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Palermo, riunito il Comitato di sicurezza per la protezione al pm Di Matteo PDF Stampa E-mail
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Scritto da Marta Genova   
Venerdì 07 Giugno 2013 13:14
di Marta Genova -7 giugno 2013

A distanza di due mesi dalla prima lettera di minacce al sostituto procuratore Nino Di Matteo, gli appelli dei cittadini e il silenzio da parte delle Istituzioni, oggi il Comitato di Sicurezza sta decidendo sul potenziamento della protezione al giudice e dunque per il cosiddetto "livello1" , quello più alto, per i casi di pericolo più elevati.

La scorsa settimana è arrivato l'ultimo avvertimento anonimo per il magistrato che si sta occupando di due importanti processi, quello che vede imputati l'ex generale dei Ros Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a cosa nostra per la mancata cattura del boss Provenzano nell'ottobre del '95, e quello sulla Trattativa stato-mafia, appena iniziato, che vede alla sbarra mafiosi, ex ministri, ed ex vertici delle forze dell'ordine. Due processi, seppure celebrati a Palermo, che camminano paralleli a quello che sta portando avanti la procura di Caltanissetta, il Borsellino quater.

Nell'ultima lettera, l'anonimo aveva scrittto: "Ti stai battendo onorevolmente contro un sistema più grande di te, ma è inutile che corri con le auto, tanto gli obiettivi sono sempre gli stessi".

La protezione al giudice è stata in parte rafforzata ma non basta e in questo momento il Comitato per l'ordine e la sicurezza è riunito in Prefettura per prendere delle nuove decisioni.

Nei mesi scorsi si era ipotizzato l'ausilio di una strumentazione già utilizzata in diversi paesi dell'Europa, il jammer , un dispositivo "anti-atti terroristici ", che permette di percepire l'esplosivo a distanza. Necessaria anche la zona rimozione sotto casa del pm. Tutte ipotesi che fin ora non sono state prese in considerazione, seppur l'esperienza ci abbia insegnato disgraziatamente, che rafforzare la protezione in termini di "uomini di scorta", vuol dire solo mandare al massacro più vite umane.

Giorni di tensione, di allerta, ma tutto nel silenzio più totale da parte dello Stato (solo l'europarlamentare Sonia Alfano, ha portato la richiesta dei cittadini, in commissione antimafia europea, ndr), anche agli appelli lanciati dalle associazioni, dai cittadini.

All'appello lanciato dal deputato del M5S Giorgio Ciaccio al sindaco di Palermo Orlando,  per l'attivazione delle zone rimozione nei posti frequentati dal giudice Di Matteo,  l'ufficio stampa del Comune ieri aveva risposto con un tweet : "Indirizzo sbagliato. Zona rimozione decise da Comitato Ordine Pubblico, non da Sindaco. ".

Noi, ieri aveva provato a chiedere spiegazioni in merito a questa risposta, inviando persino sms ed e-mail, ai quali non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Pià tardi gli aggiornamenti.


Marta Genova (www.palermoreport.it)






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