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Sansonetti: 'La trattativa fu sacrosanta'. Al Piero non c'è mai fine PDF Stampa E-mail
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Scritto da Simone Ferrali   
Lunedì 20 Agosto 2012 20:48

Finora abbiamo criticato duramente il Partito del Quirinale, ma oggi non possiamo che esprimere tutta la nostra solidarietà nei confronti dei suoi iscritti e inviar loro messaggi di vicinanza. Perché? Perché il giornalista Piero Sansonetti è diventato a tutti gli effetti un membro del partito in questione, distruggendo la già scarsa credibilità, di cui il PdQ godeva.

Nel suo articolo pubblicato il 14 agosto sul sito www.glialtrionline.it è riuscito a sostenere un numero incredibile di affermazioni, a mio avviso, molto criticabili: 24 in 558 parole. Come vedremo tra poco, Sansonetti ha difeso Giorgio Napolitano e Nicola Mancino; se l'è presa, invece, con Antonio Ingroia, il Fatto Quotidiano, il governo Monti e i magistrati che indagano sui politici.

Ma veniamo a noi: smontiamo la versione di Sansonetti, elencando quelli che personalmente ritengo siano i 24 punti critici. A scanso di equivoci, pubblico l'articolo integrale (in corsivo), ed elenco i punti paragrafo per paragrafo, per facilitarne la lettura; il punto 'dolente' lo trovate sottolineato e numerato. Buon divertimento!

 

L’indipendenza del potere esecutivo dal potere giudiziario, e viceversa, è la base dello Stato di diritto. 1Che uno di questi due poteri assuma iniziative plebiscitarie per tacitare l’altro potere è una azione di sovvertimento dello Stato di diritto. Stiamo assistendo in questi giorni a qualcosa del genere. In questo caso l’iniziativa non è assunta direttamente dal potere giudiziario ma da un giornale molto amico del potere giudiziario, anzi, 2comunemente considerato l’“organo” – come si diceva una volta – della magistratura (stiamo parlando della 3raccolte di firme del Fatto a favore del pm Ingroia e contro il Quirinale).

1 La Magistratura non vuole né assumere iniziative plebiscitarie, né tacitare la politica. Piuttosto è la politica che cerca, da vent'anni a questa parte, di tacitare la Magistratura. Se i politici non commettessero reati, non verrebbero indagati dai pm. I magistrati non sono liberi professionisti: debbono indagare perché è loro dovere (e perché sono pagati per questo); non lo fanno per sfizio personale, per diletto o per passatempo.

2 Il Fatto Quotidiano non è comunemente considerato l'organo della Magistratura. Poi, comunemente da chi? Se il “nostro” giornale (nostro perché non riceve finanziamenti pubblici, noi lettori siamo un po' i padroni del quotidiano) difende i magistrati che fanno il loro dovere, non significa che sia l'organo di essi. In un Paese normale, i quotidiani difendono i pm onesti ed attaccano quelli corrotti. Ma noi viviamo in uno Stato manicomio...funziona tutto alla rovescia.

3 La raccolta firme non è a favore di Ingroia, ma di tutta la Procura palermitana, continuamente attaccata dai lorsignori.
 

La sostanza delle cose, però, non cambia molto. 4A meno che non ci sia qualcuno disposto a dichiarare in pubblico che negli ultimi anni la magistratura ha subìto un ridimensionamento delle proprie competenze, ad opera del governo o della politica, e che questo ridimensionamento giustifica una azione 5eccezionale ed eversiva come la raccolta di firme a favore di un giudice e della sua azione penale (6che a questo punto diventerebbe una azione a “propulsione popolare” non più a “propulsione giuridica”). Non credo comunque che esista nessuno che abbia il coraggio di pronunciare una affermazione di questo genere, perché se lo facesse ci costringerebbe a rivedere le nostre posizioni sulla legge Basaglia (chiusura dei manicomi….).

4 La Magistratura ha sicuramente subìto un ridimensionamento; Parlamenti e governi che si sono succeduti hanno svuotato il Codice Penale, creando una Giustizia “premia-furbi e salva-ladri con i colletti bianchi” e costringendo i magistrati ad adeguarsi continuamente ai “folli” cambiamenti.

5 Per quale motivo questa raccolta firme sarebbe eversiva? Manco avesse come obiettivo la riedizione delle Leggi fascistissime, il sostegno al Piano di Rinascita democratica di Licio Gelli. Allora, è più eversivo andare in televisione e dichiarare che la sentenza di condanna di Cesare Battisti è basata sul nulla, o attaccare in continuazione la Magistratura...

6 La raccolta firme prende vita dopo un'analisi del caso Napolitano-Mancino: dato che i pm si sono comportati in modo corretto, il Fatto ha lanciato l'appello ai suoi lettori e non. Quindi, la raccolta è un'azione che tende a tutelare il Diritto e le persone che lo rispettano. E che per quest'ultimo motivo sono isolate ed attaccate.
 

Purtroppo è vero il contrario. Il 7potere della magistratura si è mostruosamente espanso, ha invaso il campo del potere politico (esecutivo e rappresentativo) 8determinando, tra l’altro, in modo diretto o indiretto, la caduta extraparlamentare di tre governi (Berlusconi primo, Prodi secondo e, seppure di rimbalzo, Berlusconi terzo col caso Ruby) e anche la 9caduta di numerose giunte e consigli regionali (10valga per tutti l’esempio barbarico della persecuzione contro Ottaviano Del Turco). È anche riuscito a porre “sotto tutela”, attraverso gli avvisi di garanzia, quasi la metà delle Regioni italiane (sono attualmente in stato di accusa i presidenti di tutte le regioni meridionali, esclusa la Basilicata, e quelli della Lombardia e dell’Emilia Romagna…)

7 La Magistratura ha espanso il suo potere ed invaso il campo del potere politico, solo perché indaga sui politici sospettati di aver commesso un reato? Ma allora, i magistrati non sono colpevoli di niente... Il pm indaga, quindi fa il suo dovere; è il politico che, se commette un reato, sconfina nel campo del Codice Penale. È lui che si muove, compiendo atti (i reati) che non rientrano certamente nei suoi compiti.

Dovremmo forse rimpiangere la Magistratura degli anni '50, quella che non si azzardava ad indagare sui politici; oppure, addirittura, sognare il “grande” passo indietro per riavere il sistema giudiziario fascista (nonostante si spacci per comunista), quello in cui i pm dipendevano direttamente dal ministro di Grazia e Giustizia, il quale indicava quali reati perseguire e quali no?

8 Ed ecco riaffiorare il luogo comune dei governi caduti per colpa dei magistrati. Sfatiamo il mito:

  • GOVERNO BERLUSCONI I: Berlusconi raccontò che il suo primo governo fu sfiduciato dalla Lega, perché i magistrati milanesi gli recapitarono un avviso di garanzia durante una riunione del G8 a Napoli; il Cavaliere poi aggiunse di aver appreso la notizia di essere indagato, direttamente dal Corriere della Sera. In realtà non andò così: 1- i pm milanesi non gli recapitarono un avviso di garanzia, ma un semplice invito a comparire (la cosa è ben diversa); 2- quest'ultimo gli fu recapitato a Roma e non a Napoli; 3- i Carabinieri non trovarono B. a Roma, allora il giorno stesso (21 novembre) lo chiamarono per notificargli l'invito a comparire. È quindi impossibile che il Cavaliere sia venuto a conoscenza dell'atto della Procura milanese direttamente dal Corriere, il giorno seguente; 4- a Napoli non era in corso il G8, ma un convegno nazionale sulla corruzione; 5- se i magistrati avessero voluto farlo cadere politicamente, gli avrebbero notificato l'invito il 19 novembre, giorno della Elezioni Amministrative; aspettarono invece che fossero chiuse le urne; 6- il governo cadde per una mozione di sfiducia firmata da Umberto Bossi e Rocco Buttiglione (affiancata da un'altra firmata da Massimo D'Alema). Il governo venne fatto cadere, perché chi votò la mozione era contrario alla riforma delle pensioni; 7-Anche Bossi in quel periodo risultava indagato: non avrebbe avuto senso far cadere Berlusconi anche se avesse ricevuto un avviso di garanzia; 8- La Lega decise di togliere l'appoggio al governo Berlusconi I, il 6 novembre, quindici giorni prima l'invio dell'invito a comparire.

  • GOVERNO PRODI II: questo governo è caduto per diversi motivi, ma i magistrati c'entrano poco: i numeri al Senato erano esigui; alcuni senatori decisero di abbondare il centro-sinistra e trasferirsi nelle fila berlusconiane; come se non bastasse, Walter Veltroni riuscì a dargli il colpo di grazia, una volta diventato segretario politico del nascente Pd. E così, Clemente Mastella, sedotto dalle promesse da marinaio del Cavaliere e impaurito dalle tattiche veltroniane (Veltroni voleva passare al bipartitismo, spazzando via tutti i piccoli partiti che appoggiavano il governo Prodi, tra cui l'Udeur. Un genio...), votò contro il governo.

  • GOVERNO BERLUSCONI III: il Caso Ruby scoppiò un anno e mezzo prima della sua caduta. Poi, figuriamoci se i servitori del Cavaliere sfiduciavano il governo per così poco. Quello che ha fatto cadere il governo B. III è stata la crisi che avanzava incontrastata, lo spread che saliva giorno dopo giorno e le pressioni informali dei leader europei per cacciarlo.

9 I politici non dovrebbero forse essere indagati? Il politico che sceglie di rubare lo può fare incontrastato? La Magistratura deve stare ferma, immobile? Ciò equivale a sostenere, per tutti i politici, non la presunzione d'innocenza, ma la “certezza d'innocenza”. A cosa serve indagare i presidenti di Regione? C'è la certezza d'innocenza... Nessuno era arrivato ad affermare tanto!

10 Molti giornali, giornalisti e politici credono che Ottaviano Del Turco sia stato già assolto. In realtà, il processo, nel quale è accusato di aver preso una mazzetta da 5,8 milioni di Euro, è sempre in corso. Il fatto che il corruttore abbia confessato e che il principale coimputato abbia patteggiato 3 anni, per i lorsignori e Sansonetti non significa niente. Anche per Del Turco vale la certezza d'innocenza.
 

Dove ha trovato, la magistratura, questa forza straordinaria? 11Nell’alleanza, prima, e poi nella sottomissione della grande stampa indipendente. Oggi 12esiste un potere, non previsto dalle teorie politiche, che si chiama giornalistico-giudiziario, e 13questo potere domina su tutti gli altri poteri. Questa è una delle maggiori anomalie italiane. Colpisce che nessuno si rivolti contro 14l’iniziativa “scardinante” del Fatto, così come nessuno si rivoltò quando l’insediamento del 15governo Monti “scardinò” le norme essenziali della democrazia politica fondata sul suffragio popolare. Nel primo caso 16il Presidente Napolitano fu agente attivo del “golpe”, 17stavolta è agente “passivo”, anzi, vittima.

11 La Magistratura non è alleata con nessuno; tantomeno sottomette la grande stampa indipendente. Per due semplici ragioni: 1- i magistrati (o almeno la maggior parte di loro) sono seri: a differenza di numerosi politici non inciuciano con nessuno; 2- la Magistratura non può sottomettere la stampa indipendente, perché in Italia questa non esiste (fa eccezione il Fatto).

12 Se un cittadino americano leggesse questa affermazione, scoppierebbe a ridere! Chissà se Sansonetti inserisce anche i giornalisti che indagarono sul Caso Watergate, in questo filone di potere...

13Questo potere domina su tutti gli altri”...negli Usa, Carl Bernstein e Bob Woodward (i giornalisti del 'Watergate') sono considerati eroi e bravissimi giornalisti, in quanto portarono alla luce la verità. Non si fermarono davanti a nulla. In Italia invece, i giornalisti e i magistrati che indagano sui politici sono considerati eversori e golpisti (vedi Mani Pulite o l'inchiesta sulla Trattativa Stato-mafia).

14 L'iniziativa non è 'scardinante': al contrario, ha fra i suoi obiettivi quello di mantenere intatti gli equilibri tra poteri dello Stato. È inaccettabile, ripeto, che una Procura finisca sotto accusa per aver rispettato la Legge.

15 Il governo Monti, piaccia o no, non ha 'scardinato' le norme della Democrazia, in quanto la nostra Costituzione prevede la possibilità di formare governi tecnici.

16 Mi spiace prendere le sue difese, ma Napolitano non fu autore di nessun golpe (vedi punto n. 15)

17 Nel Caso Napolitano-Mancino, il presidente della Repubblica non è vittima. L'abbiamo già spiegato migliaia di volte: non mi voglio soffermare nuovamente su questo argomento.
 

P.S. In cosa consiste il delitto sul quale indaga Ingroia? Nella possibilità che nel 1992-93 ci sia stata una trattativa Stato-Mafia e che 18alcuni dei protagonisti di quella trattativa (in particolare il senatore Nicola Mancino) 19siano ancora vivi seppure sulla soglia dei novant’anni. Davvero c’è stata questa trattativa? 20Probabilmente sì, e 21fu sacrosanta: salvò centinaia di vite umane e salvò la nostra democrazia. In cambio di cosa? 22Della possibilità (che poi non si realizzò) di abolire l’articolo 41 bis cioè 23una norma medievale sul carcere considerata incivile in tutto l’Occidente e che condanna la nostra giustizia a non essere considerata affidabile in quasi nessun paese straniero. A voi pare che questa sia una 24discussione ragionevole e che sia ragionevole l’inchiesta su Mancino che se davvero ha trattato ha fatto benissimo a trattare?

18 Mancino non è indagato per aver trattato in prima persona con Cosa Nostra, ma per falsa testimonianza.

Sansonetti forse confonde Mancino con Calogero Mannino; secondo la ricostruzione della procura di Palermo, fu quest'ultimo ad avviare la ricerca di un contatto con Cosa Nostra.

19 Messa così, sembra che gli indagati siano tali solo perché sono ancora vivi e alla soglia dei 90 anni.

20Probabilmente sì”? La Trattativa Stato-mafia è stata dimostrata dalla sentenza definitiva del processo Borsellino-bis e dal 1° grado della sentenza Tagliavia. Quindi, “Sicuramente sì”.

21 La Trattativa “sacrosanta” salvò solo una 'democrazia' per modo di dire: una democrazia basata sul “primato della politica”, che uccide il primato della legge; una democrazia della “Legge è uguale per tutti, ma per i lorsignori è più uguale”; una democrazia basata sulla “pax mafiosa”; una democrazia che pone le sue radici sul Papello ed ha fra i padri costituenti Totò Riina.

La Trattativa non salvò vite, anzi, fece uccidere Paolo Borsellino, gli uomini della sua scorta, cinque persone nell'attentato di via dei Georgofili e cinque in quello di via Palestro. Tutte vittime innocenti.

22 Lo Stato non si impegnò soltanto ad eliminare il 41 bis (non ci riuscì, fortunatamente), ma anche ad esaudire tutte le richieste di Riina. Dal 1992 ad oggi, i governi che si sono succeduti hanno fatto di tutto per andare incontro al Papello...e questo non è un caso, ovviamente. Come non è un caso che, i, sotto il governo Amato (Giovanni Conso ministro della Giustizia), pericolosissimi mafiosi riuscirono ad uscire dal regime di carcere duro. Nel 1993, infatti, Conso non rinnovò il decreto a 343 tra mafiosi, n'dranghetisti e camorristi.

23 Sansonetti, molto probabilmente, fa riferimento al rapporto presentato dal “Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti”, nel quale viene criticato il regime di 41 bis, per la sua durezza (d'altra parte viene detto “carcere duro”...). Ma il fatto che il 41 bis sia un provvedimento incivile (secondo Sansonetti) è un conto, che lo Stato lo voglia eliminare perché glielo ha chiesto la Mafia è un altro.

24 Qui, di poco ragionevole pare ci sia soltanto lo Sragionamento di Sansonetti. Continua a ribadire che la Trattativa fu giusta. Confonde ancora una volta Mancino con Calogero Mannino, e crede (o forse fa finta di credere) che i politici abbiano aperto la “contrattazione” con la Mafia, per salvare gli italiani dagli attentati. In realtà, Mannino è sospettato di aver aperto la Trattativa perché sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra. Prova ne sia che, prima della morte di Salvo Lima, disse al carabiniere Giuliano Guazzelli (anche lui ucciso dalla Mafia poco dopo Lima): “O uccidono Lima, o uccidono me”. Il prossimo forse sarebbe stato lui.

Sansonetti è riuscito ad inanellare una serie incredibile di errori in un articoletto di 558 parole. Complimenti, new world record!

Adesso, resta da capire se ci è, o ci fa. Speriamo ci faccia. Al Piero non c'è mai fine...


Simone Ferrali









 

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