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Nell'Agenda Rossa c'è la vita PDF Stampa E-mail
Rubriche - Le vostre lettere
Scritto da Luca De Stefanis   
Venerdì 07 Maggio 2010 15:07
Oggi, credo per la prima volta, l'Agenda Rossa è entrata in una comunità di recupero per tossicodipendenti. La comunità si chiama Ali D'Aquila.
Dal punto di vista emotivo, si è trattato di uno dei momenti più gratificanti che abbia mai vissuto, dacché ho conosciuto Salvatore Borsellino e mi sono legato al Movimento; quindi ringrazio ancora Antonella Cappiello, una delle educatrici del centro, per avermi offerto questa bella opportunità.
Devo dire che la magia sprigionata da questo libricino rosso, capace di creare situazioni impensabili e di essere veicolo d'Amore per così tanta gente, inizia a farmi paura!

Proprio d'Amore si è parlato coi ragazzi, a cui ho inanzitutto esposto il mio pensiero su quanti si riducono a farsi del male, nel loro caso fino a dipendere dagli stupefacenti.
Per me esiste un'entità dalla forza incalcolabile, superiore ad ogni possibile forma di comprensione: l'Amore. Trattandosi di un'energia così difficile da contenere, se non le si trova una via di sfogo, prima o poi si cercherà di reprimerne l'impeto. Questo secondo me scatena il desiderio di farsi male: l'impossibilità di esprimere compiutamente l'Amore che si possiede. Spesso la società ha una considerazione negativa di queste persone; io invece ritengo che possiedano una dote. Basterebbe che gli venisse offerto un appiglio (per me è stata una mela e loro sanno perchè) e che si guardassero meglio intorno, per capire che l'alternativa, la via di sfogo, c'è, c'è sempre e una volta trovata, l'odio riversato verso se stessi si trasformerebbe nel bisogno di adoperarsi per il bene altrui, perchè citando Gibran: "quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potete contenere".

Mi chiedo quanto il dolore abbia scavato Paolo Borsellino, ogni volta che uno dei suoi amici gli crepava davanti agli occhi, trucidati talvolta con la complicità di pezzi di Stato assassini, attraverso la mano handicappata dei mafiosi loro alleati. Si, il mafioso ha come un handicap, perchè raramente possiede la capacità di essere scalfito dal dolore e molto meno quella di tradurre la propria sofferenza nel bene altrui. Il mafioso, viceversa, ha la presunzione di ritenere proprio bene il male altrui e l'incapacità di sottrarsi a questa logica, ribadisco, lo rende come handicappato. Chi entra in comunità invece, ha già fatto un passo verso una nuova vita; quella vita che Paolo Borsellino aveva consacrato al suo lavoro e raccolta nell'Agenda Rossa, la quale per questo diventa lo scrigno di tutta la gioia, contenuta nel fosso della sua tortura. Riappropriarsi dell'Agenda equivale a riprendere in mano la propria vita, avere un ideale pulito in cui credere, un appiglio sicuro. Spero di averlo trasmesso, almeno in parte, ai ragazzi che mi hanno ascoltato.


Luca De Stefanis
(Associazione Chieti Resiste
)


 







 

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Oreste.Iacopino  - Andiamo avanti...   |2010-05-08 11:41:35
Caro Luca,
in parte "Chieti Resiste" è anche un po' mia... Io e te
condividiamo molto e mi è davvero dispiaciuto non esserci stato con quei
ragazzi...
Porteremo sempre in alto il nome di Paolo e diffonderemo l'agenda
rossa ovunque, anche se qualcuno dovesse ostacolarci.
Continuiamo così,
RESISTIAMO!
Saremo sempre con Salvatore, Gioacchino e tutti gli altri, uniti
verso una meta: la ricerca della verità!
Un abbraccio.
Oreste

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