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Lari: "Le stragi del '92 hanno condizionato la storia italiana" PDF Stampa E-mail
Documenti - I mandanti occulti
Scritto da Redazione AntimafiaDuemila   
Giovedì 16 Febbraio 2012 16:25
“In Italia la questione criminale e la questione sulla giustizia non sono aspetti secondari, ma s'intrecciano alla storia del Paese. A 20 anni dalle stragi di Capaci e via D'Amelio, la situazione è molto cambiata, ma quei fatti hanno condizionato pesantemente la storia del nostro Paese”. Lo ha detto il Procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari, a margine dell'incontro proposto dalla Fondazione Falcone, da Confindustria e dall’Università a vent’anni dalle strage di Capaci e Via D’Amelio: “Mafia, la stagione della violenza. Dalle stragi alla trattativa” a cui hanno partecipato anche i magistrati Alfredo Morvillo e Ignazio De Francisci, l'avvocato Francesco Crescimanno ed il giornalista Franco Nicastro.

“Fare chiarezza su quei fatti - ha aggiunto Lari - oggi vuol dire ricostruire le radici politico-istituzionali del Paese. Molti ragazzi non hanno vissuto la drammaticità di quegli anni”. Sulle indagini ancora in corso sulle stragi, Lari ha detto: “è chiaro che c'è ancora una grande necessità di scoprire la verità e fare luce sui lati oscuri di quelle vicende che tuttora permangono. L'esigenza di fare chiarezza su quei fatti significa anche ricostruire le radici dell'attuale evoluzione dell'assetto politico-istituzionale del nostro Paese”. Il magistrato in merito ha quindi concluso: “Quando sento parlare di mandanti esterni rispetto alle stragi del '92 mi viene da sorridere. Chi conosce bene l'organizzazione Cosa Nostra sa bene che non riconosce nessun'altra autorità, che nessuno è in grado di darle ordini. Semmai con la mafia si possono ipotizare alleanze di natura strategica che possono essere intessute solo quando Cosa nostra è interessata a stipularle. Quindi, piuttosto che di mandanti esterni, parlerei di concorrenti esterni, cioè di soggetti che nella fase esecutiva delle stragi possono avere avuto interesse a sedersi allo stesso tavolo per portare avanti un obiettivo parallelo”.
Il procuratore Capo ha anche espresso un parere sulla nuova legge che vorrebbe la responsabilità civile dei magistrati: “Se passasse la riforma, cosi come e' stata varata dal Senato, non avremmo più una magistrato autonomo e indipendente, ma intimidito e pronto ad assecondare gli orientamenti della Cassazione, non disposto a rischiare”. “I primi a essere sconfitti sarebbero i cittadini - ha aggiunto Lari - il magistrato sarebbe esposto ad attacchi diretti dalle parti che ritengono di avere subito un torto. Non questo vuole la Comunità europea; ci ha invece chiesto che fosse lo Stato a tutelare e rispondere direttamente in caso di errore”.

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