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Editoriali - Manifestazioni
Scritto da Guadagnini Rossella   
Lunedì 17 Dicembre 2012 19:34
Mafia e mafie, la guerra silenziosa per il controllo dell’informazione

Buonasera, mi chiamo Rossella Guadagnini e sono una giornalista. Collaboro con il periodico “MicroMega” che, insieme ad Agende Rosse e al Fatto Quotidiano, ha contribuito a organizzare questa manifestazione. Un grazie di cuore a Salvatore Borsellino e a tutti voi per essere qui. Mi hanno chiesto di parlarvi di come certe notizie abbiamo difficoltà ad essere portate alla luce, di come esista una specie di ‘buco nero’ che le inghiotte, quando non piacciono. Ma non piacciono a chi?
C’e’ una “zona grigia” dell’informazione in cui le minacce alla libertà di stampa non provengono dall’esterno, dagli assalti mafiosi, dalle lettere con i proiettili. In questo caso il pericolo è molto meno riconoscibile: è rappresentato da coloro che, dall’interno delle stesse redazioni, fiancheggiano i potenti di turno. Lo fanno assecondando gli interessi di lobby economico-politiche e di cricche affaristiche che puntano a un controllo delle notizie capillare e pervasivo.

Un tempo era facile: vai e descrivi quello che vedi. Il giornalismo in fondo è stato sempre questo. Con gli insegnamenti dei grandi. Come il “New York Times” che nella sua testata recita “Tutto quello che merita di essere stampato”. Oggi è ancora così? Il giornalista va e descrive quello che vede? E tutto quello che merita viene stampato? Bertold Brecht ha detto "Mi sono seduto dalla parte del torto, perché tutti gli altri posti erano già occupati". Anch'io voglio mettermi seduta dalla parte del torto. Stavolta ho deciso di farlo con un breve dialogo tra una giornalista scomoda e il suo direttore.


DIALOGO TRA UNA GIORNALISTA SCOMODA E IL SUO DIRETTORE

Mi sono seduto dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano già occupati. Bertold Brecht

- Direttore, direttore!
- Mmmm. Che c’è?
- Oggi vorrei occuparmi della trattativa Stato-mafia.
- Coosa?
- Beh, ho pensato…
- Tu non devi pensare, devi lavorare!
- Ma sto lavorando!
- Davvero? Non mi pare proprio.
- Dicevo che vorrei occuparmi della trattativa Stato-mafia…
- Ah, ecco. E… cos’è?
- Una cosa successa a Palermo.
- Davvero? Allora ci pensa la cronaca regionale.
- Ma veramente è successa a Palermo tanto tempo fa.
- Tanto tempo fa? Allora non ci interessa proprio.
- Ma direttore tutti ne parlano…
- Tutti, chi?
- Gli altri: le agenzie di stampa, i giornali, le televisioni. Alcune magari non tanto…
- E a noi che ci importa di quello che fanno gli altri?
- Beh, ho pensato…
- Ti ho già detto che non devi pensare! Vai a lavorare, su.
- Le assicuro che è una cosa importante. Per la prima volta nella storia della Repubblica vengono processati pezzi grossi dello Stato e pezzi grossi della mafia, tutti insieme in un’aula bunker, all’Ucciardone.
- Tutto qui?
- E le pare poco?
- Ma che diavolo ci dovrei fare con tutti questi pezzi, un puzzle? Io voglio notizie. N-o-t-i-z-i-e, intesi?
- Guardi che se n’e’ occupato anche il capo dello Stato.
- Shhhhhhhhhhhh!
- Scusi?


- Silenzio ho detto!
- Come silenzio?
- Devi stare zitta. Zitta e buona e non occuparti di cose più grandi di te.
- Guardi che lo sanno tutti che il capo dello Stato…
- Non nominare sua Santità!
- Non è mica il Papa…
- Basta! Su di lui né una riga, né un fotogramma. Non voglio più parlarne.
- Infatti, non volevo parlarne. Volevo scriverne.
- Scrivere, scrivere… siete tutti fissati con questo scrivere!
- In che senso, scusi, direttore?
- Nel senso che non sono cose adatte a te. Perché non te ne vai alla mostra canina di Villa Borghese?
- Direttore, ma non me ne importa nulla della mostra canina. Qui c’è da indignarsi…
- Sì, indignatevi. Indignatevi tutti. Come quel vecchio …
- Hessel? Quello che ha detto “Creare è resistere. Resistere è creare”?
- Tutte balle!
- Ha detto anche che il motore della resistenza è l’indignazione.
- Che noia! Ti esprimi proprio come quel magistrato… com’è che si chiama, quello con la barba che parla coi partigiani?
- Ingroia.
- Sì, il fissato della Costituzione. Nei video è sempre abbronzato, tra le palme, come Gangnam Style.
- E’ in Guatemala.
- Sempre in vacanza i tipi così.
- Ce l’hanno chiamato.
- A far che?
- Un incarico dell’Onu contro il narcotraffico.
- E adesso dirà che sono tutti drogati. Ma se la droga non esiste!
- No, quella che non esiste è la mafia, direttore. Così hanno detto.
- Giusto! Vabbé, dai, tanto è tutta una porcheria.
- Sì, ma…
- Niente ma. Eppoi tu sei troppo bionda.
- Troppo bionda per cosa?
- Ma vai, vai benedetta ragazza. E lasciami in pace.


- Direttore… ma noi siamo giornalisti con la schiena dritta?
- Dipende.
- Da cosa?
- Da come tira il vento.
- E come tira il vento adesso?
- Più che un vento, è una puzza.
- Una puzza, direttore, e di che?
- Lascia stare. Ne hai parlato con qualcuno?
- Sì, con Antonio Ingroia.
- Ancora questo Ingroia. Ma insomma siete proprio amicissimi voi due…
- No, veramente si tratta di rapporti di lavoro.
- Adesso hai pure rapporti con Ingroia.
- Cosa va a pensare, direttore! Ne conosco tanti magistrati …
- E ti pare una bella cosa? Non lo devi più sentire Ingroia.
- Perché?
- Perché ci ha fatto uno sgarbo.
- Uno sgarbo? Quale?
- Non ci dà le notizie che vogliamo. Le sue farneticazioni non ci interessano.
- E cosa vogliamo noi?
- Occuparci della mostra canina.
- Direttore, ma questo non è essere giornalisti con la schiena dritta.
- Insomma, smettila con queste domande insulse, con questo atteggiamento… comunista. Anzi più che comunista, sovversivo, o ti faccio un provvedimento disciplinare.
- Anche Vietti del Csm ha ricordato a Ingroia che lui non solo è vicepresidente del Consiglio Superiore, ma anche presidente della sua sezione disciplinare.
- Vedi? Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.
- Veramente quelli del pool di Palermo vorrebbero raddrizzarle certe cose…
- E chi sono, Gesù Cristo?
- … per scoprire la verità storica…
- Noi ce ne infischiamo della verità! Di quella storica poi…
- Ma il Paese, direttore, ne ha bisogno.
- Per questo si sente in giro puzza di merda.
- Noi sappiamo, vero direttore?
- Cosa sappiamo?
- Di non sapere, come sosteneva Socrate.
- E cosa c’entra ora Socrate con Ingroia?
- Sono alla ricerca della verità.
- Ma la verità non esiste!
- Come la mafia?
- Esattamente. Vedo che mi hai capito, infine.
- E i cadaveri, il sangue, i parenti delle vittime, i funerali di Stato?
- Bubbole. Tutte bubbole buone per i discorsi ufficiali, le cerimonie, le corone di fiori.
- Lei e’ davvero un filosofo direttore!
- E tu una scocciatrice. Ma come sei seduta?
- Sono una giornalista scomoda, no? L’ha detto lei,,.
- Io non ho detto proprio niente, ricordalo.
- Ma se ha appena detto che sono una scocciatrice…
- Hai torto marcio! E vuoi sapere perché? Non riesci mai a metterti dalla parte della ragione.


Roma, 15 dicembre 2012


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