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Il calendarietto di Mancino PDF Stampa E-mail
Editoriali - Editoriali
Scritto da Salvatore Borsellino   
Giovedì 22 Gennaio 2009 01:27
Credevo ci dovesse essere un limite alla decenza, in particolare per chi dovrebbe rappresentare le Istituzioni, per chi, essendo vicepresidente del CSM, dovrebbe rappresentare in quella carica il Presidente della Repubblica, il quale a sua volta dovrebbe assicurarsi di essere degnamente rappresentato all'interno di quella Istituzione e, nel caso che così non fosse, prendere gli adeguati provvedimenti o fare almeno sentire la sua voce.
Dopo aver visto la registrazione del programma 'Reality" sulla TV LA7, del quale riporto di seguito la trascrizione degli interventi, accompagnata, dove indispensabile, da qualche mio commento, mi accorgo che questi limiti vengono ormai oltrepassati senza alcun ritegno e che, per quanto riguarda il sen. Mancino, non di amnesia  si tratta come avevo finora ipotizzato ma di qualcosa di molto, molto peggiore.
A fronte della esibizione della pagina dell'agenda grigia di Paolo relativa al 1° luglio, nella quale è chiaramente testimoniato, di pugno dello stesso Paolo, l'incontro con Mancino avvenuto intorno alle ore 19 in una stanza del Viminale, dove Paolo era stato convocato dallo stesso Mancino ("mi ha chiamato il ministro......." dice Paolo interrompendo l'interrogatorio di Gaspare Mutolo a seguito di una telefonata ricevuta), Mancino, che finora non aveva mai risposto a questa mia contestazione, tira fuori da un cassetto un "calendarietto", un planning di quelli che tengono sul tavolo le segretarie, e, mostrandolo velocemente, crede di dimostrare così che allora l'incontro con Paolo non c'è stato.
Non mi soffermo più di tanto su una pretesa come questa, che si commenta da sola, voglio solo notare che su quel calendarietto, da quanto si è potuto vedere vista la rapidità con la quale è stato mostrato e poi riposto, non c'è scritto quasi nulla, appena tre righe per tutta una settimana, il che è difficile da credere a meno che in quelle tre righe non si possa concentrare tutta l'attività settimanale di un ministro della Repubblica, cosa che, con tutta la buona volontà, suscita delle perplessità. Mi chiedo poi, dato che su questi argomenti il sen. Mancino ha già deposto in passato presso i magistrati di Caltanissetta, se questo calendarietto è stato già esibito in passato o il suo ritrovamento è un episodio recente.
 
Procediamo ora con la trascrizione della registrazione del programma. I miei pochi commenti, tante frasi ed espressioni del sen. Mancino si commentano infatti da sole, sono riportate in corsivo e in grassetto all'interno del testo.
 
Di tanto in tanto sono riportati in corsivo anche i tempi della registrazione che, appenda superati dei problemi tecnici dovutia alle sue dimensioni, sarà allegata al testo in forrmato Real Player (per il momento fare riferimento al video nel post "I misteri di Via D'Amelio")
 
0.00
 
Salvatore Borsellino: Se penso a quello che diceva Sciascia, che diceva "lo Statto non può processare se stesso", ritengo che sarà ... difficile che la verità venga fuori, però poi mi accorgo che ci sono ogni tanto come dei "lampi nel buio", ci sono come degli squarci di luce che illuminano un pezzo di verità ... può darsi che ad un certo punto si debba ... si arrivi alla verità.
 
Silvia Resta:  Palermo, via D'Amelio, 17 anni dopo. Stessa strada e ancora tanti misteri. Nel punto in cui c'era il cratere è cresciuto un ulivo, un monumento alla memoria per Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta saltati per aria.
Era il 19 luglio del 1992, un autobomba scatenò l'inferno sotto casa della madre del magistrato antimafia.
Una strage, la seconda strage di cosa nostra nel giro di due mesi dopo quella di Capaci, giorni da brivido  .
 
Tre processi agli esecutori ed ai mandanti, ergastoli ai mafiosi, condanne definitive e oggi, dopo quasi 17 anni dalla strage, un nuovo aspirante collaboratore di Giustizia potrebbe rimettere tutto in discussione, si chiama Gaspare Spatuzza, boss di Brancaccio, in carcere, che rivela di aver rubato lui la 126 che fu riempita con 100 chili di tritolo, versione che smonterebbe quella di un altro collaboratore, Vincenzo Scarantino, sulla base delle cui dichiarazioni sono state emesse sentenze e condanne. 
 
02.26
 
Sergio Lari (Procuratore Capo di Caltanissetta): Certamente queste dichiarazioni mettono in discussione i risultati dei processi sulla strage di Via D'Amelio limitatamente alla parte in cui si ricostruisce la responsabilità di Scarantino, Candura e altri soggetti che si sono autoaccusati del furto della autovettura Fiat 126 che poi è stata imbottita di esplosivo, nonchè delle targhe che sono state apposte a questa autovettura che poi è stata utilizzata per la strage del 19 luglio. Oggi Spatuzza fa delle dichiarazioni che mettono in discussione questo segmento di questo processo della strage di Via D'Amelio, che ovviamente sono dichiarazioni rese, dal '92 ad oggi, dopo 16 anni dalla strage e dopo che lo stesso Spatuzza ha già scontato 11 anni di reclusione al 41 bis.
E' chiaro dunque che, da una parte il molto tempo trascorso dai fatti, dall'altra l'esigenza di una accurata e approfondita analisi di riscontro delle dichiarazioni dello Spatuzza, sono tutti elementi che ci inducono ad una grandissima prudenza,
 
Silvia Resta:Mentre la testimonianza di Spatuzza è al vaglio della Procura di Caltanissetta che dovrà decidere se accettare o meno la sua collaborazione, si profila l'ipotesi di una revisione del processo.
 
Rosalba Di Gregorio (avvocato di Aglieri, La Mattina, Murana, Vernengo): Sulla scorta delle dichiarazioni più volte ritrattate, reiterate e riritrattate da parte di Scarantino, sono state inflitte alcune condanne definitive, cioè la Cassazione ha messo il timbro sulla verità di Scarantino ritenendola attendibile. Non è così, ci sono vuoti probatori impressionanti, ci sono contraddizioni impressionanti, ci sono contrasti di giudicati notevolissimi, quindi al di la delle dichiarazioni, che non conosciamo, del dichiarante nuovo, cioè di Spatuzza, diciamo che è un atto di Giustizia e di ... , una questione forse più morale ancora, per cui si farà, si dovrà fare, e stiamo lavorando i difensori di questi 4, 5, perchè non più di tanti sono gli imputati chiamati solo da Scarantino, stiamo lavorando per la revisione del processo, bis.
 
04:50
 
Silvia Resta: Dopo anni rompe il silenzio Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo, convinto che all'origine di quella strage ci siano in qualche modo responsabilità istituzionali. Lo stesso Spatuzza rivela qualcosa in questa direzione.
 
5:07
 
Salvatore Borsellino: Qualche elemento nuovo lo porta, per esempio il fatto che ha detto Spatuzza che la macchina è stata consegnata non semplicemente a componenti della famiglia mafiosa che lui conosceva, ma anche ad un elemento esterno che, a mio avviso, potrebbe essere un elemento dei Servizi.
 
Silvia Resta: Servizi segreti, lei dice ?
 
Salvatore Borsellino: Servizi segreti, senz'altro, d'altra parte ... se fossero andate avanti le indagini sul castello Utveggio, sul centro del ... SISDE, che sotto la copertura di un centro del CERISDE era ubicato sul castello Utveggio e dal quale sicuramente, come sostiene Gioacchino Genchi, è partito ... è stato azionato il comando che ha causato la strage, certe cose forse sarebbero venute alla luce, purtroppo tutte le indagini in quel senso sono andate avanti, sono arrivate a un certo punto, ma ad un certo punto sono state bloccate.
 
06:04
 
Silvia Resta: La nebbia avvolge il castello Uveggio, dalla collinetta si domina la scena, sarebbe partito da lì il segnale per il telecomando.
 
Salvatore Borsellino: La manovalanza in effetti fu quella della ... della criminalità organizzata, ma la regia invece fu ... arrivò da un'altra parte, ritengo che arrivasse proprio dai serivizi, e ci sono tanti elementi che portano a questo, gli elementi sono appunto quelli del castello Utveggio, dal quale sicuramente è stato azionato il telecomando e all'interno del quale c'era un centro del SISDE, gli elementi sonoi la sparizione dell'agenda rossa che sicuramente ai mafiosi poteva interessare poco sottrarre quello che c'era in quell'agenda, poteva interessare invece sottrarla a chi poteva essere implicato in quelle cose che ci potevano essere scritte in quell'agenda
 
06:58
 
Silvia Resta: Uno dei misteri di questa storia è l'agenda rossa di Borsellino, sottratta dalla sua borsa negli attimi seguenti alla strage, la telecamera senza volerlo riprese chi la portò via, un carabiniere Giovanni Arcangioli finito sotto processo e poi prosciolto
 
07:14
 
Salvatore Borsellino: Quando mi sono ... si è approfondita la mia convinzione che dietro questa strage ci fosse qualcosa di diverso, scrissi una lettera aperta che chiamai appunto "19 luglio 1992 : Una strage di Stato" nella quale manifestavo questa mia convinzione che ... la strage fosse stata ... messa in piedi per il fatto che Paolo si era opposto a quella scellerata trattativa tra mafia e Stato, di cui si cominciava ad avere notizia in quel periodo e ... il fatto che lui avesse a questo punto costituito un ostacolo, e un grosso ostacolo, a questa trattativa praticalmente fece coinvolgere ... fece coincidere gli interessi della criminalità organizzata e gli interssi di chi, all'interno dello Stato portava avanti questa trattativa, per cui Paolo dovette essere eliminato, ed eliminato anche in fretta.
 
08:16
 
Silvia Resta: Negli ultimi mesi altre rivelazioni scottanti, anche Massimo Ciancimino sta parlando, è il figlio di Don Vito, ex sindaco di Palermo ormai scomparso, sarebbe stato lui il mediatore della presunta trattativa con la mafia. Dopo la strage di Capaci Cosa Nostra gli avrebbe affidato il famoso Papello, una serie di richieste scritte su foglio protocollo da presentare allo Stato.
 
Antonio Ingroja (Procuratore aggiunto di Palermo): Sono tutte risultanze di dichiarazioni di collaboratori di giustizia ... che dicono che ... praticamente nel pieno della stagione stragista una parte di Cosa Nostra, Riina prima e probabilmente anche Provenzano, dopo però le stragi, e quindi dopo la cattura di Riina, avrebbero avviato una trattativa con ... non sempre ben precisati ambienti istituzionali e in parte politici per ricontrattare ... come dire ... un nuovo patto di consist ... di coesistenza e convivenza e ... per alzare il prezzo della trattatica Cosa Nostra avrebbe ulteriormente accellerato la strategia stragist
 
09:40
 
Sergio Lari: Ci sono tanti aspetti della strage di Via D'Amelio che ancora oggi non sono stati chiariti. Certamente si ipotizza un possibile ruolo di mandanti eseterni, o comunque di soggetti esterni all'organizzazione Cosa Nostra  che possono avere influito sulla determinazione di questa organizzazione criminale di anticipare, diciamo le ..., o affrettare l'esecuzione della strage di Via D'Amelio che comunque era stata già programmata. Certo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino si inseriscono in questo filone di indagine e su questo le procure di Palermo e Caltanissetta stanno ovviamente espletando tutte le indagini necessarie.
 
Silvia Resta: Un altro mistero riguarda la giornata del 1° luglio di quel '92, poco più di due settimane prima della strage. Borsellino è a Roma, alla DIA, per interrogare il pentito Gaspare Mutolo. Nel pomeriggio viene chiamato al Ministero dell'Interno, come è annotato sulla sua agenda grigia. Tra le 19 e le 20 c'è il nome di Mancino, che proprio in quel giorno si era insediato al Viminale. Un giallo, perchè Nicola Mancino, oggi vicepresidente del CSM non ricorda di avrlo mai incontrato.
 
10:59
 
Nicola Mancino (vicepresidente del CSM): (facendo vedere fugacemente un planning) Questo è la... 1° luglio.
 
 
Silvia Resta: E il nome Borsellino non c'è?
 
Mancino: Ma non potevo dare ... un appuntamento a uno che non conoscevo. A meno che quello che non conoscevo non mi avesse detto ci ho un segreto di Stato ... ci ho una mia valutazione urgentissima ... allora io a quel punto ... perchè non riceverlo ... ricevo tutti!
 
(Questa affermazione è letteralmente incredibile, non può un ministro della Repubblica, un ministro degli Interni, nominato proprio in un periodo di emergenza quale quello seguito alla strage di Capaci, sostenere di non conoscere  il giudice che ha raccolto l'eredità di Giovanni Falcone. A meno che non leggesse i giornali e non guardasse la televisione dato che Paolo Borsellino era quasi ogni giorno su tutti i giornali e compariva quasi ogni giorno su tutti i telegiornali. Per non parlare poi della frase offensiva con cui conclude "perchè non riceverlo... ricevo tutti!" come se si trattase del primo sprovveduto di passaggio e lasciando intendere che avrebbe dovuto essere Paolo a chiedergli di essere ricevuto. Forse che a lui non interessava quello che Paolo poteva conoscere sull'assassinio di Falcone, dato che come lui stesso diceva a questo proposito, anche se non fu mai ascoltato dalla procura di Caltanissetta prima di essere a sua volta assassinato, "io sono un testimone, parlerò davanti ai giudici quando mi chiameranno")?
 
11:28
 
Silvia Resta: Ma perchè è importante la data del 1° luglio, chi incontrò Borsellino nelle stanza del Viminale?
 
Salvatore Borsellino: La giornata del 1° luglio è importante perchè quel giorno Paolo stava interrogando  Gaspare Mutolo, il quale gli
stava parlando appunto delle infiltrazioni del ... della criminalità organizzata all'interno della Magistratura e all'interno addirittura delle Istituzioni, gli stava parlando, per esempio, di Contrada, e ... a questo punto Paolo ricevette una telefonata e disse testualmente, ci sono testimoni che lo dicono, "mi ha telefonato il ministro" cioè non "mi hanno telefonato dal ministero", ha detto "mi ha telefonato il ministro, manco mezzora e poi torno" Paolo si allontanò e, quando ritornò , racconta Gaspare Mutolo che era così nervoso da addirittura mettersi due sigarette in bocca. Quindi è importante sapere che cosa è successo in quell'incontro, che cosa gli è stato detto in quell'incontro da portarlo ... portarlo a questo nervosismo esasperato. Purtroppo una cosa del genere ce la potrebbe dire semplicemente chi ha partecipato a questo incontro.
 
12:48
 
Nicola Mancino: Io posso solo dire questo ... non ricordo di avere incontrato Borsellino, non avrei nessuna ... ragione per ... mentire ... eppure mi si dice "devo ricordare" ... io ricordo solo ... che ... attraverso il citofono interno il capo della Polizia mi telefonò per dire "Le dispiace se le verrà a stringere la mano il Giudice Borsellino?" ... io non conoscevo fisicamente Borsellino e ... non credo di averlo incontrato ... non escludo che mi abbia potuto stringere la mano ... del resto tutto avvenne in fretta ... ma perchè poi incontrare il Giudice Borsellino in una giornata in cui si festeggiava la mia nomina a Ministro dell'interno?
 
(Sen. Mancino, non ha visto alla televisione i funerali di Giovanni Falcone? Tutta l'Italia li ha visti ma forse a lei non interessavano? Quel giudice che, vestito della sua toga nera portava insieme agli altri la bara del suo compagno assassinato era proprio Paolo Borsellino! Come può affermare di non conoscerlo? E sappia Sen. Mancino che la mano di Paolo non era una mano qualsiasi , non può permettersi di dire "non escludo che mi abbia potuto stringere la mano". E poi cosa vuol dire "tutto avvenne in fretta" se dice di non ricordare?
Perchè poi incontrare il Giudice Paolo Borsellino, se ci riflette, forse si renderà conto che avrebbe dovuro essere la prima cosa da fare, tralasciando anche di "festeggiare", in quel periodo, in una Italia messa sotto tiro dalla criminalità organizzata, credo ci fosse assai poco da festeggiare)
 
Salvatore Borsellino: E in quest'incontro sicuramente gli deve essere stato parlato della trattativa, perchè ... fino a qualche tempo fa si pensava che la trattativa fosse partita dopo la strage di via D'Amelio, adesso le rivelazioni di Massimo Ciancimino invece hanno riportato indietro l'orologio dell'inizio della trattativa ed aè accertato a questo punto, almeno dalle sue rivelazioni, ma lui partecipava in prima persona, come corriere del padre, a questa trattaiva, è venuto fuori che questa trattaiva in effetti fu avviata dopo la strage di ... di Capaci e prima dell'uccisione di Paolo
 
14;16
 
Nicola Mancino: Ma si può parlare con un ministro neo nominato? ... si può parlare di trattative tra lo Stato e le ... la criminalità organizzata? ... a parte ragioni di stile ... in quei giorni ... a meno che non ci fosse stata una richiesta esplicita per notizie di carattere urgente ... io non ho ricevuto nessuno e non avrei voluto ricevere nessuno ... come in effetti mi pare che sia avvenuto.
 
(No comment, per ragioni di stile)
 
Salvatore Borsellino: Ciancimino sta dicendo una cosa molto importante, sta dicendo invece che ad un certo punto, Vito Ciancimino, suo padre, pretese che ... di sapere se di questa trattativa erano state informate le istituzioni, voleva una garanzia che le istituzioni fossero state informate di questa trattativa, e in particolare richiese che ... se fosse ..., pretese che ne fosse informato l'allora ministro dell'interno e Massimo Ciancimino sostiene che questa ... diciamo ... assicurazione, Vito Ciancimino la ebbe,
  
Nicola Mancino: Ma io dico ... di ufficiale non sapevo niente ... nessuno mi ha proposto che ... c'erano richieste di trattative ... ma se io le avessi sapute le avrei immediatamente rigettate perchè lo Stato si difende con la fermezza ... io sono uno che ai tempi del povero Moro ho sempre ritenuto che lo Stato non potesse arrivare a cedimenti ... a trattative con il terrorismo brigatista ... e così sar ... avrei detto anche per quanto riguarda la tenuta dello Stato rispetto all'aggressione della malavita organizzata ... in particolare in quel tempo la mafia
 
(Nel caso del rapimento di Moro non aderire alla trattativa signficò sacrificare la vita di un uomo e di uno statista come pochi altri ne abbiamo avuti in Italia, nel caso dell'assassinio di Paolo portare avanti la trattativa signficò rendere indispensabile  l'eliminazione di un uomo e di un magistrato come pochi altri ne abbiamo avuti in Italia (e tutti sono stati uccisi). Paolo non avrebbe mai acconsentito a che quella trattativa fosse portata avanti e l'avrebbe forse anche denunciato all'opinione pubblica)
 
Nicola Mancino: Nella notte di ... tra il 19 e il 20 luglio eravamo in prefettura riuniti come comitato ...
 
(Sen. Mancino, si  tratta di quella riunione nella quale lei e il prefetto Jovine avete affermato che in Via D'Amelio non era stato istituito  il divieto di sosta, permettendo così alla criminalità organizzata di piazzare tra le altre la macchina piena di tritolo, perchè non veniva considerato un obiettivo a rischio? Tutti, mafiosi compresi, sapevano che Paolo si recava in quella casa dove abitava sua madre almeno due volte alla settimana, ma quella strada non era da considerare un obiettivo a rischo? E quali erano allora gli obiettivi a rischio, gli alloggi dei ministri e la villa del procuratore Giammanco?)
 
Silvia Resta: Dopo la morte di Borsellino?
 
Nicola Mancino: Dopo la morte di Borsellino venne meno la luce, fuori spingeva ... fuori protestava ... ma una qualche ragione anche i poliziotti delle varie scorte ... perchè anche loro avevano subito una perdita enorme ...
 
Silvia Resta: La possibilità secondo cui Borsellino possa essere stato messo al corrente di una possibile trattativa, del famoso papello, è una possibilità fantascientifica oppure c'è qualcosa di vero?
 
Sergio Lari: No, non è una possibilità fantascientifica tanto è vero che nel processo attualmente pendente in Cassazione per il furto dell'agenda rossa di Paolo Borsellino c'è chi ha ipotizzato che dentro qull'agenda potessero esservi degli appunti di Paolo Borsellino circa una possibile trattativa in corso tra lo Stato e Cosa Nostra perchè si ponesse fine alla fase, diciamo, delle stragi, per così dire ... Di questa trattaiva, del papello, hanno parlato diversi collaboratori, vi sono attualmente indagini in corso e quindi null'altro posso aggiungere.
 
Antonio Ingroja: Che la trattativa sia ... la vicenda della così detta trattiva abbia attraversato quei giorni terribili delle stragi e possa avere interferito con la determinazione della strage di Borsellino e costituire addirittura la causa dell'accellerazione della strage è una delle ipotesi sulle quali, presenti anche i giudici del ... degli altri processi sulla strage di via D'Amelio e che mantiene la sua valida consistenza
 
18:20
 
Nicola Mancino: Io manderò due esposti ai Procuratori della Repubblica di Palermo e di Caltanissetta ... perchè ritenere che ci fosse stata una trattativa che ... con lo Stato ... con pezzi dell Stato ... pezzi dello Stato ... che cosa significa? Bisogna indicare nome e cognome ma bisogna anche avere delle prove ... prove certe ... a distanza di tanti anni si parla di ... diciamo ... di un tentativo di patteggiare con lo Stato ... e poi il figlio di Ciancimino dovrebbe essere un po' più concreto ... io esporrò anche questa questione ... non è possibile diciamo mettere in prima pagina persone che ... hanno dato ... nella loro attività politica e di governo tutto il meglio di se stessi.
 
(Sen. Mancino, ma lei, come vicepresidente del CSM, non sa che Massimo Ciancimino sta ancora facendo le sue deposizioni con i magistrati incaricati e che non si dovrebbe interferire in queste indagini? Ciancimino quei nomi potrebbe magari averli già fatti, magari è stato già un po´ più concreto come lei richiede, ma abbia la pazienza di aspettare, a meno che l'interfernza della indagini, dopo Why not, Poseidon e Toghe lucane non sia diventata una prassi consolidata)
 
Salvatore Borsellino: Paolo, poco prima di morire, disse più di una volta, sia a sua moglie che a mia madrfe, disse se ... quando sarò ucciso sarà stata la mafia ad uccidermi, ma non sarà stata la mafia ad aver voluto la mia morte.
 
Sergio Lari: Io mi auguro da cittadino ... da servitore dello Stato che nessun com ... appartenente dello Stato possa essere a conoscenza di segreti così gravi e che non li abbia comunicati all'autorità giudiziaria, quindi esprimo questo grande auspicio, a fronte di queesto auspicio ho la certezza invece che dentro Cosa Nostra, Provenzano per primo, ci sono persone che sono a conoscenza di queste grandi verità ... e sono a conoscenza delle ragioni per cui questo sangue di innocenti è stato versato. Il mio appello è a queste persone, che qualcuno di questi si passa la mano ... si passi la mano sulla coscienza e decida finalmente di svelare questi segreti. Probabilmente ... questo servirebbe a fare luce su tanti misteri del nostro paese.
 
20:37
 
Silvia Resta: E' giusto definirla una delle stragi più oscure e più pesanti della repubblica?
 
Antonio Ingroja: Io credo di si, ma penso probabilmente la più oscura della ... alle origini della seconda repubblica ... e alla fine della prima repubblica ... ha coostituito il momento di cesura e di passaggio dalla prima alla seconda repubblica e ... questa nostra democrazia di oggi ha in se ancora un'ombra molto lunga che viene fuori da quella ... da quella strage. La verità soprattutto per una verità difficile, complicata, con un prezzo, è una conquista collettiva nella quale occorre volerla e bisogna chiedersi quanta parte dell'Italia e degli italiani vogliano questa verità. Se dovesse realizzarsi, come dire, una richiesta alta di  verità da parte degli italiani allora questa verità si potrà conquistare.
 
(Queste sono parole da stamparsi nella mente, una per una. E forse bisogna davvero chiedersi se gli Italiani sono ancora un popolo capace di far nascere questa richiesta di verità, se gli italiani hanno voglia di sentire il "fresco profumo della libertà" per cui è morto Paolo, o se siamo diventati un popolo di schiavi.)
 
21:34
 
Silvia Resta:Via D'Amelio, 17 anni dopo, dove c'era il cratere cresce un ulivo, in tanti negli anni hanno lasciato un segno, qualcuno ha scritto: "Non tutti i siciliani siamo mafiosi e non tutti i mafiosi sono siciliani"

Comments:

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Christina P   |2009-01-22 10:48:48
Caro Salvatore, le parole di Mancino fanno paura. Sono parole arroganti, fredde,
di un uomo privo di coscienza che non da alcun valore alla vita, alle persone.
Nello stesso modo sono parole importanti perchè la sua presuntuosità è tale
da rivelare la sua vera indole. Vorrei poter guardare negli occhi Mancino e
chiedergli perchè? Perchè, un uomo "istruito", un rappresentate dello
Stato sceglie di essere disonesto, di ingannare gli italiani, suoi concittadini,
persone che fanno affidamento sulle sue parole e sul suo lavoro? Lo vorrei
chiedere a tutti quei politici che pur essendo indagati e alcune volte anche
condannati per reati vari non hanno la dignità necessaria per dimettersi, per
lasciare spazio ai giovani che sono moralmente integri, che hanno i principi
necessari per rifondare uno Stato privo di scelleratezze e menzogne? Mi domando
quando e chi ci dirà tutta la verità, pur sapendo che anche il più onesto dei
politici non riuscirebbe a farlo perchè le verità, nel nostro caso, sono
troppo brutte da poter esporre senza che abbiano poi ripercussioni gravi sul
popolo. Penso, infine, che davanti a domande come queste Mancino non potrebbe
far altro che abbassare lo sguardo.

Christina Pacella
Andrea   |2009-01-22 11:29:35
Mancino si è irrigidito completamente in una posizione che fatica a difendere,
forse complice anche un italiano di cui non ha molta padronanza, o forse il suo
italiano confuso è proprio il risultato di un disagio che non contiene del
tutto.
Il messaggio più importante che fa passare, e che è indirizzato a chi
di competenza (!!!), è soprattutto un altro, e si può tradurre sinteticamente
così: "borsellino? e chi è? ignoravo all'epoca e quasi ignoro tutt'ora di
chi si tratta! Si vede che non era importante. Mica poi avrei incontrato questo
borsellino in un giorno di festeggiamenti!!!!"
gia70  - Questa notizia su Mancino la sapevate....?   |2009-01-22 12:40:12
Giornale-24 ORE Baslicata 4 maggio 2008
Titolo : Presentato un interpello al
vice presidente del Csm intervenuto a Matera per discutere di
Costituzione
Piccenna attacca Mancino - Buccico
«Inopportuno affiancare un
indagato per reati contro la magistratura»
Il vicepresidente Nicola
Mancino
MATERA - Uninterpello a Nicola Mancino vicepresidente del Consiglio
superiore della Magistratura che ieri ha tenuto
un convegno a Matera. L'atto è
stato notificato ieri mattina a Mancino presso il teatro Duni da un messo, il
vicepresidente del Consiglio superiore
della Magistratura lo avrebbe visto
velocemente continuando poi regolarmente
e senza commenti a presenziare
al
convegno organizzato dall'istituto tecnico Loperfido. Autore dell'interpello è
stato Nicola Piccenna che chiede risposte a Mancino circa l'opportunità di
essere presente
ad un convegno insieme ad
una persona, il sindaco di
Matera
Nicola Buccico, indagato per «gravissime ipotesi delittuose
».
Piccenna chiede se «Nicola
Mancino, interviene a titolo
personale ovvero in
veste ufficiale
di massimo responsabile (dopo il Presidente della
Repubblica)
del Consiglio Superiore della Magistratura». «Se Egli è a
conoscenza che il co-relatore nel medesimo
convegno, Avv. Emilio
Nicola
Buccico, è attinto da comunicazioni
giudiziarie che ne suppongono il
coinvolgimento in gravissime ipotesi delittuose concernenti la funzione
stessa
della magistratura e
l'abuso del ruolo di componente
del Consiglio Superiore
della Magistratura. Se non ritiene inopportuno comparire pubblicamente
in
attività di carattere divulgativo
indirizzate ad un pubblico
di studenti
e su temi delicati
quali l'ordinamento repubblicano
e le garanzie
costituzionali
con un indagato per gravi reati contro l'autonomia della
magistratura».
Domande che il vicepresidente
del Consiglio superiore della
Magistratura ha lasciato cadere . La presenza di Buccico annunciata
ufficialmente in una brochure invito
del convegno risultava però alquanto
improbabile visto che il primo cittadino è fuori città da qualche giorno e il
suo rientro è previsto solamente per la prossima settimana.
Mancino non ha
invece mancato di fare alcune battute importanti sulla giustizia e sul suo
funzionamento.
«Migliorare il funzionamento della giustizia, per dare risposte
concrete ai cittadini ». «Non sono favorevole -ha
aggiunto Mancino - alla
separazione
delle carriere. È opportuno che sia mantenuto l'attuale
ordinamento. Ricordiamo, piuttosto, che il Parlamento
è stato impegnato per
sette anni sulle questioni dell'ordinamento giudiziario.
Occorre, invece,
lavorare affinché
siano superati problemi organizzativi e di risorse che
portano a processi lunghi
e, quindi, al malcontento tra
la gente. È questa -
ha concluso
- la risposta da dare sul terreno
del funzionamento
della
giustizia». Cosa dire...? Bla bla bla bla...! Mancino ha dimostrato in
molte, moltissime occasioni, di essere inopportuno. Su Moro, su Borsellino, su
Saladino, etc etc... Anche la vicenda d i questo articolo lo dimostra, a mio
parere. La carica di Vice Presidente del CSM impone il rispetto del ruolo
istituzionale, sempre. Lo dovrebbe sapere anche Naplitano...!
P.S. Inviero
articolo per mail a Salvatore...
Shiloh   |2009-01-22 13:23:32
Bella notizia, grazie a gia70. :)

qualche volta non riesco a sapere ciò che
succede in regione perchè il TG3 Basilicata si vede bene una volta ogni morte
di Papa. :(

Luciana

PS

Grazie anche a Nicola Piccenna che come un vero
"mastino" ha addentato la preda e non la molla, malgrado le denunce che
gli hanno riversato addosso
Shiloh   |2009-01-22 13:37:36
Chiunque dica che in quei giorni non sapeva chi fosse Paolo Borsellino,
mente.
Sapendo di mentire.

Paolo Borsellino ha lavorato al fianco di
Giovanni Falcone per almeno 12 anni, prima del tragico epilogo delle loro
storie.

Mancino, politico navigato, NON POTEVA NON SAPERE CHI FOSSE
BORSELLINO.
Se non altro per sentito dire.

Ma in realtà lo sapeva bene, è
proprio per questo che adesso fa finta di niente.

Per ciò che concerne il
suo ergersi a difensore delle cosiddette "linee dure e pure contro il
terrorismo", se fossi in lui mi guarderei bene dal vantarmene troppo,
perchè se per Moro lo stato ha usato la linea intransigente, per Ciro Cirillo
no.

Almeno stando a ciò che rivela Francesco Pazienza, noto faccendiere e
collaboratore dei servizi segreti e coinvolto in quasi tutti gli scandali
italiani dalla metà degli anni 70 fino al suo arresto nel 1993.

Pazienza
dice che per la liberazione di Cirillo lo stato scese a patti con la camorra di
Raffaele Cutolo.

E Mancino all'epoca era un politico con la carriera già
bene avviata, bene inserito nelle maglie del potere.
NON POTEVA NON SAPERE DI
QUELLA TRATTATIVA.

Dunque due pesi e due misure.
Dunque un precedente di
trattativa tra stato e organizzazioni mafiose c'era ed era bello grosso.

Chi
ci impedisce di pensare che anche dell'"affaire papello" il buon Mancino
non ne fosse al corrente?

Luciana
harlock   |2009-01-22 14:49:56
Mi pare che il paragone con il caso Moro sia del tutto fuori luogo. In quel
caso, infatti, c'era in gioco un elemento fondamentale con cui i politici
(compreso Mancino) dovevano fare i conti e che sicuramente ne ha condizionato
posizioni e comportamenti: l'opinione pubblica. Le richieste delle Brigate Rosse
erano infatti note a tutti. Non mi pare si possa dire lo stesso
dell'"affaire papello".
VaronEmanuele   |2009-01-22 15:57:47
Per Moro lo stato non usò nessuna "linea intransigente", non
dimentichiamoci che allora il ministro dell'interno era KoSSiga, burattino nelle
mani dei servizi segreti, che era infastidito dal fatto che Moro probabilmente
aveva scoperto le infiltrazioni dei servizi segreti, italiani e non, nelle
brigate rosse, nate come movimento di opposizione armata allo stato attraverso
il terrorismo, e finite come gruppo terroristico in mano ai servizi segreti con
la benedizione del governo italiano, escluso evidentemente Moro.
Quindi Moro,
come Paolo Borsellino, era l'ultimo ostacolo ad un piano criminal-statale, ed
entrambi sono stati assassinati dallo Stato, che poi ha finto di piangere ai
loro funerali.
Shiloh   |2009-01-22 20:37:56
Il paragone calza a pennello.

Moro forse era di ostacolo a qualcosa, ecco
perchè per lui non si mosse un pelo che fosse uno.
E sappiamo tutti come è
finita.

Paolo Borsellino era di ostacolo a qualcosa, e sappiamo tutti come è
finita.

Ciro Cirillo serviva a molti, vivo, ecco perchè per lui si sono
mossi tutti e anche piuttosto velocemente.

Mancino nel video dice che se mai
fosse venuto a conoscenza di trattative tra stato e malavita, le avrebbe
denunciate alle autorità competenti.

NON E' VERO.
Perchè lui delle
trattative per la liberazione di Cirillo SICURAMENTE sapeva ma non ha fatto un
fiato, perchè la liberazione dell'omino gli stava bene.

Quindi, se un
precedente c'era stato e lui ne era al corrente, chi mi dice che anche nel caso
Borsellino lui non sapesse della trattativa, che non sarebbe stata la prima (e
che invece nega tanto sdegnosamente)?

Luciana
Orsatti   |2009-01-22 13:54:01
la solita, classica, storia italiana. la domanda rimane: cosa ci sarebbe stato
di così tanto grave, da creare così tanto "imbarazzo", in un incontro
fra il magistrato più in vista d'Italia in quel momento e il ministro degli
Interni appena nominato proprio dopo la strage di Capaci?
pcampoli  - Salvatore non dobbiamo mollare.   |2009-01-22 15:17:12
Non interessa la verita' alla maggioranza degli italiani : hai ragione
Salvatore.

Sottoscrivo cio' che amaramante scrivi caro Salvatore :

E forse bisogna davvero chiedersi se gli Italiani sono ancora un popolo
capace di far nascere questa richiesta di verità, se gli italiani hanno
voglia di sentire il "fresco profumo della libertà" per cui
è morto Paolo, o se siamo diventati un popolo di schiavi.

Ma quello
che interessa alla maggioranza dei miei connazionali a me non
interessa : io ho la mia coscienza e come ti ho gia' detto in varie
occasioni il mio DOVERE di cittadino e non di suddito, lo faro', per
il rispetto che ho di EROI come Giovanni e Paolo.

Le prove della
complicita' dei CRIMINALI di STATO con il criminale tessera P2 1816,
oggi ospite abusivo di Palazzo Chigi, sono patrimonio di tutti quelli
che hanno ancora voglia di leggere e documentarsi. L'ho scritto piu' volte
anche in questo BLOG.
VaronEmanuele   |2009-01-22 16:08:33
Non penso che alla maggioranza degli italiani non interessi la verità, bensì
ne ha follemente PAURA. Perchè è più comodo credere che ci sia uno stato che
veglia sulle nostre sicure casette, e che ama la giustizia, che credere in uno
stato che si difende dalla giustizia e vede potenziali sovversivi in ognuno di
noi. Purtroppo la maggior parte della gente guarda la TV, ed essa è in mano al
potere che dice "dovete avere paura, siamo tutti sull'orlo della
catastrofe", ed implicitamente ci invita a non occuparci di nient'altro che
delle nostre casette, del nostro conto in banca, dei nostri consumi. I potenti
che hanno deciso che dovesse essere uno come tessera P2-1816 a comandare
l'Italia intera lo sapevano, e lo sanno, che la massa che resta in casa
impaurita non si ribellerà mai, e se lo facesse sarebbe facile reprimerla, come
al G8 o nei movimenti anti TAV, anti discariche-inceneritori, anti base USA a
Vicenza, anti Gelmini. Magari un giorno, quando nessuno si ricorderà piú chi
siamo, arriveranno a disperderci con lacrimogeni e cariche armate in una
manifestazione antiMafia.
VaronEmanuele   |2009-01-22 16:13:14
Prima o poi Mancino cederà, quando l'opinione pubblica non potrà negare
l'evidenza, e sarà costretto ad ammettere tutto. Ma forse sarà quando il reato
di concorso esterno sarà abolito, o forse a nessuno sembrerà scandaloso che lo
Stato si sia accordato con la Mafia, cioè la Mafia si sia accordata con chi
comanda, Massoneria e servizi segreti annessi, e lo stato vi sia stato incluso
in quanto legittimo interessato.
Magari Mancino si sente anche un eroe perchè
grazie a questa trattativa la bomba dello Stadio Olimpico non esplose. Bomba con
l'esplosivo usato dai servizi segreti, come in via D'Amelio.
gelu  - Mancino   |2009-01-22 16:30:38
Io sono rimasta stupita (positivamente) da La7. Non mi aspettavo "la
Verità". Certo che Mancino fa davvero arrabbiare: è stato l'unico che,
durante la trasmissione, ha mentito. Era davvero palese, troppo palese. Noi
tutti conoscevamo Paolo Borsellino solo "grazie" alla tv, come semplici
telespettatori accoltellati dalla notizia della strage. E un
ministro....???
Quanto poi a Moro: i servizi segreti al soldo degli americani
dove sono finiti?
Mah. Vicepresidente CSM.
Ma com'è possibile che tanti
italiano abbiano le fette di prosciutto sugli occhi?
Per la cronaca: il
candidato PBC (per il bene comune) Abruzzo, di nome Zimarino, non ha trovato il
voto suo, della moglie e degli amici andando a vedere le preferenze. Non sarà
così in tutta italia?? ecco spiegato il plebiscito a Berlusconi.
Gemma
Bs
Camanzo  - non ho parole....   |2009-01-22 16:39:16
Ma che razza di persone abbiamo al governo?
Mancino...basta prendere per il
culo la gente!Mi fai più schifo tu dei mafiosi!i mafiosi si sà son delle
bestie...ma tu sei peggio!peggio perchè stai con i piedi in due scarpe!o servi
lo stato o servi la mafia!non puoi servire entrambe gli schieramenti!ma
sicuramente non è l'unico...anche chi è a conoscenza degli accadimenti del 19
luglio '92 e non parla bisognerebbe scovare e mettere in galera;ma in galera non
con il 41 bis!bisognerebbe inventare il doppio del 41 bis,l'"82bis"
patire il doppio in carcere,perchè oltre che a servire la mafia,tradisci anche
lo stato x cui lavori.
Povera Italia...dovre andremo a finire mi chiedo...
UcCaBaRuCcA   |2009-01-22 19:08:53
La corruzione dello Stato o di alcuni suoi rappresentanti è il crimine
peggiore. Proprio perchè lo Stato (nel senso che gli attribuiva Hobbes) ha il
monopolio della forza e della giustizia. Se lo Stato non è giusto allora tutto
va a p... (scusate ma non trovo altra parola).

Il problema è che a quella
minoranza corotta va dietro una maggioranza indifferente o impaurita. E il
lavoro civile secondo me lo dobbiamo fare su questa maggioranza, tanto gli altri
"non cambieranno mai".
Maria Teresa   |2009-01-22 20:01:49
È vero, non c’è più alcun limite alla decenza.
Assurdo dire che il Ministro
degli Interni non aveva motivi per incontrare Paolo Borsellino. Ne conoscevo
l’importanza e lo spessore io che non sono nessuno; a maggior ragione un
politico “navigato” come lui … Paolo Borsellino, soprattutto dopo la morte
di Giovanni Falcone, era diventato il simbolo della lotta contro la mafia.
Ma
anche se fosse vero che non lo ha mai incontrato, è offensivo il modo in cui ne
ha parlato, come se fosse una persona qualsiasi, una delle innumerevoli mani che
si stringono distrattamente nel corso della propria vita. Non ha offeso solo la
memoria di Paolo Borsellino ma anche la nostra sensibilità.
Per “ragioni di
stile” non aggiungo altro e, come Sergio Lari, mi auguro che qualcuno si metta
la mano sulla coscienza … e parli …
Ettoremar  - Ammissione di colpa?   |2009-01-22 21:35:56
Mah...più rileggo le parole di Mancino, più mi convinco che le sue parole
("Ma non potevo dare ... un appuntamento a uno che non conoscevo."
ecc.)rappresentano un'implicita ammissione di colpa! Si, perché affermare di
non conoscere Paolo Borsellino, di non ricordarsi di averlo visto in
quell'occasione, è tipico di qualcuno che ha "la coscienza sporca", e,
sapendo che ogni sua minima ammissione lo "condannerebbe", preferisce
trincerarsi dietro il non ricordo.Mi sembra un comportamento alla... Mangano,
definito "eroe" per aver saputo mantenere il silenzio...Mancino un altro
"eroe"??
Gianfranco Criscenti  - HA RAGIONE INGROIA   |2009-01-23 01:46:25
Antonio Ingroia ha ragione: se gli italiani avessero davvero sete di verità,
oggi ne sapremmo molto di più. Purtroppo, invece, siamo una minoranza.

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