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Giornalista pestato al G8, agenti condannati a risarcire 110mila euro PDF Stampa E-mail
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Scritto da Marco Preve   
Martedì 17 Novembre 2015 19:39
di Marco Preve - 17 novembre 2015
   
I giudici della Corte dei Conti della Liguria hanno condannato a un risarcimento complessivo di 110 mila euro, 16 poliziotti coinvolti a vario titolo nel pestaggio del giornalista inglese Mark William Covell durante il G8 del 2001. La sezione giurisdizionale ha parzialmente accolto la domanda della procura, condannando al risarcimento di 40 mila euro l'allora comandante del VII nucleo antisommossa Michelangelo Fournier e a 60 mila euro l'allora comandante del primo reparto mobile di Roma Vicenzo Canterini.

Accolta invece la richiesta di 10 mila euro in solido per Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Nando Dominici, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Davide Di Novi, Renzo Cerchi, Massimiliano Di Bernardini, Massimo Nucera e Maurizio Panzieri.

Vale la pena sottolineare come lo stesso Stato che da una parte chiede il risarcimento agli ex funzionari per aver quasi ucciso un uomo, aver mentito per coprire le violenze e averlo pure accusato falsamente, lo stesso Stato con l'altro braccio paga alcuni di questi condannati, per la precisione Gilberto Caldarozzi e Francesco Gratteri, attraverso le consulenze ottenute dagli stessi da Finmeccanica, il colosso di Stato presieduto guarda caso proprio da quel Gianni De Gennaro che nel 2001 era il capo della polizia.

I fatti contestati risalgono alla notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001, quando Covell era stato brutalmente picchiato dalla polizia davanti ai cancelli della scuola Diaz, riportando gravissime lesioni. Covell era poi stato arrestato con accuse che si erano rivelate false. Covell aveva sporto denuncia per tentato omicidio, ma il procedimento è stato archiviato in quanto gli inquirenti non erano riusciti a identificare i poliziotti che lo avevano picchiato.

In via transitoria, il Viminale lo aveva risarcito con 350 mila euro (340 per le lesioni subite e 10 mila per le calunnie). Ed è proprio quella cifra, che la procura contabile contestava come danno erariale ai poliziotti. I giudici contabili sottolineano come "è accertato che il pestaggio subito dal Covell è stato opera di militari appartenenti alla Polizia di Stato, e in particolare al VII Nucleo speciale comandato da Canterini e Fournier". Anche per i giudici contabili i due comandanti, Canterini e Fournier avrebbero dovuto vigilare sull'operato degli agenti affinché "l'azione non degenerasse in atti delittuosi. Non lo hanno fatto o non sono stati in grado di farlo, neppure quando hanno sicuramente avuto occasione di impedire materialmente comportamenti aberranti dei propri uomini" salvo poi "prendere atto sconsolati (come Fournier che qualifica come 'macelleria messicana' le scene cui ha assistito, scrivono i giudici) dello scempio compiuto dagli uomini al loro comando".

La riduzione della richiesta, da 340 mila a 100 mila euro, è dovuta al fatto che il risarcimento andava suddiviso anche con gli autori materiali del pestaggio, mai identificati.
Accolta totalmente, invece, la richiesta di risarcire i 10 mila euro corrisposti a Covell a ristoro del danno subito per le false accuse. Per i giudici, i poliziotti hanno "in spregio ai doveri del proprio ufficio, dolosamente attestato in atti di pg fidefacienti circostanze contrarie al vero, allo scopo di sottrarre se stessi e i colleghi alle responsabilità derivanti dagli esiti dell'azione di polizia, attribuendo falsamente fatti costituenti reato a soggetti che sapevano essere innocenti".
Ecco nella sentenza come viene rievocato l'episodio: ".... la prima fila lo colpisce selvaggiamente con i manganelli, viene circondato, dice di essere un rappresentante della stampa, un poliziotto agitando il manganello gli dice che è un blackblock e che loro ammazzeranno i blackblock. Viene colpito ripetutamente in tutte le parti del corpo, caricato da quattro poliziotti con gli scudi e spinto verso il muro di cinta della scuola Diaz. Viene ancora colpito con i manganelli sulle ginocchia e crolla a terra. Un poliziotto si stacca dalla fila del lato sud della strada e lo colpisce alla spina dorsale, poi con un secondo calcio lo alza in aria e lo butta sulla strada, altri poliziotti si uniscono a picchiare e gli procurano la frattura di otto costole e
della mano. Viene preso e trascinato nel punto in cui si trovava all’inizio del pestaggio da un poliziotto che gli controlla le pulsazioni e cerca di evitare che venga ancora colpito; riesce a vedere un automezzo della polizia che sfonda il cancello della Scuola; infine arriva un altro poliziotto da sud e colpisce nuovamente sui denti il Covell con dei calci; poi dopo un ulteriore colpo sulla testa la vittima sviene e quando si riprende si ritrova in ospedale..."


Marco Preve (La Repubblica)









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