Davanti alle difficoltà non bisogna arrendersi.
Al contrario, devono stimolarci a fare sempre di più e meglio, o superare gli ostacoli per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati.
E agli agenti di polizia penitenziaria ha aggiunto: “A farmi arrestare Provenzano e Ciancimino”.
Il Capo dei capi, Totò Riina, rompe il silenzio e durante uno spostamento in carcere, rivolgendosi agli agenti della polizia penitenziaria, ha affermato: “Sono stati loro a venire da me, non io da loro". E poi ha aggiunto: “Mi hanno fatto arrestare Provenzano e Ciancimino”. Il fatto sarebbe avvenuto qualche settimana fa mentre stava per essere trasferito dalla sua cella alla saletta delle videoconferenze. A riferirne è il sito di “La Repubblica Palermo” e le frasi sono state riportate in una relazione di servizio stilata da alcuni agenti del Gom, il gruppo speciale della polizia penitenziaria che si occupa della gestione dei detenuti eccellenti, e già inviata alla Procura di Palermo che sulla trattativa sta indagando. La prima parte del dialogo di Riina, infatti, sembra riferirsi alla famigerata e nefasta trattativa Stato-mafia che nel 1992 venne intavolato da alcuni ufficiali del Ros con l'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, mentre la seconda frase potrebbe confermare le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, che aveva parlato proprio degli incontri del padre con l'ex comandante del Ros Mario Mori e della consegna delle cartine in cui era segnata l'abitazione dove Riina si nascondeva.
Questa mattina, la relazione è stata depositata al processo per la trattativa, che si svolge nell'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo. A quanto pare i magistrati, per il momento, non hanno voluto interrogare Riina mentre sono stati ascoltati in Procura gli agenti della penitenziaria a cui il capomafia ha rivolto quelle frasi, nel carcere milanese di Opera. E gli agenti avrebbero confermato il contenuto della loro relazione.
Le rivelazioni di Riina, ovviamente vanno interpretate con tutte le precauzioni del caso. In primo luogo perché il capomafia non è un collaboratore di giustizia ed in questo senso non ha mai dato segnali di apertura. In secondo luogo perché si tratta di una “direzione” del tutto nuova rispetto ad alcune dichiarazioni del passato dove ha sempre negato sia la trattativa che il coinvolgimento nel suo arresto di Bernardo Provenzano.