Nelle settimane tra il 10 marzo ed il 20 aprile 2008 si sono avuti importanti sviluppi che hanno portato al proscioglimento del col. Giovanni Arcangioli dall´accusa di furto con aggravante mafiosa dell´agenda rossa appartenuta a Paolo Borsellino e sottratta dalla borsa del Magistrato nei momenti immediatamente successivi alla strage di via D´Amelio a Palermo il 19 luglio 1992.
"L’inchiesta torna ad occuparsi della strage (di via D´Amelio ndr) con immagini inedite e la ricostruzione delle indagini della Procura di Caltanissetta che parte da una foto che mostra un uomo che cammina tra le macerie trasportando la borsa di cuoio di Paolo Borsellino:
Si tratta Giovanni Arcangioli, nel '92 capitano dei carabinieri, oggi tenente colonnello, indagato per la scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino.
L'inchiesta di Rainews24 cerca di fare chiarezza sui fatti che portarono alla scomparsa di quel documento, sulle informazioni in esso contenute, e su chi potesse avere a cuore il suo trafugamento. Molte delle spiegazioni potrebbero trovarsi nelle confidenze fatte a Paolo Borsellino, alla vigilia del suo omicidio, dal pentito Gaspare Mutolo, che, nella ricostruzione di Gioacchino Genchi, funzionario di polizia e consulente dell'autorità giudiziaria, avrebbero portato alla luce importanti collusioni: "Io ritengo che è proprio in questa fase che si è innescato il pericolo e la preoccupazione di qualcuno che il lavoro di Borsellino portasse a risultati che potevano essere micidiali non solo per cosa nostra ma per chi con cosa nostra a Palermo aveva convissuto per tanti anni. Ed è lì che si innesta il progetto stragista".
Una seconda ipotesi è quella della cosìddetta “trattativa”, l'accordo tra mafia e il Raggruppamento Operativo dei Carabinieri, a cui Borsellino si sarebbe opposto, come racconta Giuseppe Lo Bianco, capo servizio Ansa: "L'ipotesi che Borsellino potesse essersi opposto in qualche modo alla trattativa tra mafia e Stato è una delle ipotesi che è stata fatta propria dalla sentenza di uno dei tanti processi che si sono celebrati a Caltanissetta".
La morte di Paolo Borsellino è una vicenda ancora avvolta dal mistero che vede coinvolti malavita organizzata e parti delle istituzioni. Renato Di Natale, procuratore aggiunto di Caltanissetta, riferisce: "Noi abbiamo sempre degli stralci aperti su queste vicende, uno per esempio sulla presenza dei servizi segreti sui luoghi della strage, non soltanto indirizzata alla borsa o al contenuto della borsa ma a tutta la vicenda, perché c'è un filone che riguarda i così detti mandanti occulti delle stragi." L´inchiesta di Masella e Torrealta presenta immagini e filmati inediti, oltre a contenere dichiarazioni particolarmente interessanti del funzionario di polizia Gioacchino Genchi che con il suo lavoro ha contribuito in modo determinante alle inchieste sulle stragi di Capaci e di via D´Amelio. A propositio dell´agenda rossa Gioacchino Genchi afferma: "Puo´ darsi che qualcuno con quell´agenda si sia fatta la polizza assicurativa per se´ ed oggi continui a vendere polizze assicurative ad altri che, probabilmente, trovandosi scritti in quell´agenda rossa, hanno fatto chissa´ quali grandi carriere e quali grandi fortune."
(Ringraziamo il Giudice Felice Lima per la preziosa segnalazione di questa inchiesta giornalistica sul BLOG Uguale per tutti)
Martedí 1 aprile 2008l´agenzia di stampa ANSA rilancia nel primo pomeriggio la notizia del proscioglimento del col. Giovanni Arcangioli dall´accusa di furto con aggravante mafiosa: il GUP di Caltanissetta Paolo Scotto ha dichiarato il non luogo a procedere di Arcangioli "per non avere commesso il fatto" ritenendo l'ufficiale estraneo alla vicenda relativa alla scomparsa del diario del magistrato. Durante l'udienza il militare dell'Arma ha fatto dichiarazioni spontanee ribadendo la sua innocenza. "Dopo avere visto il corpo di Borsellino dilaniato dall'esplosione - ha spiegato - ho alternato vuoti di memoria a rapidi flash. Ho cercato di ricordare quanto era accaduto per aiutare i magistrati, ma le mie parole, che erano il risultato di meri sforzi mnemonici, sono state scambiate per certezze, che poi si sono rivelate in contrasto con quanto detto da altri testimoni." Il procuratore facente funzioni Renato Di Natale annuncia di attendere il deposito delle motivazioni della sentenza, attese in trenta giorni, per valutare se fare ricorso in Cassazione.
Il GUP Scotto ha dunque stabilito che il fatto, il furto dell´agenda rossa di Paolo Borsellino, e´ avvenuto, ma ha considerato ad esso estraneo il col. Giovanni Arcangioli.
In serata arriva la prima reazione ufficialealla notizia del proscioglimento da parte di Rita Borsellino, la quale afferma: “Prima di esprimere un giudizio voglio leggere le motivazioni della sentenza ma non posso nascondere di sentirmi turbata per questa notizia. Mi auguro che questo proscioglimento non corrisponda ad una pietra tombale per l’intera indagine che da 15 anni cerca di fare chiarezza su quanto accadde il 19 luglio del ’92 e sui mandanti occulti di quella strage. Se così fosse e se si rinunciasse a cercare la verità sulla sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, si rinuncerebbe a svelare uno dei grandi misteri d’Italia.”
Salvatore Borsellino prende posizione con un editoriale dal titolo "La Giustizia negata" dove ribadisce nuovamente l´estrema importanza dei contenuti dell´agenda rossa sottratta dalla borsa di Paolo aggiungendo particolari inediti. Salvatore cita infatti le dichiarazioni di uno dei collaboratori di giustizia con i quali Paolo Borsellino era in contatto nel periodo immediatamente precedente il suo assassinio, dichiarazioni che comprovano come il Magistrato fosse solito riportare i risultati dei suoi colloqui investigativi su questa agenda. Si tratta di un´ulteriore conferma dell´importanza dei contenuti di questo documento, che raccoglie sicuramente anche molte annotazioni sugli incontri del Magistrato nelle settimane immediatamente precedenti la strage.
Salvatore Borsellino chiarisce come la "negazione" di giustizia sia dovuta alla mancata possibilita´ di approfondire ed accertare i fatti nel modo piu´ completo possibile in un pubblico dibattimento: "Questo e tanto altro (le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia ndr) è quanto è stato fatto sparire insieme all'Agenda rossa di Paolo e adesso che c'era finalmente, dopo ben sedici anni, l'occasione di avere un processo, che fosse mandata avanti in fase dibattimentale una inchiesta fondamentale per arrivare alla verità, tutto viene fermato."
Durante le indagini ed i confronti fra i protagonisti dei fatti sono state infatti accertate numerose contraddizioni e le versioni fornite dall´indagato (il col. Arcangioli) sono state dallo stesso modificate piu´ volte nel corso dell´inchiesta. Il col. Arcangioli non scrisse alcuna relazione di servizio su quanto accaduto in via D´Amelio poco dopo la strage.
Considerando gli elementi raccolti dagli inquirenti, ritenevamo che un pubblico dibattimento fosse il luogo piu´adatto per cercare di fare piena chiarezza su queste incongruenze. Oltre che per accertare le eventuali responsabilita´ penali dell´imputato.
Il GIP Ottavio Sferlazza dopo aver esaminato gli elementi raccolti dagli inquirenti, aveva imposto alla DDA di Caltanissetta l´iscrizione nel registro degli indagati del col. Arcangioli per il reato di furto con l´aggravante di aver favorito l´organizzazione mafiosa.
Il GUP Paolo Scotto, sulla base degli stessi elementi, ha dichiarato il non luogo a procedere ed ha prosciolto il col. Arcangioli "per non avere commesso il fatto" ritenendo l'ufficiale estraneo alla vicenda relativa alla scomparsa dell´agenda di Paolo Borsellino.
Attendiamo di conoscere le motivazioni in base alle quali il GUP Scotto ha preso questa decisione.
Registriamo intanto la reazione a caldo del procuratore reggente di Caltanissetta Renato Di Natale: "E´ stata una decisione inaspettata soprattutto dopo l´imputazione coatta che era stata disposta dal GIP."
Giovedí 4 aprile 2008: Giorgio Bongiovanni, direttore di ANTIMAFIADUEMILA, preso atto della sentenza che proscioglie il tenente colonnello Giovanni Arcangioli dall’accusa di furto aggravato e in attesa di conoscerne le motivazioni e i conseguenti provvedimenti della procura, chiede che il suddetto militare rassegni le proprie dimissioni dall’Arma dei Carabinieri: Presumendo infatti che il giudice abbia ragione sull’estraneità dei fatti dell’allora capitano dei carabinieri non resta che dedurre che egli sia un incompetente e per questo motivo inadatto al prestigioso incarico che ricopre. E’ infatti inconcepibile che un militare di alto rango, addestrato per far fronte alle situazioni più critiche si trovi sul luogo di una delle stragi più cruente della storia della nostra Repubblica e riferisca all’autorità giudiziaria solo pochi e confusi ricordi tirando in causa altri esponenti dello Stato con dichiarazioni imprecise e contraddittorie.
Come minimo, un militare della sua esperienza e con il suo curriculum, fosse stato in servizio o meno, avrebbe dovuto redigere un rapporto puntuale e meticoloso su tutto quanto visto e sentito in quei tragici momenti, proprio in virtù della sua competenza e ruolo.
Al contrario il tenente colonnello Arcangioli dichiara di non ricordare cosa accadde in quei momenti, cosa fece esattamente con la valigia del dottor Borsellino, se la consegnò e a quale magistrato, se la aprì o meno, se l’agenda rossa all’interno c’era o no….
All´editoriale di Giorgio Bongiovanni segue una curata ed approfondita ricostruzione della vicenda giudiziaria a cura di Aaron Pettinari (Agenda rossa: il tenente colonnello Arcangioli si dimetta, ANTIMAFIADUEMILA, 04-04-2008).
Venerdí 6 aprile 2008: Benny Calasanzio prende spuntodall´originale ipotesi suggerita da un utente del nostro sito (L´Agenda esplosa, www.19luglio1992.com, 06-04-2008) per ricordare che anche nel caso dell´omicidio del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e del giudice Giovanni Falcone é stato appurato come nell´immediatezza del delitto "qualcuno" sia riuscito a mettere le mani su alcuni effetti personali dei cadaveri eccellenti, facendo sparire carte compromettenti in un caso e lasciando tracce nella memoria di un computer nell´altro rispettivamente . Si tratta di quella che l´ex magistato Giuseppe Ayala ha definito una sorta di agenzia funebre parallelache, anziche´ occuparsi del cadavere, si occupa dei documenti piu´ direttamente riferibili alla vittima eccellente" (intervista a cura di Fabrizio Feo per il TG3, RAI, 05-03-20). Un´agenzia che interviene nell´immediatezza dei delitti eccellenti e che sa di potersi muovere in piena sicurezza.
Infine vorremmo segnalare una notizia disabato 7 aprile 2008: in seguito alla presentazione di un esposto da parte dei familiari delle vittime dell'attentato in via dei Georgofili a Firenze, e´ stata riaperta l´indagine sui mandanti a volto coperto delle stragi del 1993. Del nuovo fascicolo si occuperanno i pm fiorentini Francesco Fleury, Giuseppe Soresina e Alessandro Crini. Il legale dei familiari delle vittime, Danilo Ammanato, non è voluto entrare nel merito dell'esposto, limitandosi a dire che contiene "elementi nuovi e altri già emersi nel corso delle precedenti indagini e che meritano di essere approfonditi. Siamo ottimisti che la verità venga a galla". Il nuovo esposto era stato preannunciato a febbraio scorso dopo la notizia che la procura aveva chiesto l'archiviazione dell'ultima inchiesta, la quarta, aperta sui cosiddetti mandati esterni a Cosa nostra per le stragi del 1993 (ANTIMAFIADUEMILA e ANSA, 07-04-2008).
Le tappe dell´inchiesta sul furto dell´agenda rossa di Paolo Borsellino
Le principali tappe dell´inchiesta della procura di Caltanissetta conclusasi con il proscioglimento in udienza perliminare del col. Arcangioli sono le seguenti:
primavera 2005: l´inchiesta per il reato di furto a carico di ignoti parte dopo una perquisizione nello studio del fotografo palermitano Franco Lannino dove viene recuperato uno scatto sul quale si vede un uomo in abiti borghesi in via D´Amelio a Palermo il 19 luglio 1992 allontanarsi dal punto dell´esplosione poco dopo la strage con in mano una borsa di cuoio. La perquisizione scatta in seguito alla segnalazione di una fonte riservata. L´uomo ripreso nello scatto si accertera´ essere l´allora cap. del ROS dei carabinieri di Palermo Giovanni Arcangioli e la borsa di cuoio quella appartenuta a Paolo Borsellino. La borsa fu ritrovata successivamente al suo posto, cioè sul sedile posteriore dell’auto del Magistrato. All’interno non fu pero´ rinvenuta l’agenda personale di Borsellino, un’agenda rossa nella quale il Magistrato era solito scrivere i suoi appunti sulle indagini e dalla quale, a detta dei suoi familiari e di molti suoi collaboratori, non si separava mai.
12 Ottobre 2006: si apprende che il col. Arcangioli e´ indagato per false dichiarazioni al PM. Il nominativo dell'ufficiale dell'Arma e´ stato iscritto nel registro degli indagati della procura nissena in seguito a quanto da lui dichiarato in due audizioni del maggio 2005 e febbraio 2006 in qualità di testimone. Tali dichiarazioni sono risultate vaghe e contrastanti con quelle di altri testimoni presenti sul luogo della strage (Fonte: La Sicilia, 12-10-2006).
18 luglio 2007: il GIP nisseno Ottavio Sferlazza si oppone alla richiesta di archiviazione del fascicolo iscritto a carico di ignoti per il reato di furto dell´agenda di Paolo Borsellino, richiesta presentata dal procuratore aggiunto di Renato Di Natale e dal PM Rocco Liguori della procura di Caltanissetta. Il GIP Sferlazza ordina alla procura di effettuare ulteriori accertamenti sulle fasi successive all’esplosione dell’autobomba in via D´Amelio e sul perche´ la relazione sulla scomparsa dell’agenda venne redatta solo a dicembre del 1992 (fonte: IL CORRIERE DELLA SERA, 24-07-2007).
Novembre2007: Il GIP Sferlazza si oppone ad una seconda richiesta di archiviazione del fascicolo a carico di ignoti presentata dalla procura di Caltanissetta (fonte: ANTIMAFIADUEMILA).
6 febbraio 2008: si apprende che il GIP Sferlazza ha ordinato alla direzione antimafia di Caltanissetta l’iscrizione nel registro degli indagati del col. Arcangioli per il reato di furto con l´aggravante di aver favorito l´associazione mafiosa. Viene esclusa quindi l’imputazione di false informazioni al PM che rimane ipotizzabile solo a carico dei testimoni. Da parte del procuratore facente funzioni Renato Di Natale, inoltre, vi è la contestazione rivolta al militare di “avere sottratto cose esposte alla pubblica fede e l’avere approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persone tali da ostacolare la pubblica difesa”. La Procura di Caltanissetta intanto ha notificato ad Arcangioli l’avviso di conclusione delle indagini (fonte: ANTIMAFIADUEMILA. Vedi anche il servizio di Chiara Cerqueti, SKYTG24, 06-02-2008).
5 marzo 2008: gli avvocati del col. Arcangioli, Diego Perugini e Sonia Battagliese, presentano una memoria in cui chiedono, tra l´altro, di interrogare un lungo elenco di personalita´: dai principali pentiti di mafia ai vertici governativi, delle forze di polizia e dei servizi segreti. "Per fornire un contributo di chiarezza ad un procedimento che appare assolutamente carente". Sui funzionari dei servizi segreti presenti o assenti in via D' Amelio, lamentano gli avvocati, non risulta siano state svolte indagini adeguate. Così ora chiedono accertamenti presso l' ex Sisde, oggi Aisi, nonché di attribuire nomi e cognomi ad alcune persone inquadrate in altri fotogrammi tratti dai filmati girati sul luogo della strage, non ancora identificate o che sembrano muoversi con fare sospetto (fonte: "Agenda Borsellino, indagate sugli 007", Giovanni Bianconi, CORRIERE DELLA SERA, 05-03-2008. Vedi anche il servizio di Chiara Cerqueti, SKYTG24, 05-03-2008).
1 aprile 2008: il GUP di Caltanissetta Paolo Scotto di Luzio dichiara il non luogo a procedere nei confronti del col. Arcangioli "per non aver commesso il fatto", ritenendo l´ufficiale estraneo alla vicenda relativa alla scomparsa del diario del Magistrato. La richiesta di rinvio a giudizio era stata sostenuta in aula dal PM Rocco Liguori. Il procuratore facente funzioni Renato Di Natale annuncia di attendere il deposito delle motivazioni della sentenza per decidere se presentare ricorso in Cassazione (fonte: ANSA).
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Andrea
|2008-04-25 14:10:18
Può essere utile chiedere ad un investigatore professionista, ed intendo quindi un uomo serio delle Istituzioni, se ci può spiegare come avvengono le fasi del sequestro di oggetti e della tutela della scena del crimine, affinchè si possa capire come mai Arcangioli, premessa la sua eventuale competenza nell'atto, si allontana solo con la borsa, se si ritiene questo atto un sequestro di un oggetto a scopo investigativo, o ti tutela, se è normale la modalità di trasposrto/trasferimento, se è corretto eventualmente ritenerlo un gesto posto in essere per salvare la borsa da un pericolo di danneggiamento, ed in questo caso se era o meno forse sufficiente allontanarla dall'auto ma lasciarla all'interno della scena del crimine,vigilata a vista assieme a tutto il resto...etc,...
Insomma qualcuno potrà spiegarci come avvengono generalmente queste cose!!!!
bertelli
|2008-04-26 16:27:32
Ciao Andrea,
credo che il punto fondamentale sia questo: qualunque appartenente alle forze dell´ordine od investigatore che, intervenendo sul luogo di un delitto, modifichi per una qualsiasi ragione la scena dei fatti, é tenuto a redigere una relazione di servizio in cui deve riportare tutti i motivi ed i dettagli di tale intervento.
Nel caso della strage di via D´Amelio a Palermo il 19 luglio 1992 non é stata redatta nessuna relazione di servizio sui movimenti della borsa di Paolo Borsellino nell´immediatezza della strage.
La borsa compare ufficialmente alle ore 18.30 del 19 luglio sul sedile posteriore nell´auto del Magistrato e viene portata negli uffici della questura di Palermo dall´appuntato dei carabinieri Maggi. La relazione di servizio in cui é repertata la borsa viene redatta da un poliziotto solo nel dicembre 1992.
Questo é quanto era uffcialmente noto fino alla primavera del 2005. Fino ad allora del fatto che qualcuno avesse prelevato la borsa dall´auto di Paolo Borsellino e che lo stesso qualcuno od altri la avessero ivi riposta prima delle ore 18.30 era un fatto che "ufficialmente" non esisteva.
Solo grazie alle indagini delle procura di Caltanissetta partite su segnalazione di una fonte riservata ad inizio 2005 e´ stato possibile ricostruire alcuni frammenti di fatti che sarebbero altrimenti rimasti "fuori scena".
Si é cosí accertato che poco dopo la strage (alle ore 17.20 circa) ci sono alcune persone intorno all´auto ed alla borsa di Paolo Borsellino, borsa che risulta essere intatta: l´allora deputato Giuseppe Ayala, un uomo della scorta di Ayala, il giornalista Felice Cavallaro del CORRIERE DELLA SERA, ed altre persone (alcune delle quali non saranno mai identificate). C´é poi l´allora cap. dei carabinieri Giovanni Arcangioli, che é l´uomo ripreso con la borsa di Borsellino in mano nella foto da cui e´ partita l´inchiesta per furto a carico di ignoti.
Sui passaggi di mano della borsa in quei frangenti la ricostruzione é tutt´oggi incompleta, sia per le diverse versioni fornite nel corso dell´inchiesta dal col. Giovanni Arcangioli, sia per alcune contraddizioni emerse da altri testimoni (vedi l´ex-magistrato Giuseppe Ayala). Ma anche per il fatto che alcuni individui che si muovono attorno all´auto ed alla borsa di Paolo Borsellino non sono stati ancora identificati.
Una cosa peró é certa: il col. Giovanni Arcangioli, in quanto ufficiale dei carabinieri, avrebbe dovuto compilare una relazione di servizio in cui spiegare il perche´ ed il come del suo intervento in quel frangente. Cio´ indipendentemente dal fatto che altri investigatori siano stati i titolari ufficiali degli accertamenti di polizia giudiziaria sul luogo della strage.
Questo sarebbe stato un aiuto concreto per la ricostruzione dei fatti e tanti “non ricordo” o “credo di ricordare” non sarebbero stati necessari.
Marco
bertelli
|2008-04-26 16:29:22
l´inchiesta per furto a carico di ignoti.
Sui passaggi di mano della borsa in quei frangenti la ricostruzione é tutt´oggi incompleta, sia per le diverse versioni fornite nel corso dell´inchiesta dal col. Giovanni Arcangioli, sia per alcune contraddizioni emerse da altri testimoni (vedi l´ex-magistrato Giuseppe Ayala). Anche per il fatto che alcuni individui che si muovono attorno all´auto ed alla borsa di Paolo Borsellino non sono stati ancora identificati.
Una cosa peró é certa: il col. Giovanni Arcangioli, in quanto ufficiale dei carabinieri, avrebbe dovuto compilare una relazione di servizio in cui spiegare il perche´ ed il come del suo intervento in quel frangente. Cio´ indipendentemente dal fatto che altri investigatori siano stati i titolari ufficiali degli accertamenti di polizia giudiziaria sul luogo della strage.
Questo sarebbe stato un aiuto concreto per la ricostruzione dei fatti e tanti “non ricordo” o “credo di ricordare” non sarebbero stati necessari.
Marco
Fabio
- una curiosità
|2008-04-25 16:33:22
Qualcuno, di buona volontà, mi puo' spiegare perchè solo nel dicembre del 1992 viene fatta la relazione di servizio sulla scomparsa dell'agenda visto che la strage risale al luglio 1992? Non era passato troppo tempo e quindi si poteva gia' depistare? Chi è il responsabile? E' per caso Arcangioli...
Vorrei sapere perchè solo nel 2005 si inizia ad indagare su Arcangioli grazie al filmato di quel fotografo ?
Nessuno si era accorto della presenza di Arcangioli che prendeva la borsa e poi la rimetteva al suo posto?
Perchè Arcangioli non ha aspettato gli investigatori addetti in quel momento e al massimo poteva fare la guardia alla borsa? Oppure perchè Ayala, visto che era stato uno del pool legato a Giovanni e Paolo, non ha tenuto lui la borsa chiusa aspettando l'arrivo del magistrato di turno e della polizia investigativa , forse di lui non avremmo sospettato...questa è solo un mio pensiero e qualche interrogativo perchè si poteva e si doveva fare qualcosa in piu' per scoprire la verità su via D'Amelio!!
Andrea
|2008-04-25 21:23:55
Interrogativi comprensibili,.....credo veramente che, come dicevo, abbiamo bisogno di qualcuno che ci chiarisca come dovrebbero essere gestite queste situazioni,.....vedrai che dopo capiremo anche le responsabilità su tutte le mancanze/manomissioni volontarie e/o colpose.
bertelli
|2008-04-26 16:36:58
Ciao Fabio,
ci metto buona volonta´. Purtroppo non ho tutte le risposte.
Non ti so spiegare perche´ la relazione di servizio in cui viene indicato il ritrovamento della borsa di Paolo Borsellino alle ore 18.30 del 19 luglio 1992 venga compilata solo a dicembre 1992. La relazione e´ stata redatta da un poliziotto.
L´indagine per furto a carico di ignoti parte solo nella primavera del 2005 a seguito della segnalazione di una fonte riservata e della successiva perquisizione nello studio del fotografo palermitano Franco Lannino. Fino ad allora, come scrivo nella risposta ad Andrea, negli elementi emersi dalle indagini sulla strage di via D´Amelio non compare traccia degli spostamenti della borsa di Paolo Borsellino tra le ore 17.20 e le ore 18.30 del 19 luglio 1992.
La sequenza dei passaggi di mano della borsa di Borsellino rimane tutt´oggi incompleta, per le ragioni che citavo sempre nella risposta ad Andrea: dichiarazioni contraddittorie degli attori dei fatti, mancata identificazione di alcune persone che si muovono vicino all´auto blindata ed alla borsa di Paolo Borsellino, mancata redazione delle relazioni di servizio da parte dei membri delle forze dell´ordine che in un qualche modo hanno modificato lo scenario del delitto nell´immediatezza della strage.
Giuseppe Ayala non ha preso la borsa in consegna in quanto nel luglio 1992 non era piu´ magistrato, bensi´ deputato. Solo un magistrato od un funzionario di polizia avrebbe potuto prendere in consegna il documento ed avrebbe dovuto redarre subito dopo la relativa relazione di servizio, collaborando con i responsabili di polizia giudiziaria incaricati delle indagini.
So che non ho potuto rispondere a tutte le tue domande: sono le stesse per le quali molti di noi cercano risposta.
Ti posso solo dire che “la partita non e´ ancora chiusa”: ci sono altre indagini aperte sui mandanti occulti alla strage di via D´Amelio ed in particolare sul possibile coinvolgimento dei cosiddetti servizi segreti “deviati”.
Per quanto riguarda il furto dell´agenda rossa di Paolo Borsellino attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza con cui il GUP Paolo Scotto ha prosciolto il col. Arcangioli “per non aver commesso il fatto”. Il procuratore aggiunto Renato Di Natale ed il PM Rocco Liguori decideranno successivamente se ricorrono o meno le condizioni per presentare ricorso in Cassazione.
Marco
bertelli
|2008-04-26 16:39:18
ci sono altre indagini aperte sui mandanti occulti alla strage di via D´Amelio ed in particolare sul possibile coinvolgimento dei cosiddetti servizi segreti “deviati”.
Per quanto riguarda il furto dell´agenda rossa di Paolo Borsellino attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza con cui il GUP Paolo Scotto ha prosciolto il col. Arcangioli “per non aver commesso il fatto”.
La procura di Caltanissetta ed i titolari delle indagini decideranno successivamente se ricorrono o meno le condizioni per presentare ricorso in Cassazione.
Marco
Andrea
|2008-04-26 20:17:45
tutto chiaro, grazie
Allora gli appartenenti alle forze dell'ordine, ed i loro superiori, dovranno chiarire, penso anche alla Magistratura, come mai tante mancanze, imprecisioni, incompetenze, inadempienze,.....solo mancanza di professionalità? Sarebbe grave lo stesso,...abbastanza per dei provvedimenti disciplinari, o, se il tempo passato è tanto, abbastanza per un'inchiesta parlamentare che distrugga le rispettive carriere. Se ci sono ragionevoli estremi dovrvemmo pretendere queste cose,....o no?
Fabio
- altre curiosità
|2008-04-26 20:27:51
Sscusami Bertelli se insisto però io ho molti interrogativi a cui vorrei una mezza risposta..a molti italiani so che non interessa ma in questo sito ho trovato te ed altri che siete interessati alla verità...lo dobbiamo a Paolo, Giovanni,Ninni,Beppe,Rocco, Cesare e tanti altri(un giorno scriveremo la lista di tutti coloro che hanno perso la vita per combattere la mafia).
Nel clima di quegli anni 91-92, dopo l'omicidio Lima, si sapeva che il prossimo sarebbe stato Giovanni e poi Paolo. Appena scoppia la bomba il 19 luglio 1992,Ayala arriva solo dopo dieci minuti o sbaglio; visto il clima di diffidenza intorno a Giovanni e Paolo,Ayala anche se era deputato, doveva prendere la borsa, mantenerla con cura, non aprirla, aspettare il magistrato di turno, portarla in una procura lontana da Palermo, visto che il caro Giammanco non aveva nemmeno avvisato Paolo dell'arrivo dell'esplosivo(un atttegiamento di qualcuno che concorre allo svolgimento della strage). Ayala aveva fatto parte del pool antimafia e Giovanni e Paolo si fidavano di lui, mentre diffidavano di tanti altri. Ayala si metteva la borsa sotto braccio, cacciava Arcangioli e faceva il suo dovere. Questa è una mia teoria, non so a che ora è arrivato Ayala.
Vorrei sapere chi spinse il telecomando della bomba che esplose e dove era situato colui che aziono' il telecomando? Come mai non si sa ancora l'autore? Nessun ha saputo dare delle indicazioni? Doveva stare in una zona protetta visto i danni che provoco' in quel quartiere? Solo Genchi ha dato delle indicazioni ma sappiamo come è andata a finire....
zeitblom
- re: altre curiosità
|2008-04-26 21:43:19
Sscusami Bertelli se insisto però io ho molti interrogativi a cui vorrei una mezza risposta..a molti italiani so che non interessa ma in questo sito ho trovato te ed altri che siete interessati alla verità...lo dobbiamo a Paolo, Giovanni,Ninni,Beppe,Rocco, Cesare e tanti altri(un giorno scriveremo la lista di tutti coloro che hanno perso la vita per combattere la mafia).
Nel clima di quegli anni 91-92, dopo l'omicidio Lima, si sapeva che il prossimo sarebbe stato Giovanni e poi Paolo. Appena scoppia la bomba il 19 luglio 1992,Ayala arriva solo dopo dieci minuti o sbaglio; visto il clima di diffidenza intorno a Giovanni e Paolo,Ayala anche se era deputato, doveva prendere la borsa, mantenerla con cura, non aprirla, aspettare il magistrato di turno, portarla in una procura lontana da Palermo, visto che il caro Giammanco non aveva nemmeno avvisato Paolo dell'arrivo dell'esplosivo(un atttegiamento di qualcuno che concorre allo svolgimento della strage). Ayala aveva fatto parte del pool antimafia e Giovanni e Paolo si fidavano di lui, mentre diffidavano di tanti altri. Ayala si metteva la borsa sotto braccio, cacciava Arcangioli e faceva il suo dovere. Questa è una mia teoria, non so a che ora è arrivato Ayala.
Vorrei sapere chi spinse il telecomando della bomba che esplose e dove era situato colui che aziono' il telecomando? Come mai non si sa ancora l'autore? Nessun ha saputo dare delle indicazioni? Doveva stare in una zona protetta visto i danni che provoco' in quel quartiere? Solo Genchi ha dato delle indicazioni ma sappiamo come è andata a finire....
Fabio siamo tutti qui per la verità in proposito
almeno spero
comunque Ayala non avrebbe mai potuto "sottrarre quelal borsa s al legittimo giudicie che purtropo poteva essere giammanco (anche un suo sostituto però)
altrimenti avrebbe fatto commesso un reato
sul fatto che non l'abbia seguita passo passo, voglio concedere fiducia, io
persino io che sono malfidato MAI avrei pensatro che degli sciacalli criminali in quel momento fossero nelle forze dell'ordine in quel momento
(per questo mi incaxxo con Contrada, che forse non era lì, ma qualcosa sa)
in particolare
ANCORA NON SI SA CHI SPINSE IL TELECOMANDO E DA DOVE
Genchi che suggersce Utveggio (sede dei servizi segreti a cui telefona Contrada ed a cui telefona due mesi prima un mafioso delal strage) genchi dicevo fu stoppato
capisci perchè dico che la merda è al potere
e sono assolutamente pessimissta?
zeitblom
|2008-04-26 22:02:56
scusa
risposta tagliata
dicevo
Ayala NON pteva sottrarre la borsa perchè sarebbe stato un reato (anxcche s epurtropo c'era Giammanco)
sul perchè non l'abia seguita passo passo
voglio essere ottimista (non lo sono mai) e credere che in quel momento non potesse immaginare che uno sciacallo criminalenelle forze dell'ordine se ne sarebbe impadronito
Su chi ha pigiato il teelcomando ti voglio gelare
DOPO 3 processi e 16 ani NON sappiamo chi sia stato e da dove
NON lo sappiamo
Gioacchino genchi a processo ha sostenuto che una sede potesse essere il castel di Utveggio la sede dei servizi segreti e dove telfonè bruno Contrada
CHE SICURAMENTE qualcosa sa e NON parla
per questo il caso contrada DOVREBBE FAR INCAZZARE CHIUNQUE