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Nipote Borsellino: 'Nel luglio '92 viavai di addetti telefonici in via D'Amelio' PDF Stampa E-mail
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Scritto da AGI   
Martedì 09 Aprile 2013 21:20
di AGI

Caltanissetta, 9 apr. - "Davanti alla palazzina di via d'Amelio 19, poco prima della strage, c'erano dei fusti di latta contenenti materiale edili e spesso degli operai addetti alle linee telefoniche". Lo ha affermato Cecilia Fiore, figlia di Rita Borsellino e nipote del magistrato ucciso, che ha deposto in Corte d'Assise a Caltanissetta nel processo Borsellino quater. "I fusti - ha aggiunto - erano due e uscendo dal cancello dello stabile erano collocati a sinistra, all'altezza in cui venne piazzata l'autobomba". La teste ha riferito che nei giorni precedenti all'attentato in ui morirono con il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, noto' anche un furgoncino bianco che sosto' per qualche giorno in via D'Amelio. Cecilia Fiore, che al momento della strage si trovava in campagna con il resto della sua famiglia, ha specificato poi che spesso si recava anche nell'abitazione di una vicina, la signora Vitale, che svolgeva in casa il lavoro di estetista. Da quel'appartamento c'era una perfetta visione della strada. "Poi dai giornali - ha detto - ho appreso che il marito era rimasto coinvolto in fatti di mafia".
Marta Fiore, altra figlia di Rita Borsellino, ha sottolineato che, qualche giorno dopo la strage, l'abitazione della famiglia Vitale, a differenza delle altre, era chiusa, con le serrande abbassate. Si presume quindi che al momento dell'esplosione, i Vitale non fossero in casa. "Una settimana prima, in via D'Amelio - ha detto Maria Fiore - ho notato una macchina parcheggiata con una persona che vi dormiva dentro. Chiamammo lo zio Paolo per informarlo, nel caso in cui voleva venirci a trovare. La tensione in quei giorni era abbastanza alta. Mio zio ci veniva a trovare spesso, solitamente la domenica mattina, quando usciva dalla messa. Quel 19 luglio, - ha ricordato la testimone - venne di pomeriggio perche' la nonna stava poco bene e mio zio doveva venire con il cardiologo. Dopo l'esplosione c'era solo tanto fumo e puzza di bruciato. Ad un certo punto persi l'orientamento. L'ultima volta che vidi lo zio fu il 18 luglio, a casa mia. Era venuto a trovare la nonna".

(AGI)









 

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