Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla.
Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Paolo Borsellino
Sotto accusa il procuratore Messineo e il sostituto Di Matteo
La guerra alle toghe di Palermo si arricchisce di un nuovo capitolo.
Stavolta ad esser messi sotto accusa sono i magistrati e non i protagonisti della presunta trattativa Stato-mafia.
Dopo la pratica contro Scarpinato infatti, il procuratore generale di Palermo vuole trascinare dinanzi al Csm (presieduto dal presidente della Repubblica) il procuratore Messineo e il suo sostituto, il pubblico ministero Di Matteo. VIOLATA RISERVATEZZA. L'indagine disciplinare sarebbe già avviata e ci sarebbe già un sostanzioso carteggio.
Secondo quanto riporta Il Fatto quotidiano il procuratore generale Gianfranco Ciani avrebbe ordinato al sostituto pg Mario Fresa di verificare se Di Matteo abbia violato il principio di riservatezza delle indagini. Compreso se Messineo abbia dato l'autorizzazione al sostituto Di Matteo a rilasciare dichiarazioni alla stampa.
L'intervista in questione sarebbe stata rilasciata il 22 giugno da Di Matteo a La Repubblica dopo che vicenda Mancino-Quirinale finì sui giornali.
I magistrati non hanno commentato la notizia e si sono detti sereni.