IL GIP di Viterbo archivia le indagini sulla morte dell'urologo Attilio Manca |
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Scritto da Redazione TusciaWeb.it | |||||||||
Mercoledì 21 Agosto 2013 09:27 | |||||||||
di redazione TusciaWeb.it - 21 agosto 2013
Cala un velo sulla morte dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto. Il giudice del tribunale di Viterbo Salvatore Fanti ha archiviato le indagini sui cinque compaesani del medico siciliano 35enne. Sono Ugo Manca, Angelo Porcino, Salvatore Fugazzotto, Lorenzo Mondello e Andrea Pirri. Quest’ultimo avrebbe annunciato la notizia su Facebook giorni fa. Nel decreto notificato ai difensori degli indagati si parlerebbe di archiviazione e restituzione degli atti al pubblico ministero Renzo Petroselli, con un omissis sulle motivazioni. Il gip Fanti aveva ordinato al pm di indagare su un possibile omicidio per cessione di eroina. La decisione arriva a nove mesi di distanza dall’ultima udienza, fissata per discutere dell’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura. Pm e avvocati avevano chiesto la chiusura del fascicolo per insufficienza di prove sui cinque barcellonesi. Prove che, invece, la Procura ritiene di avere su Monica Mileti. Sarebbe stata lei, per gli investigatori, a cedere ad Attilio la dose di eroina che l’ha ucciso nella sua casa a Viterbo la notte del 12 febbraio 2004. Tra il gruppo degli indagati, Mileti è l’unica donna, l’unica romana e anche l’unica a ricevere l’avviso di conclusione delle indagini. Chiaro segno dell’intenzione degli inquirenti di andare avanti anche se, al momento, non è ancora stata fissata l’udienza preliminare. Per gli altri, al momento, la vicenda si chiude qui. Tra lo sdegno dei familiari del giovane medico. “Non capisco come mai noi familiari e il nostro legale, come ogni volta, dobbiamo essere informati dalla stampa o dagli indagati – si sfoga su Facebook la madre di Attilio Manca, Angela -. Strano che la notizia venga fuori proprio per Ferragosto, quando i tribunali di tutta Italia sono chiusi per ferie, ma anche numerose trasmissioni che potrebbero occuparsi del caso. Spero che si tratti di una notizia non vera, ma se fosse vera, si rafforza sempre di più in me la convinzione che la Procura di Viterbo non è una Procura seria e noi non ci sentiamo rappresentati da questa Procura che non sta dalla parte di chi cerca verità e giustizia”.
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