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A STOP Vincenzo Pipino rivela: 'La Barbera mi chiese un favore su Scarantino' PDF Stampa E-mail
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Scritto da Redazione ilsitodipalermo   
Giovedì 10 Luglio 2014 17:58

di Redazione ilsitodipalermo - 10 luglio 2014

''Il più noto ladro d'arte italiano, Vincenzo Pipino, racconta di come Arnaldo La Barbera lo mise in cella con Vincenzo Scarantino'' appena arrestato per la strage di via D'Amelio e oggi riconosciuto come il "falso pentito" delle indagini, per chiedergli di controllarlo e riferire. E lui gli avrebbe poi detto che la macchina non l'aveva rubata lui. Lo riporta un numero speciale di STOP, "I grandi gialli di Stop", in edicola sabato: "Così La Barbera fabbricò il falso pentito di via D'Amelio Vincenzo Scarantino".

Pipino rammenta, in un capitolo di anticipazione della sua autobiografia, in uscita a settembre con Milieu, che il capo della Squadra mobile di Palermo, nel 1992, si rivolse a lui dicendogli: "Mi serve un tuo favore, solo tu puoi farmelo, ed io, in cambio, ti copro su certe tue marachelle (...)". E quando La Barbera chiese al ladro cosa avesse scoperto su Scarantino, Pipino afferma di aver risposto che "l'uomo era completamente innocente (...) ma fu invitato dal poliziotto a non farne parola con nessuno".
 

"Insisteva tenacemente che la macchina non l'aveva rubata lui - riporta Pipino su Stop - e che non sapeva nulla dell'attentato. (...) Mettiti la coscienza tranquilla e gira la testa da un'altra parte, risposi sicuro della mia intuizione". "Bene! - ribattè La Barbera - però sappi che devi tenere la bocca chiusa con tutti e in qualsiasi occasione".


Redazione ilsitodipalermo








 

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