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44 anni dopo la strage di Viale Lazio PDF Stampa E-mail
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Scritto da Sonia Alfano e Ferdinando Domè   
Martedì 10 Dicembre 2013 22:25
di Sonia Alfano e Ferdinando Domè - 10 dicembre 2013

Ricorre oggi l’anniversario della Strage di Viale Lazio, compiuta il 10 dicembre del 1969. Quel giorno un commando dei corleonesi irruppe negli uffici del costruttore Girolamo Moncada (covo del boss Cavataio), aprì il fuoco e uccise anche due persone del tutto estranee agli ambienti criminali: Salvatore Bevilacqua e Giovanni Domè. Vittime innocenti di un agguato per un regolamento di conti.
Domè aveva soltanto 31 anni ed era padre di cinque figli. Ha aspettato più di 40 anni perché lo Stato gli riconoscesse lo status di vittima innocente della mafia. Oltre 40 anni di sofferenze e angoscia per i familiari, oltre che di umiliazioni per la memoria e l’onorabilità di Giovanni Domè. Oggi il maggiore di quei cinque orfani, Ferdinando, che ai tempi della strage aveva soltanto dieci anni, è membro dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia che presiedo. A Ferdinando e ai suoi familiari vanno il mio affettuoso pensiero e la mia più sincera solidarietà in occasione di questa dolorosa ricorrenza.

Sonia Alfano


Grazie a tutti per la dimostrazione d'affetto e solidarietà nei mie confronti e alla mia famiglia. Tutto questo lo trovo molto bello perché è come se mio padre almeno per un giorno tornasse in vita. Oggi è il giorno che mio padre è stato assassinato e dopo 44 anni chi ha causato la morte di mio padre e la distruzione della mia famiglia è ancora li a causare paura e morte. Ancora minaccia, terrorizza, complice uno Stato assente, e colpevole quanto chi ha portato morte distruzione e dolore in tante famiglie. Oggi il mio pensiero va sopratutto Nino Di Matteo e alla sua famiglia, alla quale va tutto il mio affetto,stima e riconoscenza. Per questo io venerdì sarò a Milano insieme a tante altre persone per digli che non è solo e che la parte migliore di questo schifo di paese è con lui!
Quindi ancora grazie a tutti.

Ferdinando Domè





Ricorre oggi l’anniversario della Strage di Viale Lazio, compiuta il 10 dicembre del 1969. Quel giorno un commando dei corleonesi irruppe negli uffici del costruttore Girolamo Moncada (covo del boss Cavataio), aprì il fuoco e uccise anche due persone del tutto estranee agli ambienti criminali: Salvatore Bevilacqua e Giovanni Domè. Vittime innocenti di un agguato per un regolamento di conti.

Domè aveva soltanto 31 anni ed era padre di cinque figli. Ha aspettato più di 40 anni perché lo Stato gli riconoscesse lo status di vittima innocente della mafia. Oltre 40 anni di sofferenze e angoscia per i familiari, oltre che di umiliazioni per la memoria e l’onorabilità di Giovanni Domè. Oggi il maggiore di quei cinque orfani, Ferdinando, che ai tempi della strage aveva soltanto dieci anni, è membro dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia che presiedo. A Ferdinando e ai suoi familiari vanno il mio affettuoso pensiero e la mia più sincera solidarietà in occasione di questa dolorosa ricorrenza.

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