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Home Rubriche Gioacchino Genchi: storia di un uomo con un unico difetto, l'onestà!
Gioacchino Genchi: storia di un uomo con un unico difetto, l'onestà! PDF Stampa E-mail
Rubriche - Le vostre lettere
Scritto da Oreste Iacopino e Serena Verrecchia   
Martedì 01 Marzo 2011 11:18
Sapevamo già di vivere in un Paese in cui espressioni come "democrazia", "libertà di pensiero e di parola" o "diritto di esprimere le proprie opinioni", vengono usate solamente come maschera per dimostrare al mondo che l'Italia non è il Nord dell'Africa, ma un Paese civile, basato sul riconoscimento della dignità e dei diritti inalienabili dell'uomo. Abbiamo anche imparato che, in questo Stato, coloro che tentano di far emergere la Verità e di spianare la strada al corso della Giustizia, vengono arpionati, confinati, eliminati professionalmente e feriti nella dignità. E' vero che la parte più compromessa di quest'Italia sarebbe disposta a tutto pur di non far accendere i riflettori sulle verità scomode, ma eravamo stati persuasi dell'idea che, oramai, avessimo toccato il fondo. E invece no, dobbiamo constatare che non c'è limite all'obbrobrio. Perché destituire una persona come Gioacchino Genchi dalla Polizia di Stato per “aver reso dichiarazioni pubbliche dal contenuto lesivo del prestigio di organi e istituzioni dello Stato” è un obbrobrio. Considerare il suo atteggiamento, di fedele e dedito servitore alla Giustizia e anche di uomo libero, “fortemente scorretto, connotato da una persistente e riprovevole inosservanza dei doveri propri dello status di funzionario della Polizia di Stato”, è fuori dalla realtà ed assolutamente antidemocratico, vista la passione con cui egli ha portato avanti il suo lavoro per lo Stato. Stiamo parlando di uno dei poliziotti più abili d’Italia, del consulente telematico più richiesto dai Tribunali e dalle Procure della penisola, dell’uomo grazie al quale decine e decine di colletti bianchi, persone come Salvatore Cuffaro o Marcello Dell’Utri, sono state processate per il loro favoreggiamento alla criminalità organizzata e centinaia di mafiosi, imprenditori collusi, criminali di basso rango, rapinatori e sequestratori di ogni sorta sono finiti tra le sbarre.
Sapere che nel 2001 alcuni dei poliziotti che hanno malmenato brutalmente a Genova dei giovani manifestanti accampati nella scuola “Diaz” sono stati promossi fa davvero rabbia perché Gioacchino Genchi, premiato da molti anni ormai dallo stesso corpo di Polizia per le sue “eccezionali doti morali”, ricevendo un punto in più del massimo, è stato invece trattato così.
E’ molto tempo che conosciamo Gioacchino e ogni volta che lo sentiamo, che ci vediamo, capiamo sempre di più che grande uomo sia e che modello di vita possa rappresentare per noi giovani che crediamo davvero nella giustizia e al rifiuto del compromesso morale.
Gioacchino è un custode dei misteri della seconda Repubblica fedele alle Istituzioni, per questo va eliminato. Gioacchino ha i mezzi e le capacità per contribuire a far venire a galla la Verità, per questo va fermato. Perché la Verità, quando è portatrice di imbarazzo e profondo sdegno, va insabbiata.
Se riflettiamo bene, Gioacchino è stato destituito per aver espresso delle idee, ma soprattutto per aver raccontato dei fatti veri, che sono accaduti e che a parer nostro dovrebbero conoscere tutti.
Gioacchino non è stato sconfitto! Ha soltanto cercato di renderci partecipi dello schifo nascosto dietro le quinte di questa seconda Repubblica!
Gioacchino non fermarti! Continua con il tuo lavoro, RESISTI! Noi siamo sempre con te! Noi non ti abbandoniamo.
Non si può perdere il posto, solo perché si esprimono delle opinioni. Gioacchino non si tocca! Gioacchino non si tocca!

Oreste Iacopino
Serena Verrecchia

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