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Torino, il documentario su Caccia. Caselli: ‘Uomo che rendeva lo Stato credibile’ PDF Stampa E-mail
Video - Conferenze e Dibattiti
Scritto da Cosimo Caridi   
Mercoledì 19 Marzo 2014 20:35
di Cosimo Caridi - 19 marzo 2014

Grande successo di pubblico per la prima proiezione in sala del documentario “Bruno Caccia, una storia ancora da scrivere”, presentato ieri sera al cinema Massimo di Torino. Caccia è stato ucciso in un agguato nel 1983, ma a oggi non è ancora stata fatta chiarezza sull’assassinio dell’ex Procuratore Capo di Torino. In sala, oltre alle figlie del magistrato, c’era anche Giancarlo Caselli, che ha guidato la Procura di Torino fino a pochi mesi fa. “E’ grazie a uomini come Bruno Caccia – dice Caselli – che lo Stato si presenta agli occhi dei cittadini con volti credibili”. Gli autori del documentario, Elena Ciccarello, Christian Nasi e Davide Pecorelli, hanno tentato di rispondere agli interrogativi lasciati aperti dopo il processo che condannò Domenico Belfiore come unico mandante dell’omicidio. “L’esecutore materiale di questo delitto è la ‘ndrangheta - spiega Pecorelli -, ma dietro ci sono anche altri interessi di chi si è avvantaggiato da questo”. Lo scorso anno i figli di Bruno Caccia hanno chiesto che venga riaperto il caso, in particolare alla luce dei nuovi elementi raccolti dagli inquirenti per il processo Minotauro.

Cosimo Caridi (ilfattoquotidiano.it)











 

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