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Lettera di Renata Balducci PDF Stampa E-mail
Rubriche - Le vostre lettere
Scritto da Renata Balducci   
Giovedì 24 Luglio 2008 15:46
Grazie, caro Salvatore, per dare parole alle lacrime e alla rabbia che s'ingoiano in questi giorni.
Sono rientrata in Italia dopo anni di vita all'estero (più o meno continuativa), mi guardo intorno e vedo una situazione a dir poco preoccupante e una diffusa rassegnazione. Mi chiedo: ma veramente non possiamo far nulla? Neanche qualche azione dimostrativa?
Penso agli "escraches" argentini che consistevano (almeno fino al 2001, quando vivevo ancora lì) nell'affiggere manifestini con la foto del criminale in libertà (in quel caso uno dei tanti torturatori impuniti) con l'elenco dei crimini per cui non aveva ricevuto nessuna punizione. E per cui nessuna giustizia avevano ricevuto le vittime.
In questo paese la memoria è breve: di Contrada, della sua attività criminale, sono stati scritti fiumi di parole eppure basta la notizia data dal telegiornale sottolineando che "lui si è sempre dichiarato innocente", "ha una certa età", "è depresso e non mangia", per farlo apparire agli occhi dei più come un simpatico vecchietto contro cui lo stato si accanisce. Depressione? Magari, gli restituirebbe un po' di umanità. Dieci anni? Pochi. Tanto la gente si accanisce contro i piccoli Rom, contro i lavavetri o contro tutti quelli che "sono un po' diversi da noi".
In questa Repubblica delle banane si elegge un malfattore, gli si dà l'immunità retroattiva, si gioisce alle iniziative razziali, si brinda alle ronde padane...che dire?
Rientro in Italia, mi guardo intorno e mi vengono in mente le parole di Conrad: "L'orrore! L'orrore!". E penso ad altre parole, dette con il groppone in gola e le lacrime strette negli occhi: "Resistere! Resistere! Resistere!".
Proprio l'altra sera guardavo la lezione che suo fratello Paolo aveva tenuto in una scuola secondaria. Tanta chiarezza, tanta determinazione, tanta semplicità (no, non "semplificazione", ma la capacità di raccontare in maniera comprensibile a tutti delle vicende complesse,con tutte le sue ramificazioni storiche e i suoi intrecci economico-politici) e tanto coraggio: un esempio per tutti noi.
Mi chiedo ogni giorno cosa potrei fare. Cosa possiamo fare. E sono disponibile a qualsiasi iniziativa che possa rendere un po' più giusta questa società.
Con tanta rabbia, ma con tanto affetto e stima per tutti quelli come voi,
Renata

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