Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla.
Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Paolo Borsellino
Grande preoccupazione alla notizia della microspia trovata a palazzo di giustizia di Reggio Calabria, all'interno di un ufficio utilizzato dal dott. Nicola Gratteri.
Si tratta di un avvenimento gravissimo che avalla una volta di più come l'Italia sia un Paese a democrazia bloccata.
Una democrazia bloccata da un sistema di poteri che mira a destabilizzare l'equilibrio interno al fine di agevolare la criminalità organizzata.
Fino a quando i veleni del passato si ripeteranno, saremo destinati a rivivere quanto vissuto da uomini come Falcone e Borsellino nella totale impunità.
Siamo di fronte alla spudorata manifestazione di forza di un potere che si serve di quei servizi segreti che “deviati” non sono?
Chi mette una microspia per carpire i segreti su indagini delicatissime non è solamente un soldato della 'Ndrangheta. Si infiltra nella 'Ndrangheta, nella Cosa Nostra, tratta con le istituzioni. Le istituzioni, i servizi segreti, si infiltrano e si fanno infiltrare.
Il ritrovamento di questa microspia può esserne la prova tangibile.
A chi premeva conoscere in anticipo le indagini relative alla compravendita dei voti all'estero che hanno visto il coinvolgimento del sen. Dell'Utri e le altre indagini che sta conducendo il dottor Gratteri?
Stesso discorso per le indagini sul sen. De Gregorio, così come quelle sulla strage di Duisburg e quant'altro.
Altre menti interessate al di là della 'Ndrangheta.
Di fronte ad un simile scenario non c'è alcuna speranza di via di uscita per la nostra democrazia fino a quando non si farà luce su questi “ibridi connubi” di poteri.
Fino a quando le istituzioni saranno infettate da questo cancro non ci sarà possibilità di vittoria. Tutta la nostra solidarietà e sostegno al dott. Nicola Gratteri e a chi come lui si batte contro questo “sistema” con l'auspicio di poter proseguire nel suo lavoro per il futuro della nostra democrazia.
Giorgio Bongiovanni direttore responsabile di ANTIMAFIADuemila e tutta la redazione
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enorbalac
- Ci siamo assuefatti?
|2008-04-29 14:00:51
La mafia uccide le coscienze
La mafia uccide, dilania, utilizza metodi terroristici di tipo libanese facendo saltare in aria un imprenditore la cui vita è appesa ad un filo. Inoltre, anche se dovesse sopravvivere la sua esistenza sarebbe in ogni caso distrutta, è rimasto senza gambe e senza braccia e probabilmente ha perso anche la vista. Di fronte a tutto questo la reazione della coscienza civile e popolare è stata a dir poco apatica, indifferente, impassibile, in pochi ne hanno parlato nei vari blog. Cosa è successo? Ci siamo assuefatti alla logica del male e della prepotenza? Dove sono i ragazzi che un tempo gridavano "e adesso ammazzateci tutti?" sono troppo impegnati a presenziare nei vari programmi televisivi? E dov'e sono le associazioni? E la gente comune? E bastato così poco tempo a farci abbassare la guardia? Viviamo tutti un momento di smarrimento e di confusione ma è proprio in questi momenti che si vede la forza di una società civile!