di redazione BlogSicilia.it - 15 ottobre2013

(VIDEO ALL'INTERNO)
Il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, nel corso della conferenza stampa in cui si illustravano i particolari dell’operazione Nuovo Mandamendo 3 ha rilasciato dichiarazioni fortissime
. Un appello rivolto non alle istituzioni ma ai capi di Cosa Nostra. Un invito in cui chiede di fatto di denunciare i politici corrotti: “Voglio fare un appello diverso, questa volta non mi rivolgo ai rappresentanti delle istituzioni per chiedere loro di recidere i legami con la mafia, ma mi voglio rivolgere ai vertici di Cosa nostra, ai vari Riina e Provenzano, ma anche al latitante Messina Denaro: recidete i legami con i vostri politici di riferimento. Voi siete sommersi da ergastoli e loro la fanno sempre franca e si arricchiscono e sono tutti a piede libero”.

Quindi, in terza persona, rimarca il concetto. Unico nel suo genere: “Come fanno – i mafiosi, sottintende il procuratore – ad avere ancora rapporti con elementi dello Stato quando a pagare sono soltanto loro? Mentre i boss sono in carcere, i politici di riferimento restano liberi. Perché non spezzano queste catene?”.

“Insomma i legami dei boss con i politici sono risultati operazioni perdenti”, dice. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulle motivazioni della sentenza Mori depositate ieri e in cui si sostiene che non ci sia prova di alcuna trattativa, Teresi ha detto: “Per quanto mi riguarda la trattativa tra Stato e mafia c’è stata. Anche se io preferisco definirla un’estorsione di un pezzo dello Stato nei confronti dello Stato. Sono convinto di questo e non potrebbe essere altrimenti essendo anche il coordinatore del gruppo di Pm che rappresentano l’accusa nel processo sulla trattativa”.