.......la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
sperando di fare cosa gradita, vi segnalo che nella web tv Pnbox (www.pnbox.tv) è stato pubblicato il servizio:
Cultura della Giustizia
Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, è stato protagonista di un incontro dibattito sulla Cultura della Giustizia. Guarda un passaggio di questo interessante incontro e poi lascia un tuo commento.
Il servizio è liberamente fruibile e commentabile all'indirizzo www.pnbox.tv sezione "questa settimana" fino a domenica e "notizie e interviste" da lunedì, oltre che a rotazione nel nostro palinsesto.
E' possibile linkare il filmato da qualunqe sito internet esterno a Pnbox utilizzando il seguente collegamento:
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Fabio
- discorso preciso
|2008-04-23 11:43:50
Il discorso di Salvatore Borsellino è molto chiaro e ci da' l'idea di come Falcone, Borsellino e altri hanno lavorato in quegli anni...visto che adesso molti commemorano i due magistrati che non ci sono piu' e non posso fare il loro dovere, vorrei che si facesse un elenco di coloro che hanno ostacolato il lavoro del pool di Palermo quando Giovanni e Paolo erano vivi...grazie
Luca
|2008-04-23 12:10:19
Grazie molte per il filmato, davvero interessante. in effetti come dice Salvatore Borsellino in Italia i politici sanno solo riempirsi la bocca con i nomi di Paolo e Giovanni che tirano in ballo per propaganda elettorale o per farsi belli agli occhi dell'opinione pubblica.Ciò che realmente manca è la volontà dello Stato di distruggere la mafia. Basterebbe così poco...
Antonio
|2008-04-23 13:55:47
Il tempo aumenta il dolore. Il dolore di sentirmi colpevole della loro assenza. Colpevole della mia lontananza. E cerco di alleviarne il peso tentando di mantenere nella memoria, vivi, i nomi e i volti; di chi ha tradito e continua a tradire; di chi ha dato la propria vita per un'illusione. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e tutti, tutti i ragazzi delle loro scorte. Cerco di ricordarne i nomi, i volti ma finisco inesorabilmente per dimenticarli. Tanti altri, troppi altri. Io ci provo a ricordare, a non dimenticare ma è come sabbia e scivola dalle mani. Sono io, siamo noi i colpevoli ultimi, quelli che hanno deluso; siamo noi che non c'eravamo in via D'Amelio, o in tutti gli altri posti. Siamo noi che non ci siamo sotto casa di chi ha tradito, ad aspettarli e chiedergli conto. E' come rabbia. Cieca e devastante che cova e forse non esploderà mai, che forse è solo un'altra, l'ennesima, illusione; in realtà, solo impotenza.
Fabio
- il caro Giammanco
|2008-04-24 13:46:22
Tra coloro che ostacolarono il lavoro del pool antimafia di Palermo, c'è sicuramente Pietro Giammanco che era procuratore capo di Palermo e di cui si è parlato in alcuni articoli di questo sito. Sia Giovanni sia Paolo ebbero problemi con Giammanco.
Ecco un passo di un articolo in cui si fa riferimento a Giammanco e al famoso dossier MAFIA E APPALTI:
Il primo a mettere le mani su quella storia fu Giovanni Falcone, allora "aggiunto" del procuratore Pietro Giammanco. Falcone aveva molta fiducia in un dossier messo insieme il 20 febbraio 1991 dai carabinieri del Ros che svelava (o riteneva di svelare) il nuovo equilibrio politico-imprenditoriale-mafioso. Ne è incuriosito, ha voglia di lavorarci, dice: "Ora sì che ci divertiamo...". E' costretto invece ad andare via, a Roma, al ministero.
Alla sua partenza, il dossier viene depositato nella cancelleria del tribunale senza un omissis, svelando così circostanze e legami e indagati. "Depositare l'intera informativa del Ros senza un omissis ha significato cancellare tutte le potenzialità dell'indagine", scrisse poi la procura di Caltanissetta. Avventata o sospetta, quella mossa "impedì di individuare - ha sostenuto ancora la procura di Caltanissetta - alcuni personaggi che non furono sfiorati dall'indagine". Personaggi come i fratelli Buscemi che potevano contare, con Provenzano, "su un procuratore della Repubblica a disposizione", parola di Brusca, parola di Siino. Era Giammanco, quel procuratore?
Di certo l'impresa "nel cuore di Provenzano" - all'origine del rovesciamento del vecchio "tavolino" e della creazione del nuovo - era di proprietà di Enzo Giammanco, nipote del procuratore.
Su questa storia di appalti, cartelli d'imprese e omissioni, torna come per un tormento Paolo Borsellino dopo la morte di Giovanni Falcone. Rilegge gli appunti dell'amico, pubblicati dal Sole-24 Ore. Ripete che "la causale più probabile della morte di Giovanni è nell'intreccio degli appalti". Morirà anche Borsellino.
Fabio
- il caro Giammanco 2
|2008-04-24 13:48:47
Su questa storia di appalti, cartelli d'imprese e omissioni, torna come per un tormento Paolo Borsellino dopo la morte di Giovanni Falcone. Rilegge gli appunti dell'amico, pubblicati dal Sole-24 Ore. Ripete che "la causale più probabile della morte di Giovanni è nell'intreccio degli appalti". Morirà anche Borsellino.