di Francesca Mondin - 13 gennaio 2016
"Io con la strage di via D'Amelio non ho nulla a che vedere. Non ho mai effettuato il furto con Spatuzza della 126 usata per l'attentato”.
Vittorio Tutino, uomo di fiducia dei Graviano, imputato al processo Borsellino quater assieme a
Salvatore Madonia, Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci, stamani davanti alla Corte di Caltanissetta, ha negato ogni coinvolgimento con la strage di Via D’Amelio contestando le dichiarazioni del pentito
Gaspare Spatuzza. “Spatuzza continua a fare enorme confusione” ha detto Tutino escludendo anche di aver rubato targhe di automobili e affermando di non aver mai fatto sopralluoghi di alcun tipo e “nemmeno sono mai passato da via D'Amelio".
Il collaboratore di giustizia che Tutino oggi ha contestato in aula, però, ha permesso di svelare il falso pentito Vincenzo Scarantino e di
riaprire le indagini per cercare la verità sulla strage del 19 luglio 1992 dove morirono il magistrato
Paolo Borsellino assieme ai cinque uomini della scorta. Spatuzza infatti si è autoaccusato di aver rubato con Vittorio Tutino la 126 che poi fu imbottita di tritolo e usata per la strage.
Graviano non incontrò Galatolo
Altro contrasto emerso questa mattina riguarda gli incontri che il pentito
Vito Galatolo ha dichiarato aver avuto con
Vittorio Tutino e Filippo Graviano tra l’ultima settimana di maggio e inizio giugno del ’92. Incontro in cui Graviano gli avrebbe detto di dire al padre che “qualsiasi cosa lui veniva a sapere di stare tranquillo che eravamo coperti al mille per mille”.
Nel corso dell’interrogatorio l’imputato ha invece escluso “categoricamente che il Filippo Graviano e Vito Galatolo si siano mai incontrati, perchè se Graviano si fosse incontrato sarei stato presente anche io” e questo a suo dire non è mai avvenuto. Anzi Tutino ha specificato: “Non avevo nessun tipo di frequentazione con Vito Galatolo”, e ha raccontato che nessuno glielo presentò ma apprese chi era in una discoteca.
Alla luce dei contrasti che sono emersi oggi in aula la pubblica accusa ha chiesto i confronti tra l’uomo di fiducia dei Graviano e i due collaboratori di giustizia Gaspare Spatuzza e Vito Galatolo. Confronti entrambi consentiti dalla Corte presieduta da
Antonio Balsamo e fissati per il prossimo 15 gennaio. Sono state invece rigettate le richieste di confronto tra Vittorio Tutino con
Francesco Raimo e Fabio Tranchina.
La Corte ha inoltre respinto la richiesta avanzata dai difensori delle parti civili, gli avvocati Scozzola e Di Gregorio, di separazione delle posizioni processuali degli imputati Madonia e Tutino (sottoposti a misura cautelare in questo procedimento,
ndr) rispetto agli altri imputati.
Francesca Mondin (AntimafiaDuemila)