di Redazione La Repubblica - 14 febbraio 2013
Sentenza contro sette collaboratori di Giuliano Tavaroli con pene fino a sette anni e risarcimenti per oltre 22 milioni di euro. La 'squadra' aveva creato false informative, come quella sull'Oak Fund che metteva in cattiva luce i Ds. Anche Telecom si era costituita parte civile
MILANO - Finisce in carcere la 'squadra Tavaroli': la prima Corte d'assise di Milano ha condannato i collaboratori dell'ex capo della security di Telecom e Pirelli, accusati di associazione a delinquere per aver creato dossier illeciti su personaggi noti e meno noti, con pene che arrivano fino a sette anni e mezzo di reclusione.
E' una vicenda che risale all'inizio del millennio, quella dei dossier illeciti. Nel mirino del team messo in piedi da Giuliano Tavaroli (che ha patteggiato negli anni scorsi una condanna a 4 anni e 2 mesi), finirono giornalisti, imprenditori, sportivi (come Luciano Moggi) e anche i Ds, accusati da un dossier di ricevere denaro attraverso un fondo alle Cayman denominato Oak Fund, Fondo Quercia. Un dossier che, come tutti gli altri, si rivelò carta straccia. Lo stesso Tavaroli, in un'intervista a Giuseppe D'Avanzo, disse che fu Tronchetti a commissionare quelle pagine.
Il ramo del processo che si è appena concluso ha visto condanne per l'ex collaboratore del Sisde Marco Bernardini (7 anni e mezzo), per l'ex investigatore privato Emanuele Cipriani (5 anni e mezzo) e per altre 5 persone: l'ex responsabile della security di Telecom Brasile Angelo Jannone (a un anno e con pena sospesa, assolto dal reato di associazione a delinquere ed escluso dal dal risarcimento delle parti civili), Andrea Pompili (4 anni) ex appartenente al cosiddetto 'Tiger Team', l'imprenditore Roberto Preatoni (2 anni e mezzo), il giornalista Guglielmo Sasimini (3 anni e sei mesi) e l'ex sindacalista Antonio Vairello (3 anni).
Se il collegio giudicante ha abbassato le pene rispetto alle richieste del pm, non ci è andato leggero con i risarcimenti: 10 milioni di euro a Telecom, 12 milioni complessivi alle istituzioni che si erano costituite parte civile (la Presidenza del Consiglio; i ministeri dell'Interno, della Giustizia, dell'Economia; l'agenzia delle entrare; l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato), e cifre comprese tra i 10.000 e i 50.000 euro, ad esempio al Pd (come erede dei Ds) e all'ex vicedirettore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti. Luciano Moggi, che pure era parte civile perché spiato, non avrà nessun risarcimento.