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"Mafia Capitale Spa", 37 in manette PDF Stampa E-mail
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Scritto da Giuliano Girlando   
Martedì 02 Dicembre 2014 16:02
alemanno-gianni-2di Giuliano Girlando - 2 dicembre 2014


Tra gli indagati l’ex sindaco Alemanno
E’ scattata all’alba l’Operazione Mondo di Mezzo, una vera e propria bufera giudiziaria si sta abbattendo sulla Capitale. In corso anche perquisizione alla sede della Pisana della Regione Lazio. Indagati eccellenti e arresti altrettanto importanti. Con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, accuse formulate dal gip del tribunale di Roma, Flavia Costantini, sono stati emessi  una ordinanza di custodia cautelare per 37 persone (29 sono state portate in carcere, 8 sono ai domiciliari) tra cui l’ex ad dell’ente Eur, Riccardo Mancini, e l’ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati, il famoso nero di Romanzo Criminale. Quasi un centinaio gli indagati, tra cui l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, ma anche il capogruppo di Fi in Regione, Luca Gramazio (figlio dell’ex senatore Pdl Domenico), il commercialista Marco Iannilli, l’uomo d’affari Gennaro Mokbel e due esponenti del Partito Democratico: il presidente del Consiglio comunale Mirko Coratti e il consigliere regionale Eugenio Patanè. Perquisita l’abitazione di Alemanno e in diversi uffici degli enti locali da parte dei carabinieri del Ros, su ordine della procura di Roma.

Nella lista dei 37 arrestati eccellenti spicca anche il nome di Luca Odevaine, da sempre legato alla politica romana con incarichi dirigenziali. Tra il 2003 e 2005, infatti, fu il vicecapo di Gabinetto dell'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, e dal 2006 direttore del Gabinetto del Comune di Roma. Inoltre,ex direttore extradipartimentale della polizia e protezione civile della Provincia di Roma.I provvedimenti di custodia cautelare sono stati firmati su richiesta del procuratore Giuseppe Pignatone, dell’aggiunto Michele Prestipino e dei pm della Dda Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli.

Al centro delle indagini dell’operazione “Terra di mezzo”, secondo i carabinieri del Ros, «un sodalizio mafioso da anni radicato nella Capitale e facente capo a Massimo Carminati, con diffuse infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale, politico e istituzionale». Insomma: un «documentato ramificato sistema corruttivo finalizzato a ottenere l’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e dalle aziende municipalizzate, con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza degli immigrati». Parliamo quindi di un sistema identico dai tempi della Banda della Magliana: mala, politica e affari in un cupola grigia che copre la capitale e arriva fino alla Regione Lazio. Uno dei protagonisti con un ruolo di spicco è Massimo Carminati, che ha ispirato Giancarlo De Cataldo per il personaggio del “Nero” di Romanzo criminale e che è stato il tramite tra la malavita romana e la Banda, come ha accertato l’operazione Colosseo nel 1998, nell’ambito della quale è stato condannato a dieci anni di reclusione. Carminati operava «avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo - come riporta l’ordinanza - e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva. Sovrintende e coordina tutte le attività dell’associazione, impartisce direttive agli altri e fornisce loro schede dedicate per le comunicazioni riservate». Agli imprenditori «fornisce protezione», con gli altri fa rete: «Mantiene i rapporti con gli esponenti delle organizzazioni criminali che operano su Roma nonché con esponenti del mondo politico, istituzionale, finanziario e con appartenenti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti.”

da: AntimafiaDuemila.com

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