Io non tacerò Stampa
Rubriche - Libri
Scritto da Antonino Caponnetto   
Mercoledì 14 Luglio 2010 09:04

AUTORE    ANTONINO CAPONNETTO

TITOLO      IO NON  TACERO'

EDITORE    MELAMPO

IL LIBRO. Era un galantuomo, Antonino Caponnetto. Fatto all’apparenza di cartavelina, eppure sempre in prima linea nella lotta alla mafia.
Nei suoi ultimi, intensi dieci anni, dall’uccisione dei suoi “figli, fratelli, amici”, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino al 2002, il giudice Caponnetto ha smentito l’idea secondo cui vi sia un’età per andare in pensione dall’impegno civile. E ha attraversato il nostro Paese in maniera capillare e ragionata. In mille scuole e in cento piazze ha insegnato la Costituzione italiana, l’etica della responsabilità, ha parlato di educazione alla legalità, di solidarietà, di pace, di diritti, ha raccontato un’idea di informazione libera e di giustizia possibile.

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I discorsi, le lezioni, gli scritti e le interviste sono ora qui raccolti e da essi traspare un pensiero rigoroso, colto, impermeabile a qualsiasi compromesso o comoda prudenza. In questo libro sta l’eredità di un grande testimone civile e di un instancabile custode di memoria.


Antonino Caponnetto. In magistratura dal 1954, la sua carriera ebbe una svolta nel 1983 quando chiese e ottenne il trasferimento a Palermo, dopo l’uccisione del giudice Rocco Chinnici. Capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, costituì il pool antimafia con Falcone e Borsellino, e istruì il primo grande processo contro Cosa nostra. Concluse la sua carriera nel 1990 con il titolo onorifico di presidente aggiunto della Corte suprema di Cassazione, ma le stragi del 1992 lo restituirono al Paese come testimone della lotta per la legalità. Nel 1993 l’impegno politico e civile lo portò anche a essere il candidato più votato alle elezioni amministrative di Palermo, dove divenne per un breve periodo presidente del consiglio comunale. Scrisse, insieme a Saverio Lodato, I miei giorni a Palermo (Garzanti, 1992).
Per tre volte raccolte di firme popolari lo candidarono senatore a vita. Nel dicembre del 2002 nessun rappresentante del governo partecipò ai suoi funerali.


«Rifiutate i compromessi. Siate intransigenti sui valori. Convincete chi sbaglia. Rifiutate il metodo del “saperci fare”, questo vezzo italiano della furbizia. Non chiedete mai favori o raccomandazioni. La Costituzione e le leggi vi accordano dei diritti, sappia teli esigere. Chiedeteli, esigeteli con fermezza, con dignità, senza piegare la schiena, senza abbassarvi al più forte, al più potente, al politico di turno. Dovete esigerli! Questo è un imperativo che deve sorreggere tutta la vostra vita. Abbiate sempre rispetto della vostra dignità e difendetela.
E votate in modo consapevole, quando sarà il vostro momento. Votate in modo consapevole, non per ottenerne dei vantaggi, e tanto meno per fare dei favori o per ricambiare dei favori».

Tolmezzo, 15 maggio 1995.
Incontro con i ragazzi presso l’ITC “M.Gortani”



 
 

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