22 anni dalla strage di via D’Amelio, la lotta contro la mafia registra “grandi passi avanti”. A dirlo è il capo della polizia Alessandro Pansa che ha commemorato a Palermo gli agenti di scorta vittime delle stragi di mafia. L’ha fatto nel giorno del 22/mo anniversario dell’eccidio di Via D’Amelio, deponendo una corona d’alloro davanti alla lapide posta nel Reparto Scorte della caserma Pietro Lungaro a Palermo. Alla domanda se tutta la verità è venuta fuori sulla stagione delle stragi, Pansa ha detto che “spetta alla magistratura il compito di andare fino in fondo per svelare eventuali altre verità”.

“È indispensabile non dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza”: le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sono affidate a una lettera per Manfredi, il figlio di Paolo Borsellino: “”Paolo Borsellino univa all’eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell’opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione”.

“Alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l’auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all’intero Paese”.

“È pertanto indispensabile – si legge ancora nel messaggio – non dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza. Come ho ricordato in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l’auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all’intero Paese. Con questo spirito – conclude Napolitano – e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani”.

Il giorno del ricordo di Paolo Borsellino, in una Palermo che brulica di persone, non è scevro di polemiche. Ad alzare la voce, nella tarda sera di venerdì, è stato l’ex pm Antonio Ingroia, intervenuto alla conferenza ‘Un Paese senza verità’ organizzato da Antimafia Duemila ”Il nostro Capo dello Stato deve andare a testimoniare al processo sulla trattativa a Palermo, deve venire a raccontare la verità di cui è custode”. Ingroia ha contestato il presidente del Consiglio, Renzi “il rottamatore che non ha speso una parola in difesa dei magistrati condannati a morte da Riina” e ha criticato la mancanza di “un progetto legislativo a sostegno della magistratura, mentre c’è un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, non è questo – ha detto – quello che volevamo da questo parlamento. Sarebbe servita anche una Commissione sulle stragi seria che non avesse paura di approfondire la verità”. Poi l’ex magistrato è tornato a commentare il processo sulla trattativa Stato-mafia: “In quell’aula bunker le gabbie sono vuote perché i responsabili di quelle stragi sono all’esterno.

Chi invece vuole calmare le acque e pensare solo a Borsellino è la sorella Rita: “Pensiamo che non sia opportuno che in via D’Amelio vengano le persone che hanno perso il diritto di ricordare Paolo, è una polemica che non ho voluto, ma qui deve venire chi sente il bisogno di farlo, anche se sono poche persone. Non ho mai attaccato le istituzioni, semmai sono le persone che talvolta occupano dei ruoli da cui dovrebbero essere allontanate”.

“Parliamo di quello che è accaduto in questi 20 anni, quando la verità sembrava a portata di mano e invece è stata occultata per costruirne un’altra, a chi interessava e perché? Siamo vicini ai magistrati che lavorano su un terreno minato”, ha aggiunto la Borsellino “Bisogna stare molto attenti, ma non alimentare polemiche create ad arte per distogliere l’attenzione dalle cose importanti”.

“Il ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta, al di là delle doverose commemorazioni, interroga ciascuno di noi, interroga tutte le istituzioni sull’impegno quotidiano di contrasto a mafia e mafiosità, ricorda quanto sia necessario in sede giudiziaria, storica e politica fare verità e giustizia sulla ignobile trattativa Stato Mafia”, ha invece commentato Leoluca Orlando, sindaco di Palermo.

In via D’Amelio, ci sono almeno 150 giovani e aumenteranno. Sono i giovani dai 6 ai 14 anni dei quartieri Zen, Cep, Borgo Nuovo e centro storico arrivati con i pullman messi a disposizione dalla Guardia di Finanza per ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta. A promuovere l’iniziativa, come ogni anno, gli attivisti del Laboratorio Zen insieme. “Proviamo a trasmettere loro un messaggio di legalità – spiega Mariangela Di Gangi, presidente dell’associazione – specialmente in quei quartieri popolari dove spesso neanche la scuola riesce ad arrivare”.

 19 luglio 2014
 
 

Settimana calda, quella che comincia oggi, però non certo per la normale temperatura della stagione. Si parte, infatti, con i festeggiamenti per la Santa Patrona di Palermo, a cui nessuno sembra volere sfuggire, complice la possibilità che la “Santuzza” faccia qualche miracolo e risolva uno dei tanti problemi che affliggono la nostra città, per chiudere con le celebrazioni del ventiduesimo anniversario della strage di via D’Amelio.

Sette giorni veramente intensi, dicevamo, anche perché in tanti si stanno dando da fare per rendere onore e merito a quanti,quell’infausto 19 luglio del ’92, vennero tragicamente uccisi.

Ad esempio, per cominciare, già da qualche giorno si sta disputando a Marsala il V Memorial “Vittime della strage di via D’Amelio”.

Ad animarlo, sino a venerdì prossimo, saranno sei squadre, il nome di ognuna delle quali è associato a quello di una vittima, di cui faranno parte rappresentanti delle forze dell’Ordine, magistrati, cooperative sociali, ragazzi dei quartieri di Sappusi e Amabilina, ma anche soci di Libera.

Una manifestazione, promossa dal presidio “Vito Pipitone” di Libera Marsala, per ricordare una delle pagine più tragiche d’Italia, ma soprattutto la figura di uno dei magistrati più influenti nella lotta alla mafia, peraltro ex procuratore della Repubblica di Marsala. Lo stesso giorno delle commemorazioni ufficiali, ossia sabato 19 luglio, alla Pinacoteca Comunale, nel Convento del Carmine di Marsala, avverrà la premiazione delle vincitrici.

Alle 21.30 di mercoledì 16, invece, nell’atrio comunale del Comune di Cinisi, l’associazione “Cittadinanza per la magistratura”, in collaborazione con alcuni ragazzi del luogo, organizza “Cinisi ricorda Paolo Borsellino”, incontro dibattito organizzato “per mantenere vivo il ricordo di un uomo che, senza farsi sopraffare dalla paura della morte, ha combattuto fino alla fine contro la mafia, risvegliando in tal modo gli animi un po’ stanchi e un po’ cinici di chi non crede più nella speranza di un cambiamento”.

Paolo Borsellino
 

«Perché ricordare Paolo Borsellino – dicono i promotori di questa iniziativa – è un dovere morale e civico. Dimenticare significherebbe rendere vana la sua morte e quella di chi, come lui, ha speso la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata». Interverrà il Procuratore aggiunto presso il tribunale di Caltanissetta, Domenico Gozzo.

Altrettanto caldo e ricco di momenti significativi sarà il fine settimana, all’interno del quale cadrà il 19 luglio, giornata clou di tutti gli avvenimenti, durante il quale dovrà essere ancora più sentito e, si spera, partecipato il ricordo di Paolo Borsellino e dei suoi 5 angeli custodi: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.

A organizzare tutto sono le Agende RosseIl Fatto Quotidiano e Antimafia Duemila. Si comincia alle 18 del 18 con il sit-in di Scorta Civica davanti al Palazzo di Giustizia, proseguendo con un corteo che partirà alle 19 alla volta della Facoltà di Giurisprudenza. Qui, alle 20.30, avrà inizio il convegno organizzato da Antimafia Duemila dal titolo “Un Paese senza verità: continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di Via D’Amelio”

.palazzo giustizia

Vi parteciperanno: Salvatore Borsellino, fondatore del movimento Agende Rosse e fratello di Paolo; Antonino Di MatteoGiuseppe Lombardo eFrancesco Del Bene, sostituti procuratori rispettivamente di Palermo, Reggio Calabria e ancora Palermo; Antonio Ingroia, ex pm, avvocato e commissario di “Sicilia e-Servizi”; Saverio Lodato, giornalista e scrittore;Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella di Salvatore e Giuseppe Asta, uccisi nella strage di Pizzolungo; Giorgio Bongiovanni e Anna Petrozzi, direttore e caporedattore della rivista che organizza. Un evento, che sarà trasmesso in diretta streaming sul sito http://www.antimafiaduemila.com.

La giornata del 19 si aprirà alle 9 in via Mariano D’Amelio, dove il “Laboratorio Zen Insieme” proporrà sino alle 13 animazione per bambini e percorsi di legalità. Alle 15.30 interverranno i familiari delle vittime della strage, le cui testimonianze andranno avanti sino alle 16.58, quando tutti faranno un minuto di silenzio.

orchestra ragazzi catania

I ragazzi dell’Orchestra sinfonica infantile “Falcone e Borsellino”

Alle 17, Marilena Monti reciterà “Giudice Paolo” con i successivi interventi di Nino di Matteo, Sebastiano Ardita, Nicola Gratteri e Giovanni Airò Farulla. Seguirà “Un Valzer per Paolo Borsellino”,spettacolo di musica e teatro sulla trattativa stato mafia, realizzato dai bambini dell’Orchestra sinfonica infantile “Falcone e Borsellino” afferenti alla Fondazione “La città invisibile”, direttamente da Catania. A dirigerli sarà il maestro Manuel Frias.

Seguirà “L’arte uccide la mafia”, spettacolo teatrale di “Our Voice”, composto e interpretato da bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni che risiedono in città italiane diverse.

A promuovere questo evento sono l’associazione culturale “Falcone e Borsellino” e l’Onlus “Funima International” per informare ed educare le nuove generazioni alla legalità, attraverso forme di libera espressione artistica, musicale e teatrale. Autrice di questo lavoro è la dodicenne Sonia Tabita Bongiovanni.

Valentina Lodovini e Marco Travaglio

Valentina Lodovini e Marco Travaglio

Alle 19.30, partirà da via D’Amelio la “biciclettata” promossa da “Palermo Ciclabile” e “Ruota Libera”.

La giornata del 19 si concluderà alle 21 con il dibattito dal titolo “Depistaggi e trattative”, durante il quale Rossella Guadagnini, giornalista di MicroMega e socia di LeG, intervisterà Fabio Repici, legale dei familiari vittime di mafia. A seguire, Valentina Lodovini e Marco Travaglio, protagonisti dello spettacolo teatrale “E’ Stato la mafia”, saranno i protagonisti di “Romanzo Quirinale”, leggendo e raccontando le intercettazioni dello scandalo Mancino-Napolitano-D’Ambrosio.

Le iniziative pensate e proposte in occasione di questo 22° anniversario della strage di via D’Amelio proseguiranno anche domenica 20, con tre ultimi appuntamenti. Alle 9 salita al Castello Utveggio, con partenza da Via Mariano d’Amelio.

Alle 18, all’Ex Fonderia Reale, di piazza Fonderia, dietro la Cala di Palermo, avrà luogo il dibattito dal titolo “Commissione Antimafia: parole o fatti?” con Giulia Sarti (M5S), Beppe Lumia (PD), Claudio Fava (Gruppo misto) e Giorgio Ciaccio (M5S – ARS). Infine, a conclusione di questa tre giorni di full immersion in temi cari a molti, la proiezione del docufilm “Fuori la mafia…” di Mauro Baldelli e Mirko Preatoni.

Ultimo appuntamento di una lunga serie di eventi, silenzio mafiache non potrà che fare riflettere sullo stato delle cose e su dove si è arrivati nel lungo viaggio, ancora del tutto in corso, alla ricerca di verità, legalità e giustizia.

Gilda Sciortino
 
 

 

Palermo, venerdì 18 luglio 2014, ore 20:30, presso l’Atrio della Facoltà di Giurisprudenza (Via Maqueda, 172) avrà luogo la conferenza “Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D’Amelio” organizzata dall’Associazione culturale Falcone e Borsellino in collaborazione con le associazioni Contrariamente eRete Universitaria Mediterranea, in occasione del 22° anniversario della strage di via D’Amelio.

 

Quel 19 luglio ’92 una 126 imbottita di tritolo esplose portandosi via le vite del giudice Paolo Borsellino e degli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. La strage fu opera del braccio armato di Cosa nostra e dei corleonesi di Totò Riina. Dopo oltre un ventennio, però, non è stata ancora ristabilita la verita su chi, appartenente ad ambienti di potere ben più alti e indicibili, volle e ordinò la condanna a morte del magistrato che si era posto di traverso per impedire la trattativa in corso tra lo Stato e la mafia.

Interverranno in qualità di relatori Salvatore Borsellino, fondatore del movimento Agende Rosse e fratello di Paolo; Antonino Di Matteo, sostituto procuratore di Palermo; Giuseppe Lombardo, sostituto procuratore di Reggio Calabria; Francesco Del Bene, sostituto procuratore di Palermo; Antonio Ingroia, ex pm, avvocato e commissario di Sicilia e-Servizi;Saverio Lodato, giornalista e scrittore; Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella di Salvatore e Giuseppe Asta, uccisi nella strage di Pizzolungo; Giorgio Bongiovanni e Anna Petrozzi, direttore e caporedattore della rivista Antimafia Duemila.
L’ingresso è libero!

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming su www.antimafiaduemila.com

 

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