La Moretti a processo per le critiche alla pm: è assoluzione Stampa
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Scritto da Redazione La Nuova Ferrara   
Martedì 26 Marzo 2013 15:46

di Redazione La Nuova Ferrara - 26 marzo 2013

Assolta perchè il fatto non sussiste e perchè non costituisce reato. Ha perso un figlio durante un controllo di polizia e i quattro agenti sono stati condannati a tre anni e mezzo di reclusione. Oggi Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, è tornata in tribunale a Mantova nelle vesti di imputata insieme ai giornalisti della Nuova Ferrara che hanno raccontato i retroscena inquietanti di questa tragedia. Tra loro anche l'attuale direttore della Gazzetta di Mantova, Paolo Boldrini. Patrizia Moretti è stata assolta assolta perchè il fatto non sussiste e perchè non costituisce reato.
Il processo nasce dalle querele della pm Mariaemanuela Guerra, prima titolare dell'inchiesta sulla morte del ragazzo, che è stata criticata dalla famiglia per non essere andata quel mattino sul posto e non aver dato subito impulso alle indagini. Quella di oggi è l'ennesima udienza, dopo una serie di rinvii dovuti al terremoto e agli impegni dell'avvocato del magistrato, il professor Flora di Firenze. Nella precedente, lo scorso 25 gennaio, l'avvocato Fabio Anselmo che difende la madre di Federico era stato molto duro: «Non si può continuare a torturare questa donna, ogni giorno che passa da imputata è di troppo».
La sua tesi è che Patrizia Moretti ha ripetuto alla Nuova Ferrara concetti contenuti nelle sentenze del Tribunale di Ferrara di condanna dei poliziotti, sentenze che sono state consegnate al giudice Giuditta Silvestrini che si è riservata di esaminarle.
L'avvocato della Nuova Ferrara, Arrigo Gianolio, ha ribadito in più occasioni la correttezza dei giornalisti che hanno esercitato il diritto di cronaca.
Una cronaca che ha visto uomini dello stato uccidere un diciottenne incensurato, nascondere le prove e la verità. Solo il coraggio di Patrizia Moretti, che aprì un blog per chiedere luce sulla fine del figlio, ha fatto sì che i responsabili venissero scoperti. I giornalisti della Nuova hanno fatto la loro parte anche se sono stati tempestati di querele della pm Guerra che in un altro procedimento civile al Tribunale di Ancona chiede un milione e mezzo di danni. Il processo penale, invece, si svolge a Mantova perché il giornale della Finegil editoriale si stampa nella città lombarda.

Redazione La Nuova Ferrara
 

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