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Vi parlerò di Paolo… PDF Stampa E-mail
Rubriche - Le vostre lettere
Scritto da Elisa Marchina   
Mercoledì 26 Marzo 2014 14:28
di Elisa Marchina - 26 marzo 2014

“E’ da voi che prendo la forza per parlare. La speranza non è morta, voi siete la mia speranza.”

Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, morto ammazzato per mano di Cosa nostra insieme ai suoi agenti di scorta, ha concluso la conferenza del 24 marzo al liceo scientifico “Ettore Majorana” di Torino con queste parole. Una conferenza costellata di parole di speranza, di commozione, di accusa verso quegli apparati malati dello Stato, parole di disgusto per quello stesso Stato che si è dimostrato incapace (o forse nolente) di proteggere suo fratello, adottando le giuste misure di sicurezza; parole che hanno fatto riflettere sul perché nel nostro Paese la politica non abbia mai fatto abbastanza per combattere la mafia, non abbia mai fatto abbastanza per tutelare i suoi uomini migliori, ma anzi è sceso a patti con la criminalità organizzata, rendendosi in tal modo debole.
Salvatore ci ha raccontato della propria vita e di quella del fratello Paolo; di come lui sia voluto scappare da Palermo e dagli orrori di quella città e di come, al contrario, Paolo abbia deciso di restare “perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace, per poterlo un giorno cambiare”; ci ha parlato del perché alcuni rappresentanti delle Istituzioni siano arrivati a trattare con la mafia, incuranti delle battaglie portate avanti da alcuni magistrati per combattere la stessa, e di come quella trattativa, di cui tanto ormai si sente parlare, abbia ammazzato Paolo Borsellino.
Gli allievi del Majorana hanno seguito la conferenza con attenzione e nel più totale silenzio, ipnotizzati dai discorsi di Salvatore; qualcuno è riuscito a versare qualche lacrima, qualcun altro è riuscito a trattenerla, ma certamente la gran parte degli studenti ha lasciato quell’aula con la consapevolezza di quanto quel grande magistrato (e come lui tanti altri) abbia fatto per l’Italia e quindi anche per loro, nel tentativo di non lasciarli in balìa di un Paese senza futuro… Per riuscire a farli vivere in un Paese dove la Legalità, l’Onestà e la Giustizia non siano degli antichi valori che non ci appartengono, ma i valori alla base dello Stato democratico di diritto.
Un’altra volta Salvatore è riuscito a “smuovere le coscienze”, a far “sentire quel fresco profumo di libertà” cui Paolo tanto ambiva, ad aprire gli occhi e denunciare ai giovani gli orrori commessi dagli alti vertici dello Stato nel corso della storia della nostra Repubblica ed in particolare negli ultimi vent’anni.
Con la stessa forza con cui Salvatore crede in queste nuove generazioni e ripone in loro la speranza affinché qualcosa possa cambiare, io sono convinta che un giorno in questo maledetto Paese sarà fatta giustizia, un giorno sapremo la verità e quel giorno lo Stato dovrà inginocchiarsi dinanzi la Legge, rispondere delle proprie responsabilità, finalmente non potrà più mentire, non potrà più nascondersi, non avrà più scampo. Quel giorno il sacrificio di uomini come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Rocco Chinnici e tanti altri non sarà reso vano e all’Italia verranno restituite Legalità, Giustizia e Dignità.
 

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