di Redazione quotidianopiemontese.it - 27 giugno 2014
“L’Italia non vuole i voti della mafia”. Non usa mezzi termini l’onorevole
Rosy Bindi nel descrivere i valori alla base del suo nuovo incarico, quello di presidente della Commissione parlamentare antimafia.
Giovedì a Torino la presentazione del rapporto sulla criminalità organizzata al Nord, ieri invece la visita della Commissione al gran completo a San Sebastiano Po, nella
cascina intitolata al magistrato Bruno Caccia (e a sua moglie Carla), ucciso il 26 giugno 1983 a Torino dalla ‘ndrangheta.
Da quelle stanze, appartenute al boss
Domenico Belfiore, partì l’ordine di morte per il giudice e ora che il bene è stato confiscato dallo Stato e affidato alle associazioni
Acmos e
Libera Piemonte, è un centro di formazione e crescita della coscienza civile di centinaia di ragazzi.
Alla presenza della nipote di Caccia,
Martina, della referente regionale di Libera
Maria Josè Fava, del deputato
Davide Mattiello e di tanti altri, si è svolto un incontro allegro, ma intenso per far conoscere la storia e la realtà odierna di un luogo simbolo della lotta alle mafie.
Nel breve video che potete vedere qui sotto un resoconto della giornata e le parole, accorate e decise, di alcuni protagonisti della giornata di ieri, con, a seguire, la fotogallery.