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Mafia e servizi, Renzi toglie il segreto di Stato al 'Protocollo Farfalla' PDF Stampa E-mail
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Scritto da Redazione ilfattoquotidiano.it   
Mercoledì 30 Luglio 2014 13:10
di Redazione ilfattoquotidiano.it - 29 luglio 2014

Il premier Matteo Renzi toglie il segreto di Stato dal “Protocollo Farfalla“, l‘accordo riservato tra Sisde e Amministrazione penitenziaria che consentiva agli 007 di intrattenere contatti con detenuti al 41 bis. La decisione è stata comunicata dal direttore del Dis (Dipartimento per le informazioni e la sicurezza), Giampiero Massolo, alla presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. Ora la commissione acquisirà la documentazione utile a completare l’indagine avviata sulla vicenda.

Il segreto di Stato sul protocollo è emerso nel processo a Roma in cui Salvatore Leopardi, ex funzionario del Dap, e Giacinto Siciliano, ex direttore del carcere di Sulmona, sono accusati di aver girato ai servizi notizie sul pentito di camorra Antonio Cutolo. La circostanza è stata ricordata pochi mesi fa, quando Totò Riina è stato intercettato a colloquio con il boss pugliese Alberto Lorusso nel carcere di Opera, diretto proprio da Siciliano.

Sul caso la commissione Antimafia ha svolto diverse audizioni, tra cui quelle di Arturo Esposito, direttore dell’Aisi (che dal 2007 ha preso il posto del Sisde) e dell’ex capo del Dap, Giovanni Tamburino. Dalle audizioni, il cui contenuto è stato secretato, è emerso che non sarebbe mai esistito un ‘protocollo Farfalla’ nel senso di un documento scritto che regola la possibilità per gli agenti del servizio di avvicinare i detenuti al carcere duro. Ci sarebbero invece state due operazioni specifiche e limitate nel tempo, denominate ‘Farfalla’ e ‘Rientro’, svolte nel 2005 e nel 2006, che avevano come obiettivo l’accesso a boss al 41 bis.

Nel 2007 entrambe le operazioni sarebbero state chiuse, mentre è stata aperta appunto un’inchiesta da parte della magistratura per verificare eventuali procedure illegali seguite. Nel 2010, poi, è stata sottoscritta una convenzione tra Dap ed Aisi che regola lo scambio di informazioni su detenuti e prevede che siano i vertici delle due amministrazioni ad incontrarsi periodicamente per questo scopo. E gli 007 non possono infiltrarsì nelle carceri o avere un accesso diretto ai detenuti. Negli ultimi due anni si sarebbero registrati una ventina di casi in cui dai servizi segreti sono arrivate al Dap richieste di informazioni su persone in carcere.

Rosy Bindi ha espresso apprezzamento per la decisione di Renzi, elogiando la “trasparenza e la leale collaborazione tra le Istituzioni”. Anche il vicepresidente della commissione, Claudio Fava, ha ringraziato il premier ed ha ricordato di aver più volte denunciato “una anomala procedura di collaborazione tra servizi segreti e amministrazione penitenziaria, sottratta ad ogni controllo della magistratura. La decisione di liberare gli atti del protocollo Farfalla dalla zavorra del segreto di Stato – aggiunge – è un primo passo per ricostruire compiutamente il ruolo che taluni apparati dei servizi hanno svolto in questi anni, non sempre in uno spirito di collaborazione con chi cerca la verità sui grandi delitti di mafia”.


Redazione ilfattoquotidiano.it













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