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Rubriche - Libri
Scritto da Salvo Palazzolo   
Domenica 31 Gennaio 2010 12:48


 
TITOLO: I PEZZI MANCANTI

AUTORE: SALVO PALAZZOLO

EDITORE: LATERZA

Una drammatica costante lega i delitti eccellenti commessi dai sicari di Cosa nostra, dagli anni Settanta agli anni Novanta. Alcune prove importanti sono state trafugate, perché non restasse nulla delle verità che stavano per essere scoperte. Prima dell’agenda rossa di Paolo Borsellino altri oggetti sono misteriosamente scomparsi. La sequenza è lunga: dagli appunti di Peppino Impastato alla bobina delle intercettazioni che nel 1980 avrebbe potuto svelare gli affari del “ragioniere” Bernardo Provenzano con un misterioso finanziere legato ai servizi segreti. Dagli appunti del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa all’agenda del commissario Ninni Cassarà, agli atti di una rogatoria che il capo della sezione Investigativa della squadra mobile aveva inviato in Svizzera.

Non si trova più un’altra bobina di intercettazioni che molto avrebbe potuto dire sul ruolo di alcuni insospettabili professionisti palermitani nella morte del consigliere istruttore Rocco Chinnici. Non si trovano alcune videocassette con un scoop che Mauro Rostagno stava per mandare in onda, e poi ancora gli appunti del poliziotto Nino Agostino, i files del giudice Falcone, l’archivio di Totò Riina, gli appunti del maresciallo Antonino Lombardo, morto suicida in caserma.
Salvo Palazzolo
, giornalista di “Repubblica”, ripercorre i misteri di 24 prove trafugate. Il suo ultimo libro - “I pezzi mancanti, viaggio nei misteri della mafia” (Editori Laterza) - è un’inchiesta dentro ciò che ancora non sappiamo della storia (molto attuale) di Cosa nostra. Attorno alle prove trafugate Palazzolo segna anche le tracce di 25 possibili talpe che avrebbero agito in momenti determinanti. Dal 1977 al 1992 i pezzi mancanti sono legati da un’unica trama criminale: quei segreti costituiscono la vera forza dei padrini in carcere e l’eredità per chi verrà dopo di loro. Quei segreti continuano a muovere complicità e ricatti: se non verranno svelati, non potremo dire che la mafia è stata sconfitta.

L’inchiesta di Palazzolo prosegue su Internet sul blog
www.ipezzimancanti.it






Riportiamo la pagina del blog curato da Salvo Palazzolo relativa alla sottrazione dell'agenda rossa di Paolo Borsellino

L'agenda rossa di Paolo Borsellino.

Non si trovano gli ultimi appunti del magistrato

(di Salvo Palazzolo, 17 dicembre 2009)


Cosa può esserci stato di tanto importante in quell’agenda rossa? Per trovare una risposta bisogna ripercorrere i cinquantasette giorni che restano da vivere a Paolo Borsellino dopo la morte di Giovanni Falcone.
Sappiamo che il magistrato ha deciso di riprendere le indagini sulle infiltrazioni di Cosa Nostra nel mondo degli appalti, quelle indagini che per Falcone erano ormai una priorità. Lo sappiamo perché Borsellino va a interrogare un nuovo collaboratore di giustizia, originario della provincia di Caltanissetta. Si chiama Leonardo Messina.
Borsellino sa che Cosa Nostra è mossa dalla necessità di proteggere i suoi patrimoni. In quei giorni il magistrato interroga anche Gaspare Mutolo, un altro uomo d’onore di rango che già a Falcone aveva detto di voler collaborare con la giustizia. Mutolo annuncia un’altra rivoluzione: svelare i rapporti fra uomini dello Stato e la mafia. In cima alla lista c’è Bruno Contrada, il poliziotto che ha segnato un’epoca a Palermo, e poi è passato ai servizi segreti.
“Non si separava mai da quell’agenda”, racconta la vedova, Agnese Piraino Leto, ai giudici del primo processo Borsellino. “Segnava tutto: incontri, impegni di lavoro. Però adesso non si trova più. Quella domenica, a pranzo, la teneva nelle mani ed aveva segnato gli appuntamenti della settimana successiva”.


DOCUMENTI:

Deposizione della vedova Borsellino al processo di Caltanissetta
Deposizione del magistrato Antonio Ingroia

(Fonte: il BLOG
www.ipezzimancanti.it curato dal giornalista Salvo Palazzolo)

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