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Lettera da Via d'Amelio - 14 anni e tutta la rabbia del mondo, dentro PDF Stampa E-mail
Editoriali - Lettere da Via D'amelio
Scritto da Eliana Iuorio   
Lunedì 30 Luglio 2012 12:03

Venti anni fa, tra le lacrime, quella domenica, scrissi su un quaderno che fungeva da diario, che “i brandelli del corpo di Paolo Borsellino, lì in via D’Amelio, erano come brandelli di verità, che avrebbero dovuto spingerci a continuare il suo lavoro”.
Rileggere quelle parole, adesso, mi fa uno strano effetto, oggi che hanno un significato del tutto diverso.
Volevo fare il magistrato, anche io. E fu così, che quando fu il tempo, m’iscrissi alla Facoltà di Giurisprudenza, a Napoli.
Oggi sono un avvocato, mi occupo di tutela dei Diritti civili. Collaboro con la web tv napoletana RoadTv Italia, per denunciare – insieme ad una redazione di “folli” (è così che amano definirci tutti, in questi ultimi tempi, vero?)  - quel che altrimenti, non sarebbe portato alla conoscenza di alcuno.
Ho studiato pensando a Paolo e Giovanni; il loro esempio sempre vivo, davanti ai miei occhi ed al mio agire quotidiano. Credo di essere uno strumento, per dare voce a chi non ne ha o crede di non poterne avere; a chi riceve porte sbattute in faccia, perché “tutto ha un prezzo”.
Nel corso degli anni, nella mia terra, non ho perso un convegno, un seminario, un libro, un quotidiano, una rivista che mi parlasse di mafia ed antimafia; dovevo capire e devo ancora capire tanto. Ma ho ben presto compreso che dovevo impegnarmi in prima persona, per realizzare nel concreto gli insegnamenti di Paolo e Giovanni; ed è per questo motivo che da un pò, con Libera e tutte le stupende persone e realtà che ne fanno parte, mi dedico con il corpo, il cuore e l’Anima, nell’opera di “contrasto sociale” alle mafie.

L’appuntamento in via D’Amelio, l’ho sempre rinviato. Doveva avere un senso preciso, per me.
E quest’anno, girando tra i tantissimi occhi e le tantissime voci presenti, a Palermo, ho capito che era esattamente quello, il momento giusto per esserci.
Ho respirato vita. Ho respirato di quel “noi” straordinario ed emozionante, che ci ha trasformato tutti, in fratelli e sorelle; accomunati da un unico ideale, stretti intorno ad un uomo oggi più che mai vivo; un uomo pieno di speranza, come ama ripetere il suo meraviglioso “fratello di sangue” Salvatore, fino all’ultimo momento.
Paolo ci invitava a credere nelle Istituzioni ed in quello Stato di cui si sentiva “servitore”; quello che i nostri nonni e bisnonni ci hanno consegnato a costo del proprio sangue; quello di cui parla il Calamandrei; ed è nel sostegno a tutti coloro che oggi si battono, affinchè dopo venti lunghissimi anni possa finalmente farsi Giustizia, che dobbiamo andare avanti, uniti, stretti intorno ad un valore altissimo, che si concretizza nella costante ricerca della Verità.
E.. se quella quattordicenne ragazzina “anomala”, che leggeva di inchieste, piuttosto che altro, è giunta in Via D’Amelio, quest’anno, è grazie ad un “noi” chiamato: Adriana, Erica, Federica, Ivan, Mimmo, Nicla, Roberto, Salvatore, Suzanne, Valentina. Grazie ai tanti esempi ancora esistenti, vivi come è vivo Paolo.
Oggi, dopo Palermo e Via D’Amelio, quel “noi”, per me, è diventato enorme ed ha assunto un significato importantissimo.
Grazie, ragazzi. Grazie, mie sorelle e miei fratelli.

Abbraccio forte tutti, anche te che stai leggendo e ancora non mi conosci. Perché ci abbracceremo e presto.
Siete tutti nel mio cuore.


Eliana Iuorio – Agende Rosse Napoli


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