Caro Paolo Stampa
Scritto da Daniela Lugli   
Domenica 13 Agosto 2017 18:10

di Daniela Lugli - 19 luglio 2017

Caro Dott. Borsellino, caro Paolo,

oggi, a 25 anni esatti dalla Strage di Via D'Amelio, vorrei poterLe dire che le cose sono cambiate. Vorrei dirLe che è stata fatta luce sui fatti, che i colpevoli delle Stragi hanno pagato, che la sua preziosa Agenda Rossa è al sicuro. Vorrei poterLe dire che il processo “Trattativa Stato-mafia” non ha più ragione di esistere, che la mafia stessa ha cessato di esistere. Purtroppo caro Giudice non è così. Adesso la mafia è arrivata anche al nord, sa? A Reggio Emilia va avanti da mesi il maxi processo “Aemilia”contro la 'Ndrangheta. Quante volte, seduta tra il pubblico, ho immaginato di vedere entrare in aula Lei ed il suo amico e collega Giovanni Falcone, avvolti in quella toga che nessuno più di voi ha meritato di indossare. Che grande emozione sarebbe potervi stringere la mano e potervi dire grazie, nient'altro.

Sai Paolo, mi permetto di darti del tu anche se so che nella realtà non ne avrei mai avuto il coraggio, poco tempo fa ho avuto l'immenso piacere di conoscere tuo fratello Salvatore. Il 27 giugno è arrivato a Reggio Emilia insieme alla ciclo staffetta de “L'Agenda Ritrovata”. Abbiamo allestito per loro un punto di ristoro e ad accoglierli c'erano i bambini dei campi gioco. Se devo dirti la verità, ero un po' timorosa. Pensavo: “E ora come glielo spieghiamo ai bambini che hanno vinto i cattivi?” Non hanno vinto loro Dottore, hai vinto tu. Ha vinto la legalità. Abbiamo vinto noi. Ne ho avuto conferma quel giorno, quando dalla piazza si è alzato il coro “Fuori la mafia dallo Stato”. Quando ho visto i bambini attaccare dei piccoli cuoricini rossi sulle biciclette. Quando ho letto i foglietti che avevano preparato da consegnare ai ciclisti perché li facessero arrivare fino a Palermo. Ne ho avuto conferma quando un bambino, vedendo la tua foto, ha gridato “ciao Paolo”. In quel momento, più che mai, è stato come se tu e tutti quelli che come te sono morti per ciò in cui credevano, foste ancora in mezzo a noi. “Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe” non è uno slogan. È una scelta di vita. E noi abbiamo scelto la legalità.

Prima di salutarci, me la faresti una cortesia? Di ad Agostino, Emanuela, Vincenzo, Walter Eddie, Claudio (Scorta Borsellino) Vito, Rocco ed Antonio (Scorta Falcone) che non ci siamo scordati di loro.

E adesso, insieme a Giovanni e sua moglie Francesca, godetevi questo meritato riposo. Quaggiù ci pensiamo noi. Ci proviamo. Te lo prometto.

 

Daniela Lugli per movimento Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia.

 

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