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Torino, la Commissione antimafia alla cascina Bruno Caccia - 27/06/2014 PDF Stampa E-mail
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Scritto da Redazione quotidianopiemontese.it   
Domenica 29 Giugno 2014 07:46
di Redazione quotidianopiemontese.it - 27 giugno 2014

“L’Italia non vuole i voti della mafia”
. Non usa mezzi termini l’onorevole Rosy Bindi nel descrivere i valori alla base del suo nuovo incarico, quello di presidente della Commissione parlamentare antimafia. Giovedì a Torino la presentazione del rapporto sulla criminalità organizzata al Nord, ieri invece la visita della Commissione al gran completo a San Sebastiano Po, nella cascina intitolata al magistrato Bruno Caccia (e a sua moglie Carla), ucciso il 26 giugno 1983 a Torino dalla ‘ndrangheta.
Da quelle stanze, appartenute al boss Domenico Belfiore, partì l’ordine di morte per il giudice e ora che il bene è stato confiscato dallo Stato e affidato alle associazioni Acmos e Libera Piemonte, è un centro di formazione e crescita della coscienza civile di centinaia di ragazzi.
Alla presenza della nipote di Caccia, Martina, della referente regionale di Libera Maria Josè Fava, del deputato Davide Mattiello e di tanti altri, si è svolto un incontro allegro, ma intenso per far conoscere la storia e la realtà odierna di un luogo simbolo della lotta alle mafie.

Nel breve video che potete vedere qui sotto un resoconto della giornata e le parole, accorate e decise, di alcuni protagonisti della giornata di ieri, con, a seguire, la fotogallery.

Redazione quotidianopiemontese.it






 













 

 

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