DALLA SENTENZA ‘…non vi e’ dubbio infatti che l’imputato con coscienza e volonta’ abbia offeso l’onore e la reputazione del defunto prof. Adolfo Parmaliana…’, ‘il contenuto dell’anonimo, contenendo falsita’… costituisce un chiaro segno di disprezzo e di offesa alla reputazione della persona verso la quale sono state scritte’… ‘sussiste pure, l’elemento psicologico, essendoci nel Cassata la consapevolezza di ledere attraverso lo scritto la reputazione della persona offesa. anzi, nella specie, appare evidente la sussistenza di una volonta’ di diffamare, pur non necessaria per l’integrazione della fattispecie de qua, per la quale e’ sufficiente un dolo generico’…
LA NOTIZIA
Il procuratore generale di Messina, Franco Antonio Cassata, è stato condannato il 24 gennaio 2013 per diffamazione dal giudice di pace di Reggio Calabria. Cassata, nel settembre 2009, divulgò un dossier, allora anonimo, contro il professore Adolfo Parmaliana. Un memoriale inviato, tra gli altri, allo scrittore Alfio Caruso (che in quel momento era impegnato nella stesura del libro «Io che da morto vi parlo», biografia del docente suicidatosi il 2 ottobre 2008) e al senatore Beppe Lumia, amico di Parmaliana. Cassata è stato condannato a 800 euro di multa e al risarcimento del danno in favore dei familiari di Parmaliana. Docente universitario e segretario dei DS nel paese di Terme Vigliatore (Messina), Parmaliana, si gettò da un cavalcavia dell’autostrada Messina-Palermo, lasciando una lettera in cui denunciava le gravi responsabilità di politici e magistrati nel rallentare le indagini sulla mafia.