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Carcere molle e teste dure PDF Stampa E-mail
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Scritto da Marco Travaglio   
Venerdì 26 Ottobre 2012 21:47
Il processo sulla trattativa inquieta molta gente, sia a destra sia a sinistra. Ed è partita una (infondatissima) campagna per cercare di far credere che è «tutta una bufala»

Il processo sulla trattativa Stato-mafia deve terrorizzare davvero un sacco di gente, a giudicare dai dilaganti revisionismi e negazionismi trasversali. L'ultima manovra, proprio alla vigilia dell'udienza preliminare, parte dai consulenti della commissione Antimafia: a loro avviso i 334 detenuti che il 5 novembre 1993 uscirono dal 41-bis grazie al guardasigilli Giovanni Conso erano mezze tacche. Dunque nessuna trattativa. "L'Unità" titola festosa: "Antimafia, nessuna fuga dal 41-bis. I veri boss tornarono in carcere". E scrive che Conso salvò solo "pesci minori e per un tempo assai limitato". Ergo "non è così automatico dire che lo scambio passò dalle revoche del carcere duro". L'house organ del negazionismo, "il Foglio" di Berlusconi & Ferrara, coglie la palla al balzo con il pidino Luigi Manconi e il radicale Massimo Bordin. Per Manconi la trattativa sul 41-bis è pura "mitologia". La prova? «Tra coloro ai quali il 41-bis fu sospeso da Conso (334), appena 23 erano siciliani. Il che attenua l'interesse della mafia... per il loro ritorno a un regime carcerario ordinario. E per 8 di essi fu lo stesso Conso successivamente a ripristinare il carcere duro».

INSOMMA «LA MATEMATICA vale più della retorica». Per Bordin «la storia dei 41-bis revocati da Conso ai boss è una bufala» di «tromboni di destra, centro e sinistra», «sprovveduti» anche «in malafede», per screditare «un galantuomo come il professor Conso» con un'«inchiesta di cartapesta». Se le cose stessero così, bisognerebbe avvertire il professor Conso, che davanti ai pm e all'Antimafia ha raccontato di aver tolto il 41-bis a 334 detenuti «in solitudine, senza informare nessuno», «chiuso nel mio bunker», per «dare un segnale e fermare la minaccia di altre stragi. Riina era stato arrestato e il successore Provenzano era contrario alle stragi». Ma così, negandola, ha confermato la trattativa: come faceva Conso, chiuso nel suo bunker, a sapere che Provenzano era il nuovo capo dei capi (all'epoca lo si dava addirittura per morto) ed era contrario alle stragi? E che queste miravano ad ammorbidire il 41-bis? In realtà il 26 giugno '93 il nuovo capo del Dap Adalberto Capriotti aveva inviato a Conso un appunto per chiedere il taglio orizzontale (senz'alcuna valutazione oggettiva) del 10 per cento dei 41-bis decretati dopo via d'Amelio dal ministro Martelli e il mancato rinnovo di quelli applicati in seguito dall'ex capo del Dap Niccolò Amato per «373 soggetti di media pericolosità»: il tutto per «dare un segnale di distensione» alla mafia. Conso dice di non ricordare l'appunto, anche se poi lo eseguì alla lettera.

NON SOLO. L'11 SETTEMBRE lo Sco della Polizia aveva avvertito l'Antimafia che le stragi mafiose dell'estate '93 miravano «a una sorta di trattativa con lo Stato per risolvere i principali problemi che affliggono l'organizzazione: il carcerario e il pentitismo». Capriotti chiese un parere alla Procura di Palermo e questa rispose che tutti i 41-bis andavano rinnovati. Anche perché fra i candidati alla revoca c'erano boss e killer di prima grandezza: capi-mandamento come Antonino Geraci senior, Vito Vitale e Giuseppe Farinella oltre a numerosi pezzi da novanta.

Altro che «pesci minori»: Conso levò dal carcere duro quasi tutti i maggiori mafiosi allora detenuti. A parte, ovviamente, l'appena arrestato Riina che, se fosse uscito pure lui dal 41-bis, avrebbe suscitato un pandemonio. Invece le 334 revoche passarono inosservate, almeno nell'opinione pubblica. E' vero che alcuni boss tornarono poi al 41-bis, ma ciò dimostra appunto che nel '93 c'era una spinta irresistibile a quel «segnale di distensione». Invece "l'Unità" e Manconi riescono a sostenere contemporaneamente due tesi opposte: siccome Conso rimandò al 41-bis alcuni boss appena tolti, vuol dire che non ci fu alcuna trattativa; e siccome gran parte dei 41-bis revocati non furono poi rinnovati, vuol dire che riguardavano pesci piccoli, dunque non ci fu alcuna trattativa. Con tanti saluti alle carte, ai fatti, ai numeri e soprattutto alla logica. Più che nel 41-bis, siamo nel Comma 22-bis.


Marco Travaglio - L'Espresso, 26 ottobre 2012















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