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Trattativa Stato-mafia, cosa affermano le negazioni di De Gennaro PDF Stampa E-mail
Documenti - I mandanti occulti
Scritto da Rossella Guadagnini   
Giovedì 14 Febbraio 2013 15:24
rguadagninidi Rossella Guadagnini - 14 febbraio 2013
Due negazioni in latino affermano, ma il caso dell’italiano è diverso. Sulla costruzione della frase negativa nella nostra lingua la Crusca è chiarissima. Di norma, dice, i negativi ‘nulla, niente, nessuno’ non ammettono la negazione se precedono il verbo: ad esempio “nessuno ha risposto”. Se seguono il verbo, invece, esigono la doppia negazione: “non ho visto niente”.

Ha risposto “non so” e “non ricordo” l’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro – che dal ‘91 è stato prima vicedirettore e poi direttore della Dia – parlando della trattativa Stato-mafia. Sono molte le negazioni che si susseguono nella sua testimonianza, mentre viene ascoltato dal gup di Palermo, Piergiorgio Morosini, nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia.

Non fui a conoscenza di rapporti tra il Ros e Vito Ciancimino nel ‘92″. “Di solito non si dava notizia di tali iniziative”, ribadisce De Gennaro. E, ancora, “non mi risulta che Martelli mi abbia parlato dei contatti del Ros con Ciancimino”. C’è poi il delitto di Salvo Lima, assassinato a Palermo il 12 marzo 1992: “colleghiamo l’omicidio Lima alla strage di Capaci per una logica di terrorismo mafioso”, spiega. L’omicidio dell’eurodeputato della Dc “fu grave, però non lo collegai subito”, aggiunge, dicendo di non ricordare se dopo questo delitto e la strage di Capaci abbia “avvertito il pericolo di altri attentati a uomini politici”.

A proposito di Calogero Mannino, ex ministro democristiano del Mezzogiorno imputato nel procedimento sulla trattativa, De Gennaro afferma: “non ricordo pericoli di attentati a Mannino”. “Io la perquisizione a casa di Riina l’avrei fatta subito”, sottolinea quindi, precisando tuttavia come “con riferimento al metodo investigativo non ho mai avuto contrapposizioni con il generale Mori e con Contrada non c’era una contrapposizione sul piano personale”.

“Nel ‘92-’93 non ho sentito parlare del cosiddetto Papello con le richieste della mafia di attenuazione dell’attività di contrasto da parte dello Stato”, dice De Gennaro. Quindi, rispondendo a una domanda da parte dei difensori dell’ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino, imputato per falsa testimonianza nel processo sulla trattativa, dichiara di “non aver mai parlato, lui me ne ha parlato, con l’allora ministro dell’Interno di attenuazione del carcere duro per i mafiosi”.

Nel 2011 Gianni De Gennaro è stato assolto in Cassazione dall’accusa di istigazione alla falsa testimonianza, ma il suo nome resta indelebilmente legato ai drammatici fatti del G8 di Genova. In seguito è stato nominato sottosegretario di Stato del governo Monti, con delega alla sicurezza della Repubblica.

Rossella Guadagnini


da: Micromega

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