Riportiamo alcune dichiarazioni rese alla stampa dal procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso e dal procuratore aggiunto di Palermo
Antonio Ingroia in merito alla vicenda Graviano:
Piero Grasso afferma che quella che ha negato un nuovo periodo di isolamento diurno a
Giuseppe Graviano "è una pronuncia del giudice dell’esecuzione, sulla quale mi pare fuori luogo esercitarsi in dietrologie". Le due tesi (premio al suo silenzio o all'opposto prima concessione affinché dica la verità) sono "due ricostruzioni senza fondamento, perché la decisione non è stata presa dall’autorità politico-amministrativa che può muoversi su un piano discrezionale per un determinato obiettivo, né da un pubblico ministero che dovesse mirare ad altri risultati investigativi. I giudici della Corte d’assise d’appello non avevano altri fini che applicare la legge a quella determinata situazione, senza margini di discrezionalità. Dopo queste polemiche fondate sul nulla, qualunque cosa dovesse un giorno dire questa persona ci sarà chi metterà in dubbio la sua attendibilità, ripescando questi argomenti per delegittimare eventuali dichiarazioni."
Per
Antonio Ingroia "qualsiasi attenuazione del 41 bis sarebbe negativa e potrebbe dare adito a retropensieri, ma non è questo il caso. Non c’è stato un intervento governativo, così come non c’è stato il parere favorevole di qualche Procura inquirente, e dunque mi sento di escludere finalità nascoste in un provvedimento che pare esclusivamente tecnico. In vicende come queste è bene tenere alta l’attenzione, ma bisogna anche che l’informazione sia il più corretta possibile. L’importante è che non sia stato toccato il 41 bis. Si può immaginare che in determinati casi il tetto di 3 anni all’isolamento diurno come quello attuale non sia sufficiente, e che ai giudici sia concessa l’opportunità di prolungarlo quando ricorrano alcuni requisiti, ma sarebbe una scelta politica che spetta al
Parlamento, non ai magistrati".