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Processo Caccia, la Procura avanza richiesta di scarcerazione per Rocco Schirripa PDF Stampa E-mail
Editoriali - Comunicati
Scritto da Fabio Repici   
Sabato 26 Novembre 2016 17:54
di Fabio Repici - 26 novembre 2016

Quale difensore dei figli del dr. Bruno Caccia, Procuratore della Repubblica di Torino assassinato il 26 giugno 1983, costituiti quali parti civili nel processo in corso innanzi alla Corte di assise di Milano nei confronti dell’imputato Rocco Schirripa, ho ricevuto oggi dalla Procura della Repubblica di Milano la notifica dell’istanza, avanzata alla Corte di assise dal Pubblico ministero, di scarcerazione dell’imputato, allo stato detenuto dal 22 dicembre 2015 perché ritenuto uno degli esecutori dell’omicidio del dr. Bruno Caccia.
Secondo quanto scrive il Pubblico ministero, il procedimento avviato a carico di Rocco Schirripa è affetto da un irreparabile vizio procedurale compiuto dalla Procura della Repubblica di Milano (la mancata richiesta di autorizzazione al Gip per la riapertura delle indagini nei confronti di Schirripa, il quale per il delitto Caccia era già stato indagato e su richiesta della Procura della Repubblica archiviato il 21.2.2001), la cui ferale conseguenza è l’assoluta inutilizzabilità di ogni atto d’indagine e processuale compiuto nei confronti dell’imputato Schirripa. Per questo il Pubblico ministero ha avanzato l’istanza di scarcerazione.
Apprendiamo tale notizia con sconcerto indescrivibile. A distanza di 33 anni dall’omicidio del dr. Bruno Caccia un errore procedurale sta per mandare al macero un procedimento avviato nel 2015 dalla Procura di Milano solo a seguito di nostre ripetute denunce, proposte a partire dal 10 luglio 2013.
Purtroppo, anche a causa di questo inconcepibile errore procedurale, oggi per l’ennesima volta, come da 33 anni, si perpetua l’oltraggio alla memoria di Bruno Caccia e al desiderio di accertamento integrale di verità e giustizia sul suo assassinio, sulla causale del delitto, sulla rete di cointeressenze che quel delitto hanno determinato e sui depistaggi che su quel delitto sono stati perpetrati. In questa direzione il nostro impegno non si interrompe certo qui; proseguirà in coerenza con la dedizione che ci ha accompagnato fino a oggi.

Avv. Fabio Repici




 

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