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Intervista a Giovanna Maggiani Chelli: 'L’inciucio non aiuta la ricerca della verità' PDF Stampa E-mail
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Scritto da Giuseppe Lo Bianco   
Domenica 26 Maggio 2013 10:58
di Giuseppe Lo Bianco - 26 maggio 2013

Palermo. Il messaggio forte di questo ventennale? Sarebbe stata la presenza in via dei Georgofili dei quattro sindaci delle città martoriate dalle stragi: Milano, Firenze, Roma e Palermo. Ma Pisapia ha detto no, dalla segreteria di Alemanno attendo ancora una risposta e da Renzi è giunto un silenzio assordante. Solo Orlando si era detto disponibile: poi, travolto dai suoi impegni e forse condizionato dall’assenza degli altri, mi ha fatto sapere che non verrà. Ma con noi ci saranno tutti i volontari intervenuti la notte del 27 maggio di vent’anni fa”. Da quella notte Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione delle vittime di via dei Georgofili, continua da sola a invocare una verità impossibile per quella strage che segnò la svolta della fase di attacco allo Stato del ’93, senza fare sconti a nessuno: politici e magistrati. E dopo vent’anni non è per nulla stanca né rassegnata.

Delusa dall’assenza dei sindaci?
Abbastanza, era un’idea di Gabriele Chelazzi e ogni anno abbiamo sempre provato a portarli, senza riuscirci. Pensavo che il ventennale fosse l’occasione buona, ma sento molta atonia morale in giro, è come se tutti volessero prendere le distanze dalla commemorazione.

Nel suo blog ha scritto: “Pare che in una sorta di pacificazione nazionale le vittime di via dei Georgofili e quelle che la mafia corleonese stragista ha massacrato vengano gettate via”. Che voleva dire?
Tutti scappano dalla verità sulle stragi, soprattutto adesso con un governo Pd-Pdl di grande normalizzazione. Ma è un clima di pacificazione generale realizzato sulla pelle dei nostri morti e sulle sofferenze dei feriti.

Torniamo a domani sera. Il comune di Firenze ha organizzato i girotondi...
E a noi ci sta bene, ma volevamo che Renzi partecipasse al raduno dei sindaci. Gli ho mandato una lettera a marzo per invitarlo, ma non ho mai avuto risposta. Ci sarà invece il presidente del Senato Pietro Grasso e il ministro della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza.

Non teme la retorica di Stato?
Il rischio c’è. Per scongiurarlo consegneremo una targa a tutti coloro che sono intervenuti quella notte: volontari, medici, infermieri, agenti, carabinieri, vigili del fuoco, finanzieri, le persone che ci hanno materialmente aiutato e che ancora oggi ci sono vicine.

Domani è anche la data d’inizio a Palermo del processo sulla trattativa mafia-Stato.
Ho notato la coincidenza, non so se è stata scelta simbolicamente dal giudice Morosini o se è stato un lapsus freudiano. Ma a noi sta bene così. Ci costituiremo parte civile, a Palermo verrà l’avvocato Ammannato, io verrò il giorno dopo per costituire l’associazione anche nello stralcio all’ex ministro Mannino.

In molti continuano a negare l’esistenza della trattativa.
Ma se è stato il ministro Conso ad ammettere di avere revocato i 41 bis nel novembre ’93 per fermare le stragi. Dicono che non erano mafiosi, ma anche se fossero stati balordi, anche se fosse stato il gatto di Riina, perchè gli annulli il 41 bis se solo pochi mesi prima ha graffiato in quel modo a Firenze, Roma e Milano?

Sui mandanti occulti lei che idea s’è fatta?
Per vent’anni hanno sempre trovato due risposte alle piste oltre la mafia, una portava a sinistra, l’altra destra, una rossa, l’altra nera. Fino all’altra sera Veltroni diceva che le stragi sono state fatte per fermare un cambiamento nel Paese. Io non ci credo, non ci ho mai creduto, a mio avviso dietro ci sono interessi economici criminali enormi messi in discussione l’anno prima, con Mani Pulite. La smettano di prendere in giro il Paese, certe volte penso che non aspettino altro che moriamo tutti per metterci una pietra sopra.

Chi può raggiungere oggi la verità su quella stagione stragi-sta? I magistrati o una commissione d’inchiesta?
Se fossimo un paese normale avrei fiducia in entrambi. Ma siamo il Paese di Portella della Ginestra e allora bisogna che rinascano magistrati come Chelazzi; passi in avanti della magistratura fino ad oggi non ne abbiamo visti. E in queste condizioni una commissione parlamentare non ci interessa.


Giuseppe Lo Bianco (tratto da: Il Fatto Quotidiano)









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