di Riccardo Saurini, Luca Mantovani e Barbara Tosi - 6 febbraio 2014
Al signor Presidente del Consiglio Comunale
MOZIONE
Premesso che,
è obbligo morale di tutti gli enti e istituzioni democratiche non far mancare sostegno concreto e tangibile a chi combatte ogni giorno il potere mafioso sacrificando per questo la propria vita.
Visto che,
il Pubblico Ministero Antonino Di Matteo, che sostiene l'accusa nel processo noto come «il processo sulla trattativa Stato-Mafia», ha subito una serie di minacce in relazione alla sua attività di contrasto a Cosa Nostra.
Considerato che,
alcune di queste minacce, fatto già di per sé gravissimo, contengono riferimenti puntuali all'attività e agli spostamenti del giudice siciliano, che dimostrano una volta di più la capacità mafiosa di penetrare nelle istituzioni democratiche e avere accesso a informazioni personali riservate.
Rilevato che,
da alcune conversazioni avvenute in carcere — e intercettate dalle autorità - tra Totò Riina e altri esponenti di organizzazioni criminali di stampo mafioso è emerso un piano volto a uccidere Antonino Di Matteo; in modo particolare le intercettazioni tra Riina e un esponente della Sacra Corona Unita, registrate nel carcere milanese di Opera dove il boss della Mafia è detenuto, sono state depositate agli atti del processo noto come il «processo sulla trattativa Stato-Mafia», e contengono le seguenti affermazioni di Riina: «Di Matteo deve morire. E con lui tutti i pm della trattativa, mi stanno facendo impazzire».
Posto che,
a causa delle chiare minacce ricevute, è stato impedito per motivi di sicurezza al PM Di Matteo di presenziare all'udienza del processo tenutasi 1111 dicembre a Milano, fatto quanto mai eccezionale nella storia della lotta alla Mafia;
Verificato che,
minacce analoghe sono state rivolte anche all'Avvocato antimafia Fabio Repici, noto per essere il legale di molti dei familiari di vittime di mafia, da parte di Rosario Pio Cattafi, esponente di vertice della mafia di Barcellona Pozzo di Gatto, imputato (recentemente condannato ndr) per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e calunnia all'interno del processo denominato «Gotha3».
Tenuto conto che,molte istituzioni, enti pubblici e comitati spontanei di cittadini si sono apertamente schierati in difesa di Antonino Di Matteo e di Fabio Repici esprimendo loro solidarietà e attestazioni di vicinanza e stima;