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Agende Rosse: 'Di Matteo, basta delegittimazioni da parte di pezzi dello Stato' PDF Stampa E-mail
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Scritto da Movimento Agende Rosse   
Martedì 02 Aprile 2013 17:40
di  Movimento Agende Rosse - 2 aprile 2013

“Non pensate mai, non cedete nemmeno alla tentazione di pensare anche per un solo momento che la vostra passione civile sia inutile o tradita, per favore, non lo pensate mai”.


Con queste parole, il 19 Gennaio 2013 a Torino, in occasione del compleanno di Paolo Borsellino, il Dott. Nino Di Matteo, ci invita alla resistenza e a non pensare mai che ogni nostro impegno civile sia superfluo.
Parole che hanno un significato diverso se a pronunciarle è un uomo che da oltre vent'anni combatte in prima linea la criminalità organizzata, le collusioni tra mafia e politica , il muro di reticenze che si innalza ogni qualvolta un magistrato con la schiena dritta tenti di estirpare il connubio velenoso tra Stato e anti-Stato, tra mafia, imprenditoria e istituzioni malate.
Parole che si stagliano, indelebili, al di sopra del caos istituzionale che stiamo vivendo nelle ultime settimane; al di sopra dei calcoli politici e dei macchinosi giochi di potere, al di là della riluttanza e della vaghezza con cui alcuni mezzi di informazione liquidano determinati argomenti. Perché, mentre l'Italia è in preda alla confusione più totale, mentre a Roma si giocano a turno un altro giro sulla giostra, a Palermo, nel silenzio più assordante, si processa lo Stato, quella parte di Stato che nel '92 ha scelto di stare dalla parte sbagliata. Tanti pezzi di puzzle della trattativa stato-mafia stanno emergendo dal gran lavoro che Nino Di Matteo, insieme ai suoi colleghi Vittorio Teresi, Francesco Del Bene, Lia Sava e Roberto Tartaglia stanno svolgendo, nonostante la memoria a intermittenze di molti e i tanti massi tombali dello Stato, di quello Stato che non vuole la verità su quelle stragi del 92-93.
Si tenta di mettere fuori gioco quei magistrati che stanno provando a far luce sul periodo più buio della nostra storia recente per far emergere tutta la Verità, con provvedimenti disciplinari da parte del Csm e lettere minatorie da chi vuole eliminarli.
Le ultime minacce al Dott. Di Matteo sono un ulteriore prova di come si voglia fare terra bruciata attorno ai PM che indagano sulla Trattativa Stato-mafia. Le lettere anonime recapitate in Procura sono un chiaro segnale d'allarme, l'avvertimento che qualcosa di irreparabile possa accadere mentre ce ne stiamo con le mani in mano, mentre politici e Istituzioni stanno in un silenzio vergognoso e imbarazzante. Imbarazzante perché spesso la politica sfila ad ogni convegno di legalità, sbandiera senza nessun pudore il suo senso di responsabilità e il suo amore per lo Stato. Ma da che parte sta non è dato sapere, e quale “stato” protegge?
Tanti pezzi del puzzle della trattativa Stato-mafia stanno emergendo dal gran lavoro che Di Matteo ed i suoi colleghi stanno svolgendo nonostante la memoria a intermittenze di molti e i tanti massi tombali dello Stato sulla strada della verità.

Stavolta siamo NOI a dire a Nino Di Matteo: non deve pensare mai, neanche per un istante, che il suo eccezionale lavoro e il suo impegno siano inutili. Non pensi mai, neanche per un istante, di essere solo, non lo pensi mai.
La sua battaglia è la nostra battaglia, il suo amore di Verità e Giustizia il nostro carburante, la sua sicurezza la nostra sicurezza; ed è per questo, Dott. Di Matteo, che ci stringiamo intorno a Lei e alla Sua famiglia, per dirLe ancora una volta: grazie per il suo lavoro, grazie di resistere, grazie per la sua umanità e il suo amore per lo Stato a cui noi apparteniamo e che riconosciamo in Lei.
Siamo stanchi di esprimere solidarietà. La solidarietà non salva la vita, non protegge dal tritolo. La vicinanza può essere confortante certo, ma non basta. È ora che lo Stato protegga i suoi uomini, prima che sia troppo tardi, prima che un'esplosione si porti via un altro magistrato, prima di rivivere un altro 1992.
Grazie Dott. Di Matteo, tenga duro!

Movimento Agende Rosse




















Due nuove lettere anonime minacciano di morte Nino Di Matteo, il pm del processo sulla trattativa Stato-mafia. “Amici romani di Matteo Messina Denaro hanno deciso di eliminare Nino Di Matteo in questo momento di confusione istituzionale, per fermare questa deriva di ingovernabilità. Cosa nostra ha dato il suo assenso”. L’estensore dell'anonimo sostiene di essere uno dei membri del commando di morte, in grado di fornire notizie riservate sugli spostamenti del magistrato. Le misure di sicurezza per il magistrato sono state subito rafforzate e la Procura di Caltanissetta ha aperto un'indagine. Ecco cosa aveva detto Di Matteo pochi giorni fa nella requisitoria del processo al generale Mori, un’inchiesta che va di pari passo con quella sulla trattativa.

Walter Molino (tratto da: serviziopubblico.it)













 






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