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Borsellino: scomparsa agenda rossa, pm ripartono da filmato PDF Stampa E-mail
Documenti - I mandanti occulti
Scritto da Ansa   
Giovedì 02 Febbraio 2012 17:08
Palermo. Un «film», realizzato utilizzando le immagini girate da tv private, dalla Rai, ma anche dalla polizia scientifica, potrebbe svelare il mistero dell'agenda rossa di Borsellino, il diario sul quale il magistrato annotava riflessioni, pensieri e spunti investigativi, sparita, il 19 luglio del 1992, dopo l'attentato in cui venne ucciso con cinque agenti di polizia. La Procura di Caltanissetta, che ha riaperto l'indagine sull'eccidio, sta cercando di far luce sull'ennesimo mistero che ruota attorno alla strage. I pm, impegnati da due anni nel tentativo di «riscrivere» la dinamica dell'attentato, e di accertare la presenza di eventuali mandanti occulti e l'esistenza di un clamoroso depistaggio delle indagini, stanno mostrando a diversi collaboratori di giustizia, testimoni e investigatori il collage di immagini riprese sul luogo dell'eccidio subito dopo l'esplosione dell'autobomba. Il tentativo è di dare un volto a tutte le persone che erano in via D'Amelio dopo l'attentato. L'inchiesta, che sarebbe ancora a carico di ignoti, segue il proscioglimento dell'allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli, unico indagato per la scomparsa dell'agenda ritenuta un documento chiave per la ricostruzione degli ultimi mesi di vita del giudice. Arcangioli è stato prosciolto con sentenza definitiva, «per non avere commesso il fatto», dall'accusa di furto aggravato. L'ufficiale venne ripreso, intorno alle 17.30 del 19 luglio, mentre si allontana velocemente dall'auto della vittima con in mano l'inseparabile valigetta di cuoio del giudice. La borsa ricomparve nella macchina successivamente, circa un'ora dopo; venne sequestrata e repertata: dentro, però, l'agenda non c'era. Cosa accadde tra le 17.30 e la redazione del verbale di sequestro dei reperti che non fa cenno al documento? Il nodo è tutto qui.
Arcangioli ha sempre sostenuto di non avere aperto l'agenda e di averla mostrata a Giuseppe Ayala, ex collega di Borsellino, nel '92 deputato, tra i primi ad accorrere in via D'Amelio. Ma la versione del militare non ha convinto i magistrati che inizialmente l'hanno indagato per false informazioni. Ayala ha negato di avere ricevuto la borsa dal capitano e ha sostenuto di averla vista nell'auto, di averne parlato con l'ufficiale e di averla consegnata a un altro carabiniere. Di certo c'è che quando la borsa vuota fu ritrovata nella blindata di Borsellino presentava bruciature che prima non c'erano. Nel frattempo la macchina aveva preso fuoco: ciò confermerebbe che la valigia era stata tolta e poi rimessa dentro. Inoltre, nelle immagini si vedeva Arcangioli allontanarsi velocemente dal luogo della strage con la borsa, in una direzione, che secondo gli inquirenti che, su sollecitazione del gip ne chiesero il rinvio a giudizio, non sarebbe giustificata nè dalla presenza di soggetti istituzionali, nè da motivi investigativi. Ma la sentenza di proscioglimento, confermata dalla Cassazione, ha escluso il coinvolgimento dell'ufficiale.

ANSA


da: AntimafiaDuemila.com
 

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