Nei giorni in cui le dichiarazioni di nuovi pentiti potrebbero portare ad una revisione del processo della strage di via D'Amelio, la prima puntata della nuova stagione di Reality , ripercorre il caso Borsellino.
Al vaglio della procura di Palermo sono infatti in questi giorni le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco del capoluogo siciliano, che avrebbe reso noto di una trattativa tra lo Stato e la mafia, di cui il padre si sarebbe fatto mediatore.
L'inchiesta di Silvia Resta parte proprio dal giallo del primo luglio del '92, giorno in cui il giudice Borsellino si sarebbe recato al Viminale dall'allora ministro dell'interno Nicola Mancino. Per la prima volta davanti alle telecamere, un faccia a faccia a distanza tra Salvatore Borsellino, fratello del giudice, e Nicola Mancino, che nega di essere mai stato a conoscenza di una negoziazione con Cosa Nostra e ribadisce: "Quel giorno ho stretto tante mani: non ricordo Borsellino, ma non escludo di poterlo aver incontrato."
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VaronEmanuele
|2009-01-20 11:37:37
È evidente: o Mancino ha subito un lavaggio del cervello, o una lobotomizzazione, o già allora occupava indegnamente e abusivamente un ruolo istituzionale. Il Ministro dell'Interno che non sa chi sia il magistrato più pericoloso per cosa nostra, il candidato alla SuperProcura, il giudice minacciato di morte e collaboratore più stretto di quel Giovanni Falcone da poco assassinato (non solo dalla mafia)?
Ma che non provi più a raccontarcela, o si dimetta, se non altro per la vergogna, retroattiva.